TEMERE DIO PIUTTOSTO DEGLI UOMINI

  • Fontana torpida e sorgente inquinata, tale è il giusto che vacilla di fronte al malvagio. (PR 25,26)
  • Chi teme gli uomini si mette in una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro (PR 29,25)
  • Chi ascolta me vivrà in pace e sarà sicuro senza temere alcun male (PR 1,33)

L’apostolo Paolo ci insegna che non bisogna temere gli uomini che possono solo toglierti la vita e basta. Temi il Signore che può uccidere sia il corpo che l’anima. Per morte dell’anima s’intende la totale separazione di Dio dopo la morte fisica che comporta l’inferno. Il giusto deve ubbidire sempre alla parola di Dio, anche se gli vengono poste delle minacce e subisce persecuzioni. Cedere alle minacce e peccare sarà considerato da Dio una mancanza di fede perché si dimostra di non avere fiducia nella potenza di Dio se si persevera nella giustizia. Come sta scritto: Non temere, perché io sono con te; ti rendo forte e ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra della mia giustizia (Isaia 41,10). Fare la volontà del Signore non è sempre facile e non significa non avere problemi e difficoltà ma Dio provvederà a un modo da poter compiere la sua volontà senza dover per forza peccare. Quando sai che è giusto fare una certa cosa ma non hai la forza per farla chiedi a Dio di darti la forza o toglierti quell’ostacolo spirituale che t’impedisce di farlo e Dio ti darà la forza di obbedire alla sua parola. In questi casi stare dalla parte della giustizia può essere pericoloso e il rischio persecuzioni è alto. Un esempio è chi si mette contro a dei criminali che minacciano di morte, se si fa o non fa una certa cosa. Le persecuzioni ci saranno ma il giusto non sarà mai senza speranza perché sa che il Signore è con lui, inoltre Gesù nel discorso della montagna disse: beati i perseguitati per la giustizia perché di essi è il regno dei cieli, Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi. (Matteo 5,10-12). Chi è perseguitato avrà una grande ricompensa e che sarà addirittura simile a quella di un profeta. Se andiamo a leggere nell’antico testamento, vedremo che al tempo del regno di Israele c’erano anche molti falsi profeti. E come si distinguevano da quelli veri? Semplice: Il falso profeta diceva cose che la gente voleva sentirsi dire, e sostenevano che il Signore aveva detto a loro che avrebbero sconfitto l’avanzata dei Babilonesi, e dicevano di predire solo cose buone, e facendo ciò erano onorati dalle folle. S’improvvisavano profeti per ottenere una posizione di prestigio nella società. Il vero profeta, quello mandato da Dio aveva come scopo principale quello di mettere in guardia dal peccato di Israele e se non lo abbandonavano, sarebbe avanzata la rovina. Questo messaggio però non piaceva alle genti per questo erano perseguitati, ma loro spinti da quella forza interiore donata da Dio, continuavano a proferire i messaggi del Signore, anche se non erano graditi alle folle, e i profeti non avevano alcun interesse nel farlo, visto che ci rimettevano soltanto, ma loro temevano più Dio che gli uomini e sempre le profezie si sono realizzate. Il profeta Geremia non si sarebbe mai aspettato una così grande persecuzione e arrivò sul punto di mollare; un giorno disse: <<Basta! Non penserò più a Lui, non parlerò più nel Suo nome!>>. Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo (Geremia 20,9). Il Signore non ti abbandona mai, soprattutto nelle persecuzioni. I profeti ora hanno un posto speciale in cielo, così anche chi sarà perseguitato e non avrà mai mollato gli spetterà una grande ricompensa. Se dunque ti odiano e ti disprezzano per il fatto che sei credente e ti comporti secondo giustizia continua a sorridere sapendo che Dio ti ama e guarirà la tue ferite. Guai invece chi tocca quelle persone; sarà come toccare l’occhio di Dio. Egli renderà giustizia per ogni male che avranno subito e ogni persecuzione che riceveranno per il solo fatto di essere credenti e aver operato secondo giustizia. Se dunque qualcuno ti insulta o ti deride a causa del Vangelo, non amareggiarti, sappi che in realtà sta insultando e deridendo Dio e Lui agirà a loro secondo le loro opere, Infatti sta scritto: Gli insulti di chi insulta ricadranno su di me (Salmo 69,10). I persecutori attaccheranno in ogni maniera, potranno toglierti qualche bene materiale, ma non potranno fare nulla al tuo spirito e alla tua fede, o chi potrà mai far separare dall’amore di Dio? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. (Romani 8,37). In realtà chi perseguita, chi critica, chi ridicolizza o rifiuta un credente non sa che si sta mettendo contro Dio, e chi si mette contro di Lui non potrà spuntarla liscia e il rischio di una condanna eterna si avvicinerà a loro e tutte quelle risate e beffe contro Dio saranno trasformate in pianti eterni. Il Signore infatti dice di pregare per i persecutori e benedirli affinché si convertano e passino dalla parte di Dio in modo che non sia costretto a giudicarli per la loro malvagità, ma con la loro conversione sperimentano la misericordia di Dio. Gesù disse infatti che vi sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si converte, più che per 99 giusti i quelli non hanno bisogno di conversione (Luca 15,7), questo lo si vede nella famosa parabola della pecorella smarrita, indicando che ognuno di noi, compresi i malvagi sono un tesoro prezioso agli occhi di Dio, c’è quindi una grande gioia se un malvagio si ravvede e passa dalla sua parte. Così anche i giusti dovranno vedere così le persone che criticano e perseguitano i credenti. Un esempio invece nel Vangelo dove è messo in risalto il timore di Dio più grande che il timore degli uomini si trova nel libro degli atti dove Pietro e altri discepoli avendo già iniziato a predicare il Vangelo contro la volontà dei farisei e i dottori della legge. Furono arrestati e condotti nel sinedrio per essere processati. Qui i farisei gli dissero che erano già stati avvertiti del fatto che non dovevano predicare il Vangelo alle genti, e Pietro rispose che bisogna obbedire a Dio e non agli uomini e qualunque punizione avrebbero subito loro avrebbero continuato a farlo (Atti 5,29). Per arrivare a dire questo Pietro aveva sviluppato una fede eccezionale, sappiamo che in passato Gesù lo aveva rimproverato per mancanza di fede, ma qui è ormai arrivato a un livello di fede che non teme più nulla anche perché è rafforzato dalla presenza dello Spirito Santo. Questo ci insegna che l’unico modo di eliminare la paura è proprio la fede. E come lo fermi uno che risponde così? Semplice, non lo fermi. Ora, nel sinedrio c’era anche un fariseo di nome Gamaliele. Era considerato un fariseo pieno di conoscenza e di una condotta morale eccellente e per questo godeva di una certa autorità. Non aveva partecipato al processo contro Gesù, poiché fu condotto in maniera illegale, nelle ore notturne quando gran parte delle persone non erano presenti. C’erano solo i farisei ostili a Gesù in quel momento. Più avanti è detto che Gamaliele fu anche il maestro di Paolo durante la sua giovinezza. Questo fariseo fu usato da Dio per salvare Pietro e i suoi compagni temporaneamente. Disse ai presenti che se quello che predicano non proviene da Dio allora la cosa morirà da sola, facendo degli esempi di altri predicatori che anni addietro fecero un piccolo numero dei discepoli ma vennero dispersi una volta tolto di mezzo il loro leader. Ma se invece viene da Dio; Beh, forse è meglio non trovarsi a combattere contro Dio. Il fatto che dopo più di 2000 anni ci sono ancora persone che hanno dato il cuore a Cristo significa che quello che Pietro e i discepoli predicavano proveniva veramente da Dio. Così li liberarono, ma solo dopo aver ricevuto delle frustate. Tuttavia i discepoli non furono arrabbiati con Dio per il fatto che furono percossi per causa sua. Si rallegrarono ed esultarono perché sapevano che erano stati degni di essere percossi a causa di Gesù e per questo avrebbero ricevuto una grande ricompensa in cielo.

LE CONSEGUENZE DEL PECCATO

  • Chi scava una fossa vi cadrà dentro e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso (PR 26,27)
  • Il Signore corregge chi ama, come un padre un figlio prediletto ( PR 3,12)
  • Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore; ma chi pecca contro di me fa male a se stesso; quanti mi odiano amano la morte (PR 8,35-36)
  • … perché egli non ti maledica e tu non venga punito (PR 30,10)

Un cuore privo di sapienza ama il male, professa cose perverse, è schiavo delle concupiscenze, suscita liti, parla male del prossimo, fa in modo che uno si metta contro l’altro e si compiace del risultato che ottiene. Perseverando in queste malvagità, infatti, ci si mette nei guai da solo perché inizierà ad avere nemici che lo malediranno e la protezione di Dio non sarà su di lui. Capita sovente che il male che noi facciamo agli altri poi ci si ritorce contro. Qualunque tipo di male che una persona empia compie avrà delle conseguenze e cadrà nello stesso tranello che lui ha pensato. Questo succede anche quando si vuole ottenere un obiettivo compiendo peccati invece che chiedere a Dio. Il Signore ama tutti compresi i peccatori e vorrebbe solo benedirli ma permette che ci possa capitare anche cose spiacevoli affinché ci carichiamo del peso e delle conseguenze dei nostri sbagli, e questo possa portarci al ravvedimento, smettendo inoltre di compiere il male. Se ad esempio una persona viaggia sempre in treno senza pagare il biglietto e non prende mai multe, quest’ultimo continuerà sempre a viaggiare senza biglietto, perché finché non ci saranno conseguenze negative, non si è portati a cambiare modo di fare. “Be, mi conviene fare così! Me la posso cavare”. E inganniamo noi stessi pensando che in qualche modo ce la caveremo anche se facciamo il male. Non sarà notato dagli altri e non subiremo conseguenze. Sembra che possiamo prosperare nella nostra empietà. Ma come dice un vecchio detto: “Le ruote della giustizia forse girano lentamente ma sono molto precise”. E verrà  fuori. Quando accadrà subiremo il peso del nostro peccato. Il Signore permetterà questo, non per vendetta da parte sua, ma per correggerci ed educarci nella via del bene, si comporta dunque come un padre amorevole correggendo i propri figli che sbagliano; questo è perché li ama, e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? (Ebrei 12,7). Cercherà di correggere ogni nostro sbaglio al momento giusto e non ci farà vedere tutto quello che non va in noi tutto e subito, altrimenti vedendo come siamo peccatori e lontani da Dio saremo pervasi da uno spirito di scoraggiamento, ma se ci corregge poco alla volta sarà più facile allineare i suoi pensieri ai nostri mettendoci nel cammino verso la santità. Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
(Ebrei 12,11). Non è piacevole essere corretti da Dio, ma se lo fa, sappi che ti ama e ti considera già suo figlio, degno di misericordia. In genere veniamo corretti per il nostro atteggiamento nei confronti del prossimo, se abbiamo iniziato a camminare con il Signore, ma siamo finiti ad essere  gonfi d’orgoglio, guardando il prossimo come inferiore a noi e trattando e giudicando duramente le persone che pensiamo siano più peccatori di noi . Questo è un caso dove Dio ti corregge, per riportarti all’umiltà perché se comportandoti in questo modo ti stai allontanando troppo da Dio, senza amore nel cuore ogni cosa è vana. Chi invece rifiuta la correzione oppure darà la colpa a qualcun altro senza prendersi le proprie responsabilità, allora finirà di imparare battendo il naso, ad esempio se qualcuno si sente molto attratto da una ragazza già fidanzata e fa di tutto perché lasci il ragazzo per lui, capiterà che anche lui sarà tradito o lasciato in malo modo. Non bisogna mai accettare quello che satana ti offre, perché se lo accetti allora satana, avrà il diritto di toglierti qualcosa che Dio ti ha donato, perché il Signore è giusto anche nei confronti di satana che è un abile avvocato contro di noi e lui usa le leggi spirituali al contrario. Anche un cristiano può cadere in questa trappola, la motivazione che spinge una persona ad accettare le proposte di satana può essere che ha pregato per qualcosa, ma Dio non gliela ancora data perché non è arrivato il momento giusto per riceverla, allora è portata a forzare i tempi e ottenendo quello che si vuole peccando.  Quindi se non si vogliono le conseguenze dirette e indirette delle nostre azioni non dobbiamo accettare le proposte di satana ma prendere con gioia i doni di Dio, che sono facilmente riconoscibili se conosci la scrittura. Il Signore ci può anche perdonare il peccato ma non toglie le conseguenze del peccato, è come lanciare un sasso nello stagno. Anche se recuperi il sasso, non puoi evitare che le onde che si propagano. Ho conosciuto persone che pur essendo non credenti riconoscevano che quando si fa del male, anche di nascosto, in un modo o nell’altro ci sono sempre delle conseguenze, essendo però atei non sapevano però dare una spiegazione a questo fenomeno, ma anche loro lo avevano sperimentato nella loro vita. Un esempio nell’antico testamento si può trovare in un racconto nel periodo del Re Davide. Egli fu un uomo retto di fronte a Dio, ma un giorno cadde in un grave peccato. Vide un giorno una donna di nome Betsabea e iniziò a desiderarla ardentemente nonostante lei fosse già sposata e lui possedesse già diverse mogli. Pensò di fare in modo che suo marito fosse in prima linea in battaglia e fosse lasciato solo a combattere, in modo che morisse facilmente sotto colpi degli eserciti nemici. Così avvenne che il marito di questa donna morì e Davide la sposò. Il profeta Natan tramite un oracolo del Signore raccontò questo a Davide: Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero. Il ricco possedeva un gran numero di bestiame, mentre il povero possedeva solo una pecorella, di cui però amava molto, come fosse suo figlio. Un giorno però un viandante passando per la casa del ricco chiese di essere ospitato. Il ricco accettò ma per evitare di offrigli uno dei suoi capi di bestiame, rubò la pecorella del povero per farla macellare e mangiarla insieme al suo ospite. Davide rispose che quell’uomo avrebbe dovuto meritare la morte. Natan gli disse che quel l’uomo ricco è proprio lui, così gli spiegò il peccato commesso e aggiunse che avrebbe perso tutte le mogli in favore di un altro e poiché il suo peccato lo aveva fatto di nascosto, la punizione sarebbe stata sotto gli occhi di tutti. Davide pentito di quello che aveva fatto chiese perdono a Dio che nella sua immensa misericordia lo perdonò e non gli inflisse più la punizione che avrebbe meritato. A questo punto, qualcuno potrebbe pensare; poiché il Signore lo perdonò, il suo peccato non avrebbe causato conseguenze negative. Ma il suo consigliere sapeva del suo peccato e iniziò ad odiare Davide in cuor suo così nella sua vecchiaia Davide invece di riposare fu costretto a fuggire dalla grinfie di Assalonne, uno dei suoi figli che voleva usurpare il trono ed era appoggiato proprio da quel consigliere. Questa è stata la conseguenza del suo peccato. Quindi non bisogna farsi tentare nel pensare che è possibile peccare con leggerezza, tanto il Signore che è buono ci perdona sempre. Questo non è saggio, perché Dio perdona se c’è un pentimento e l’impegno di non commetterlo più. Pensando così si parte già con il piede sbagliato e non si tengono conto delle conseguenze del peccato che commettiamo. Le sofferenze che proviamo sono dovute alle conseguenze delle nostre azioni o anche dovuti agli attacchi di satana. Lui, però, non ci può attaccare se non siamo nel suo territorio. È possibile entrare in territorio demoniaco quando ad esempio si è coinvolti nel peccato, come l’adulterio, la truffa, l’odio verso qualcuno, dubbio, la paura o la mancanza di preghiera ci mette esposti agli attacchi del demonio; perché in questo modo essendo spiritualmente nel suo territorio, lui avrà l’autorità legale di agire contro di noi. Le persone possono agire in maniera molto diversa quando soffrono come conseguenza del peccato: Per un ateo per esempio ci può essere l’autocommiserazione che non porta al pentimento delle proprie azione, ma è solamente un lamentarsi di continuo di quanto è brutta la vita. Per una persona che è credente, ma ha una scarsa conoscenza di Dio e della scrittura potrebbe tendere a dare la colpa a Dio, anziché essere consapevoli che è il diavolo che lo sta attaccando usando proprio le sue cattive azioni. Questo atteggiamento è causa di un maggiore allontanamento da Dio. Se invece è consapevole che è il diavolo ad attaccare allora potrebbe sgridare e insultare satana, o pronunciare  preghiere di liberazione. Tutto questo però non ha efficacia finché non ci si mette a posto con Dio, rendendo il diavolo incapace di agire legalmente contro di noi. Nella parabola del giudice iniquo in Luca 1,18, la vedova non va a prendersela con il suo avversario, ma va dal giudice per far valere i suoi diritti; così anche noi dobbiamo andare a Dio non solo come padre, ma anche come giudice. Nella parabola si può notare un contrasto: Se questo giudice malvagio che non temeva Dio ha fatto giustizia alla vedova a seguito delle pressioni che subiva, quanto più Dio farà giustizia, che è buono e giusto e il suo aiuto non tarderà. Quello che dobbiamo fare è ribaltare le cose passando nel territorio spirituale del regno di Dio, dove il nemico non ha nessun potere su di esso. potrà continuare ad attaccarci ma solo come usurpatore e può essere scacciato via quando si vuole. Per far ciò bisogna fare un esame di coscienza, pentirsi seriamente dei propri peccati e chiedere perdono a Dio. Nella chiesa cattolica c’è il sacramento della confessione ed è possibile usufruire di questo per chiedere perdono a Dio e impegnarsi a non commettere più quel peccato. A quel punto il prezioso sangue di Cristo cancellerà ogni peccato da noi in modo che risulteremo giusti davanti a Dio.  È importante anche avere fede, pregare, amare il prossimo e fare la volontà di Dio, in questo modo satana non avrà più alcun potere su di te. Le uniche sofferenze che potresti avere sono quelle derivate dall’essere perseguitati a causa della propria fede, ma per fortuna questa eventualità è molto limitata in Italia, ma in ogni caso quel tipo di sofferenza lascia la nostra coscienza pulita. Quindi chi è saggio questo lo sa e fa di tutto per evitare il peccato. Anche il giusto può peccare, ma Il Signore ci ama immensamente ed è beato l’uomo che viene corretto ed educato da Dio, per insegnarli la sapienza (Salmo 94,12).

REALIZZARE I NOSTRI PROGETTI CON DIO

  • Affida al Signore le tue opere e i tuoi progetti avranno efficacia (PR 16,3)
  • Il desiderio ansioso senza riflessione non è cosa buona, e chi va a passi frettolosi sbaglia strada (PR 19,2)
  • I progetti di chi è diligente si risolvono in profitto, ma chi ha troppa fretta va verso l’indigenza (PR 21,5)
  • Egli riserva ai giusti il successo e scudo a coloro che agiscono con rettitudine (PR 2,7)
  • Custodisci il consiglio e la riflessione né mai si allontanino dai tuoi occhi (PR 3,21) camminerai sicuro per la strada il tuo piede non inciamperà (23) perché il Signore sarà la tua sicurezza e preserverà il tuo piede dal laccio (26)

Arriva un giorno nella propria vita che desideriamo ardentemente una determinata cosa, in questo caso come ci dobbiamo comportare? Prima di tutto dobbiamo analizzare se questa cosa è una buona, gradita a Dio, che può generare benefici a noi o agli altri, o può semplicemente glorificare Dio. Una volta appurati che quello che vogliamo fare non è peccato allora bisogna iniziare a pregare affinché quella cosa si realizzi e ci accompagni passo dopo passo nel nostro progetto. Se facciamo tutto tenendo sempre Dio in mente allora riusciremo a farlo con successo, se invece falliamo allora, stiamo sbagliando qualcosa. Sappi solo che se sei con Dio quando deciderai una cosa, ti riuscirà e sul tuo cammino brillerà la luce (Giobbe 22,28). Non dobbiamo farci prendere dall’ansia o dalla fretta, perché questo distrae e ci fa togliere lo sguardo di Dio. Avere ansia può essere una mancanza di fede, derivata dal fatto che si ha paura che quella cosa non si realizzi senza pensare che in Cristo possiamo fare ogni cosa nel tempo prestabilito e fare le cose con troppa fretta si rischia di saltare dei passaggi importanti che mette a rischio il nostro progetto, quindi come prima cosa non farsi prendere dalla paura e tenersi concentrati su Dio e metterlo sempre al primo posto. Per non rischiare di fallire è anche importante non farsi distrarre dalle circostanze e mantenere sempre lo sguardo verso Dio. C’è un esempio nel Vangelo: l’episodio, dove i discepoli sono nel lago di Genesaret in un’imbarcazione di notte, quando all’improvviso vedono arrivare Gesù che cammina tra le acque e iniziano a spaventarsi, non riconoscendolo, ma lui fa cenno di non temere. Allora qui Pietro preso dalla sua solita impulsività chiede se anche lui può raggiungerlo camminando tra le acque. Questo è stato un desiderio di Pietro e non era obbligato a farlo, Pietro lo ha desiderato e Gesù l’ha concesso, perché noi che siamo credenti non siamo più schiavi di satana ma siamo liberi in Cristo. Se Gesù ha accettato, è perché sarebbe stato in grado di farlo se avesse avuto fede. Se abbiamo fede possiamo fare grandi cose a prescindere dalle nostre qualità. Qui per un po’ Pietro riesce effettivamente camminare nelle acque come Gesù, questo finché tiene lo sguardo su di lui. Poi però si fa distrarre dalla tempesta, arrivano delle onde piuttosto grandi e questo fa distogliere lo sguardo su Gesù, guardando invece le circostanze e pensa: Che ci faccio qua? Non posso camminare nelle acque, è impossibile, e quando inizia ad avere paura e a dubitare che con Dio possa fare ogni cosa, inizia ad affondare e qui Pietro chiede aiuto a Gesù e lui lo prende dal braccio e lo tira fuori e gli dice: << Uomo di poca fede, perché hai dubitato? >>. Con queste parole è come se avesse detto: Pietro stavi andando bene, perché hai avuto paura? Non hai più fiducia in me? Come puoi pensare che ti lasciavo morire? Questa esperienza avrà toccato e insegnato molto a Pietro e ai discepoli. A volte anche noi ci lasciamo prendere dall’ansia o dalla paura, guardiamo alle circostanze e ci dimentichiamo di Gesù. Quando siamo in difficoltà e chiediamo aiuto e Lui è pronto a stendere la  mano. Anche se hai fallito, questo non interrompe il rapporto con Dio, gli sbagli se ci sono non vanno ripetuti e un’altra occasione ci sarà. La volta successiva la fede non dovrà mancare, come se fosse un esame che se non lo superi lo rifai, finché riesci a superarlo e passare di livello. Ogni volta che vorrai affidarti a Dio per i tuoi progetti, satana cercherà di mettersi di mezzo, dicendoti che non ce la farai mai, che sei un fallito, che il Signore non ti ascolterà o cose del genere; ma queste cose il giusto sa che sono le bugie di satana e Dio permette questo per metterci alla prova, ma non dobbiamo cedere nel credere a queste cose, ma invece dichiarare le benedizioni di Dio sulla nostra vita e la sua vittoria sul nemico, così che possiamo sconfiggere il diavolo e raggiungere i nostri obbiettivi. Questo è il cammino verso Dio; formato da prove e ostacoli e quando cadiamo, il Signore ci perdonerà se glielo chiediamo. Lui non si stanca mai di perdonarci, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono; dobbiamo poi toglierci dai sensi di colpa sapendo che avremo altre occasioni per rifarci. La cosa importante è che per ogni obiettivo abbiamo la volontà che il Signore ci tenga per mano e ci aiuti; questo presuppone che amiamo già il Signore e ascoltiamo la sua parola; sta infatti scritto: cerca la gioia del Signore ed esaudirà i desideri del tuo cuore (Salmo 37,4) e spesso è proprio Dio che suscita in noi quei desideri secondo il suo disegno d’amore (Filippesi 2,13). È sbagliato pensare che tutto dipenda da noi, ma neanche che tutto dipenda da Dio. Esiste quella che chiamo la legge della collaborazione. Il Signore non ha per forza bisogno di noi per compiere la sua volontà, potrebbe anche fare tutto da solo. Ma vuole che ci sia amicizia e comunione tra noi e lui, quindi quello che noi con le nostre forze e i nostri limiti possiamo fare, facciamolo; il resto ci penserà Dio a farlo. Per far nascere Gesù non aveva per forza bisogno di Maria. Avrebbe potuto farlo apparire all’istante senza neanche un parto, ma il Signore preferisce che anche noi partecipiamo ai suoi progetti, e così anche per i nostri di progetti se sono in linea con la sua parola, anche se è una cosa molto difficile, il Signore ci aiuterà se glielo chiediamo, ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte. La legge della collaborazione si potrebbe paragonare a questo: Immaginiamoci di essere in un bosco e Dio ci chiede di prendere un gigantesco tronco d’albero e gettarlo dal burrone. A quel punto noi diremo. <<Ma Signore, è troppo pesante, non ce la posso fare, non posso neanche sollevarlo di un millimetro>>. Dio risponderà che ci vuole una certa potenza per farlo, ma lui metterà il 99,99 per cento della forza e tu solo il restante 0,01 per cento. Potremo anche essere tentati nel dire: <<Signore, se sei così forte non puoi fare tutto da solo>>. Lui ci risponderebbe: <<Certo che posso fare anche tutto da solo, ma se lo facessi che comunione ci sarebbe tra noi? Tu perderesti la tua ricompensa eterna nei cieli. Una volta fatto però non ha senso che ci si vanti dicendo: >> Avete visto quanto sono forte!>> Perché è stato Dio più che altro a farlo, l’unica cosa che ha abbiamo fatto è fidarci di Dio. Il merito e la gloria vanno sempre e solo al Signore. Ora, il sollevare un tronco d’albero è solo una metafora, ma nella vita reale si presenta ad esempio nell’ andare d’accordo e amarsi in un matrimonio litigioso, gestire un figlio ribelle, portare al pentimento una persona, uscire dalla depressione o uscire dai debiti; queste sono tutte cose che senza l’aiuto di Dio troveremo delle cose insormontabili e ci faremo prendere dallo scoraggiamento, ma se ti lasci guidare dalla parola di Dio, accompagnata alla preghiera allora potremo compire qualunque progetto che con le nostre sole forze non potremo fare, ma con l’aiuto di Dio sarebbe possibile. Se poi Dio ci chiede di sollevare un ramoscello invece di un tronco, ovvero fare qualcosa che anche con le nostre forze possiamo fare, allora non ha senso chiedere l’aiuto di Dio. Questo può essere ad esempio fare la carità a un bisognoso

