IL DISCERNIMENTO

  • Beato l’uomo che ha trovato la sapienza, l’uomo che ottiene discernimento: è una rendita che vale più del argento e un provento superiore a quello del oro (PR 3,13-14) i suoi sentieri conducono al benessere (17)
  • Acqua profonde sono i consigli nel cuore umano, l’uomo accorto le sa attingere (PR 20,5)
  • L’accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno avanti e la pagano (PR 22,3)

Il discernimento è la capacità di distinguere il bene e il male, i buoni consigli dai cattivi consigli, ciò che viene da Dio e ciò che viene dal demonio è quindi la capacità di valutare persone ed eventi alla luce della fede. Tutti quanti dalla nascita abbiamo questa capacità, chi più e chi meno, ma solo con la preghiera e con la conoscenza delle scritture si riesce a svilupparla al massimo, è quindi un dono che lo Spirito Santo offre ai credenti, come scrive Paolo in 1Corinzi 12,10 ed è essenziale nella battaglia spirituale. Chi non crede invece pensa di dover essere lui a decidere ciò che è giusto o ciò che è sbagliato. Questo è stato generato dal peccato originale, quando Adamo ed Eva decisero di mangiare dall’albero della conoscenza del bene e del male, e quindi scegliere deliberatamente di non sottostare a Dio, ma di voler scegliere loro cosa è giusto o ciò che è sbagliato. Il discernimento è una capacità che hanno anche i non credenti, infatti alcune volte anche loro possono decidere o pensare in maniera giusta, ad esempio molti che non credono pensano giustamente che la violenza o il rubare siano cose sbagliate, però potrebbero ritenere giuste altre cose tipo la vendetta, l’odio verso qualche categoria di persone o la pornografia. Quindi solo chi crede e si impegna a sviluppare questa capacità, riesce a distinguere in maniera più completa se una cosa o un consiglio è giusto perché è in linea con la parola di Dio o ingiusto perché contraria, ma ti da anche la capacità di capire il perché Dio fa accedere certe cose nella vita e vedere come Dio ti cammina vicino mostrandoti il piano che ha per te passo dopo passo. Quando noi pensiamo e parliamo mentalmente sono partecipi tre voci. La voce della carne che è sono i nostri pensieri, la voce di Dio e la voce del diavolo. Queste voci sono presenti in tutti, nel Vangelo di Matteo 16,15-23 abbiamo un esempio quando Gesù dopo aver chiesto ai discepoli cosa pensavano le persone di lui, chiede: Ma voi, chi dite che io sia? Qui Pietro che era una persona impulsiva disse: << tu sei la Messia, il figlio di Dio >>. Qui Gesù risponde che non è stata carne e sangue a rivelarlo, ma Dio che lo ha rivelato a te. Pietro anche se non se n’era per niente accorto, ha detto una cosa che proveniva da Dio, è stato Dio che ha seminato nel cuore questa parola, e spesso è così che ci parla. Noi pensiamo che  Dio se ci parla, lo fa in maniera forte e udibile, e ci immaginiamo di emozionarci fortemente sentendo chiaramente la voce di Dio, pensiamo di rimanere esterrefatti. Ma questi sono casi molto rari, Dio usa cose naturali per parlarci, quando ci sentiamo stimolati a fare qualcosa di buono o dire una certa cosa buona, questo è facile che è Dio che ha seminato questo nel nostro cuore e se lo facciamo, abbiamo compiuto la volontà di Dio e ci ricompenserà. Gesù usa l’immagine del buon pastore che chiama le sue pecore, e le pecore riconoscono la sua voce e ascolta il pastore, e se sentono un’altra voce che non sia quella del pastore scappano via. C’è anche l’immagine di quando Gesù tornerà per stabilire il regno di Dio e dividerà le pecore dalle capre. Le capre, a differenza delle pecore sono animali difficilmente addomesticabili e a differenza delle pecore non ascoltano la voce di un uomo. Questa immagine era molto comprensibile per l’epoca che si aveva a che fare molto con il bestiame. Quindi dobbiamo saper riconoscere quando è Dio che ci parla e bisogna analizzare il pensiero per riconoscere se non va in contrasto con la scrittura, e se va in contrasto allora non viene da Dio. Se invece si vuole sentire la voce di Dio, a questo proposito dice la Bibbia: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me (Apocalisse 3,20). Questo sta ad indicare che chi ascolta la voce di Dio e la mette in pratica avrà comunione con lui e questo è importante per la nostra salvezza. Dopo che Pietro rispose così, poco tempo dopo però, quando Gesù disse che dovrà andare a Gerusalemme e li sarà arrestato e ucciso; Pietro sempre in preda alla sua impulsività disse a Gesù che doveva evitare che succedesse tutto questo. Qui invece è la voce di satana che opera, se Gesù avesse ascoltato il consiglio di Pietro, allora non sarebbe morto per i nostri peccati, e quindi non ci sarebbe modo che l’uomo si salvi, ma qui Gesù rispose come se fosse stato satana ad aver detto questo: << Vade retro satana perché tu ragioni come il mondo e non come Dio >>. La logica di satana è quella di pensare a se stessi e non fare la volontà di Dio, che guarda caso è proprio quello che fa chi non crede. Una volta ho letto un articolo che raccontava la storia di una ragazzina a scuola durante la lezione, riceve un messaggio sul cellulare, dove un ragazzo la invita ad incontrarsi in bagno con lei. Lei accetta e ha un rapporto sessuale con quel ragazzo. La cosa si ripete più volte anche con altri ragazzi e così anche le altre compagne la imitano. Fatto sta che i docenti scoprirono tutte queste cose e questa ragazza nell’intervista disse che dentro di lei sentiva una voce che le diceva che non avrebbe dovuto vendersi in questo modo e che è sbagliato fare così. Lei però cercava di non pensarci e reprimeva questa voce. Preferiva ascoltare la voce che diceva di continuare a fare così, perché smettere? Non è quello che vuoi e non ha senso porsi dei limiti, è meglio inseguire il piacere. Questo è un esempio di come si presentano la voce di Dio e la voce di satana. In questo caso continuare la strada di quella ragazza porterà solo ad allontanare i ragazzi seri, quelli che potrebbero veramente amarla e non usarla, e salvo che non si cambi mentalità ci si ritroverà soli e presi in giro da tutti. Anche i non credenti o chi è di un’altra religione ha la coscienza di Dio nel proprio cuore, fa parte della natura umana e anche chi non è credente senza rendersene conto può fare la volontà di Dio, ma senza credere in lui sarà molto più difficile che segua quella voce, perché si tenderà sempre a seguire quello che sembra facile ed egoistico per questo che la fede in Dio è importante perché si è sicuri che la nostra coscienza, unita alla conoscenza delle scritture è la voce giusta da seguire. Quindi se si hanno pensieri cattivi, riconosci che vengono da satana e cacciali via dalla tua mente e non ti procureranno danni. Il diavolo con le persone che non credono in Dio opera a manica larga, può dire: vendicati, ruba, fai quello, fai questo, mette in testa ogni cosa malvagia e chi non crede accetta sempre e in questo modo diventa un suo schiavetto. Ma se invece una persona crede allora si trova più in difficoltà perché ha nel cuore la parola di Dio, e tenterà di fare la stessa cosa ma poche volte ci riuscirà. Satana però punta anche a cercare di abbatterci moralmente, cercando di farci abbassare l’autostima, tutti i pensieri del tipo: Non ci riuscirò mai, sono un fallito, non valgo niente, non combinerò nulla nella vita;  Queste sono le cosiddette bugie di satana e solo con la parola di Dio si possono smascherare. Dobbiamo bloccare questi pensieri negativi e riconoscere che vengono dal nemico, rispondendo quindi che ogni cosa è possibile in Cristo che mi fortifica (Filippesi 4,13). Chi invece non usa la parola di Dio finisce per credere a queste cose e più saranno frequenti questi pensieri e più influenzeranno la nostra personalità. Se noi teniamo un bicchiere d’acqua per un minuto non succede nulla, se lo teniamo per un ora avremo il braccio che ci farà male e se lo terremo un giorno intero il braccio sarà paralizzato; allo stesso modo agiscono i pensieri negativi in noi. Le persone che non hanno cecità spirituale riconoscono la voce di Dio e la voce di satana, quindi dal punto di vista biblico non sono cieche, ma vedenti. Dal momento che sono vedenti  nello spirito