REALIZZARE I NOSTRI PROGETTI CON DIO

  • Affida al Signore le tue opere e i tuoi progetti avranno efficacia (PR 16,3)
  • Il desiderio ansioso senza riflessione non è cosa buona, e chi va a passi frettolosi sbaglia strada (PR 19,2)
  • I progetti di chi è diligente si risolvono in profitto, ma chi ha troppa fretta va verso l’indigenza (PR 21,5)
  • Egli riserva ai giusti il successo e scudo a coloro che agiscono con rettitudine (PR 2,7)
  • Custodisci il consiglio e la riflessione né mai si allontanino dai tuoi occhi (PR 3,21) camminerai sicuro per la strada il tuo piede non inciamperà (23) perché il Signore sarà la tua sicurezza e preserverà il tuo piede dal laccio (26)

Arriva un giorno nella propria vita che desideriamo ardentemente una determinata cosa, in questo caso come ci dobbiamo comportare? Prima di tutto dobbiamo analizzare se questa cosa è una buona, gradita a Dio, che può generare benefici a noi o agli altri, o può semplicemente glorificare Dio. Una volta appurati che quello che vogliamo fare non è peccato allora bisogna iniziare a pregare affinché quella cosa si realizzi e ci accompagni passo dopo passo nel nostro progetto. Se facciamo tutto tenendo sempre Dio in mente allora riusciremo a farlo con successo, se invece falliamo allora, stiamo sbagliando qualcosa. Sappi solo che se sei con Dio quando deciderai una cosa, ti riuscirà e sul tuo cammino brillerà la luce (Giobbe 22,28). Non dobbiamo farci prendere dall’ansia o dalla fretta, perché questo distrae e ci fa togliere lo sguardo di Dio. Avere ansia può essere una mancanza di fede, derivata dal fatto che si ha paura che quella cosa non si realizzi senza pensare che in Cristo possiamo fare ogni cosa nel tempo prestabilito e fare le cose con troppa fretta si rischia di saltare dei passaggi importanti che mette a rischio il nostro progetto, quindi come prima cosa non farsi prendere dalla paura e tenersi concentrati su Dio e metterlo sempre al primo posto. Per non rischiare di fallire è anche importante non farsi distrarre dalle circostanze e mantenere sempre lo sguardo verso Dio. C’è un esempio nel Vangelo: l’episodio, dove i discepoli sono nel lago di Genesaret in un’imbarcazione di notte, quando all’improvviso vedono arrivare Gesù che cammina tra le acque e iniziano a spaventarsi, non riconoscendolo, ma lui fa cenno di non temere. Allora qui Pietro preso dalla sua solita impulsività chiede se anche lui può raggiungerlo camminando tra le acque. Questo è stato un desiderio di Pietro e non era obbligato a farlo, Pietro lo ha desiderato e Gesù l’ha concesso, perché noi che siamo credenti non siamo più schiavi di satana ma siamo liberi in Cristo. Se Gesù ha accettato, è perché sarebbe stato in grado di farlo se avesse avuto fede. Se abbiamo fede possiamo fare grandi cose a prescindere dalle nostre qualità. Qui per un po’ Pietro riesce effettivamente camminare nelle acque come Gesù, questo finché tiene lo sguardo su di lui. Poi però si fa distrarre dalla tempesta, arrivano delle onde piuttosto grandi e questo fa distogliere lo sguardo su Gesù, guardando invece le circostanze e pensa: Che ci faccio qua? Non posso camminare nelle acque, è impossibile, e quando inizia ad avere paura e a dubitare che con Dio possa fare ogni cosa, inizia ad affondare e qui Pietro chiede aiuto a Gesù e lui lo prende dal braccio e lo tira fuori e gli dice: << Uomo di poca fede, perché hai dubitato? >>. Con queste parole è come se avesse detto: Pietro stavi andando bene, perché hai avuto paura? Non hai più fiducia in me? Come puoi pensare che ti lasciavo morire? Questa esperienza avrà toccato e insegnato molto a Pietro e ai discepoli. A volte anche noi ci lasciamo prendere dall’ansia o dalla paura, guardiamo alle circostanze e ci dimentichiamo di Gesù. Quando siamo in difficoltà e chiediamo aiuto e Lui è pronto a stendere la  mano. Anche se hai fallito, questo non interrompe il rapporto con Dio, gli sbagli se ci sono non vanno ripetuti e un’altra occasione ci sarà. La volta successiva la fede non dovrà mancare, come se fosse un esame che se non lo superi lo rifai, finché riesci a superarlo e passare di livello. Ogni volta che vorrai affidarti a Dio per i tuoi progetti, satana cercherà di mettersi di mezzo, dicendoti che non ce la farai mai, che sei un fallito, che il Signore non ti ascolterà o cose del genere; ma queste cose il giusto sa che sono le bugie di satana e Dio permette questo per metterci alla prova, ma non dobbiamo cedere nel credere a queste cose, ma invece dichiarare le benedizioni di Dio sulla nostra vita e la sua vittoria sul nemico, così che possiamo sconfiggere il diavolo e raggiungere i nostri obbiettivi. Questo è il cammino verso Dio; formato da prove e ostacoli e quando cadiamo, il Signore ci perdonerà se glielo chiediamo. Lui non si stanca mai di perdonarci, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono; dobbiamo poi toglierci dai sensi di colpa sapendo che avremo altre occasioni per rifarci. La cosa importante è che per ogni obiettivo abbiamo la volontà che il Signore ci tenga per mano e ci aiuti; questo presuppone che amiamo già il Signore e ascoltiamo la sua parola; sta infatti scritto: cerca la gioia del Signore ed esaudirà i desideri del tuo cuore (Salmo 37,4) e spesso è proprio Dio che suscita in noi quei desideri secondo il suo disegno d’amore (Filippesi 2,13). È sbagliato pensare che tutto dipenda da noi, ma neanche che tutto dipenda da Dio. Esiste quella che chiamo la legge della collaborazione. Il Signore non ha per forza bisogno di noi per compiere la sua volontà, potrebbe anche fare tutto da solo. Ma vuole che ci sia amicizia e comunione tra noi e lui, quindi quello che noi con le nostre forze e i nostri limiti possiamo fare, facciamolo; il resto ci penserà Dio a farlo. Per far nascere Gesù non aveva per forza bisogno di Maria. Avrebbe potuto farlo apparire all’istante senza neanche un parto, ma il Signore preferisce che anche noi partecipiamo ai suoi progetti, e così anche per i nostri di progetti se sono in linea con la sua parola, anche se è una cosa molto difficile, il Signore ci aiuterà se glielo chiediamo, ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte. La legge della collaborazione si potrebbe paragonare a questo: Immaginiamoci di essere in un bosco e Dio ci chiede di prendere un gigantesco tronco d’albero e gettarlo dal burrone. A quel punto noi diremo. <<Ma Signore, è troppo pesante, non ce la posso fare, non posso neanche sollevarlo di un millimetro>>. Dio risponderà che ci vuole una certa potenza per farlo, ma lui metterà il 99,99 per cento della forza e tu solo il restante 0,01 per cento. Potremo anche essere tentati nel dire: <<Signore, se sei così forte non puoi fare tutto da solo>>. Lui ci risponderebbe: <<Certo che posso fare anche tutto da solo, ma se lo facessi che comunione ci sarebbe tra noi? Tu perderesti la tua ricompensa eterna nei cieli. Una volta fatto però non ha senso che ci si vanti dicendo: >> Avete visto quanto sono forte!>> Perché è stato Dio più che altro a farlo, l’unica cosa che ha abbiamo fatto è fidarci di Dio. Il merito e la gloria vanno sempre e solo al Signore. Ora, il sollevare un tronco d’albero è solo una metafora, ma nella vita reale si presenta ad esempio nell’ andare d’accordo e amarsi in un matrimonio litigioso, gestire un figlio ribelle, portare al pentimento una persona, uscire dalla depressione o uscire dai debiti; queste sono tutte cose che senza l’aiuto di Dio troveremo delle cose insormontabili e ci faremo prendere dallo scoraggiamento, ma se ti lasci guidare dalla parola di Dio, accompagnata alla preghiera allora potremo compire qualunque progetto che con le nostre sole forze non potremo fare, ma con l’aiuto di Dio sarebbe possibile. Se poi Dio ci chiede di sollevare un ramoscello invece di un tronco, ovvero fare qualcosa che anche con le nostre forze possiamo fare, allora non ha senso chiedere l’aiuto di Dio. Questo può essere ad esempio fare la carità a un bisognoso

