
LETTERE PAOLINE
La teologia di Paolo si è sviluppata secondo una linea continua, ma si è realmente sviluppata sotto l’impulso dello Spirito che dirigeva il suo apostolato; tale evoluzione omogenea egli l’ha guidata a quella pienezza di cui la lettera agli Efesini è la suprema espressione preceduta dalla sua visione della salvezza per la fede in Gesù espressa in modo irruento nella lettera ai Galati ed in forma più sistematica nella lettera ai Romani. I suoi scritti riflettono il suo cuore ardente per il Signore e un’intelligenza lucida e logica, preoccupata di esporre la fede secondo i bisogni dei suoi uditori. A ciò dobbiamo quei meravigliosi sviluppi teologici con cui egli riveste il kerygma. Le lettere di Paolo non sono quelle di un letterato professionista, ma sono scritti affettuosi di un pastore tutto dedito all’evangelizzazione e alla cura delle sue comunità. Quindi per comprendere i suoi scritti dobbiamo entrare in questa visione pastorale intenta a rispondere a particolari problematiche della prima Chiesa e allo sviluppo della fede cristiana.
I DESTINATARI
Pertanto i suoi scritti non hanno lo scopo di essere dei tratti di teologia, ma sono le lettere che Paolo scrive a soggetti con scopi ben precisi:
- La maggior parte delle lettere sono destinate alle comunità che ha fondato con lo scopo di prendersi cura di loro dal punto di vista dottrinale e spirituale. Non mancano quindi anche i rimproveri e le riprensioni quando le comunità hanno degli elementi di discordia con i suoi insegnamenti.
- La lettera ai romani è l’unica destinata a una comunità non fondata da lui, ma si trova in esso tutti i contenuti della sua dottrina che è stato un buon contributo per l’arricchimento dell’insegnamento cristiano.
- Alcuni altre lettere sono indirizzate a persone singole come quella a Filemone e quelle a Tito e Timoteo, anche se quest’ultime due toccano tematiche di interesse di tutta la comunità.
I SUOI COLLABORATORI
Per garantire la crescita delle Chiese, Paolo si aiutava costituendo collaboratori di vari tipi. Negli Atti e nelle lettere paoline ricorrono un centinaio di nomi di persone collegate all’apostolo a diverso titolo e con diverse funzioni. Essi partecipano all’attività di predicazione e insegnamento e collaborano alla stesura dei suoi scritti. Anche se scritte in occasione e per lettori diversi, contengono una stessa dottrina fondamentale, centrata intorno al Cristo morto e risorto, ma che si adatta, si sviluppa, si arricchisce nel corso di tutta una vita. Per gli antichi era comune attribuire uno scritto ad un autore anche se questo non era stato scritto direttamente da lui, ma da discepoli o dalla sua scuola di pensiero o sotto dettatura parola per parola o solo il senso del contenuto, poi rimaneggiato liberamente da “scribi”. Prova di questo si trova in Rm 16,22 dove l’amanuense, o segretario, di nome Terzo, aggiunge i suoi saluti a quelli di Paolo dopo aver scritto La lettera ai Romani. Per evitare falsificazioni, Paolo aggiungeva un breve saluto di suo pugno come segno di garanzia e di affetto. Lo troviamo in 2 Ts 3,17; 1Cor 16,21-24; Gal 6,11; Fm 19-25.
LA DIFFICILE INTERPRETAZIONE
Ecco alcuni motivi che hanno contribuito a rendere gli scritti di Palo difficili da interpretare.
Storico: Difficoltà per il materiale a disposizione, per la scrittura che non permetteva un’ampia esposizione, ma solo sintesi; per la dettatura che non sempre era facile sia per colui che dettava che per lo scrivente, e per il tempo impiegato che richiedeva più interruzioni a scapito della comprensione. Riprendere uno stesso tema non era sempre facile con il rischio di frammentazione e non buona concatenazione.
Tecnico: Sono lettere indirizzate a chiese particolari e quindi non era il loro scopo trattare sistematicamente questioni dottrinali in modo completo, ma solo rispondere a problematiche particolari e ristrette
Contenuto: Sono una sintesi del messaggio cristiano e ancora non erano stati sviluppati nuovi termini “tecnici” e teologici per spiegare la dottrina come lo possiamo ora; siamo agli inizi del pensiero cristiano
Gli studi: In seguito ai sui studi passati, aveva acquisito nel tempo un modo di scrivere alquanto forbito e risulta di non facile comprensione
Antico testamento: Paolo ricorre sovente all’uso di citazioni del vecchio testamento, quindi per comprendere i testi di Paolo è necessaria anche una conoscenza di quei testi
Spiritualità: Paolo parla di concetti spirituali che solo chi ha una maturità spirituale può comprendere. Paolo stesso riferendosi alla scrittura dice: Esse sono follia per lui e non è capace di intendere, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito (1Corinzi 2,14).
Pietro, conoscendo Paolo e i suoi scritti riconosce la difficoltà di interpretazione e lo dice chiaramente in una delle sue lettere:
“La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina.” (2Pietro 3,15-15)
LO SCHEMA DEGLI SCRITTI
Le lettere hanno uno schema comune:
• Una introduzione che consiste in un saluto, il nome del mittente e del destinatario;
• Il messaggio o corpo della lettera;
• Saluto finale come firma del mittente.
Nelle nostre Bibbie le lettere sono classificate in ordine decrescente secondo la grandezza e l’importanza delle Chiese alle quali furono dirette, non secondo l’ordine cronologico.
Seguiamo qui l’ordine cronologico, per quello che ci è possibile, per comprendere meglio lo sviluppo del pensiero di Paolo.
1- La speranza del regno
• la parusia: anno 51- Prima e Seconda lettera ai Tessalonicesi
2- La salvezza per la fede in Gesù Cristo
• giustificati dalla fede e non dalle opere: anni 56-58- Prima e Seconda lettera ai Corinzi- Lettera ai Galati- Lettera ai Filippesi- Lettera ai Romani
3- Gesù Signore del mondo e della storia
• lettere dalla prigionia: anni 61-63- Lettera ai Colossesi- Lettera agli Efesini- Lettera a Filemone
4- Custodire il deposito
• lettere pastorali circa la vita comunitaria e la fedeltà: anni 65-67- Lettera a Tito- