LA SUPERBIA

  • Occhi alteri e cuore superbo, lucerna dei malvagi è il peccato (PR 21,4)
  • Il superbo arrogante si chiama spavaldo, egli agisce nell’eccesso di insolenza (PR 21,24)
  • Non vantarti del domani, perché non sai neppure cosa genera l’oggi (PR 27,1)

La superbia è una delle peggiori condizioni spirituali che un non credente possa avere. Secondo Tommaso d’Aquino il superbo è colui che nutre un amore disordinato per il proprio bene al di sopra di altri beni superiori. Questo amore disordinato provoca un desiderio di voler essere superiore al prossimo e basa la sua propria felicità nel voler pensare che gli altri sono un gradino sotto di lui, perciò ha una visione di se stesso distorta: Invece di vedersi come egli è, si vede come vorrebbe che fosse. Ora analizzeremo quali sono i “frutti” della superbia. Per frutti si intende le conseguenze che porta una persona con un cuore superbo a comportarsi in relazione con il prossimo. I “frutti” della superbia nel linguaggio biblico fanno parte della categoria dei “frutti acerbi” che Dio non gradisce e sono la conseguenza di un cuore malvagio. L’atteggiamento superbo porta ad essere molto competitivo di fronte al prossimo, ad esempio, chi pensa: io devo possedere la macchina più bella, la ragazza più bella, devo avere più degli altri specialmente i beni materiali, ma anche in abilità o capacità intellettive; e quando il superbo vede chi ha meno di lui si sente come una sensazione di forte autostima che si manifesta con l’arroganza e la spavalderia. Se invece incontra qualcuno che ha più qualità o beni materiali rispetto a lui, incomincia a provare un invidia che si può sfociare in violenza o maldicenze e rancore perché pensa che se uno ha più qualità o beni materiali allora è più felice, e questo rode pensare che qualcuno può essere più felice di lui. Il superbo ama vantarsi e ricevere gloria dal mondo, in alcuni casi tende ad attribuirsi qualità che non possiede o le esalta in maniera esagerata, in concreto si manifesta con il pavoneggiare risultati positivi nel rendimento scolastico o lavorativo ben superiori alla realtà oppure inventarsi un presunto successo con il rapporto dell’altro sesso per provocare le invidie o farsi stimare davanti al prossimo.  La superbia porta a un senso di ribellione e trasgressione, avranno dei problemi a prendere gli ordini da qualcuno, specie nel mondo del lavoro (Ved. Pag. 109), porta a un tale egoismo che mette solo lui al centro del mondo e gli altri al suo servizio; per questo sono anche permalosi anche per cose di poco conto, che sono contrarie la sua volontà. La superbia  è anche commettere chiare ingiustizie nei confronti del prossimo senza porvi rimedio o chiedere perdono. Quando è il superbo ad essere danneggiato, serba un rancore permanente nei confronti dell’aggressore. Un’altra caratteristica è il disprezzo nei confronti del prossimo: Considerandosi superiore e gli altri, non rispetta le opinioni altrui e le denigra, così anche per i consigli anche se saggi. Promuove l’ingiuria, perché tende a dare etichette agli altri in base ai propri pregiudizi. Ci sono comunque diversi livelli di superbia, ai livelli massimi avviene quanto appena descritto. La superbia è il peccato che ha commesso satana, il pretendere di essere superiore o come Dio anche se era solo una sua creatura e vediamo le tragiche conseguenze. Ora proviamo ad analizzare come si rapporta una persona superba davanti a Dio. Generalmente la superbia porta all’ateismo per il fatto che la sua vita è basata sull’egoismo e l’egocentrismo e questo non da nessuno spazio a Dio e sceglie di sua volontà di non credere. Per Sant’Agostino, la superbia non è altro che una perversa imitazione di Dio, l’unico al quale si devono la gloria e la riconoscenza per tutto. La superbia infatti porta le persone molto lontane da Dio. Se ad esempio una persona è lontana da Dio perché ha molti vizi ma non è superba, ha comunque più possibilità di pentirsi dei propri peccati e andare a Dio rispetto ad una persona con pochi vizi ma superba. Perché nel primo caso si è lontani da Dio per debolezza carnale e per ignoranza, ma se venisse a conoscenza della verità non è escluso che accetti di seguire il Signore. Mentre nel secondo caso il rifiuto si verifica per il fatto che non si vogliono accettare né Lui né i suoi comandamenti, quindi anche davanti a una predicazione è molto difficile che ne rimane toccato e voglia interessarsi a Dio. Ci sono poi altri casi più rari dove un superbo non si dichiara ateo, ma ammette di credere in Dio. Contrariamente a un vero credente dove concepisce Dio come un padre amorevole, il superbo lo vede come una nonna cieca nei confronti degli errori del nipote; in fondo è un abusatore della misericordia divina che non ha intenzione di sottomettersi a Dio e pretende quindi di fare la sua propria volontà invece della volontà di Dio. Le sue preghiere dunque saranno incentrate nel chiedere qualcosa per soddisfare il suo egoismo, invece di chiedere di avere la forza per fare opere buone per dare gloria a lui. Anche dalla superbia si può guarire, nessun peccato è più grande dell’amore di Dio, dove c’è molto peccato anche la grazia di Dio abbonda; il Signore infatti può perdonare ogni peccato, anche quelli gravi. Solo la bestemmia contro lo Spirito Santo non è possibile perdonare, ovvero il non accettare Gesù come salvatore e non voler ascoltare la sua parola. Solo in quel caso il Signore non può fare nulla, perché Dio ha previsto che c’è una sola via per il quale noi possiamo essere salvati e questa passa per il sacrificio di Gesù in croce. Una persona per guarire dal male spirituale della superbia dovrà passare attraverso una forte esperienza dove lo porterà ad essere costretto a dover abbassare la cresta tramite  qualche episodio che lo porti a sentirsi umiliato in tale maniera da arrivare a capire che lui non è superiore agli altri, e che non è al centro del mondo e gli altri non devono essere sempre al suo sevizio, anzi scoprirà che è lui che ha bisogno del prossimo. Dovrà però anche trovare persone credenti gioiose e felici, con una gran pace nel cuore e una loro testimonianza di fede. Se lui riuscirà a percepire quella gioia che non deriva dall’avere cose materiali, ma da qualcosa che lui non conosce e anche lui vorrebbe, allora c’è la possibilità che si possa avvicinare alla fede. Anche i credenti purtroppo non sono immuni alla superbia; ci sono dei casi dove una persona che ama molto il Signore e ha iniziato a compiere opere grandiose per lui, sia tentato dalla superbia da satana. Il diavolo è sempre dietro l’angolo pronto ad attaccarci, e può avvenire che questa persona inizi a montarsi un po’ la testa e si insuperbisca, vantandosi e glorificandosi di fronte agli altri dicendo: << Guardate cosa riesco a fare, quante opere buone compio, e voi invece siete una nullità e non siete di grado di fare nulla >>. Avendo questo atteggiamento perde il cuore che il Signore vuole che abbiamo, riducendosi solo più a un religioso e non potrà più essere usato dal Signore per il regno di Dio. Anche in quei casi è possibile che torni sulla retta via, ma dovrà passare per delle sofferenze e fallimenti prima di tornare ad essere un credente giusto. Nel Vangelo abbiamo l’esempio di Paolo che il Signore lo ha usato in maniera molto potente per evangelizzare al mondo, riusciva a compiere gli stessi miracoli di guarigione di Gesù, ma con tutta quella potenza che il Signore gli aveva concesso iniziò a nutrire sentimenti di superbia, così il Signore permise che satana gli infliggesse, quello che lui stesso chiama, “una spina nella carne” per far in modo che mantenesse sempre un cuore umile davanti a Dio e che potesse sempre essere usato da lui per glorificarlo. Alcuni studiosi credono che la spina nella carne fosse stata una parziale cecità, ma in ogni caso Paolo pregò più volte di guarire, il Signore però gli mostrò quale scopo aveva questo e gli diede la grazia di sopportare questo male.

EVITARE DÌ ESSERE LA PIETRA DÌ SCANDALO

  • Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo fine e anche il malvagio per il giorno della sventura (PR 16,4)

II Signore ha un preciso disegno per l’umanità; un disegno fatto per noi, per la nostra salvezza, la nostra pace, in modo si compiano i buoni propositi per il regno di Dio. Ma per realizzarlo è necessario passare per alcuni scandali, perciò Dio usa anche chi è contro di lui affinché si compi la sua volontà. Lo vediamo nel Vangelo quando arrestano e mettono a morte Gesù. Era necessario che morisse per mano d’uomo perché si compissero le profezie del vecchio testamento ma guai essere tra quelle persone le quali lo scandalo si compia. Giuda non era obbligato a tradirlo, avrebbe potuto anche ripensarci e tornare indietro, la volontà di Dio sarebbe stata compiuta tramite un’altra persona. Gesù a Giuda gli da la possibilità di ripensarci all’ultima cena quando lo imbocca un pezzo di cibo e a quel tempo era considerato un gesto di amicizia; come per dire che anche se aveva già preso accordi con i farisei aveva ancora la possibilità di tirarsi indietro ed evitare di tradirlo. Quando Giuda prese il boccone, confermò la sua scelta e Satana entrò in lui. Gesù disse che se voleva farlo; di farlo ora, e così Giuda scelse di tradirlo e se ne andò dalla stanza. Gli altri discepoli non avevano capito cosa succedeva, pensavano che Gesù gli avesse detto di uscire per un banale motivo e non per tradirlo. Nonostante questo Giuda non era destinato per forza all’inferno, come anche i farisei che hanno ucciso Gesù, infatti li perdonò sulla croce. Dio è buono e misericordioso, le sue compassioni si rinnovano ogni mattina (Lamentazioni 3,22-23) e per quanto male possiamo fare finché siamo in vita abbiamo sempre la possibilità di salvarci. Alcuni farisei si convertirono dopo la resurrezione di Gesù, ma Giuda suicidandosi poco dopo la crocifissione, si è condannato definitivamente all’inferno. È da precisare che Dio non manda nessuno all’inferno, perché esso è stato fatto per satana e i suoi angeli; siamo noi che ci possiamo andarci per nostra libera scelta; scegliendo quindi di sottostare a satana anziché a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità (1Timoteo 2,4). Fate quindi attenzione che non siate voi l’oggetto dello scandalo. Come sta scritto:  È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono.  È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli (Luca 17,1-2). Scandalo significa “essere d’inciampo”; Qui Gesù sottolinea la gravità di essere d’inciampo a qualcuno. I piccoli di cui parla possono essere i bambini o chiunque ha una fede debole. Se qualcuno scandalizza una persona che ha una fede debole e cerca deliberatamente di distruggere anche quel poco di fede che ha, dovrà rendere conto a Dio di questo. È considerato uno dei peccati più gravi, persino peggio del suicidio, è meglio andare all’inferno per essersi suicidati che passare la propria vita a cercare di distruggere la fede alle persone più deboli. Dire: Se non lo avessi fatto io, l’ho avrebbe fatto qualcun altro; non sarà una giustificazione. Il giusto segue il Signore e non sarà una pedina nelle mani di satana per compiere opere malvagie.