I PROGETTI DELL’UOMO E I PROGETTI DI DIO

  • All’uomo appartengono i progetti del cuore, ma dal Signore viene la risposta della lingua (PR 16,1)

Noi tutti abbiamo delle ambizioni nella nostra vita; sogniamo e ci battiamo per realizzarle, per sentirci soddisfatti di noi stessi, come ad esempio finire degli studi, cercare un certo tipo di lavoro, trovare una moglie o un marito o andare a vivere in un determinato posto. Tutto questo lo vogliamo perché pensiamo che sia il meglio per noi e di per se tutte queste cose non sono negative, anzi, penso che tutti aspirano a sogni e spesso sono anche legittimi, ma non dobbiamo neanche dimenticarci del Signore, e continuare a confidare in lui. Non è detto che Dio ci ha destinati agli stessi nostri progetti che desideriamo noi, forse vuole che tu faccia qualcos’altro in modo da servire meglio il regno di Dio, come può essere la predicazione e l’insegnamento della parola di Dio o fare un determinato servizio in un determinato luogo, ma ha bisogno della nostra volontà nel compiere la sua parola. Il Signore non fa nulla nella nostra vita se non lo vogliamo, ma se facciamo ciò che vuole ci sentiremo pienamente realizzati anche se dovremo affrontare delle difficoltà Lui non ci abbandonerà mai. Il piano di Dio è sempre migliore del nostro e sarà quello che ci potrà rendere più felici. Ognuno di noi ha un destino da compiere nella vita, come si può leggere nel salmo 139,16, il nostro destino è scritto nei cieli ancora prima che nascessimo e se confidiamo in Dio, potrà realizzarlo nella nostra vita realizzando anche grandi cose essendo grandemente benedetti. Il diavolo però non vuole che adempiamo quel destino e farà di tutto per metterci il bastone tra le ruote. Ma non dobbiamo scoraggiarci, ma camminare con decisione verso il nostro destino e il Signore sarà dalla nostra parte. Nella Bibbia ci sono alcuni esempi di come i progetti dell’uomo non sempre corrispondono con i progetti di Dio; uno di questi è la vita di Giuseppe, marito di Maria, madre di Gesù. Di certo Giuseppe voleva sposare Maria e pensava di formare una famiglia normalissima, infatti, non c’è niente di male in tutto questo; ma il Signore aveva altri progetti per lui: Una missione speciale, proteggere Maria e Gesù bambino. Si è dovuto ritrovare a scappare in Egitto, con tutte le difficoltà del caso, anche se Giuseppe non capiva fino in fondo tutto il disegno complessivo, e quanto fosse importante il suo ruolo. Giuseppe si è fidato del Signore, e non è mai stato abbandonato da lui, e ora occupa un posto speciale in cielo. Ora; Dio parla raramente con voce udibile come ha fatto con Giuseppe quindi bisogna chiedere al Signore qual è il suo progetto per noi e cosa bisogna fare per realizzarlo. È possibile che quello che stiamo facendo sia già il progetto di Dio nella nostra vita ed è stato tutto predisposto; seminandoci nel nostro cuore quello che vuole che noi facciamo. Se è così, riusciremo a superare tutte le difficoltà con l’aiuto di Dio e saremo felici e appagati, se invece ci troviamo impossibilitati nel farlo allora bisogna pregare per capire cosa dobbiamo fare, se insistere con quello che si sta già facendo oppure cambiare strada, se non riusciamo a farlo può essere che sbagliamo qualcosa nella nostra vita e se è così allora con l’aiuto di Dio, bisogna cambiare quegli atteggiamenti sbagliati per sboccare la situazione. Se le nostre ambizioni sono buone, allora è possibile che Dio voglia farle insieme a te, e non lasciare che invece il tuo sogno sia così importante da coprire Dio, perché è possibile che è per quel motivo che non riusciamo ad ottenere quello che vogliamo. Dio potrebbe invece avere un piano diverso per noi, in quel caso bisogna chiedere a Dio che ci guidi in ciò che siamo destinati a fare perché non riusciamo a ottenere nulla dalla vita è possibile che non stai facendo la sua volontà, anche se quello che vuoi fare è buono. Sta scritto infatti: Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella (Salmo 127,1). La preghiera in questo caso è fondamentale per capire qual è la chiamata di Dio sulla nostra vita. Se nei nostri progetti ci affidiamo completamente a lui allora quello che faremo sarà benedetto e riusciremo nei nostri progetti. Io penso che spesso le persone anche se sono credenti hanno paura di affidare completamente la propria vita a Cristo. Magari pensano che si troveranno a fare cose che non piace a loro; questo però non è fidarsi di Lui, perché se ti fidi di Lui sai che ha in mente il meglio per noi. Sapete, servire il Signore può essere la cosa più piacevole del mondo. Gesù dice: “Il Mio giogo è dolce, il Mio carico è leggero”. Dio non ci mette addosso un terribile peso, e poi dice: “A posto così, ora prova a portare questo!”. Lui prende piacere nel fare cose buone per i suoi figli. Dio prende piacere nel fare cose buone per te. Ora, a immaginatevi un attimo di essere una mamma che ha una figlia che ama e che vuole molto bene. Un giorno vostra figlia viene da te e dice “Sai mamma, stamattina stavo pensando a quanto è bello vivere qui a casa. Tu paghi tutte le bollette; mi dai i soldi per comprarmi i vestiti. Pensi sempre a tutti i miei bisogni ed è così bello vivere qui con te. Apprezzo davvero molto tutto quello che fai per me. E stavo pensando che, così, per mostrare la mia gratitudine, oggi voglio fare tutto quello che desideri che faccia. Voglio dimostrarti quanto sono grata per tutto questo!”. Ora, a questo punto dopo che vostra figlia che amate tanto dice una cosa del genere, prima di tutto svieni. Ma quando ti buttano addosso l’acqua, e ti riprendi, cosa pensi che diresti a tua figlia, che è venuta esprimendo un tale sentimento, mettendosi a tua completa disposizione per qualsiasi cosa? Penseresti forse al lavoro più brutto e antipatico che magari hai rimandato per mesi? “Perfetto, finalmente ti ho in pugno! Prima di tutto, inizia con quei secchioni della spazzatura puzzolenti, e puliscili perbene”. E lo carichi con tutti i lavori più brutti. Non penso che faresti questo. Se foste una mamma credente e ricca di sapienza, saresti così contenta di vedere questo atteggiamento in tua figlia, che vorresti che questo fosse un fantastico giorno per lei. E per il fatto che ora vuole mostrare il suo apprezzamento, ora voglio fare qualcosa di buono per lei. E diresti: “Perché non dimentichiamo tutto e non ce ne andiamo a fare shopping in centro?”. Oppure: “Ho sentito che c’è un bel film al cinema, perché non andiamo a vederlo insieme?”. Vorresti fare queste cose che le piacerebbe fare.  Così anche il Signore non è tanto diverso. Quando tu vieni a Dio e dici: “Oh, Signore, sono così contento di essere un Tuo figlio. Ti stai prendendo cura di me in modo fantastico, e io apprezzo davvero molto tutto quello che hai fatto. Non devo preoccuparmi, perché Tu vegli su di me. E voglio dare tutto me stesso a te completamente. Qualunque cosa vuoi che io faccia. A questo punto Dio non pensa alla cosa più brutta, disgustosa, e antipatica. Fa’ questo, fa’ quello”. E ti fa rimpiangere il giorno in cui hai dedicato completamente la tua vita a Lui. Dio ti lascia fare le cose che ti piace fare. Lui ama dare buoni doni ai Suoi figli. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete peccatori, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono! (Luca 11,11-13). Non bisogna avere paura da affidare la vita a lui; confida in lui e un giorno scoprirai che servire il regno di Dio, non è così difficile come poteva sembrare. Useremo le nostre migliori capacità e le nostre passioni per servire il regno di Dio.

