KERUVIM IN EZECHIELE 3,13

In questa parte andremo ad analizzare i termini che compaiono nella Bibbia quando si parla dei KERUVIM che puntualmente Biglino e gli altri “liberi pensatori” impegnati in tutti i modi di annientare le scritture, affrontano dando una interpretazione in chiave ufologica. uno dei versetti più significativi lo troviamo in Ezechiele 3,13:

Era il rumore delle ali degli esseri viventi che le battevano l’una contro l’altra e contemporaneamente il rumore delle ruote e il rumore di un grande frastuono ( Ezechiele 3,13).

GLI ESSERI VIVENTI   –  CHAYOT  חַיּוֹת :

Questo termine viene usato come pseudonimo per indicare i KERUVIM, questo lo sappiamo anche perché è la stesso Ezechiele a dirlo: Erano i medesimi esseri che io avevo visto sotto il Dio d’Israele lungo il fiume Chebar e riconobbi che erano cherubini. (Ezechiele 10,20). Riguardo questo termine Biglino nel libro “Il dio alieno della Bibbiascrive: i “viventi” su cui si sono esercitati secoli di esegeti nel tentativo di definirne forma e sostanza allegorica, metaforica, mitica, esoterica… sono appunto i cherubini. Come se fosse solo lui a sapere che i cosiddetti “esseri viventi” sono i cherubini e i teologi fossero ancora li a cercare di capire cosa siano, e questo non è onesto da parte sua. Secondo Biglino la parola CHAYOT  indica una radice che esprime l’dea di movimento autonomo che farebbe pensare alle eliche o a delle turbine di un oggetto volante. Quindi Ezechiele osservando le eliche di quest’astronave, vedendo che si muovevano da sole, le chiama usando il termine CHAYOT. Una spiegazione che è stata ritenuta esaustiva dai suoi fan, ma ci sarebbe una domanda semplice da fare: È così difficile notare quanto sia paradossale che Ezechiele usi il termine che significa “essere vivente” per indicare un oggetto che non è per nulla un essere vivente? Il termine CHAYOT grammaticalmente è un sostantivo plurale femminile a motivo della sua desinenza OT. La versione al singolare è CHAYAH; questa è la parola di cui andremo a vedere cosa ci dice il dizionario:

Alla luce del dizionario possiamo affermare che viene usato esclusivamente in riferimento ad esseri viventi tipo animali o uomini in un contesto di gruppi come un distaccamento militare. Può avere anche un significato astratto come vita, vitalità, ecc.… Non c’è nessun riferimento a un generico movimento autonomo usato anche per descrivere entità non viventi, ma che hanno una sorta di movimento autonomo provocato da elementi meccanici. Se facciamo un esempio classico come il mulino che possiede un movimento autonomo pur non essendo un essere vivente troveremo che in ebraico si dice: TACHANAH oppure TECHON.

In entrambi i casi non hanno nulla a che fare con il termine o con la radice di  CHAYACH anche se stando alla definizione generale che darebbe Biglino  sarebbe un esempio che cascherebbe a pennello. Quindi interpretare il termine CHAYOT come un oggetto meccanico che muove si autonomamente è del tutto fuorviante. Se Ezechiele avesse veramente visto ciò che Biglino afferma; che termine avrebbe potuto usare? Nell’ebraico contemporaneo, attualmente in uso in Israele come lingua ufficiale, per dire “automa” si dice GOLEM. Solitamente i termini che descrivono concetti moderni che nell’ebraico biblico non è presente nessun termine corrispettivo, vengono usate altre lingue come l’Yiddish, usate con il ruolo di tappabuchi, ma nel caso del termine GOLEM, troviamo questo vocabolo anche nella Bibbia, in un solo versetto:

Salmo 139,16  Ancora informe (GOLEM גֹּלֶם ) mi hanno visto i tuoi occhi erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati.

Nella Bibbia è tradotto come “informe” e nel dizionario lo troviamo come “embrione?”, ma nel momento in cui compare una sola volta nella Bibbia non è facile stabilire un significato adeguato. Eppure è stato scelto questo termine per indicare un “movimento autonomo” in quanto il versetto fa riferimento a un bambino nel grembo materno che inizia a muoversi autonomamente, quindi  il termine GOLEM è quello che si avvicinerebbe di più al concetto di “movimento autonomo” e se fosse stato presente questo termine allora la teoria di Biglino sarebbe stata più fattibile, ma dal momento che troviamo invece il termine CHAYOT possiamo essere più che certi che non ha nulla a che fare con ciò che descrive Biglino. Nelle pagine successive vedremo tutte le caratteristiche di questi “viventi”.

LE ALI   –  KANAF  כָּנָף:

Secondo Biglino l’etimologia della parola KANAF indica un qualcosa che copre, quindi si tratta di un oggetto con lo scopo di coprire qualcosa. Biglino ricorre spesso all’etimologia per far allontanare il lettore dal significato reale del termine. Saper l’etimologia di una parola può essere interessante e curioso, ma non aiuta affatto a comprendere il significato della parola, infatti come accade spesso dall’etimologia al significato reale spesso non hanno molto a che fare. Biglino afferma che KANAF non si riferisce ad ali come possono essere quelle di un uccello o a quelle che per la visione teologica sono ali degli angeli, ma di semplicemente delle generiche estremità. Nel versetto che stiamo analizzando (Ezechiele 3,12-13), in riferimento alle ali troviamo: le battevano l’una contro l’altra. Letteralmente: ”univano verso sua sorella”. Questo dettaglio esclude a priori che il termine KANAF si riferisca a pale d’elica oppure a una turbina o a qualche altro congegno meccanico, ma è chiaro che quelle “estremità” sono delle ali con un’apertura talmente ambia da toccarsi l’una con l’altra alla massima apertura. Le estremità delle pale di un elicottero ruotano attorno a un asse mantenendo sempre la stessa distanza, senza mai toccarsi, una descrizione che non coincide affatto con quello che dice il versetto, eppure Biglino nel suo libro inserisce una raffigurazione di come secondo lui appariva  il KERUVIM, disegnando un veicolo con le eliche, un immagine totalmente fuorviante. Un altro dettaglio interessante lo troviamo nel capitolo 10 di Ezechiele:

Nei cherubini appariva la forma di una mano d’uomo sotto le loro ali. (Ezechiele 10,8)

Questo versetto dice chiaramente che sotto al KANAF sono presenti delle mani d’uomo; questo indica che i KERUVIM hanno forma antropomorfa con l’aggiunta di ali similmente a come vengono abitualmente raffigurati. Da notare che non troviamo solamente scritto “mano”, ma troviamo “mano d’uomo”, così Biglino non ha potuto inventarsi che quest’mano era in realtà un attrezzo meccanico che ricordava la forma della mano ma aggiungendo “d’uomo” questo indica una forma antropomorfa e preclude da ogni speculazione. Andiamo ora nel libro di Isaia al capitolo 6, dove è presente una visione della scena celeste simile a quella di Ezechiele con la diversità che Isaia vede dei Serafini al posto dei Cherubini:

Nell’anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio.  Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava.  Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
“Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria”.
(Isaia 6,1-3)

Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente …  (6)

La parola serafini (SERAFIM שְׂרָפִים) richiama una radice ebraica che significa “bruciare”; il fuoco è simbolo abituale della manifestazione divina. Questo brano non è citato da Biglino nei suoi libri, in quanto non c’è modo di identificare i serafini come mezzi meccanici volanti. Vengono chiaramente citati elementi antropomorfi quali, il viso, i piedi e la mano e non possono essere travisati, ma la prova che si trattano di esseri senzienti si vede dal fatto possono parlare, in questo caso proclamano la gloria del Signore. Troviamo infine che hanno addirittura 6 ali (KANAF) e trovandoci di fronte a una figura antropomorfa non possono essere identificati come semplici “estremità” di un veicolo. La stessa cosa vale anche per i KERUVIM con la differenza che le descrizioni di questi esseri celesti sono sparse in vari versetti ed è meno chiara rispetto ai SERAFIM per questo motivo Biglino ha trovato modo di specularci sopra tentando di identificare la parla KANAF come semplici “estremità”.

LE RUOTE   –  OFANYM  אוֹפַנִּים:

La prima domanda che verrebbe in mente: Cosa ci fanno delle ruote accanto ai cherubini e che caso sono? Secondo Biglino erano dei congegni su cui poggiavano i velivoli chiamati KERUVIM. Nel dizionario alla parola OFANYM  troviamo il significato di ruote, ma questo non significa che ciò che vide Ezechiele furono delle ruote come quelle di un carro. Ezechiele le descrive come due cerchi uno dentro l’altro e aveva un aspetto splendente come se fossero fatte di crisolito, una pietra preziosa che può essere trasparente o traslucida, di colore giallo o verde-giallastro. Per sapere meglio cosa siano questi strani soggetti dobbiamo addentrarci nel libro apocrifo di Enoch. In questo libro, ritenuto sacro per alcune confessioni cristiane come i copti d’Egitto compaiono anche qui gli OFANYM. Enoch, uno dei patriarchi citati in Genesi, intraprende un viaggio mistico insieme a due angeli per visitare i cieli. Esistono una totalità di sette cieli ed è proprio il settimo cielo che compaiono i KERUVIM insieme agli OFANYM che stanno attorno al trono o meglio alla presenza di Dio e non si allontanano mai. In particolare gli OFANYM vengono classificati nel libro di Enoch come angeli incorporei, cioè senza corpo fisico, esseri spirituali fatti da una sostanza non materiale sempre a stretto contatto come i KERUVIM o il KAVOD di YHWH. Secondo la testimonianza di Enoch possiamo dire che gli OFANYM non sono affatto un oggetto materiale,  ma qualcosa di immateriale e incorporeo strettamente legato ai KERUVIM e non qualcosa di terreno come le ruote di una carrozza o un avanzato mezzo di trasporto; per cui risulta assai improbabile che un quid di immateriale possa servire da appoggio a un quid di materiale.

I KERUVIM ( I CHERUBINI ) כְּרֻבִים

Il termine KERUVIM nella Bibbia corrisponde con quello che conosciamo come i “Cherubini”. Essi sono degli esseri celesti che insieme ai serafini sono in cima alla gerarchia celeste, vengono raffigurati con volto umano e forme animali e simboleggiano la santità e l’inaccessibilità di Dio; mantengono e difendono la Sua giustizia, La Sua misericordia  e la Sua autorità. I “liberi pensatori” sono  invece di un parere diverso. Per Biglino è uno dei suoi argomenti preferiti e dedica molto spazio nel suo libro: “Il dio alieno della Bibbia” di cui espone la sua tesi in ben 18 pagine; in seguito il libro “Non c’è creazione nella Bibbia” sono presenti altre 20 pagine riguardo i Cherubini. Dal momento che nella Bibbia non è presente una intera  e completa descrizione dei Cherubini in un solo brano, ma vengono citati in più passi, Biglino, nei suoi libri propone un percorso meticoloso tra un versetto e l’altro dove gradualmente, di volta in volta, vengono aggiunti degli elementi descrittivi, alla fine come un puzzle si mettono insieme tutte le caratteristiche dei KERUVIM per arrivare a una conclusione: I Cherubini non sono affatto quei esseri spirituali che la teologia ha sempre detto, ma sarebbero dei veicoli volanti monoposto guidati da YHWH stesso che venivano pilotati sedendosi come ci si siede a cavallo o in una moto da strada di grossa cilindrata. Nelle conferenze gli viene spesso fatta questa domanda: Questa descrizione dei cherubini vale anche per i cherubini dell’arca dell’alleanza? La risposta è No! Dal momento che l’etimologia della parola KANAF (ali) indica un qualcosa che copre, i cherubini dell’arca avevano la funzione di coperchio, sono dunque cose completamente diverse anche se hanno lo stesso nome. In questo articolo andremo ad analizzare la prima apparizione dei cherubini nel libri della genesi.

KERUVIM NELLA GENESI

La prima apparizione dei KERIVIM la troviamo già nel terzo capitolo della genesi: Adamo ed Eva hanno appena mangiato il frutto proibito e sono stati cacciati dal giardino dell’Eden. Dio fa presidiare l’ingresso del giardino da un Cherubino affinché Adamo e Eva non rientrino. Così nel versetto 24 troviamo:

 Scacciò l’uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all’albero della vita. (Genesi 3,24).

Biglino nel suo libro riporta questo episodio dando la seguente conclusione:  I KERUVIM sono connessi a delle lame fiammeggianti che ruotano rapidamente. Ricorderebbe quindi un congegno simile a una turbina di un aereo o similare.  Questa conclusione non potrebbe venir in mente nessuno leggendo semplicemente la Bibbia in italiano. Propone infatti questa traduzione letterale (verranno prese in esame le parole colorate di rosso):

LA LAMA  חֶרֶב: Biglino traduce la parola HEREV come lama, lamentandosi come le Bibbie erroneamente la traducono come “spada” facendo perdere al versetto un particolare di una certa importanza. Ora andiamo a vedere sul dizionario cosa di dice riguardo alla parola HEREV:

Da come si può vedere la parola HEREV assume molteplici significati, ma tutti riconducibili alle armi e non  specificamente a una lama in senso generale. Quindi la traduzione con “lama” è sbagliata.

ROTEANTE מִּתְהַפֶּכֶת:Il termine MITHAPEKET  corrisponde grammaticalmente alla forma verbale HITHPHAEL del verbo HAFAK. Consultando il dizionario il verbo in questa forma risulta significa “agitarsi” e non roteare. Da notare che inserisce anche il riferimento biblico che stiamo analizzando. Nelle traduzioni compare tradotto come “guizzante” che significa appunto agitarsi e muoversi con uno scatto.

Se l’autore avesse voluto esprimere il concetto di rotazione avrebbe dovuto esserci il termine HIL oppure HUL.

CON: Il termine ET אֵת è usato spesso in ebraico per determinare il complemento oggetto di una frase. Come secondo significato viene usato per indicare un luogo o posto e si può tradurre con termini del tipo: In, con, presso, vicino a, accanto, adiacente ecc.  Nella traduzione letterale, Biglino traduce questo termine “CON” che grammaticalmente non è sbagliano, ma nella sua spiegazione fa diventare il semplice “CON” nell’espressione “CONNESSO A” e questo è un il passo più lungo della gamba, un evidente forzatura per spingere il lettore a seguire la sua teoria.

CONCLUSIONE:  Alla luce dell’analisi con l’ausilio del dizionario non si riscontrano elementi che confermino la tesi di Biglino. Da considerare che se lo scopo del cherubino in questo contesto è quello di sorvegliante,  troviamo che l’interpretazione del cherubino come una “navicella volante” è assolutamente fuorviante. Il versetto parla di una creatura celeste con in mano una spada in grado di usarla con abilità.

IL KAVOD E L’AZIENDA D’ARMI

Nel libro di Biglino: “la Bibbia non parla di Dio” a pagina 65 spiega brevemente quali sono le caratteristiche del KAVOD, almeno come lui le interpreta. Il motivo per cui dedichi solo una pagina sta nel fatto che questi argomenti sono approfonditi già nei libri precedenti. Dopo aver spiegato come il KAVOD fosse un arma micidiale invita il lettore a visitare il sito web