potranno togliere la pagliuzza negli occhi degli altri. Solo quelli che vedono spiritualmente possono dire in profondità cosa c’è che non va nei comportamenti delle persone e come aiutarle a liberarsene, uno cieco che ha una trave nell’occhio non lo può fare, e se vuole farlo pur essendo cieco spiritualmente è uno stolto (Matteo 7,3). Se un cieco guida un altro cieco, entrambi cadranno nel burrone. La voce di Dio la sente anche quando una persona non credente fa qualcosa che sa nel proprio cuore che è sbagliata, come può essere rubare, partecipare a truffe, tradimenti, ecc … La prima volta si farà sentire per rendersi conto del male e portarlo al ravvedimento, ma se non si ascolta quella voce la seconda volta, si farà sentire ma meno incisiva. Dalla terza e quarta in poi non sentirà più nulla, perché inizierà a vedere quel modo di fare una cosa normale. Diventerà completamente insensibile alla voce di Dio, che purtroppo ne prenderà atto e lo lascerà nel suo peccato. Le persone che arrivano a quel punto peccano senza un minimo di risentimento, anzi provano gioia nel peccare, così il diavolo prenderà sempre più il sopravvento su quella persona e inizierà a parlare e a fare tutto ciò che è male a Dio in tutti gli ambiti della vita. Una persona che ha un ottimo discernimento riesce addirittura a distinguere se una persona è malvagia, anche se esternamente potrebbe sembrare buona, riesce a vedere l’ipocrisia e il finto buonismo della gente che magari dicono cose giuste, ma in realtà fanno l’opposto o dichiarano di compiere opere buone ma in realtà tramano qualcosa di losco sopra. Chi ha molto discernimento percepisce che c’è qualcosa che non va e si tiene alla larga o riesce a smascherarla. C’è anche un discernimento per capire ciò che viene da Dio e ciò che viene da satana. Tempo fa in India c’era un guru che attirava molta gente e faceva diversi discepoli attorno a lui, il suo nome era “Sai Baba”. Si diceva che faceva miracoli, come far apparire oggetti dal nulla;  parlava di amore, faceva delle raccolte fondi per le persone bisognose, ma che alcuni testimoni  affermavano che in realtà di soldi a loro ne arrivavano bei pochi rispetto a quanto riusciva incassare. Il fatto che si diceva che faceva molti miracoli aveva attirato alcune persone dall’occidente e a loro si dichiarava Gesù tornato del cielo. Alcuni cristiani gli credettero e arrivarono in India per incontrare questo guru. Spesso erano persone fragili che passavano un periodo difficile, e durante questi incontri privati li prometteva miracoli nella loro vita e li convinceva a consacrarsi a lui. Per chi accettava, organizzavano uno strano rito, dove chi si voleva consacrare tra l’altro, doveva mangiare una polvere bianca. Dopo di che tornavano a casa e s’incontravano con altri suoi discepoli nelle sedi sparse nel mondo. I problemi però non si risolvevano, anzi, peggioravano. La polvere bianca che aveva ingerito senza porsi troppe domande erano polveri di ossa dove venivano fatti dei riti esoterici sopra.  Questa è la testimonianza di una persona che ha fatto tutto questo e si è trovata posseduta da un demone. Qualcuno potrebbe pensare: come si faceva a capire che era un impostore? Con un minimo di discernimento ci si arrivava. Prima di tutto un buon credente deve sapere che Gesù non tornerà di nuovo tramite una nascita carnale come è già avvenuto per mezzo di Maria, la madre di Cristo. Lui tornerà nella sua gloria per stabilire il regno di Dio sulla terra. Gesù non può rinascere di nuovo perché tecnicamente è risorto e quindi è vivo. Quindi nessuna persona può dire di essere Gesù senza essere automaticamente un impostore. C‘è anche un altro elemento importante per distinguere gli impostori: Gesù quando faceva i miracoli, li faceva sempre per far opere buone per la gente e non dei giochetti inutili, solo per far spettacolo e glorificarsi, come satana nella seconda tentazione, quando gli chiedeva a Gesù di buttarsi nel burrone perché tanto gli angeli lo avrebbero sorretto. Lui rispose, sta scritto: << non tentare il Signore Dio tuo >> (Luca 4,12). Inoltre ha anche messo in