PREGHIERA ED ESAUDIMENTO

  • Chi chiude l’orecchio al grido del povero invocherà a sua volta e non otterrà risposta (PR 21,13)
  • Al malvagio sopraggiunge il male che teme, il desiderio dei giusti invece è soddisfatto (PR 10,24)
  • Un attesa troppo prolungata fa male al cuore, un desiderio soddisfatto è albero di vita (PR 13,12)
  • Dei beffarti egli si fa beffe e agli umili concede benevolenza (PR 3,34)

La preghiera ha un ruolo molto importante nella vita del cristiano, ci permette ad avere un’intima relazione con Dio. Durante la preghiera se è fatta con il cuore, la persona sperimenta una pace interiore e può essere fatta ovunque ci si trovi, ma se è un luogo di silenzio, lontano dai rumori e dalle distrazioni, è meglio. Nella preghiera si può ringraziare il Signore per i doni ricevuti, chiedere perdono per eventuali peccati, fare richieste personali, pregare per qualche persona in particolare, ovvero le preghiere di intercessione o semplicemente adorare il Santo nome di Dio e lodarlo per il solo fatto è degno di lode, queste sono le preghiere contemplative. È importante pregare i tutti questi ambiti perché la preghiera sia completa. Pregare è importante perché è come se fosse la palestra dell’anima, ci rende più forti spiritualmente e il diavolo troverà difficile attaccarci perché riusciremo a resistere molto meglio nelle tentazioni, e con il tempo svilupperemo dei doni di conoscenza e di sapienza che ci aiuteranno in ogni aspetto della nostra vita e riusciremo anche ad avere una maggiore comprensione delle scritture. È sbagliato pensare che bisogna pregare per far contento Dio e sentirsi a posto con la coscienza, come solo per puro senso del dovere. Questo è quello che fanno le persone con uno spirito religioso, che magari recitano di fretta preghiere che sanno a memoria ma senza pensare a quello che dicono. Bisogna pregare perché siamo noi che abbiamo bisogno di pregare per fortificarci nella fede. Molte persone, anche chi si dichiara credente non prega tanto perché vedono la preghiera come una cosa noiosa e ripetitiva, ma non è affatto così. Se quando preghi non senti come un fuoco che ti scalda il cuore, allora c’è qualcosa che non va, non si sta pregando in spirito e verità come richiede Dio. (Giovanni 4,23). Gesù soprattutto durante il suo ministero si svegliava al mattino presto, andava in qualche luogo isolato e pregava diverse ore, e se proprio Lui che era il figlio di Dio aveva bisogno di pregare così tanto, è indicativo come soprattutto noi abbiamo bisogno della preghiera. Ci sono persone che a volte riescono a pregare così tanto e in maniera molto intensa da mettersi persino a piangere, e si prova una così forte pace interiore che la persona non prega più con le parole, ma lo fa direttamente con lo spirito. Il tipo di preghiera più importante è quella orientata chiedere a Dio di trasformarci a sua immagine e somiglianza per servire in maniera più efficace il regno di Dio ed essere di testimonianza al prossimo. Ora, non basterebbe tutto un libro per approfondire ogni aspetto della preghiera; la mia riflessione sarà focalizzata sull’esaudimento delle nostre preghiere in quanto anche chi è credente non è consapevole della potenza della preghiera se fatta nel modo corretto; altre persone invece hanno perso la fede per il fatto che hanno pregato a lungo, ma le preghiere non sono state esaudite da Dio. Quando si vuol pregare per qualcosa o qualcuno, la prima cosa da fare non è quella di parlare a Dio facendo richieste come per stilare la lista della spesa, ma prima bisogna essere consapevoli di quello che facciamo. Stiamo per avere comunione con il Dio onnipotente, prenditi prima del tempo per lodarlo e glorificarlo perché egli è degno di lode. Ora andremo ad analizzare quali sono i principali motivi per cui le nostre preghiere non hanno effetto:

1) FARE UNA RICHIESTA A DIO CONTRARIA ALLA SUA VOLONTÁ

Nel Vangelo sta scritto: << Se le tue parole saranno in me e le mie in voi chiedete qualunque cosa e vi sarà dato >>. (Giovanni 15,7). Questa è una delle più belle promesse di Dio; possiamo quindi riceve quello che vogliamo, ma non si può pensare di abusare di questo. Alcune persone che dicono di aver perso la fede perché le preghiere non hanno avuto effetto, evidentemente non conoscevano le scritture in maniera adeguata e pregavano non perché amavano veramente Dio e riconoscevano il sacrificio che ha fatto Gesù sulla croce, ma pregavano solamente per ottenere qualcosa che nella loro arroganza erano convinti che fosse il loro bene senza cercare di capire la volontà di Dio. Non bisogna  pregare come se fosse una formula magica, o come se Dio fosse il genio della lampada pronto per soddisfare tutti i nostri capricci. Nella lettera di Giacomo 4,2 troviamo scritto: voi non avete perché non chiedete, e non ottenete perché chiedete male, solo per soddisfare le vostre passioni. Quindi se un ragazzino prega desiderando di uscire con la più bella del liceo, così sarà poi ammirato e guardato con invidia dagli altri, oppure prega per ricevere molti soldi per potersi comprare un auto sportiva da poter sfrecciare per le strade, o addirittura prega contro qualcuno che gli ha fatto un torto per poter chiedere vendetta; queste preghiere sono desideri e richieste carnali e sicuramente il Signore non le ascolterà. Inoltre non è saggio pregare dicendo: Signore fammi sposare con quella donna o fa che venga assunto in quella azienda e così via. Non è detto che quella donna o quell’azienda sia la cosa migliore per noi, questo può essere un nostro pensiero, ma è Dio che sa tutto, e sa cosa è meglio per noi, chiedi semplicemente, di trovare una donna o un lavoro che sia il meglio che Dio può donarti, vedrai che riceverai molto più di quanto possiamo domandare o pensare (Efesini 3,20). Il versetto che riguarda l’ottenere nella preghiera non è per tutti, ma per chi ha scelto di seguire Cristo con tutto il cuore e ha scelto di portare la croce di Gesù nelle spalle, rinnegando noi stessi e rinunciando al nostro egoismo, mettendo Dio al primo posto e amando il prossimo tuo come te stesso. Solo se pensi come Dio e segui la sua parola ti da il diritto di fare richieste perché solo in questo modo si chiederà solo cose buone, per se stessi o per gli altri per il fatto che i desideri e i pensieri saranno allineati con la volontà del Signore. Quindi se c’è una preghiera che non è stata mai realizzata è possibile che non era una cosa buona, compatibile con la parola di Dio. Un esempio nella Bibbia la troviamo in Giobbe quando chiese a Dio di farlo morire. Questa richiesta era contraria alla volontà di Dio perché Dio amava troppo Giobbe per farlo morire, anche se era quello che gli chiedeva. Il Signore sa quello è buono per noi e se esaudisse tutte le nostre preghiere ci metteremo nei guai. Ma qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo chiesto (1Giovanni 5,14-15).  Si può pregare che Dio guidi la nostra vita, che ci protegga, che possiamo fare bene la nostra parte per risolvere una brutta situazione e che Dio possa operare dove tu non ci puoi fare niente, si può pregare per una guarigione, per ristorare delle relazioni, per la benedizione di qualcuno o per la sua salvezza, queste sono alcuni esempi di una persona che prega in maniera più matura. Daniele, un profeta del vecchio testamento, pregava nel modo giusto perlustrava le scritture capendo così la mente di Dio. Tanto più noi abbiamo tutte le potenzialità di farcela tenendo conto che abbiamo una quantità di chiavi scritturali maggiori di Daniele. Ci sono anche dei casi, dove nonostante facciamo richieste buone a Dio, non riceviamo quello che abbiamo chiesto. Questo è perché non è nella volontà di Dio. Ho letto una volta una testimonianza dove una ragazza dopo aver subito un intervento chirurgico sbagliato, rimase paralizzata sulla sedia a rotelle. Più avanti si convertì e iniziò a pregare per la guarigione, ma non la ottenne. Un giorno però durante la preghiera il Signore le disse la sua missione era quella di testimoniare al mondo che nonostante la sua condizione poteva essere felice lo stesso se avesse avuto Dio al centro del suo cuore, in questo modo quello che era una maledizione nella carne sarebbe stata una benedizione nello spirito, così gli diede la forza di sopportare questa piaga e di usarla per parlare di Dio al prossimo