I PROGETTI DELL’UOMO E I PROGETTI DI DIO

  • All’uomo appartengono i progetti del cuore, ma dal Signore viene la risposta della lingua (PR 16,1)

Noi tutti abbiamo delle ambizioni nella nostra vita; sogniamo e ci battiamo per realizzarle, per sentirci soddisfatti di noi stessi, come ad esempio finire degli studi, cercare un certo tipo di lavoro, trovare una moglie o un marito o andare a vivere in un determinato posto. Tutto questo lo vogliamo perché pensiamo che sia il meglio per noi e di per se tutte queste cose non sono negative, anzi, penso che tutti aspirano a sogni e spesso sono anche legittimi, ma non dobbiamo neanche dimenticarci del Signore, e continuare a confidare in lui. Non è detto che Dio ci ha destinati agli stessi nostri progetti che desideriamo noi, forse vuole che tu faccia qualcos’altro in modo da servire meglio il regno di Dio, come può essere la predicazione e l’insegnamento della parola di Dio o fare un determinato servizio in un determinato luogo, ma ha bisogno della nostra volontà nel compiere la sua parola. Il Signore non fa nulla nella nostra vita se non lo vogliamo, ma se facciamo ciò che vuole ci sentiremo pienamente realizzati anche se dovremo affrontare delle difficoltà Lui non ci abbandonerà mai. Il piano di Dio è sempre migliore del nostro e sarà quello che ci potrà rendere più felici. Ognuno di noi ha un destino da compiere nella vita, come si può leggere nel salmo 139,16, il nostro destino è scritto nei cieli ancora prima che nascessimo e se confidiamo in Dio, potrà realizzarlo nella nostra vita realizzando anche grandi cose essendo grandemente benedetti. Il diavolo però non vuole che adempiamo quel destino e farà di tutto per metterci il bastone tra le ruote. Ma non dobbiamo scoraggiarci, ma camminare con decisione verso il nostro destino e il Signore sarà dalla nostra parte. Nella Bibbia ci sono alcuni esempi di come i progetti dell’uomo non sempre corrispondono con i progetti di Dio; uno di questi è la vita di Giuseppe, marito di Maria, madre di Gesù. Di certo Giuseppe voleva sposare Maria e pensava di formare una famiglia normalissima, infatti, non c’è niente di male in tutto questo; ma il Signore aveva altri progetti per lui: Una missione speciale, proteggere Maria e Gesù bambino. Si è dovuto ritrovare a scappare in Egitto, con tutte le difficoltà del caso, anche se Giuseppe non capiva fino in fondo tutto il disegno complessivo, e quanto fosse importante il suo ruolo. Giuseppe si è fidato del Signore, e non è mai stato abbandonato da lui, e ora occupa un posto speciale in cielo. Ora; Dio parla raramente con voce udibile come ha fatto con Giuseppe quindi bisogna chiedere al Signore qual è il suo progetto per noi e cosa bisogna fare per realizzarlo. È possibile che quello che stiamo facendo sia già il progetto di Dio nella nostra vita ed è stato tutto predisposto; seminandoci nel nostro cuore quello che vuole che noi facciamo. Se è così, riusciremo a superare tutte le difficoltà con l’aiuto di Dio e saremo felici e appagati, se invece ci troviamo impossibilitati nel farlo allora bisogna pregare per capire cosa dobbiamo fare, se insistere con quello che si sta già facendo oppure cambiare strada, se non riusciamo a farlo può essere che sbagliamo qualcosa nella nostra vita e se è così allora con l’aiuto di Dio, bisogna cambiare quegli atteggiamenti sbagliati per sboccare la situazione. Se le nostre ambizioni sono buone, allora è possibile che Dio voglia farle insieme a te, e non lasciare che invece il tuo sogno sia così importante da coprire Dio, perché è possibile che è per quel motivo che non riusciamo ad ottenere quello che vogliamo. Dio potrebbe invece avere un piano diverso per noi, in quel caso bisogna chiedere a Dio che ci guidi in ciò che siamo destinati a fare perché non riusciamo a ottenere nulla dalla vita è possibile che non stai facendo la sua volontà, anche se quello che vuoi fare è buono. Sta scritto infatti: Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella (Salmo 127,1). La preghiera in questo caso è fondamentale per capire qual è la chiamata di Dio sulla nostra vita. Se nei nostri progetti ci affidiamo completamente a lui allora quello che faremo sarà benedetto e riusciremo nei nostri progetti. Io penso che spesso le persone anche se sono credenti hanno paura di affidare completamente la propria vita a Cristo. Magari pensano che si troveranno a fare cose che non piace a loro; questo però non è fidarsi di Lui, perché se ti fidi di Lui sai che ha in mente il meglio per noi. Sapete, servire il Signore può essere la cosa più piacevole del mondo. Gesù dice: “Il Mio giogo è dolce, il Mio carico è leggero”. Dio non ci mette addosso un terribile peso, e poi dice: “A posto così, ora prova a portare questo!”. Lui prende piacere nel fare cose buone per i suoi figli. Dio prende piacere nel fare cose buone per te. Ora, a immaginatevi un attimo di essere una mamma che ha una figlia che ama e che vuole molto bene. Un giorno vostra figlia viene da te e dice “Sai mamma, stamattina stavo pensando a quanto è bello vivere qui a casa. Tu paghi tutte le bollette; mi dai i soldi per comprarmi i vestiti. Pensi sempre a tutti i miei bisogni ed è così bello vivere qui con te. Apprezzo davvero molto tutto quello che fai per me. E stavo pensando che, così, per mostrare la mia gratitudine, oggi voglio fare tutto quello che desideri che faccia. Voglio dimostrarti quanto sono grata per tutto questo!”. Ora, a questo punto dopo che vostra figlia che amate tanto dice una cosa del genere, prima di tutto svieni. Ma quando ti buttano addosso l’acqua, e ti riprendi, cosa pensi che diresti a tua figlia, che è venuta esprimendo un tale sentimento, mettendosi a tua completa disposizione per qualsiasi cosa? Penseresti forse al lavoro più brutto e antipatico che magari hai rimandato per mesi? “Perfetto, finalmente ti ho in pugno! Prima di tutto, inizia con quei secchioni della spazzatura puzzolenti, e puliscili perbene”. E lo carichi con tutti i lavori più brutti. Non penso che faresti questo. Se foste una mamma credente e ricca di sapienza, saresti così contenta di vedere questo atteggiamento in tua figlia, che vorresti che questo fosse un fantastico giorno per lei. E per il fatto che ora vuole mostrare il suo apprezzamento, ora voglio fare qualcosa di buono per lei. E diresti: “Perché non dimentichiamo tutto e non ce ne andiamo a fare shopping in centro?”. Oppure: “Ho sentito che c’è un bel film al cinema, perché non andiamo a vederlo insieme?”. Vorresti fare queste cose che le piacerebbe fare.  Così anche il Signore non è tanto diverso. Quando tu vieni a Dio e dici: “Oh, Signore, sono così contento di essere un Tuo figlio. Ti stai prendendo cura di me in modo fantastico, e io apprezzo davvero molto tutto quello che hai fatto. Non devo preoccuparmi, perché Tu vegli su di me. E voglio dare tutto me stesso a te completamente. Qualunque cosa vuoi che io faccia. A questo punto Dio non pensa alla cosa più brutta, disgustosa, e antipatica. Fa’ questo, fa’ quello”. E ti fa rimpiangere il giorno in cui hai dedicato completamente la tua vita a Lui. Dio ti lascia fare le cose che ti piace fare. Lui ama dare buoni doni ai Suoi figli. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete peccatori, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono! (Luca 11,11-13). Non bisogna avere paura da affidare la vita a lui; confida in lui e un giorno scoprirai che servire il regno di Dio, non è così difficile come poteva sembrare. Useremo le nostre migliori capacità e le nostre passioni per servire il regno di Dio.