guardia da eventuali falsi profeti o falsi messia, perché in molti verranno nel mio nome, ma dai frutti si riconosce l’albero (Matteo 7,16), da quello che dice e fa una persona si capisce se è una persona che è stata mandata da Dio. Quindi anche se una persona fa effettivamente dei miracoli, neanche li non è detto che vengono da Dio, infatti il Signore concede in rari casi che anche chi non ha un cuore buono faccia miracoli per poter mettere alla prova i figli di Dio affinché abbiano discernimento per capire che quel fenomeno non viene da Dio. Da non dimenticarsi che anche Satana sempre sotto i limiti che gli concede Dio può agire nel soprannaturale, e nella Bibbia ci sono anche delle scritture che parlano dell’Anticristo, ovvero colui che dopo aver completato un governo mondiale, si spaccerà per Gesù, facendo anche vari miracoli, in modo che chi non avrà sufficiente discernimento verrà ingannato. Infatti è proprio chi non ha discernimento che finisce di seguire falsi profeti e false  dottrine. La scrittura ci mette in guardia a non prestare fede ad ogni spirito, ma mettere alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio (1Giovanni 4,1). Come facciamo a capire se la natura di un fenomeno, di un predicatore o di una corrente di pensiero viene da Dio o dal demonio? È possibile essere ingannati perché non vengono mostrandosi malvagi, altrimenti la gente scapperebbe e si vedrebbe troppo chiaramente che si tratta di un falso profeta. Infatti come fanno anche satana e i demoni si mascherano in angeli di luce (2Corinzi 11,14), ma con il discernimento possiamo distinguere quali sono da Dio e quali no.  Ogni spirito che riconosce Gesù, venuto nella carne, è da Dio; Ogni spirito che non riconosce Gesù, venuto nella carne, non è da Dio (3). Se ad esempio quella corrente che dice che tutte le religioni portano a Dio oppure che non bisogna per forza dare la vita a Gesù Cristo, il Signore perdonerà tutti e andremo tutti in cielo; se non onora Gesù Cristo viene dal diavolo. Quindi bisogna fare attenzione ed avere il giusto discernimento per distinguere ciò che viene da Dio o dal diavolo.

REQUISITI PER FARE OPERE BUONE GRADITE A DIO

  • Agli occhi dell’uomo tutte le opere sembrano pure, ma chi scruta gli spiriti è il Signore (PR 16,2)
  • Molti sono gli adulatori dell’uomo generoso, e tutti sono amici di chi fa doni (PR 19,6)

Noi tutti sappiamo che fare opere buone è giusto e riflette l’amore che abbiamo per il prossimo che a sua volta proviene dall’amore che abbiamo per Dio. Bisogna però fare molta attenzione alle opere che compiamo. Ci sono infatti, tre requisiti perché un’opera sia gradita a Dio. Senza questi requisiti cadiamo nel peccato di ipocrisia, e non si riceverà nessuna ricompensa dal cielo per quell’opera. Prima di tutto deve essere un’opera fatta con gioia e senza risentimento. Ad esempio se diamo un’elemosina a un povero che magari è un po’ insistente e poi pensiamo: Ah cavoli, con quei soldi però avrei potuto comprare quello e quell’altro e ci sentiamo scocciati per aver donato qualcosa a qualcuno; devi sapere che donare con questo spirito è sbagliato, piuttosto è meglio non donare niente, non dobbiamo sentirci obbligati a farlo; Dio non vuole degli schiavi, ma degli amici. Quindi ciascuno dia secondo quanto ha deciso il suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia (2Corinzi 9,7). Se si tratta di un servizio o un aiuto richiesto non farlo con un tono scocciato, ma con amore perché così è gradito a Dio e così fa stare bene anche a noi. Il secondo requisito è dare senza contraccambio. Se diamo dei soldi a qualcuno o aiutiamo una persona e lo facciamo per poi aspettarci che anche l’altra persona faccia lo stesso con noi, allora non è un opera che Dio potrà darti una ricompensa nei cieli perché in quel caso fai del bene solo per poterlo ricevere, come se ci fosse uno scambio di merci, e questo sono le tipiche cose che fanno le persone che non credono; dare e poi pretendere di ricevere. Ho sentito tante volte dire: <<Nessuno fa niente per niente>>; questo è quello che pensa il mondo. Fare opere buone ma