2) CHIEDERE LE COSE GIUSTE MA PER  MOTIVI SBAGLIATI

Dio non risponderà ad alcuna preghiera che vuole onorare noi stessi o aiutare le nostre tentazioni. Se ad esempio una persona prega per trovare una/o fidanzata/o; questa è una cosa buona per cui pregare, ma non si può ingannare Dio. Lui vedrà nel tuo cuore che cosa ci sarà, quali sono le motivazioni di questa richiesta. Se la motivazione è voler amare il proprio partner, renderlo felice e prospettare un’eventuale matrimonio va bene. Ma se il motivo è più che altro soddisfare gli impulsi sessuali, questa non è una buona motivazione per chiedere una benedizione. Dio non risponde alle preghiere di una persona che nutre lussuria nel proprio cuore; tutte le risposte dipendono da quanto riusciamo a strappare dai nostri cuori il male, la lussuria ed il peccato che ci circonda. Sta scritto: Se nel mio cuore avessi tramato il male, il Signore non m’avrebbe ascoltato. (Salmo 66,18). Se le nostre motivazioni sono pure, fondate sull’amore, Dio ascolterà ed esaudirà la nostra preghiera al momento opportuno. Ma se invece le motivazioni sono soddisfare le concupiscenze della carne allora non le ascolterà. Anche il nostro cuore può essere ingannevole e farci credere che desideriamo qualcosa per i giusti motivi. La prova per capire se le nostre motivazioni sono valide lo si capisce da quanto siamo disposti ad aspettare. L’amore può aspettare, la concupiscenza no. Vuole essere soddisfatta subito, si mette a piagnucolare e gridare come fa un bambino quando fa i capricci se non ottiene quello che vuole, anche se quello che chiede è una cosa sbagliata. Così chi ha concupiscenza nel proprio cuore e la preghiera non viene esaudita inizierà ad accusare Dio di essere sordo. Perché, dicono essi, quando abbiamo digiunato, non ci hai visti? Quando ci siamo umiliati, non lo hai notato? (Isaia 58,3). Il Signore ritarderà o negherà le nostre preghiere fino a che non sono ripulite da tutto l’egoismo e la lussuria.

3) IL PECCATO COME IMPEDIMENTO AL COMPIMENTO DELLE NOSTRE PREGHIERE.

Il peccato può essere un impedimento alle realizzazioni delle nostre preghiere. Questo non significa che dobbiamo essere senza peccato perché Dio ci ascolti, perché è impossibile essere perfetti e completamente senza peccato. Alcune persone erroneamente pensano di non potersi meritare le benedizioni di Dio e quindi non provano neanche a chiederle in preghiera perché si pensano di essere troppo peccatori per poter essere benedetti. Non sono i nostri meriti alla base delle benedizioni, ma in base ai meriti di Cristo che riceviamo le benedizioni perché se fosse in base alle nostre opere nessuno potrebbe meritarsele. Alcune persone, ancora inesperte pensano di poter ricevere quello che vogliano con altre opere, del tipo << io faccio questa opera e tu Dio fai invece questo per me>>, come uno scambio di merci. Le opere vanno sempre fatte per amore del prossimo, di Dio e per la sua gloria; non dobbiamo sentici come se Dio ci deve qualcosa. Se le preghiere sono secondo la volontà di Dio e per giusti motivi ci ascolterà. Tuttavia ci sono dei peccati o delle situazioni spirituali che impediscono le realizzazioni delle nostre preghiere. La Bibbia dice non è troppo corta la mano del Signore per salvare; né troppo duro è il suo orecchio per udire. Ma le  vostre iniquità hanno scavato un solco fra noi e il vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere il suo volto per non darvi più ascolto, (Isaia 59,1-2). Ci sono quindi dei casi in cui il nostro peccato può fare da muro tra noi e Dio in maniera tale che le nostre preghiere siano inefficaci. Perché un conto è non essere perfetti, un altro è essere malvagi. Una delle cause per cui le nostre preghiere non vengono ascoltate è l’avere rancore verso qualcuno. La superbia può essere anche quella causa di una mancata comunione con Dio. Infatti Dio ha in orrore la superbia dell’uomo. Se c’è anche solo un po’ di superbia nel cuore, allora il Signore non ci esaudirà, perché Dio resiste ai superbi ed esalta gli umili. Un altro elemento da prendere in considerazione è che Dio ci tratterà nel modo in cui noi trattiamo gli altri. Se noi siamo compassionevoli, anche lui sarà compassionevole con noi, se troviamo un povero che ci chiede aiuto e noi possiamo aiutalo ma ci allontaniamo e con il nostro egoismo lo ignoriamo completamente, allora anche Dio ignorerà le nostre richieste di preghiere perché abbiamo un cuore duro nei bisogni degli altri che non riguardano solo il cibo, ma ogni cosa di prima necessita materiale o anche affettiva, una parola di conforto, di speranza. Questi sono alcuni peccati che generano un muro di separazione tra noi e lui e ci impedisce la comunione spirituale, essenziale per ricevere le benedizioni. Prega e chiedi le benedizioni promesse nella Bibbia, ma rinuncia al tuo egoismo e sottomettiti a Dio. Fare infine attenzione a non abbassare la guardia perché, satana cercherà sempre di privarci delle nostre benedizioni usando il peccato che commettiamo contro di noi. In che modo potrebbe privarci delle benedizioni? Ricordiamoci che il diavolo è il nostro avversario; in greco, nella lingua dei vangeli si dice “antidikos” che significa contro i nostri diritti. I credenti hanno diritto alle benedizioni, ma satana cerca in tutti i modi di opporsi a questo, cercando un modo per impedire che le nostre preghiere vengano esaudite. Nell’antico testamento Giobbe aveva diritto alle benedizioni, ma satana si è presentato davanti a Dio accusando ingiustamente Giobbe di ricevere le benedizioni solo per quello che riceveva da Dio e non per quello che era Dio. Per questo è stato messo alla prova. Satana cerca di fare qualcosa di simile nel nuovo testamento in Luca 22,31, dove Gesù disse a Pietro poco tempo prima che lo tradisse: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli. L’espressione “vi ha cercati” nel testo originale letteralmente significa: Ti ha rivendicato di metterti sotto processo. Lo scopo della causa è quello di legarci quello che è legittimamente nostro. Satana aveva la consapevolezza della debolezza carnale di Pietro e che non avrebbe superato la prova, infatti rinnegò Gesù tre volte e a motivo di questa debolezza  non può adempiere il destino che Dio aveva in mente per lui e non ha diritto alle benedizioni di Dio, questa fu la strategia di satana. Ma Gesù disse che aveva pregato per lui e la sua fede non avrebbe ceduto, avrebbe avuto quindi il destino secondo il disegno di Dio e la sua vicinanza nel predicare la parola, infatti era già sicuro che si sarebbe convertito nonostante il grave errore di rinnegarlo tre volte. Gesù quindi è il nostro avvocato. Non bisogna in ogni caso lasciare spazio a satana nel nostro cuore, perché lui ci scruta e cerca di trovare dei modi per accusarci davanti a Dio e rivendicare il suo potere su di noi e quindi il diritto di farci del male.

4)  MANCANZA DI FEDE E CONOSCENZA DELLE PROMESSE DI DIO.