http://jpfo.org/sponsors/kavod.htm

o la relativa pagina facebook: www.facebook.com/KavodCustom/?ref=page_internal


Quello che si palesa è un sito internet americano dove commercializza armi da fuoco: pistole, fucili d’assalto e tanto altro ancora. Questa azienda ha come logo la parola KAVOD scritta con i caratteri ebraici. A questo punto un lettore potrebbe pensare che gli ebrei sanno benissimo che il KAVOD è un arma, tanto da chiamare un’azienda di armi con quel nome, quindi la traduzione di KAVOD con gloria è solo una scelta dei teologi per giustificare un Dio trascendente. È la prima volta che Biglino per avvalorare la sua tesi non usa la Bibbia o l’archeologia, ma un semplice sito internet che tutti possono visitare; il problema sta nel fatto che è più semplice da smascherare, in quanto negli altri casi bisogna studiare e approfondire materie difficili come l’archeologia o la lingua ebraica per smentire Biglino, in questo caso invece è sufficiente inviare una E-mail all’azienda per capire il motivo per cui usano la parola KAVOD per una azienda che vende armi e se ha a che fare con il fatto che KAVOD possa significare arma. Biglino di solito conta sul fatto che nessuno vada ad esaminare e controllare quello che scrive, ma sfortunatamente quel qualcuno c’è stato. Lo studioso indipendente Daniele Salamone inviò una E-mail all’azienda per chiedere spiegazioni: L’azienda rispose confermando che KAVOD significa gloria ed onore, come in un qualunque dizionario e la scelta del termine come nome per l’azienda deriva da un saluto informale tra i membri delle forze di difesa israeliane. Non c’è pertanto nessuno riferimento alla Bibbia, niente che possa confermare che KAVOD significhi arma quindi la scelta di Biglino per avvalorare la sua tesi è del tutto fallimentare. Nonostante questo i fan sfegatati di Biglino sul web, con aria di sfida, fanno riferimento a questo sito per esaltare la tesi del loro idolo.

RUACH – KAVOD

In Ezechiele 3,12 troviamo un brano dove compaiono sia il termine RUACH che il termine KAVOD. L’obbiettivo di Biglino è far credere al lettore o in caso di conferenza, lo spettatore che il RUACH che lui intende come astronave, sia simile al KAVOD. In una conferenza di cui è presente uno spezzone online spiega questa parte del libro di Ezechiele[1], riporto le sue testuali parole: <<Un RUACH, tradotto comunemente come spirito, mi sollevò; ascoltate bene, un fragore di gran terremoto mentre il KAVOD di YHWH si alzava da quel posto. Quindi il KAVOD è dietro di lui e non lo vede, ma mentre si alza fa rumore e lui sente il rumore del KAVOD. Ezechiele sale sulla RUACH e lo porta a Gerusalemme.>> Detta in questi termini sembrerebbe proprio che il KAVOD sia qualcosa di concreto, di materiale, che si alza e fa rumore e non un concetto puramente astratto. Ma vediamo il versetto completo nella Bibbia.

Allora uno spirito mi sollevò e dietro a me udii un grande fragore: “Benedetta la gloria del Signore dal luogo della sua dimora!”. Era il rumore delle ali degli esseri viventi che le battevano l’una contro l’altra e contemporaneamente il rumore delle ruote e il rumore di un grande frastuono ( Ezechiele 3,12-13).

OSSERVAZIONI:

Leggendo i due versetti notiamo alcune incongruenze rispetto alla spiegazione che da Biglino. Vediamo quali:

  1. Il testo biblico non menziona assolutamente che “la gloria” si alza.
  2. Viene completamente omessa la parola “benedetta” molto importante per comprendere il contesto.
  3. Non viene tenuto conto della punteggiatura del testo ebraico.

In questi versetti troviamo Ezechiele all’inizio di un viaggio mistico e non fisico per gli effetti dello spirito (RUACH) di cui abbiamo precedentemente analizzato. Cade in una sorta di trance mistica e sente subito un forte rumore. Da come si può vedere dall’illustrazione in basso, arrivati a questo punto troviamo un simbolo che fa parte della punteggiatura ebraica  graficamente molto simile al nostro simbolo di “due punti” chiamato: SOF PASUQ  che indica la fine di un segmento logico, molto simile a nostro “punto” alla fine di una frase.