solo per ricevere qualcosa in cambio o per interessi. Nicolò Machiavelli, nei suoi libri insegna che il fine giustifica i mezzi. Se dunque per raggiungere un obbiettivo bisogna fare del male, allora non bisogna avere scrupoli per fare del male. Ma se per un obbiettivo bisogna fare del bene, allora ben venga anche fare del bene. Quello che ci sarà dietro a quella opera buona non sarà l’amore, ma solo interessi. Non fare opere buone solo per averne vantaggio personale perché se dai qualcosa a qualcuno e sai che lui non potrà mai restituirti il favore allora sarà Dio a darti la ricompensa, dare dei soldi a un bisognoso è come fare un prestito a Dio, e lui te lo restituirà con gli interessi, la stessa cosa vale per un servizio; infatti è bene sapere che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà (2Corinzi 9,6). Se faremo molte opere buone, raccoglieremo molto frutto, al contrario se faremo poche opere buone, raccoglieremo ben poco. La terza cosa è fare le opere dando sempre gloria a Dio e non fare in modo di prenderci la gloria noi. Se noi facciamo un’opera buona davanti a degli altri credenti e quando lo facciamo, ci sentiamo complimentare per l’opera compiuta e ci vantiamo per il fatto di essere più buoni di altri allora sarà già quella la ricompensa perché in quel caso facciamo un’opera buona solo per sentirci dei complimenti; non per  amore e fare un’opera in onore a Dio. Perché in questo modo il nostro cuore si riempirà di orgoglio e inizieremo a sentirci più buoni e più giusti degli altri, perdendo così il valore dell’umiltà, rischiando di cadere nella superbia. Quando si fa un offerta piuttosto è meglio essere da soli, così nessuno si potrà complimentare con noi. Ma Dio che vede anche ciò che è nascosto ci darà la ricompensa. È meglio ricevere onori da Dio che agli uomini.  Se invece ci troviamo con persone non credenti e in quel caso fare un’opera buona non ci porterebbe a ricevere complimenti allora è meglio farla per dare l’esempio e se si ricevono critiche, non sono da prendere in considerazione. Sono da prendere in considerazione solo le critiche di chi è giusto e segue la parola di Dio. Se riceviamo dei grazie bisogna rispondere che deve piuttosto ringraziare Dio perché è stato lui aver fatto l’opera buona attraverso me è quindi è lui che bisogna ringraziare In questo modo inviti gli altri a dare gloria a Dio e questo è buono. Per evitare che il vostro cuore non diventi superbo dite anche: tutto quello che ho fatto, voi lo potete fare meglio. Queste sono le opere gradite a Dio. È giusto compiere opere buone, bisogna però vedere le motivazioni che ci stanno dietro e queste opere. Quando qualcuno compie opere buone, ma lo fa non rispettando queste tre regole, nel linguaggio biblico si chiamano “le opere della carne”. Purtroppo ci sono molti cristiani che offrono a Dio queste tipo di opere, ma non sono gradite a lui, e sono una pessima testimonianza davanti al mondo ed è per questo che molti atei pensano che i cristiani siano ipocriti, ma i veri credenti fanno le opere rispettando questi requisiti e sono di una grande testimonianza davanti al mondo. Arriverà il giorno, come dice anche il Vangelo, che alcune persone si presenteranno a Dio dicendo che hanno creduto in lui e che hanno compiuto delle opere buone. Lui però risponderà: << si è vero, le avete fatte, ma solo per glorificarvi o per interessi personali e non per amore e la mia gloria >>. Dirà poi a loro:  << Via da me, gente che operate l’iniquità >>. Gesù disse: senza di me non potete far nulla (Giovanni 5,5). A questo punto un non credente potrebbe dire: <<Come sarebbe a dire che senza Dio non posso fare nulla; anche io posso fare delle opere buone, non sono una prerogativa del cristianesimo>>. Certamente che anche un ateo può fare delle opere buone, ma quello che Gesù intende è fare opere buone gradite a Dio. Per ogni opera che si fa bisognerebbe analizzare qual è il motivo che stimola a compiere questa opera. Ad esempio se è per  amore o per interessi o vanagloria? Se è per amore per i prossimo va bene, ma se non è per quello allora è ipocrisia.