Nella Bibbia sono sparse molte promesse di Dio che il credente ha il diritto di usufruirne, comprese quelle che sono nell’antico testamento perché con il sacrificio di Gesù sulla croce i cristiani ereditano anche quelle promesse che Dio aveva dato agli ebrei per mezzo dei profeti (Galati 3,14).  Ora, chi di solito critica la Bibbia, chiede come mai se i credenti hanno diritto alle benedizioni, ad esempio: Se cerchi il regno di Dio, il Signore si occuperà di te, e quindi non c’è bisogno di preoccuparsi di cosa mangiare o come vestirsi; (Marco 6,33) allora perché in africa ci sono molte persone che soffrono la fame? C’è da dire che chi crede e ascolta la parola di Dio, ha la salvezza e andrà in cielo dopo la morte, ma non ottiene automaticamente tutte le benedizioni di Dio. Per ottenerle bisogna prima di tutto conoscerle e pregare su di esse. Per questo è importante conoscere le scritture. Nella scrittura, infatti, c’è sta scritto: Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza (Osea 4,6); poi anche: conoscete la verità, e la verità vi farà liberi (Giovanni 8,32). Molti credenti purtroppo non pensano alle benedizioni che potrebbero ricevere da Dio, se solo le conoscessero e avessero una grande fede, potrebbero ottenerle. Molte persone credenti hanno una grande fede, però non la usano. Ho sentito questa storia una volta: Un uomo nel dopo guerra dall’Europa volle realizzare il sogno di emigrare in America per cercare fortuna lì. Vendette tutti i suoi averi, si comprò il biglietto e partì. Non aveva però altri soldi per i pasti durante il viaggio, quindi si chiuse in cabina e passò tutti giorni del viaggio a mangiare solo qualche frutto e qualche biscotto portato da casa. Ma questo non soddisfò la grande fame che aveva. L’ultimo giorno quando era ora di scendere incontrò il capitano della nave, che osservandolo gli chiese per quale motivo non fosse mai andato a mangiare con gli altri. E lui rispose che non aveva soldi. Il capitano disse: << Ma come! Non sapevi che i pasti erano compresi nel prezzo del biglietto? >> Così capita a molti credenti, che fanno una vita dura e travagliata e non conoscono quanto Dio gli voglia benedire. Andranno lo stesso in paradiso, ma in questa vita si perderanno molte cose che Dio gli avrebbe voluto donare se solo avessero conosciuto le scritture e avessero avuto fede in esse. Gesù, non è venuto sulla terra solo per salvarci; sta scritto, infatti: Sono venuto perché abbiate la vita e l’abbiate in abbondanza (Giovanni 10,10). Per l’esaudimento delle preghiere è necessario sopratutto avere fede a sufficienza perché possono essere rilasciate. Tutti i credenti hanno fede in Dio, ma questa fede è una fede passiva. La fede passiva è quando crediamo che Dio può intervenire per aiutarci, ma che probabilmente non lo farà, sarebbe troppo bello per essere vero. Ma se crediamo che Dio non farà nulla, proprio quello accadrà: Nulla! Un fede attiva invece è quando sappiamo che Dio interverrà. Per fare in modo che la nostra fede sia attivi abbiamo bisogno di un punto di contatto, ovvero fare qualcosa perché la fede venga rilasciata. Nel Vangelo c’è la scena della donna che soffriva di continue emorragie e disse: << Se riuscirò anche solo a toccare il lembo del mantello di Gesù sarò guarita >> (Marco 5,28). E nel momento che l’ha fatto, la fede è stata rilasciata e la donna fu guarita. Nell’antico testamento troviamo invece l’episodio di Naamàn descritta in 2Re5,20. Costui era il comandante dell’esercito di Aram, considerato un eroe, ma malato di lebbra. Venne a conoscenza della grandezza del Dio d’Israele, che poteva liberarlo da questa malattia. Si recò da Eliseo che gli disse di bagnarsi sette volte nel Giordano e sarebbe guarito. Inizialmente non volle andare, ma dopo varie insistenze fece ciò che Eliseo aveva detto e guarì. Questo non per la potenza delle acque del Giordano, che erano acque come tutte le altre, ma è il punto di contatto della fede ad aver innescato la guarigione. Così funziona anche oggi; perché accadono a volte miracoli in luoghi come Lourdes? Penso proprio che non sia il luogo in se, ma sia il punto di contatto per far rilasciare la fede. Come la donna che era certa che quando avrebbe toccato il lembo di Gesù sarebbe guarita e questo è stato un punto di contatto per attivare la fede; così anche le persone che partono per andare in certi luoghi e sono certi di guarire; saranno esauditi se avranno fede che guariranno perché nel momento che pensano che saranno guariti quando faranno una determinata cosa questo sarà il tuo punto di contatto per rilasciare la fede. Come l’interruttore per illuminare una stanza non ha nessuna energia in se stessa, ma è il punto di contatto perché l’energia elettrica che proviene dalla centrale arrivi, in questo modo funzionano i punti di contatto. Molti di quelli che guariscono, secondo le testimonianze non pregavano neanche tanto per se stessi, ma pregavano sopratutto per la guarigione di altri. Questo perché secondo le leggi spirituali se noi benediciamo gli altri, a sua volta anche noi siamo benedetti. Un’altra scrittura che riguarda la preghiera la troviamo in Giacomo 1,6-7: Ma quando chiedi, devi credere e non dubitare, perché colui che dubita è come un’onda del mare, agitata e mossa qua e là dal vento. Tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore. Dio non agisce secondo i nostri bisogni, ma secondo alla nostra fede; risponde solo a coloro che pregano e credono, non coloro che pregano dubitando; quindi pregare dubitando è come non aver mai pregato. Dio e la nostra fede attiva generano un canale dove il Signore può operare, le due cose si attraggono proprio come si attraggono i poli positivo e negativo di un magnete.  Un’altra scrittura importante è in Marco 11,24, “Quindi vi dico, qualsiasi cosa chiediate in preghiera, crediate di averla ricevuta, e sarà vostra.” Notate come questa scrittura non dice di credere che la riceverete. No! Dice di credere di averla ricevuta. Ciò significa che dovete credere di avere già la risposta, anche prima di possedere fisicamente la risposta. Questa è fede. Molte volte le persone pregano, pensando di credere, mentre in realtà non stanno credendo, ma sperando. Speranza e fede non sono la stessa cosa. Non potete aspettarvi di ricevere dalla speranza ciò che è stato promesso in fede.  Noi esercitiamo la fede tutti i giorni per cose banali, per esempio se ci sediamo in una sedia, non controlliamo prima se potrebbe reggere il nostro peso; ci sediamo e basta, perché abbiamo fede nella sedia che possa reggere il nostro peso, così funziona anche la fede in Dio, dobbiamo semplicemente fidarci di lui senza avere alcun dubbio. Gesù in alcuni episodi di guarigione diceva: <<Avvenga per te secondo la tua fede>> o in altre traduzioni <<Avvenga per te come hai creduto>> (Matteo 8,13). Così le nostre preghiere si esaudiranno a seconda di quello che pensiamo che accadrà, se c’è del dubbio non potrà succedere nulla. Quindi se noi preghiamo anche delle ore, ma nel nostro cuore pensiamo che probabilmente non succederà niente, o abbiamo dei dubbi su di esse, allora non funzioneranno perché senza una sana fede nelle promesse di Dio, non si arriva da nessuna parte. Bisogna avere la certezza che la parola di Dio si compia.