PREGHIERA ED ESAUDIMENTO

  • Chi chiude l’orecchio al grido del povero invocherà a sua volta e non otterrà risposta (PR 21,13)
  • Al malvagio sopraggiunge il male che teme, il desiderio dei giusti invece è soddisfatto (PR 10,24)
  • Un attesa troppo prolungata fa male al cuore, un desiderio soddisfatto è albero di vita (PR 13,12)
  • Dei beffarti egli si fa beffe e agli umili concede benevolenza (PR 3,34)

La preghiera ha un ruolo molto importante nella vita del cristiano, ci permette ad avere un’intima relazione con Dio. Durante la preghiera se è fatta con il cuore, la persona sperimenta una pace interiore e può essere fatta ovunque ci si trovi, ma se è un luogo di silenzio, lontano dai rumori e dalle distrazioni, è meglio. Nella preghiera si può ringraziare il Signore per i doni ricevuti, chiedere perdono per eventuali peccati, fare richieste personali, pregare per qualche persona in particolare, ovvero le preghiere di intercessione o semplicemente adorare il Santo nome di Dio e lodarlo per il solo fatto è degno di lode, queste sono le preghiere contemplative. È importante pregare i tutti questi ambiti perché la preghiera sia completa. Pregare è importante perché è come se fosse la palestra dell’anima, ci rende più forti spiritualmente e il diavolo troverà difficile attaccarci perché riusciremo a resistere molto meglio nelle tentazioni, e con il tempo svilupperemo dei doni di conoscenza e di sapienza che ci aiuteranno in ogni aspetto della nostra vita e riusciremo anche ad avere una maggiore comprensione delle scritture. È sbagliato pensare che bisogna pregare per far contento Dio e sentirsi a posto con la coscienza, come solo per puro senso del dovere. Questo è quello che fanno le persone con uno spirito religioso, che magari recitano di fretta preghiere che sanno a memoria ma senza pensare a quello che dicono. Bisogna pregare perché siamo noi che abbiamo bisogno di pregare per fortificarci nella fede. Molte persone, anche chi si dichiara credente non prega tanto perché vedono la preghiera come una cosa noiosa e ripetitiva, ma non è affatto così. Se quando preghi non senti come un fuoco che ti scalda il cuore, allora c’è qualcosa che non va, non si sta pregando in spirito e verità come richiede Dio. (Giovanni 4,23). Gesù soprattutto durante il suo ministero si svegliava al mattino presto, andava in qualche luogo isolato e pregava diverse ore, e se proprio Lui che era il figlio di Dio aveva bisogno di pregare così tanto, è indicativo come soprattutto noi abbiamo bisogno della preghiera. Ci sono persone che a volte riescono a pregare così tanto e in maniera molto intensa da mettersi persino a piangere, e si prova una così forte pace interiore che la persona non prega più con le parole, ma lo fa direttamente con lo spirito. Il tipo di preghiera più importante è quella orientata chiedere a Dio di trasformarci a sua immagine e somiglianza per servire in maniera più efficace il regno di Dio ed essere di testimonianza al prossimo. Ora, non basterebbe tutto un libro per approfondire ogni aspetto della preghiera; la mia riflessione sarà focalizzata sull’esaudimento delle nostre preghiere in quanto anche chi è credente non è consapevole della potenza della preghiera se fatta nel modo corretto; altre persone invece hanno perso la fede per il fatto che hanno pregato a lungo, ma le preghiere non sono state esaudite da Dio. Quando si vuol pregare per qualcosa o qualcuno, la prima cosa da fare non è quella di parlare a Dio facendo richieste come per stilare la lista della spesa, ma prima bisogna essere consapevoli di quello che facciamo. Stiamo per avere comunione con il Dio onnipotente, prenditi prima del tempo per lodarlo e glorificarlo perché egli è degno di lode. Ora andremo ad analizzare quali sono i principali motivi per cui le nostre preghiere non hanno effetto:

1) FARE UNA RICHIESTA A DIO CONTRARIA ALLA SUA VOLONTÁ

Nel Vangelo sta scritto: << Se le tue parole saranno in me e le mie in voi chiedete qualunque cosa e vi sarà dato >>. (Giovanni 15,7). Questa è una delle più belle promesse di Dio; possiamo quindi riceve quello che vogliamo, ma non si può pensare di abusare di questo. Alcune persone che dicono di aver perso la fede perché le preghiere non hanno avuto effetto, evidentemente non conoscevano le scritture in maniera adeguata e pregavano non perché amavano veramente Dio e riconoscevano il sacrificio che ha fatto Gesù sulla croce, ma pregavano solamente per ottenere qualcosa che nella loro arroganza erano convinti che fosse il loro bene senza cercare di capire la volontà di Dio. Non bisogna  pregare come se fosse una formula magica, o come se Dio fosse il genio della lampada pronto per soddisfare tutti i nostri capricci. Nella lettera di Giacomo 4,2 troviamo scritto: voi non avete perché non chiedete, e non ottenete perché chiedete male, solo per soddisfare le vostre passioni. Quindi se un ragazzino prega desiderando di uscire con la più bella del liceo, così sarà poi ammirato e guardato con invidia dagli altri, oppure prega per ricevere molti soldi per potersi comprare un auto sportiva da poter sfrecciare per le strade, o addirittura prega contro qualcuno che gli ha fatto un torto per poter chiedere vendetta; queste preghiere sono desideri e richieste carnali e sicuramente il Signore non le ascolterà. Inoltre non è saggio pregare dicendo: Signore fammi sposare con quella donna o fa che venga assunto in quella azienda e così via. Non è detto che quella donna o quell’azienda sia la cosa migliore per noi, questo può essere un nostro pensiero, ma è Dio che sa tutto, e sa cosa è meglio per noi, chiedi semplicemente, di trovare una donna o un lavoro che sia il meglio che Dio può donarti, vedrai che riceverai molto più di quanto possiamo domandare o pensare (Efesini 3,20). Il versetto che riguarda l’ottenere nella preghiera non è per tutti, ma per chi ha scelto di seguire Cristo con tutto il cuore e ha scelto di portare la croce di Gesù nelle spalle, rinnegando noi stessi e rinunciando al nostro egoismo, mettendo Dio al primo posto e amando il prossimo tuo come te stesso. Solo se pensi come Dio e segui la sua parola ti da il diritto di fare richieste perché solo in questo modo si chiederà solo cose buone, per se stessi o per gli altri per il fatto che i desideri e i pensieri saranno allineati con la volontà del Signore. Quindi se c’è una preghiera che non è stata mai realizzata è possibile che non era una cosa buona, compatibile con la parola di Dio. Un esempio nella Bibbia la troviamo in Giobbe quando chiese a Dio di farlo morire. Questa richiesta era contraria alla volontà di Dio perché Dio amava troppo Giobbe per farlo morire, anche se era quello che gli chiedeva. Il Signore sa quello è buono per noi e se esaudisse tutte le nostre preghiere ci metteremo nei guai. Ma qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo chiesto (1Giovanni 5,14-15).  Si può pregare che Dio guidi la nostra vita, che ci protegga, che possiamo fare bene la nostra parte per risolvere una brutta situazione e che Dio possa operare dove tu non ci puoi fare niente, si può pregare per una guarigione, per ristorare delle relazioni, per la benedizione di qualcuno o per la sua salvezza, queste sono alcuni esempi di una persona che prega in maniera più matura. Daniele, un profeta del vecchio testamento, pregava nel modo giusto perlustrava le scritture capendo così la mente di Dio. Tanto più noi abbiamo tutte le potenzialità di farcela tenendo conto che abbiamo una quantità di chiavi scritturali maggiori di Daniele. Ci sono anche dei casi, dove nonostante facciamo richieste buone a Dio, non riceviamo quello che abbiamo chiesto. Questo è perché non è nella volontà di Dio. Ho letto una volta una testimonianza dove una ragazza dopo aver subito un intervento chirurgico sbagliato, rimase paralizzata sulla sedia a rotelle. Più avanti si convertì e iniziò a pregare per la guarigione, ma non la ottenne. Un giorno però durante la preghiera il Signore le disse la sua missione era quella di testimoniare al mondo che nonostante la sua condizione poteva essere felice lo stesso se avesse avuto Dio al centro del suo cuore, in questo modo quello che era una maledizione nella carne sarebbe stata una benedizione nello spirito, così gli diede la forza di sopportare questa piaga e di usarla per parlare di Dio al prossimo

2) CHIEDERE LE COSE GIUSTE MA PER  MOTIVI SBAGLIATI

Dio non risponderà ad alcuna preghiera che vuole onorare noi stessi o aiutare le nostre tentazioni. Se ad esempio una persona prega per trovare una/o fidanzata/o; questa è una cosa buona per cui pregare, ma non si può ingannare Dio. Lui vedrà nel tuo cuore che cosa ci sarà, quali sono le motivazioni di questa richiesta. Se la motivazione è voler amare il proprio partner, renderlo felice e prospettare un’eventuale matrimonio va bene. Ma se il motivo è più che altro soddisfare gli impulsi sessuali, questa non è una buona motivazione per chiedere una benedizione. Dio non risponde alle preghiere di una persona che nutre lussuria nel proprio cuore; tutte le risposte dipendono da quanto riusciamo a strappare dai nostri cuori il male, la lussuria ed il peccato che ci circonda. Sta scritto: Se nel mio cuore avessi tramato il male, il Signore non m’avrebbe ascoltato. (Salmo 66,18). Se le nostre motivazioni sono pure, fondate sull’amore, Dio ascolterà ed esaudirà la nostra preghiera al momento opportuno. Ma se invece le motivazioni sono soddisfare le concupiscenze della carne allora non le ascolterà. Anche il nostro cuore può essere ingannevole e farci credere che desideriamo qualcosa per i giusti motivi. La prova per capire se le nostre motivazioni sono valide lo si capisce da quanto siamo disposti ad aspettare. L’amore può aspettare, la concupiscenza no. Vuole essere soddisfatta subito, si mette a piagnucolare e gridare come fa un bambino quando fa i capricci se non ottiene quello che vuole, anche se quello che chiede è una cosa sbagliata. Così chi ha concupiscenza nel proprio cuore e la preghiera non viene esaudita inizierà ad accusare Dio di essere sordo. Perché, dicono essi, quando abbiamo digiunato, non ci hai visti? Quando ci siamo umiliati, non lo hai notato? (Isaia 58,3). Il Signore ritarderà o negherà le nostre preghiere fino a che non sono ripulite da tutto l’egoismo e la lussuria.

3) IL PECCATO COME IMPEDIMENTO AL COMPIMENTO DELLE NOSTRE PREGHIERE.

Il peccato può essere un impedimento alle realizzazioni delle nostre preghiere. Questo non significa che dobbiamo essere senza peccato perché Dio ci ascolti, perché è impossibile essere perfetti e completamente senza peccato. Alcune persone erroneamente pensano di non potersi meritare le benedizioni di Dio e quindi non provano neanche a chiederle in preghiera perché si pensano di essere troppo peccatori per poter essere benedetti. Non sono i nostri meriti alla base delle benedizioni, ma in base ai meriti di Cristo che riceviamo le benedizioni perché se fosse in base alle nostre opere nessuno potrebbe meritarsele. Alcune persone, ancora inesperte pensano di poter ricevere quello che vogliano con altre opere, del tipo << io faccio questa opera e tu Dio fai invece questo per me>>, come uno scambio di merci. Le opere vanno sempre fatte per amore del prossimo, di Dio e per la sua gloria; non dobbiamo sentici come se Dio ci deve qualcosa. Se le preghiere sono secondo la volontà di Dio e per giusti motivi ci ascolterà. Tuttavia ci sono dei peccati o delle situazioni spirituali che impediscono le realizzazioni delle nostre preghiere. La Bibbia dice non è troppo corta la mano del Signore per salvare; né troppo duro è il suo orecchio per udire. Ma le  vostre iniquità hanno scavato un solco fra noi e il vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere il suo volto per non darvi più ascolto, (Isaia 59,1-2). Ci sono quindi dei casi in cui il nostro peccato può fare da muro tra noi e Dio in maniera tale che le nostre preghiere siano inefficaci. Perché un conto è non essere perfetti, un altro è essere malvagi. Una delle cause per cui le nostre preghiere non vengono ascoltate è l’avere rancore verso qualcuno. La superbia può essere anche quella causa di una mancata comunione con Dio. Infatti Dio ha in orrore la superbia dell’uomo. Se c’è anche solo un po’ di superbia nel cuore, allora il Signore non ci esaudirà, perché Dio resiste ai superbi ed esalta gli umili. Un altro elemento da prendere in considerazione è che Dio ci tratterà nel modo in cui noi trattiamo gli altri. Se noi siamo compassionevoli, anche lui sarà compassionevole con noi, se troviamo un povero che ci chiede aiuto e noi possiamo aiutalo ma ci allontaniamo e con il nostro egoismo lo ignoriamo completamente, allora anche Dio ignorerà le nostre richieste di preghiere perché abbiamo un cuore duro nei bisogni degli altri che non riguardano solo il cibo, ma ogni cosa di prima necessita materiale o anche affettiva, una parola di conforto, di speranza. Questi sono alcuni peccati che generano un muro di separazione tra noi e lui e ci impedisce la comunione spirituale, essenziale per ricevere le benedizioni. Prega e chiedi le benedizioni promesse nella Bibbia, ma rinuncia al tuo egoismo e sottomettiti a Dio. Fare infine attenzione a non abbassare la guardia perché, satana cercherà sempre di privarci delle nostre benedizioni usando il peccato che commettiamo contro di noi. In che modo potrebbe privarci delle benedizioni? Ricordiamoci che il diavolo è il nostro avversario; in greco, nella lingua dei vangeli si dice “antidikos” che significa contro i nostri diritti. I credenti hanno diritto alle benedizioni, ma satana cerca in tutti i modi di opporsi a questo, cercando un modo per impedire che le nostre preghiere vengano esaudite. Nell’antico testamento Giobbe aveva diritto alle benedizioni, ma satana si è presentato davanti a Dio accusando ingiustamente Giobbe di ricevere le benedizioni solo per quello che riceveva da Dio e non per quello che era Dio. Per questo è stato messo alla prova. Satana cerca di fare qualcosa di simile nel nuovo testamento in Luca 22,31, dove Gesù disse a Pietro poco tempo prima che lo tradisse: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli. L’espressione “vi ha cercati” nel testo originale letteralmente significa: Ti ha rivendicato di metterti sotto processo. Lo scopo della causa è quello di legarci quello che è legittimamente nostro. Satana aveva la consapevolezza della debolezza carnale di Pietro e che non avrebbe superato la prova, infatti rinnegò Gesù tre volte e a motivo di questa debolezza  non può adempiere il destino che Dio aveva in mente per lui e non ha diritto alle benedizioni di Dio, questa fu la strategia di satana. Ma Gesù disse che aveva pregato per lui e la sua fede non avrebbe ceduto, avrebbe avuto quindi il destino secondo il disegno di Dio e la sua vicinanza nel predicare la parola, infatti era già sicuro che si sarebbe convertito nonostante il grave errore di rinnegarlo tre volte. Gesù quindi è il nostro avvocato. Non bisogna in ogni caso lasciare spazio a satana nel nostro cuore, perché lui ci scruta e cerca di trovare dei modi per accusarci davanti a Dio e rivendicare il suo potere su di noi e quindi il diritto di farci del male.