DEDICARE TEMPO PER IL SIGNORE

  • Io amo coloro che mi amano e quelli che mi cercano mi trovano (PR 8,17)

Questo versetto che è riportato qui sopra è molto simile a Deuteronomio 7,29: Se mi cercherai con tutto il cuore, mi troverai. Qui è sempre Dio che parla attraverso i profeti o i re di Israele come Davide che l’ha amato per tutta la via, e anche se la Bibbia è scritta nel corso di millenni, è sempre coerente perché Dio non cambia, è sempre lì pronto ad amarci e perdonarci e chi lo cerca senza sosta, si farà trovare e la presenza di Dio non verrà mai a mancare. Il credente fa buon uso del suo tempo (Efesini 5,15), così anche noi dobbiamo impegnarci a trovare il tempo da dedicare a Dio, che può essere pregare, leggere il Vangelo o ascoltare una predica cristiana, che sia dal vivo o sul web. Soprattutto nei nostri tempi è difficile trovare spazio per Dio, ma ogni sforzo è grandemente ripagato e ogni fatica che dedichiamo a Lui non è mai vana (1Corinzi 15,58). Per un ateo il tempo per Dio è uno spreco, ma per il credente è un momento che ciba lo spirito e ci fa cambiare interiormente. Se questo tempo è passato bene, la pace del Signore sarà in noi e la sua conoscenza di Dio aumenterà sempre più, questa è un’arma per sconfiggere le tentazioni e le bugie di satana. Consiglio anche di dedicare ogni tanto un itero pomeriggio al signore, per pregare, meditare su se stessi, fare un esame di coscienza e riflettere a che punto è il cammino con Dio e capire che cosa di vuole da te. Chi ama Dio e ha sperimentato che vivere una vita cristiana è appagante, possiede una grande sete di conoscenza di Dio. Il Signore è sempre disposto a soddisfare la nostra sete di Dio; chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto (Luca 11,9-10). È cosa buona prima di leggere la scrittura dedicare prima un momento di preghiera affinché quello che si leggerà sarà capito e andrà dritto nel tuo cuore per portare frutto in opere buone, è anche utile trovare qualcuno che sappia spiegare la parola di Dio che non è sempre di facile comprensione in quanto è scritta in un contesto storico e culturale molto diverso dal nostro e quindi è per avere una comprensione del testo più completa. Se cercherete il Signore ogni dubbio o argomento della scrittura che non vi sarà chiara; il Signore farà luce su di essa ed eliminerà ogni dubbio e ogni per domanda cercate e pregate e otterrete la risposta; anche le parti della scrittura che pensate di sapere già, riuscirete a vederle anche sotto altri punti di vista. Dedica perciò del tempo da mettere tutte le preoccupazioni e i problemi da parte, svuotare la mente e concentrarti su Dio, posare lo sguardo su di Lui e non pensare alle scocciature, alle persone che possono farci star male, ai problemi finanziari e a tutto ciò che può portare negatività alla giornata, perché se penserai a queste cose genererai spazzatura nel tuo cuore che ti rovinerai la giornata; invece pensare al Signore, pregare intensamente e affidare i problemi a Lui ti porterà ad alleviare il molto stress che si accumula durante la giornata e vedrai che starai molto meglio. Satana non vuole assolutamente che dedicate del tempo a Dio e cercherà di indurci dei pensieri o a fare qualcosa che di per se non sono negative ma hanno lo scopo di farci perdere tempo affinché a fine giornata ci accorgeremo che non abbiamo dedicato del tempo a Dio. Bisogna fare anche attenzione a questo e chi è credente cerca sempre del tempo per Dio. Il non credente di aprire la Bibbia non interessa affatto e rimane completamente ignorante sulla scrittura. Farà una vita pesante e travagliata; è possibile che abbia sempre avuto una Bibbia in casa, lasciata li a prendere polvere, non sapendo che la soluzione a tutti i suoi problemi e le sue preoccupazioni sono contenute li dentro. Ha quindi solo ricordi di catechismo e per sentito dire, ma anche quelli non sono sempre da sottovalutare perché è possibile che al momento giusto riaffiorino per chiedere aiuto al Signore in un momento di difficoltà, e il Signore risponde sempre e chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato (Gioele 3,5). Ho letto diverse testimonianze di persone completamente lontane da Dio, ma in un delicato momento della vita, perse tutte le speranze si ricordano del Signore, e se la preghiera è fatta con fede, riceveranno il suo aiuto. Questo può aprire le porte di una possibile conversione e se avverrà si ricorderà finalmente di quella Bibbia che è sempre stata lasciata lì, insieme agli altri libri e chissà se riceverà da Dio una sete di conoscenza affinché la apra e inizi a meditare su di essa.