5) LE PREGHIERE SONO IMPEDITE PER LA MANCANZA DI PAZIENZA NELL’ASPETTARE LA RISPOSTA DI DIO

Non è detto che siamo subito pronti per ricevere quello che chiediamo, ma bisogna avere fede che nel momento giusto accadrà nel frattempo si continuerà a pregare con perseveranza. Non bisogna mai stancarsi di pregare, perché è come riempire una cisterna d’acqua che al momento giusto Dio la rilascerà per esaudire la tua richiesta. Gesù insegnò l’importanza di pregare senza stancarsi mai. In Luca 18 si racconta della parabola del giudice iniquo. Questa parabola racconta di un giudice malvagio che non temeva né Dio né gli uomini. Nella stessa città viveva una vedova che si presentava in continuazione da quel giudice per chiedere giustizia di fronte al suo avversario. Il giudice inizialmente non volle dare ascolto, ma poi disse tre se: Anche se non temo Dio e non ho riguardo di nessuno farò lo stesso giustizia a questa donna affinché non venga continuamente ad importunarmi. Gesù fa un contrasto in questa parabola. Se questo giudice malvagio ha accettato la richiesta di questa vedova a forza di insistenze; tanto più Dio non esaudirà forse la richiesta del tuo cuore se gridi giorno e notte verso di Lui? Fai attenzione! Perché potresti essere colpevole di ribellione spirituale non credendo che la risposta di Dio arriverà nel momento opportuno; puoi stare sicuro che quando essa arriverà, sarà in un modo ed in un tempo quando potrà essere più apprezzata. Se quello che chiedi non vale l’attesa, non vale neanche la richiesta. Abramo pregò per avere un figlio e Dio rispose. Ma quanti anni sono dovuti passare prima che egli potesse tenere quel bambino nelle braccia? Ogni preghiera fatta con fede viene ascoltata nel momento che viene elevata, ma Dio sceglie di rispondere nel Suo modo e nel Suo tempo. Nel frattempo Dio si aspetta che gioiamo nella nuda promessa, festeggiando con speranza mentre ne attendiamo il compimento. Se Dio sta tardando, significa semplicemente che la tua richiesta sta accumulando interessi nella banca delle benedizioni di Dio. Ringrazia Dio per la risposta, prima di riceverla. Poiché avete capito che Dio esaudirà le vostre preghiere. Così erano certi i santi di Dio, che egli era fedele alle sue promesse; gioivano prima di aver visto alcuna conclusione. Proseguivano felicemente, come se avessero già ricevuto. Dio vuole che lo ripaghiamo in lodi prima di ricevere le promesse. Infatti l’unica cosa logica da fare e ringraziarlo in anticipo per la risposta. Così facendo dimostrate di aver fiducia nella Parola di Dio. Potreste chiedere, << Come faccio a ringraziare Dio per aver ascoltato la mia preghiera, se non ho ancora visto i risultati? >> Poiché Dio ha promesso la risposta, è sufficiente questo perché voi lo ringraziate. Supponiamo che un uomo di cui mi fido cecamente mi abbia promesso di comprarmi un particolare vestito nuovo, che tanto desideravo, la settimana prossima. Potrei dire: Quando me lo avrai comprato davvero e lo potrò indossare, allora Le sarò grato e la ringrazierò. Ma non La ringrazierò fino a quando non indosserò il vestito nuovo che mi ha promesso”. Certo che non lo direi. Lo ringrazierei immediatamente per il nuovo vestito, anche se non lo ancora ricevuto. Lo ringrazio, perché credo la sua parola sia onesta. Lo stesso vale per Dio. Egli, infatti, promise la risposta alle nostre preghiere, e la Sua promessa è sufficiente a suscitare la nostra gratitudine. Perciò dopo aver pregato e creduto di aver ricevuto la risposta, ringraziate Dio per la risposta. Il passo ancora successivo è quello di mantenere un atteggiamento positivo: Fate sì che ogni pensiero confermi di aver ricevuto la risposta alle vostre preghiere. Non permettete a nessun pensiero negativo di entrare nella vostra mente. Lasciate che la vostra mente asserisca di aver ricevuto la risposta alla domanda posta a Dio. La ragione per la quale dovete mantenere la mente su cose positive è perché i dubbi hanno inizio nella mente. Spesso il diavolo si intromette nelle preghiere per farci dubitare, del tipo: Non penserai mica che solo perché stai pregando per quella cosa la otterrai! Se noi ascoltiamo questa voce, annulliamo l’effetto della preghiera. Una volta che siete riusciti a tenerli fuori dalla mente, riuscirete a tenerli fuori anche dal cuore, perseverando con questo atteggiamento, perché fatta la volontà di Dio, otterrete ciò che vi è stato promesso (Ebrei 10,36). E’ proprio in quest’ultimo passo che molti credenti inciampano. Faranno tutto bene tranne che quest’ultimo passo, perché molti credenti non sanno come combattere il diavolo. Satana si batte contro la mente. La mente è l’arena in cui si combatte questa battaglia, e i credenti spesso devono affrontare questa prova, ma Dio ci ha dato le armi spirituali affinché possiamo sempre battere il Diavolo. Spesso descrivono i credenti in maniera ridicola, come persone deboli che subiscono tutto quello gli arriva di brutto dalla vita. Ma la realtà è ben diversa. Il cristiano è prima di tutto un guerriero, ma non come lo sarebbe un non credente, perché la guerra è spirituale, ci vogliono quindi armi spirituali.     

6)  DARE MAGGIORE POTENZA ALLA PREGHIERA .        

Esistono diversi modi per potenziare la preghiera, uno di questi è il digiuno.  Nella Bibbia è considerato un modo per cercare la faccia dell’eterno; lo scopo dunque non è quello di soffrire la fame, ma quello di dedicare molto più tempo alla preghiera, anche quello che passeresti a mangiare. Noi che siamo fatti di spirito, anima e corpo; e lo spirito e la carne guerreggiano; trascurando la carne per cibare lo spirito ci mettiamo una posizione di vantaggio. Esistono tuttavia molte forme di digiuno, ma l’importante è digiunare con cuore sincero. Nel libro di Isaia si parla del digiuno che deve essere anche accompagnato da opere di misericordia e carità nei confronti dei più bisognosi. Se farai tutto ciò, allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà <<Eccomi!>> (Isaia 58,9). Un altro modo è di pregare insieme con qualcuno, infatti, sta scritto: << se due di voi sulla terra si metterà d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Signore che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro >> ( Matteo 18,19-20). E sempre una cosa buona avere un amico da poter pregare insieme. Se già una sola persona può fare molto con la preghiera; i credenti se sono uniti possono fare ancora di più se ad esempio operano in un contesto come quello di una scuola  pregando e dichiarano che quel luogo appartiene al Signore; parlano di Dio agli altri, testimoniano su come si sono convertiti e come è cambiata la loro vita, allora quel luogo poco per volta inizierà a cambiare: le tensioni e le maldicenze spariranno, come anche i discorsi arroganti e volgari. Ci saranno invece pace, serenità e fratellanza. In altre parole il regno di satana verrà pian piano smantellato e sostituito con il regno di Dio.

IL DISCERNIMENTO

  • Beato l’uomo che ha trovato la sapienza, l’uomo che ottiene discernimento: è una rendita che vale più del argento e un provento superiore a quello del oro (PR 3,13-14) i suoi sentieri conducono al benessere (17)
  • Acqua profonde sono i consigli nel cuore umano, l’uomo accorto le sa attingere (PR 20,5)
  • L’accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno avanti e la pagano (PR 22,3)