Abbiamo quindi un inizio di una nuova frase non così strettamente collegata alla precedente. In questa frase Ezechiele di fronte a questo evento mistico straordinario proclama spontaneamente una lode al Signore benedicendo la gloria, ovvero al KAVOD di Dio. Per questo motivo compare la parola KAVOD, non per dire che fa rumore, ma per glorificare il Signore. Il rumore compare nel versetto successivo chiaramente spiega l’origine del rumore dovuto allo sbattere della ali degli esseri ovvero i Cherubini. Di questo argomento approfondiremo nei prossimi capitoli. Concludendo il KAVOD non fa rumore, e non si alza e tanto meno Ezechiele non entra nella RUACH come si entra in un elicottero. Queste azioni sono solo frutto di speculazioni non presenti nel testo ebraico.

[1] Dal video “MAURO BIGLINO – Kavod Ruach” di YT Communication

LE TEOFANIE

Nei libri degli autori del “libero pensiero” viene detto che la gloria secondo la teologia è un concetto astratto e metafisico, ma dal contesto biblico evince che si tratta di qualcosa di concreto, visibile dall’uomo per questo la traduzione di KAVOD, come la intendono i teologi non ha senso. Questo è del tutto sbagliato, La parola KAVOD  viene anche usata per definire alcune teofanie, ovvero le manifestazioni tangibili di Dio. Come detto precedentemente non è possibile vedere Dio fisicamente con i nostri occhi, quindi si manifesta sotto forma di eventi apparentemente naturali di origine divina, un modo in cui l’uomo potesse vedere con i propri occhi gli effetti dell’opera del Signore conoscendolo indirettamente, ma senza percepire direttamente la sua essenza. Sono proprio questi i casi in cui la parola KAVOD con spiegazioni ingannevoli viene fatto passare per un astronave, talvolta dotata di armi potentissime. Ci sono principalmente due teofanie che ricorrono spesso nella Bibbia che si riferiscono alla gloria di Dio: la nube e il fuoco.

LA NUBE:

Sono numerosi i riferimenti della “nube” nella Bibbia specialmente nella torà. Un esempio lo troviamo in esodo 16,10

Ora, mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco, la gloria KAVOD del Signore si manifestò attraverso la nube. 

Quindi Dio manifestava la sua presenza con la nube che secondo la teologia era il segno della gloria nascosta. Come si concilia questo con il concetto di KAVOD che ha Biglino? Secondo lui la nube era un gas che veniva emanata dall’astronave con lo scopo di nasconderla. Non dice il motivo per cui doveva per forza nascondersi in una nube e fattibilmente sarebbe stata un’impresa decisamente ardua, sarebbe bastata una folata di vento per portare via il vapore e scoprire l’astronave. Uno dei versetti citati da Biglino in parte è Esodo 24,16-18; In questa parte Biglino sostiene che il versetto descrive un l’atterraggio di un astronave, vediamo cosa dice la Bibbia in questi versetti:

La gloria KAVOD del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. La gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.

Possiamo subito notare che questi fenomeni non erano naturali e scambiati come provenienti da Dio, perché è da questa nube che Dio fa sentire la sua voce a Mosè chiamandolo a venire sul monte per ricevere tutte le istruzioni. Il fatto che la nube si posizioni sul monte indica che non poteva essere un astronave, in quanto sicuramente un astronave non atterrerebbe in cima a una montagna a causa della sua irregolarità geologica, ma bensì in pianura. Nel versetto si parla anche del KAVOD  descritto come fuoco divorante. Non sappiamo cosa avessero visto con esattezza ma sicuramente possiamo dire con certezza cosa NON hanno visto. Se fosse stata un astronave l’avrebbe descritta in tutt’altro modo, ad esempio con un grande (GADOL גָּדוֹל) oggetto metallico (MASSECAH מַסֵּכָה) o qualcosa che richiamasse un oggetto solito e di massa costante. Non esiste mai una descrizione dettagliata sulle sue caratteristiche e dimensioni di quella che per qualcuno è un astronave? In Numeri 14,21 troviamo che il KAVOD di YHWH riempirà tutta la terra, mentre in Esodo 40,24 dice che il KAVOD  riempie il tabernacolo presente nella tenda del convegno. Quindi ciò che è enorme dovrebbe entrare uno spazietto piccolo nella tenda del convegno. Se si vuole pensare il KAVOD come un astronave volante dotata di armi allora è un problema conciliare questi versetti, ma se si accetta il concetto di gloria di Dio come la teologia la descrive allora tutto torna. In diversi passi la nube riempie prima la tenda del convegno e successivamente nel tempio di Salomone (1Re,11). Tante e vero che in entrambi gli avvenimenti i sacerdoti sono costretti a uscire.  Ezechiele vide la nube uscire dal tempio a causa del peccato d’Israele (Ezechiele 10,18). Questa è una ricostruzione di quello che fu il magnifico tempio di Salomone distrutto dai babilonesi nel 700 A.C.  Se si vuole pensare che un “dio alieno” abbia usato il tempio come un garage per la sua astronave è alquanto ridicolo anche solo pensarci viste le proporzioni sia dell’edificio che le porte d’accesso.