4)  MANCANZA DI FEDE E CONOSCENZA DELLE PROMESSE DI DIO.

Nella Bibbia sono sparse molte promesse di Dio che il credente ha il diritto di usufruirne, comprese quelle che sono nell’antico testamento perché con il sacrificio di Gesù sulla croce i cristiani ereditano anche quelle promesse che Dio aveva dato agli ebrei per mezzo dei profeti (Galati 3,14).  Ora, chi di solito critica la Bibbia, chiede come mai se i credenti hanno diritto alle benedizioni, ad esempio: Se cerchi il regno di Dio, il Signore si occuperà di te, e quindi non c’è bisogno di preoccuparsi di cosa mangiare o come vestirsi; (Marco 6,33) allora perché in africa ci sono molte persone che soffrono la fame? C’è da dire che chi crede e ascolta la parola di Dio, ha la salvezza e andrà in cielo dopo la morte, ma non ottiene automaticamente tutte le benedizioni di Dio. Per ottenerle bisogna prima di tutto conoscerle e pregare su di esse. Per questo è importante conoscere le scritture. Nella scrittura, infatti, c’è sta scritto: Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza (Osea 4,6); poi anche: conoscete la verità, e la verità vi farà liberi (Giovanni 8,32). Molti credenti purtroppo non pensano alle benedizioni che potrebbero ricevere da Dio, se solo le conoscessero e avessero una grande fede, potrebbero ottenerle. Molte persone credenti hanno una grande fede, però non la usano. Ho sentito questa storia una volta: Un uomo nel dopo guerra dall’Europa volle realizzare il sogno di emigrare in America per cercare fortuna lì. Vendette tutti i suoi averi, si comprò il biglietto e partì. Non aveva però altri soldi per i pasti durante il viaggio, quindi si chiuse in cabina e passò tutti giorni del viaggio a mangiare solo qualche frutto e qualche biscotto portato da casa. Ma questo non soddisfò la grande fame che aveva. L’ultimo giorno quando era ora di scendere incontrò il capitano della nave, che osservandolo gli chiese per quale motivo non fosse mai andato a mangiare con gli altri. E lui rispose che non aveva soldi. Il capitano disse: << Ma come! Non sapevi che i pasti erano compresi nel prezzo del biglietto? >> Così capita a molti credenti, che fanno una vita dura e travagliata e non conoscono quanto Dio gli voglia benedire. Andranno lo stesso in paradiso, ma in questa vita si perderanno molte cose che Dio gli avrebbe voluto donare se solo avessero conosciuto le scritture e avessero avuto fede in esse. Gesù, non è venuto sulla terra solo per salvarci; sta scritto, infatti: Sono venuto perché abbiate la vita e l’abbiate in abbondanza (Giovanni 10,10). Per l’esaudimento delle preghiere è necessario sopratutto avere fede a sufficienza perché possono essere rilasciate. Tutti i credenti hanno fede in Dio, ma questa fede è una fede passiva. La fede passiva è quando crediamo che Dio può intervenire per aiutarci, ma che probabilmente non lo farà, sarebbe troppo bello per essere vero. Ma se crediamo che Dio non farà nulla, proprio quello accadrà: Nulla! Un fede attiva invece è quando sappiamo che Dio interverrà. Per fare in modo che la nostra fede sia attivi abbiamo bisogno di un punto di contatto, ovvero fare qualcosa perché la fede venga rilasciata. Nel Vangelo c’è la scena della donna che soffriva di continue emorragie e disse: << Se riuscirò anche solo a toccare il lembo del mantello di Gesù sarò guarita >> (Marco 5,28). E nel momento che l’ha fatto, la fede è stata rilasciata e la donna fu guarita. Nell’antico testamento troviamo invece l’episodio di Naamàn descritta in 2Re5,20. Costui era il comandante dell’esercito di Aram, considerato un eroe, ma malato di lebbra. Venne a conoscenza della grandezza del Dio d’Israele, che poteva liberarlo da questa malattia. Si recò da Eliseo che gli disse di bagnarsi sette volte nel Giordano e sarebbe guarito. Inizialmente non volle andare, ma dopo varie insistenze fece ciò che Eliseo aveva detto e guarì. Questo non per la potenza delle acque del Giordano, che erano acque come tutte le altre, ma è il punto di contatto della fede ad aver innescato la guarigione. Così funziona anche oggi; perché accadono a volte miracoli in luoghi come Lourdes? Penso proprio che non sia il luogo in se, ma sia il punto di contatto per far rilasciare la fede. Come la donna che era certa che quando avrebbe toccato il lembo di Gesù sarebbe guarita e questo è stato un punto di contatto per attivare la fede; così anche le persone che partono per andare in certi luoghi e sono certi di guarire; saranno esauditi se avranno fede che guariranno perché nel momento che pensano che saranno guariti quando faranno una determinata cosa questo sarà il tuo punto di contatto per rilasciare la fede. Come l’interruttore per illuminare una stanza non ha nessuna energia in se stessa, ma è il punto di contatto perché l’energia elettrica che proviene dalla centrale arrivi, in questo modo funzionano i punti di contatto. Molti di quelli che guariscono, secondo le testimonianze non pregavano neanche tanto per se stessi, ma pregavano sopratutto per la guarigione di altri. Questo perché secondo le leggi spirituali se noi benediciamo gli altri, a sua volta anche noi siamo benedetti. Un’altra scrittura che riguarda la preghiera la troviamo in Giacomo 1,6-7: Ma quando chiedi, devi credere e non dubitare, perché colui che dubita è come un’onda del mare, agitata e mossa qua e là dal vento. Tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore. Dio non agisce secondo i nostri bisogni, ma secondo alla nostra fede; risponde solo a coloro che pregano e credono, non coloro che pregano dubitando; quindi pregare dubitando è come non aver mai pregato. Dio e la nostra fede attiva generano un canale dove il Signore può operare, le due cose si attraggono proprio come si attraggono i poli positivo e negativo di un magnete.  Un’altra scrittura importante è in Marco 11,24, “Quindi vi dico, qualsiasi cosa chiediate in preghiera, crediate di averla ricevuta, e sarà vostra.” Notate come questa scrittura non dice di credere che la riceverete. No! Dice di credere di averla ricevuta. Ciò significa che dovete credere di avere già la risposta, anche prima di possedere fisicamente la risposta. Questa è fede. Molte volte le persone pregano, pensando di credere, mentre in realtà non stanno credendo, ma sperando. Speranza e fede non sono la stessa cosa. Non potete aspettarvi di ricevere dalla speranza ciò che è stato promesso in fede.  Noi esercitiamo la fede tutti i giorni per cose banali, per esempio se ci sediamo in una sedia, non controlliamo prima se potrebbe reggere il nostro peso; ci sediamo e basta, perché abbiamo fede nella sedia che possa reggere il nostro peso, così funziona anche la fede in Dio, dobbiamo semplicemente fidarci di lui senza avere alcun dubbio. Gesù in alcuni episodi di guarigione diceva: <<Avvenga per te secondo la tua fede>> o in altre traduzioni <<Avvenga per te come hai creduto>> (Matteo 8,13). Così le nostre preghiere si esaudiranno a seconda di quello che pensiamo che accadrà, se c’è del dubbio non potrà succedere nulla. Quindi se noi preghiamo anche delle ore, ma nel nostro cuore pensiamo che probabilmente non succederà niente, o abbiamo dei dubbi su di esse, allora non funzioneranno perché senza una sana fede nelle promesse di Dio, non si arriva da nessuna parte. Bisogna avere la certezza che la parola di Dio si compia.