Il discernimento è la capacità di distinguere il bene e il male, i buoni consigli dai cattivi consigli, ciò che viene da Dio e ciò che viene dal demonio è quindi la capacità di valutare persone ed eventi alla luce della fede. Tutti quanti dalla nascita abbiamo questa capacità, chi più e chi meno, ma solo con la preghiera e con la conoscenza delle scritture si riesce a svilupparla al massimo, è quindi un dono che lo Spirito Santo offre ai credenti, come scrive Paolo in 1Corinzi 12,10 ed è essenziale nella battaglia spirituale. Chi non crede invece pensa di dover essere lui a decidere ciò che è giusto o ciò che è sbagliato. Questo è stato generato dal peccato originale, quando Adamo ed Eva decisero di mangiare dall’albero della conoscenza del bene e del male, e quindi scegliere deliberatamente di non sottostare a Dio, ma di voler scegliere loro cosa è giusto o ciò che è sbagliato. Il discernimento è una capacità che hanno anche i non credenti, infatti alcune volte anche loro possono decidere o pensare in maniera giusta, ad esempio molti che non credono pensano giustamente che la violenza o il rubare siano cose sbagliate, però potrebbero ritenere giuste altre cose tipo la vendetta, l’odio verso qualche categoria di persone o la pornografia. Quindi solo chi crede e si impegna a sviluppare questa capacità, riesce a distinguere in maniera più completa se una cosa o un consiglio è giusto perché è in linea con la parola di Dio o ingiusto perché contraria, ma ti da anche la capacità di capire il perché Dio fa accedere certe cose nella vita e vedere come Dio ti cammina vicino mostrandoti il piano che ha per te passo dopo passo. Quando noi pensiamo e parliamo mentalmente sono partecipi tre voci. La voce della carne che è sono i nostri pensieri, la voce di Dio e la voce del diavolo. Queste voci sono presenti in tutti, nel Vangelo di Matteo 16,15-23 abbiamo un esempio quando Gesù dopo aver chiesto ai discepoli cosa pensavano le persone di lui, chiede: Ma voi, chi dite che io sia? Qui Pietro che era una persona impulsiva disse: << tu sei la Messia, il figlio di Dio >>. Qui Gesù risponde che non è stata carne e sangue a rivelarlo, ma Dio che lo ha rivelato a te. Pietro anche se non se n’era per niente accorto, ha detto una cosa che proveniva da Dio, è stato Dio che ha seminato nel cuore questa parola, e spesso è così che ci parla. Noi pensiamo che  Dio se ci parla, lo fa in maniera forte e udibile, e ci immaginiamo di emozionarci fortemente sentendo chiaramente la voce di Dio, pensiamo di rimanere esterrefatti. Ma questi sono casi molto rari, Dio usa cose naturali per parlarci, quando ci sentiamo stimolati a fare qualcosa di buono o dire una certa cosa buona, questo è facile che è Dio che ha seminato questo nel nostro cuore e se lo facciamo, abbiamo compiuto la volontà di Dio e ci ricompenserà. Gesù usa l’immagine del buon pastore che chiama le sue pecore, e le pecore riconoscono la sua voce e ascolta il pastore, e se sentono un’altra voce che non sia quella del pastore scappano via. C’è anche l’immagine di quando Gesù tornerà per stabilire il regno di Dio e dividerà le pecore dalle capre. Le capre, a differenza delle pecore sono animali difficilmente addomesticabili e a differenza delle pecore non ascoltano la voce di un uomo. Questa immagine era molto comprensibile per l’epoca che si aveva a che fare molto con il bestiame. Quindi dobbiamo saper riconoscere quando è Dio che ci parla e bisogna analizzare il pensiero per riconoscere se non va in contrasto con la scrittura, e se va in contrasto allora non viene da Dio. Se invece si vuole sentire la voce di Dio, a questo proposito dice la Bibbia: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me (Apocalisse 3,20). Questo sta ad indicare che chi ascolta la voce di Dio e la mette in pratica avrà comunione con lui e questo è importante per la nostra salvezza. Dopo che Pietro rispose così, poco tempo dopo però, quando Gesù disse che dovrà andare a Gerusalemme e li sarà arrestato e ucciso; Pietro sempre in preda alla sua impulsività disse a Gesù che doveva evitare che succedesse tutto questo. Qui invece è la voce di satana che opera, se Gesù avesse ascoltato il consiglio di Pietro, allora non sarebbe morto per i nostri peccati, e quindi non ci sarebbe modo che l’uomo si salvi, ma qui Gesù rispose come se fosse stato satana ad aver detto questo: << Vade retro satana perché tu ragioni come il mondo e non come Dio >>. La logica di satana è quella di pensare a se stessi e non fare la volontà di Dio, che guarda caso è proprio quello che fa chi non crede. Una volta ho letto un articolo che raccontava la storia di una ragazzina a scuola durante la lezione, riceve un messaggio sul cellulare, dove un ragazzo la invita ad incontrarsi in bagno con lei. Lei accetta e ha un rapporto sessuale con quel ragazzo. La cosa si ripete più volte anche con altri ragazzi e così anche le altre compagne la imitano. Fatto sta che i docenti scoprirono tutte queste cose e questa ragazza nell’intervista disse che dentro di lei sentiva una voce che le diceva che non avrebbe dovuto vendersi in questo modo e che è sbagliato fare così. Lei però cercava di non pensarci e reprimeva questa voce. Preferiva ascoltare la voce che diceva di continuare a fare così, perché smettere? Non è quello che vuoi e non ha senso porsi dei limiti, è meglio inseguire il piacere. Questo è un esempio di come si presentano la voce di Dio e la voce di satana. In questo caso continuare la strada di quella ragazza porterà solo ad allontanare i ragazzi seri, quelli che potrebbero veramente amarla e non usarla, e salvo che non si cambi mentalità ci si ritroverà soli e presi in giro da tutti. Anche i non credenti o chi è di un’altra religione ha la coscienza di Dio nel proprio cuore, fa parte della natura umana e anche chi non è credente senza rendersene conto può fare la volontà di Dio, ma senza credere in lui sarà molto più difficile che segua quella voce, perché si tenderà sempre a seguire quello che sembra facile ed egoistico per questo che la fede in Dio è importante perché si è sicuri che la nostra coscienza, unita alla conoscenza delle scritture è la voce giusta da seguire. Quindi se si hanno pensieri cattivi, riconosci che vengono da satana e cacciali via dalla tua mente e non ti procureranno danni. Il diavolo con le persone che non credono in Dio opera a manica larga, può dire: vendicati, ruba, fai quello, fai questo, mette in testa ogni cosa malvagia e chi non crede accetta sempre e in questo modo diventa un suo schiavetto. Ma se invece una persona crede allora si trova più in difficoltà perché ha nel cuore la parola di Dio, e tenterà di fare la stessa cosa ma poche volte ci riuscirà. Satana però punta anche a cercare di abbatterci moralmente, cercando di farci abbassare l’autostima, tutti i pensieri del tipo: Non ci riuscirò mai, sono un fallito, non valgo niente, non combinerò nulla nella vita;  Queste sono le cosiddette bugie di satana e solo con la parola di Dio si possono smascherare. Dobbiamo bloccare questi pensieri negativi e riconoscere che vengono dal nemico, rispondendo quindi che ogni cosa è possibile in Cristo che mi fortifica (Filippesi 4,13). Chi invece non usa la parola di Dio finisce per credere a queste cose e più saranno frequenti questi pensieri e più influenzeranno la nostra personalità. Se noi teniamo un bicchiere d’acqua per un minuto non succede nulla, se lo teniamo per un ora avremo il braccio che ci farà male e se lo terremo un giorno intero il braccio sarà paralizzato; allo stesso modo agiscono i pensieri negativi in noi. Le persone che non hanno cecità spirituale riconoscono la voce di Dio e la voce di satana, quindi dal punto di vista biblico non sono cieche, ma vedenti. Dal momento che sono vedenti  nello spirito potranno togliere la pagliuzza negli occhi degli altri. Solo quelli che vedono spiritualmente possono dire in profondità cosa c’è che non va nei comportamenti delle persone e come aiutarle a liberarsene, uno cieco che ha una trave nell’occhio non lo può fare, e se vuole farlo pur essendo cieco spiritualmente è uno stolto (Matteo 7,3). Se un cieco guida un altro cieco, entrambi cadranno nel burrone. La voce di Dio la sente anche quando una persona non credente fa qualcosa che sa nel proprio cuore che è sbagliata, come può essere rubare, partecipare a truffe, tradimenti, ecc … La prima volta si farà sentire per rendersi conto del male e portarlo al ravvedimento, ma se non si ascolta quella voce la seconda volta, si farà sentire ma meno incisiva. Dalla terza e quarta in poi non sentirà più nulla, perché inizierà a vedere quel modo di fare una cosa normale. Diventerà completamente insensibile alla voce di Dio, che purtroppo ne prenderà atto e lo lascerà nel suo peccato. Le persone che arrivano a quel punto peccano senza un minimo di risentimento, anzi provano gioia nel peccare, così il diavolo prenderà sempre più il sopravvento su quella persona e inizierà a parlare e a fare tutto ciò che è male a Dio in tutti gli ambiti della vita. Una persona che ha un ottimo discernimento riesce addirittura a distinguere se una persona è malvagia, anche se esternamente potrebbe sembrare buona, riesce a vedere l’ipocrisia e il finto buonismo della gente che magari dicono cose giuste, ma in realtà fanno l’opposto o dichiarano di compiere opere buone ma in realtà tramano qualcosa di losco sopra. Chi ha molto discernimento percepisce che c’è qualcosa che non va e si tiene alla larga o riesce a smascherarla. C’è anche un discernimento per capire ciò che viene da Dio e ciò che viene da satana. Tempo fa in India c’era un guru che attirava molta gente e faceva diversi discepoli attorno a lui, il suo nome era “Sai Baba”. Si diceva che faceva miracoli, come far apparire oggetti dal nulla;  parlava di amore, faceva delle raccolte fondi per le persone bisognose, ma che alcuni testimoni  affermavano che in realtà di soldi a loro ne arrivavano bei pochi rispetto a quanto riusciva incassare. Il fatto che si diceva che faceva molti miracoli aveva attirato alcune persone dall’occidente e a loro si dichiarava Gesù tornato del cielo. Alcuni cristiani gli credettero e arrivarono in India per incontrare questo guru. Spesso erano persone fragili che passavano un periodo difficile, e durante questi incontri privati li prometteva miracoli nella loro vita e li convinceva a consacrarsi a lui. Per chi accettava, organizzavano uno strano rito, dove chi si voleva consacrare tra l’altro, doveva mangiare una polvere bianca. Dopo di che tornavano a casa e s’incontravano con altri suoi discepoli nelle sedi sparse nel mondo. I problemi però non si risolvevano, anzi, peggioravano. La polvere bianca che aveva ingerito senza porsi troppe domande erano polveri di ossa dove venivano fatti dei riti esoterici sopra.  Questa è la testimonianza di una persona che ha fatto tutto questo e si è trovata posseduta da un demone. Qualcuno potrebbe pensare: come si faceva a capire che era un impostore? Con un minimo di discernimento ci si arrivava. Prima di tutto un buon credente deve sapere che Gesù non tornerà di nuovo tramite una nascita carnale come è già avvenuto per mezzo di Maria, la madre di Cristo. Lui tornerà nella sua gloria per stabilire il regno di Dio sulla terra. Gesù non può rinascere di nuovo perché tecnicamente è risorto e quindi è vivo. Quindi nessuna persona può dire di essere Gesù senza essere automaticamente un impostore. C‘è anche un altro elemento importante per distinguere gli impostori: Gesù quando faceva i miracoli, li faceva sempre per far opere buone per la gente e non dei giochetti inutili, solo per far spettacolo e glorificarsi, come satana nella seconda tentazione, quando gli chiedeva a Gesù di buttarsi nel burrone perché tanto gli angeli lo avrebbero sorretto. Lui rispose, sta scritto: << non tentare il Signore Dio tuo >> (Luca 4,12). Inoltre ha anche messo in guardia da eventuali falsi profeti o falsi messia, perché in molti verranno nel mio nome, ma dai frutti si riconosce l’albero (Matteo 7,16), da quello che dice e fa una persona si capisce se è una persona che è stata mandata da Dio. Quindi anche se una persona fa effettivamente dei miracoli, neanche li non è detto che vengono da Dio, infatti il Signore concede in rari casi che anche chi non ha un cuore buono faccia miracoli per poter mettere alla prova i figli di Dio affinché abbiano discernimento per capire che quel fenomeno non viene da Dio. Da non dimenticarsi che anche Satana sempre sotto i limiti che gli concede Dio può agire nel soprannaturale, e nella Bibbia ci sono anche delle scritture che parlano dell’Anticristo, ovvero colui che dopo aver completato un governo mondiale, si spaccerà per Gesù, facendo anche vari miracoli, in modo che chi non avrà sufficiente discernimento verrà ingannato. Infatti è proprio chi non ha discernimento che finisce di seguire falsi profeti e false  dottrine. La scrittura ci mette in guardia a non prestare fede ad ogni spirito, ma mettere alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio (1Giovanni 4,1). Come facciamo a capire se la natura di un fenomeno, di un predicatore o di una corrente di pensiero viene da Dio o dal demonio? È possibile essere ingannati perché non vengono mostrandosi malvagi, altrimenti la gente scapperebbe e si vedrebbe troppo chiaramente che si tratta di un falso profeta. Infatti come fanno anche satana e i demoni si mascherano in angeli di luce (2Corinzi 11,14), ma con il discernimento possiamo distinguere quali sono da Dio e quali no.  Ogni spirito che riconosce Gesù, venuto nella carne, è da Dio; Ogni spirito che non riconosce Gesù, venuto nella carne, non è da Dio (3). Se ad esempio quella corrente che dice che tutte le religioni portano a Dio oppure che non bisogna per forza dare la vita a Gesù Cristo, il Signore perdonerà tutti e andremo tutti in cielo; se non onora Gesù Cristo viene dal diavolo. Quindi bisogna fare attenzione ed avere il giusto discernimento per distinguere ciò che viene da Dio o dal diavolo.

REQUISITI PER FARE OPERE BUONE GRADITE A DIO

  • Agli occhi dell’uomo tutte le opere sembrano pure, ma chi scruta gli spiriti è il Signore (PR 16,2)
  • Molti sono gli adulatori dell’uomo generoso, e tutti sono amici di chi fa doni (PR 19,6)

Noi tutti sappiamo che fare opere buone è giusto e riflette l’amore che abbiamo per il prossimo che a sua volta proviene dall’amore che abbiamo per Dio. Bisogna però fare molta attenzione alle opere che compiamo. Ci sono infatti, tre requisiti perché un’opera sia gradita a Dio. Senza questi requisiti cadiamo nel peccato di ipocrisia, e non si riceverà nessuna ricompensa dal cielo per quell’opera. Prima di tutto deve essere un’opera fatta con gioia e senza risentimento. Ad esempio se diamo un’elemosina a un povero che magari è un po’ insistente e poi pensiamo: Ah cavoli, con quei soldi però avrei potuto comprare quello e quell’altro e ci sentiamo scocciati per aver donato qualcosa a qualcuno; devi sapere che donare con questo spirito è sbagliato, piuttosto è meglio non donare niente, non dobbiamo sentirci obbligati a farlo; Dio non vuole degli schiavi, ma degli amici. Quindi ciascuno dia secondo quanto ha deciso il suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia (2Corinzi 9,7). Se si tratta di un servizio o un aiuto richiesto non farlo con un tono scocciato, ma con amore perché così è gradito a Dio e così fa stare bene anche a noi. Il secondo requisito è dare senza contraccambio. Se diamo dei soldi a qualcuno o aiutiamo una persona e lo facciamo per poi aspettarci che anche l’altra persona faccia lo stesso con noi, allora non è un opera che Dio potrà darti una ricompensa nei cieli perché in quel caso fai del bene solo per poterlo ricevere, come se ci fosse uno scambio di merci, e questo sono le tipiche cose che fanno le persone che non credono; dare e poi pretendere di ricevere. Ho sentito tante volte dire: <<Nessuno fa niente per niente>>; questo è quello che pensa il mondo. Fare opere buone ma solo per ricevere qualcosa in cambio o per interessi. Nicolò Machiavelli, nei suoi libri insegna che il fine giustifica i mezzi. Se dunque per raggiungere un obbiettivo bisogna fare del male, allora non bisogna avere scrupoli per fare del male. Ma se per un obbiettivo bisogna fare del bene, allora ben venga anche fare del bene. Quello che ci sarà dietro a quella opera buona non sarà l’amore, ma solo interessi. Non fare opere buone solo per averne vantaggio personale perché se dai qualcosa a qualcuno e sai che lui non potrà mai restituirti il favore allora sarà Dio a darti la ricompensa, dare dei soldi a un bisognoso è come fare un prestito a Dio, e lui te lo restituirà con gli interessi, la stessa cosa vale per un servizio; infatti è bene sapere che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà (2Corinzi 9,6). Se faremo molte opere buone, raccoglieremo molto frutto, al contrario se faremo poche opere buone, raccoglieremo ben poco. La terza cosa è fare le opere dando sempre gloria a Dio e non fare in modo di prenderci la gloria noi. Se noi facciamo un’opera buona davanti a degli altri credenti e quando lo facciamo, ci sentiamo complimentare per l’opera compiuta e ci vantiamo per il fatto di essere più buoni di altri allora sarà già quella la ricompensa perché in quel caso facciamo un’opera buona solo per sentirci dei complimenti; non per  amore e fare un’opera in onore a Dio. Perché in questo modo il nostro cuore si riempirà di orgoglio e inizieremo a sentirci più buoni e più giusti degli altri, perdendo così il valore dell’umiltà, rischiando di cadere nella superbia. Quando si fa un offerta piuttosto è meglio essere da soli, così nessuno si potrà complimentare con noi. Ma Dio che vede anche ciò che è nascosto ci darà la ricompensa. È meglio ricevere onori da Dio che agli uomini.  Se invece ci troviamo con persone non credenti e in quel caso fare un’opera buona non ci porterebbe a ricevere complimenti allora è meglio farla per dare l’esempio e se si ricevono critiche, non sono da prendere in considerazione. Sono da prendere in considerazione solo le critiche di chi è giusto e segue la parola di Dio. Se riceviamo dei grazie bisogna rispondere che deve piuttosto ringraziare Dio perché è stato lui aver fatto l’opera buona attraverso me è quindi è lui che bisogna ringraziare In questo modo inviti gli altri a dare gloria a Dio e questo è buono. Per evitare che il vostro cuore non diventi superbo dite anche: tutto quello che ho fatto, voi lo potete fare meglio. Queste sono le opere gradite a Dio. È giusto compiere opere buone, bisogna però vedere le motivazioni che ci stanno dietro e queste opere. Quando qualcuno compie opere buone, ma lo fa non rispettando queste tre regole, nel linguaggio biblico si chiamano “le opere della carne”. Purtroppo ci sono molti cristiani che offrono a Dio queste tipo di opere, ma non sono gradite a lui, e sono una pessima testimonianza davanti al mondo ed è per questo che molti atei pensano che i cristiani siano ipocriti, ma i veri credenti fanno le opere rispettando questi requisiti e sono di una grande testimonianza davanti al mondo. Arriverà il giorno, come dice anche il Vangelo, che alcune persone si presenteranno a Dio dicendo che hanno creduto in lui e che hanno compiuto delle opere buone. Lui però risponderà: << si è vero, le avete fatte, ma solo per glorificarvi o per interessi personali e non per amore e la mia gloria >>. Dirà poi a loro:  << Via da me, gente che operate l’iniquità >>. Gesù disse: senza di me non potete far nulla (Giovanni 5,5). A questo punto un non credente potrebbe dire: <<Come sarebbe a dire che senza Dio non posso fare nulla; anche io posso fare delle opere buone, non sono una prerogativa del cristianesimo>>. Certamente che anche un ateo può fare delle opere buone, ma quello che Gesù intende è fare opere buone gradite a Dio. Per ogni opera che si fa bisognerebbe analizzare qual è il motivo che stimola a compiere questa opera. Ad esempio se è per  amore o per interessi o vanagloria? Se è per amore per i prossimo va bene, ma se non è per quello allora è ipocrisia.