Nel libro di Biglino “non c’è creazione nella Bibbia” riguardo alla nube troviamo scritto: La nube che sempre accompagna la manifestazione del KAVOD costituisce forse la rappresentazione biblica di quanto si sa circa la modalità con cui si manifestano particolari categorie di oggetto volanti così come sono descritte da coloro che si occupano di tecnologie avanzate? Naturalmente non lo sappiamo, non entriamo nel merito del tema perché non è nostro compito e quindi non possiamo fare ammissioni.

In poche parole non c’è nessuna correlazione tre la “nube” e il KAVOD inteso come UFO, si possono fare solo ipotesi, speculazioni senza dare prove sufficienti per sostenere questa tesi in maniera inconfutabile, ci sono solo degli spunti di riflessioni per chi vuole assolutamente vederci nella Bibbia lo zampino degli alieni. Per chi vuole credere a questo troverà sempre una scusa per farlo, anche arrampicandosi sugli specchi.

IL FUOCO:

La teofania del fuoco già citata in parte in Esodo 24,16-18 è anch’esso ricorrente nella torà, lo troviamo ad esempio in Deuteronomio 4,11-12:

Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; il monte ardeva, con il fuoco che si innalzava fino alla sommità del cielo, fra tenebre, nuvole e oscurità. Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura: vi era soltanto una voce.

Anche in questo versetto si può notare come questo “fuoco” che dalla descrizione potrebbe ricordare una eruzione vulcanica non è di origine naturale ma bensì divina, anche in questo caso si percepisce da essa la voce di Dio. Altri casi in cui si percepisce la voce di Dio nel fuoco le troviamo in: Deuteronomio 4,36 e 5,4-5. Per Biglino il cosiddetto “fuoco” è una sorta di raggio energetico in grado di incenerire tutto ciò che colpisce; ma questo non spiega perché in esso Mosè sentisse la voce di Dio. La teofania del fuoco compare in due casi dove viene detto che un fuoco accende l’olocausto (2cronoche 7,2-3 e levitico 9,23); viene usato da YHWH come strumento di giudizio sugli ingiusti (Numeri 16,35); in questi casi si dice sempre che il fuoco proviene da YHWH, non è dunque un qualcosa che proviene dal KAVOD, quindi non si può attribuire a un raggio energetico proveniente da una astronave, quello che sembra incenerire è semplicemente un fulmine, in quanto il termine tradotto come fuoco (ESC)  אֵשׁ significa anche fulmine. Se avessero veramente visto una sorta di raggio laser, o raggio energetico avrebbe certamente usato il termine ESC, ma dal momento che si trattava di un fenomeno fuori da elementi naturali conosciuti dell’autore avrebbe dovuto usare l’espressione “come un fuoco” aggiungendoci  la preposizione inseparabile KE כּ che significa “come o secondo”. Quindi se avessero visto un raggio laser generato con qualche forma di tecnologia avanzata avrebbe dovuto esserci scritto KESC כְּאֵש al posto di ESC, oppure la locuzione KEMAREH-ESC כְּמַרְאֵה-אֵשׁ come apparenza di fuoco.