AVERE FIDUCIA IN DIO

  • Chi disprezza la parola si rende debitore, chi rispetta un ordine viene ricompensato (PR 13,13)
  • Confida nel Signore con tutto il cuore e non affidarti alla tua intelligenza, riconoscilo nei tuoi passi ed egli appianerà i tuoi sentieri (PR 3,5-6)

La migliore definizione di fede è quella data dall’apostolo Paolo: La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono (Ebrei 11,1). La parola fede deriva dalla parola fiducia; applicata a Dio è la fiducia che abbiamo per le cose che il Signore ha detto tramite la scrittura e che Dio agirà in base a ciò che ha detto nella sua parola. Quando abbiamo qualunque problema o ansia, nella parola di Dio c’è qualunque soluzione al tuo problema, bisogna però avere fiducia che la Bibbia possa risolvere le nostre difficoltà e per far questo si passa sempre dalla preghiera per usare la fede. Chi invece non si fida o non crede in Dio, cercherà di risolvere il problema con altri mezzi e solo con i propri sforzi rendendo la vita difficile e travagliata. Le persone che sperimentano di più la fiducia in Dio sono i poveri, perché avendo scarsi mezzi di sussistenza e non potendo contare sulle ricchezze materiali è più facile che si affidino a lui, e Dio non li abbandonerà mai, non moriranno mai di fame, perché avranno confidato in Dio e chiunque crede in lui non sarà deluso (Isaia 28,16); il Signore li farà trovare persone che si occuperanno di loro. Gesù ci insegna che non bisogna mai preoccuparsi di ciò che mangerai domani o come ti vestirai. Il Signore sa che hai bisogno di tutte queste cose, e se si prega e si confida in Lui e si cerca il regno di Dio allora queste cose non verranno mai a meno. Questa è la fede che Dio gradisce ovvero fidarsi cecamente di Lui anche quando sembra che non ci sia speranza. Anche chi ha soldi, può avere fiducia in Dio, ma il povero lo sperimenta sulla propria pelle invece chi ha soldi è più facile che confidi nelle cose materiali. È sbagliato anche pensare che un povero automaticamente abbia fiducia in Dio, può anche farsi dominare da satana e iniziare a rubare proprio con la scusa che si è poveri, ma chi ha fiducia in Dio questo non lo fa. Allo stesso modo una persona benestante può amare profondamente Dio e avere fiducia in lui. La fede è un dono di Dio che dona a prescindere di come sei e cosa hai; ma a tutti è stata donata una misura di fede diversa, siamo noi che scegliamo se questa fede la dobbiamo rivolgere a Dio o no, ma una cosa è certa: Senza fede è impossibile piacere a Dio; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano (Ebrei 11,6). Se sentiamo che la nostra fede è un po’ scarsa, è bene sapere che non possiamo fare nulla con i nostri sforzi per accrescerla, l’unico modo è pregare il Signore, in ogni situazione: Dobbiamo pregare in tempi di avversità, per non divenire infedeli e increduli. Dobbiamo pregare in tempi di prosperità, per non divenire vanagloriosi e orgogliosi. Dobbiamo pregare in momenti di pe­ricolo, per non divenire timorosi e dubbiosi. Dob­biamo pregare in momenti di sicurezza, per non divenire presuntuosi e tutto questo affinché la nostra fede possa crescere nel nostro cuore in modo che possiamo usarla, ad esempio  se si è malati e i medici dicono che non c’è speranza di guarigione, anziché abbattersi nella tristezza, se si ha fiducia in Dio ed è la volontà di Dio che guarisca, quella persona guarirà. Lo sbaglio che fanno a volte alcuni credenti è di affidarsi a Dio solo quando tutte le altre vie hanno fallito e si sentono senza speranza; bisogna invece confidare in Dio fin dall’inizio in questo modo si risparmieranno molte sofferenze ed esse fin da subito saranno in pace con se stessi. L’associazione atei, agnostici e razionalistici dicono che non c’è bisogno di credere in un Dio per pensare in maniera positiva. Ora, finché la vita va tutto bene è facile pensare in maniera positiva, ma se un giorno un medico dicesse che mancano solo 3 mesi di vita oppure se si perde il lavoro e si è indebitati fino al collo, voglio vedere come fanno ad essere positivi, se non si prega e non si ha fiducia in Dio e si pensa che tutto dipende solo da noi, allora non c’è speranza. Per questo molti atei nei momenti di grossa difficoltà si suicidano, perché pensano che non c’è speranza e non hanno fiducia in un Dio che vuole salvarli da questa situazione e portarli con se. Molti pensano che avere fede sia solo credere nell’esistenza di Dio; questo però non è gran cosa, anche i demoni sanno che Dio esiste e tremano alla sua presenza; molti purtroppo non arrivano neanche a questo, ma solo credere che Dio esiste non è sufficiente, avere fede significa fidarsi di Dio e delle sue promesse, di conseguenza fare la sua volontà. Tutte le persone che hanno una sana fede sono considerati figli di Dio e il Signore opera con chi cammina con loro e alla fine dei tempi erediteranno il regno di Dio.

PERSONIFICAZIONE DELLA SAPIENZA E DELLA STOLTEZZA

  • Donna follia è irrequieta, sciocca e ignorante. Sta seduta alla porta di casa,(PR 9,13-14) per invitare i passanti (15) <<Chi è inesperto venga qui!>> E chi è privo di senno ella dice: Le acque furtive sono dolci, il pane preso di nascosto è gustoso>>. Egli non si accorge che là ci sono le ombre e i suoi invitati scendono nel profondo del regno dei morti. (16-18)
  • La sapienza si è costruita la sua casa, (PR 9,1) ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare (2,3) <<Chi è inesperto venga qui!>> (4)

Il libro dei proverbi personifica la sapienza e la stoltezza, immaginandole come due donne che ti chiamano già nel primo periodo della nostra vita; nell’infanzia o l’adolescenza, quando si è molto giovani e ancora inesperti in tutto, per riempire quel vuoto nel cuore che ogni ragazzino/a ha nella sua giovinezza e non si ha ancora presa di posizione su come vivere la propria vita come meglio crede. In quel periodo della vita si avrà sentito parlare di Dio, ma si dovrà decidere se andare con Lui o contro di Lui, e finché si è giovani, è più facile correggere gli errori e gli atteggiamenti sbagliati, ma se quegli errori si consolidano, sarà più difficile affrontarli in seguito. Se una persona decide di ignorare o negare Dio, allora satana poco alla volta prenderà al sopravvento di  lui  e più si andrà avanti e più rischierà di accumulare vizi o idoli che dovrà rinunciare se vorrà seguire Dio in futuro e sarà quello il prezzo della sua conversione, ma se già da giovani si accetta il Signore allora diventerà uno scudo e ci proteggerà da molti vizi, e difficilmente faranno parte della nostra vita, saranno eliminati o fortemente limitati, e allo stesso tempo si sentirà una istintiva attrazione in tutto quello che sarà buono. Non è comunque da sottovalutare una conversione in età adulta, anche li può portare molto frutto, specialmente se durante una vita di peccato si è sofferto molto e solo dopo aver trovato Dio e la sapienza si avrà avuto finalmente la pace nel cuore che tanto desideravano. In quel caso il credente sarà uno strumento importante nella mano di Dio e ci sono molte testimonianze di conversione che vanno in questa direzione. In una di queste c’era una signora che durante la vita fece molti peccati, ma un giorno decise di dare il cuore a Gesù, ma sentiva di essa ancora il peso della colpa dei peccati. Allora un giorno qualcuno le disse: << Credi nel sacrificio di Cristo sulla croce che ci lava da ogni peccato? E ora che ti sei pentita Dio ti ha perdonata?  Lei rispose di si. Allora non pensi che dovresti ringraziarlo? >> La signora iniziò a ringraziare e glorificare Dio e tutto il peso e il senso di colpa del peccato crollo giù e sentì subito una sensazione di pace e serenità. Quando “donna Sapienza” chiama offre la parola di Dio che è cibo per l’anima e la porta a cercare la sapienza. Ma quando è invece “donna stoltezza” che chiama offre ciò che è male agli occhi del Signore come il gusto del proibito, la ricerca del piacere carnale e delle cose materiali invece di quelle spirituali, la trasgressione come una cosa affascinante che ti fa sentire superiore agli altri, questo sentirsi superiori porta alla superbia. Se questo persiste, inizieranno a odiare la parola di Dio perché vedranno che non sarà conforme alla loro vita piena di vizi e di trasgressioni e cercheranno in tutti i modi di combatterla e negarla e attaccando verbalmente una persona credente se l’argomento salta fuori. Questi sono schiavi di satana e senza neanche si accorgono che scenderanno dell’abisso dei tormenti eterni. Abbiate dunque sapienza, e ricercatela. È decisamente meglio stare dalla parte di Dio che stare contro Dio perché contro di lui non la puoi scampare.