5) LE PREGHIERE SONO IMPEDITE PER LA MANCANZA DI PAZIENZA NELL’ASPETTARE LA RISPOSTA DI DIO

Non è detto che siamo subito pronti per ricevere quello che chiediamo, ma bisogna avere fede che nel momento giusto accadrà nel frattempo si continuerà a pregare con perseveranza. Non bisogna mai stancarsi di pregare, perché è come riempire una cisterna d’acqua che al momento giusto Dio la rilascerà per esaudire la tua richiesta. Gesù insegnò l’importanza di pregare senza stancarsi mai. In Luca 18 si racconta della parabola del giudice iniquo. Questa parabola racconta di un giudice malvagio che non temeva né Dio né gli uomini. Nella stessa città viveva una vedova che si presentava in continuazione da quel giudice per chiedere giustizia di fronte al suo avversario. Il giudice inizialmente non volle dare ascolto, ma poi disse tre se: Anche se non temo Dio e non ho riguardo di nessuno farò lo stesso giustizia a questa donna affinché non venga continuamente ad importunarmi. Gesù fa un contrasto in questa parabola. Se questo giudice malvagio ha accettato la richiesta di questa vedova a forza di insistenze; tanto più Dio non esaudirà forse la richiesta del tuo cuore se gridi giorno e notte verso di Lui? Fai attenzione! Perché potresti essere colpevole di ribellione spirituale non credendo che la risposta di Dio arriverà nel momento opportuno; puoi stare sicuro che quando essa arriverà, sarà in un modo ed in un tempo quando potrà essere più apprezzata. Se quello che chiedi non vale l’attesa, non vale neanche la richiesta. Abramo pregò per avere un figlio e Dio rispose. Ma quanti anni sono dovuti passare prima che egli potesse tenere quel bambino nelle braccia? Ogni preghiera fatta con fede viene ascoltata nel momento che viene elevata, ma Dio sceglie di rispondere nel Suo modo e nel Suo tempo. Nel frattempo Dio si aspetta che gioiamo nella nuda promessa, festeggiando con speranza mentre ne attendiamo il compimento. Se Dio sta tardando, significa semplicemente che la tua richiesta sta accumulando interessi nella banca delle benedizioni di Dio. Ringrazia Dio per la risposta, prima di riceverla. Poiché avete capito che Dio esaudirà le vostre preghiere. Così erano certi i santi di Dio, che egli era fedele alle sue promesse; gioivano prima di aver visto alcuna conclusione. Proseguivano felicemente, come se avessero già ricevuto. Dio vuole che lo ripaghiamo in lodi prima di ricevere le promesse. Infatti l’unica cosa logica da fare e ringraziarlo in anticipo per la risposta. Così facendo dimostrate di aver fiducia nella Parola di Dio. Potreste chiedere, << Come faccio a ringraziare Dio per aver ascoltato la mia preghiera, se non ho ancora visto i risultati? >> Poiché Dio ha promesso la risposta, è sufficiente questo perché voi lo ringraziate. Supponiamo che un uomo di cui mi fido cecamente mi abbia promesso di comprarmi un particolare vestito nuovo, che tanto desideravo, la settimana prossima. Potrei dire: Quando me lo avrai comprato davvero e lo potrò indossare, allora Le sarò grato e la ringrazierò. Ma non La ringrazierò fino a quando non indosserò il vestito nuovo che mi ha promesso”. Certo che non lo direi. Lo ringrazierei immediatamente per il nuovo vestito, anche se non lo ancora ricevuto. Lo ringrazio, perché credo la sua parola sia onesta. Lo stesso vale per Dio. Egli, infatti, promise la risposta alle nostre preghiere, e la Sua promessa è sufficiente a suscitare la nostra gratitudine. Perciò dopo aver pregato e creduto di aver ricevuto la risposta, ringraziate Dio per la risposta. Il passo ancora successivo è quello di mantenere un atteggiamento positivo: Fate sì che ogni pensiero confermi di aver ricevuto la risposta alle vostre preghiere. Non permettete a nessun pensiero negativo di entrare nella vostra mente. Lasciate che la vostra mente asserisca di aver ricevuto la risposta alla domanda posta a Dio. La ragione per la quale dovete mantenere la mente su cose positive è perché i dubbi hanno inizio nella mente. Spesso il diavolo si intromette nelle preghiere per farci dubitare, del tipo: Non penserai mica che solo perché stai pregando per quella cosa la otterrai! Se noi ascoltiamo questa voce, annulliamo l’effetto della preghiera. Una volta che siete riusciti a tenerli fuori dalla mente, riuscirete a tenerli fuori anche dal cuore, perseverando con questo atteggiamento, perché fatta la volontà di Dio, otterrete ciò che vi è stato promesso (Ebrei 10,36). E’ proprio in quest’ultimo passo che molti credenti inciampano. Faranno tutto bene tranne che quest’ultimo passo, perché molti credenti non sanno come combattere il diavolo. Satana si batte contro la mente. La mente è l’arena in cui si combatte questa battaglia, e i credenti spesso devono affrontare questa prova, ma Dio ci ha dato le armi spirituali affinché possiamo sempre battere il Diavolo. Spesso descrivono i credenti in maniera ridicola, come persone deboli che subiscono tutto quello gli arriva di brutto dalla vita. Ma la realtà è ben diversa. Il cristiano è prima di tutto un guerriero, ma non come lo sarebbe un non credente, perché la guerra è spirituale, ci vogliono quindi armi spirituali.     

6)  DARE MAGGIORE POTENZA ALLA PREGHIERA .        

Esistono diversi modi per potenziare la preghiera, uno di questi è il digiuno.  Nella Bibbia è considerato un modo per cercare la faccia dell’eterno; lo scopo dunque non è quello di soffrire la fame, ma quello di dedicare molto più tempo alla preghiera, anche quello che passeresti a mangiare. Noi che siamo fatti di spirito, anima e corpo; e lo spirito e la carne guerreggiano; trascurando la carne per cibare lo spirito ci mettiamo una posizione di vantaggio. Esistono tuttavia molte forme di digiuno, ma l’importante è digiunare con cuore sincero. Nel libro di Isaia si parla del digiuno che deve essere anche accompagnato da opere di misericordia e carità nei confronti dei più bisognosi. Se farai tutto ciò, allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà <<Eccomi!>> (Isaia 58,9). Un altro modo è di pregare insieme con qualcuno, infatti, sta scritto: << se due di voi sulla terra si metterà d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Signore che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro >> ( Matteo 18,19-20). E sempre una cosa buona avere un amico da poter pregare insieme. Se già una sola persona può fare molto con la preghiera; i credenti se sono uniti possono fare ancora di più se ad esempio operano in un contesto come quello di una scuola  pregando e dichiarano che quel luogo appartiene al Signore; parlano di Dio agli altri, testimoniano su come si sono convertiti e come è cambiata la loro vita, allora quel luogo poco per volta inizierà a cambiare: le tensioni e le maldicenze spariranno, come anche i discorsi arroganti e volgari. Ci saranno invece pace, serenità e fratellanza. In altre parole il regno di satana verrà pian piano smantellato e sostituito con il regno di Dio.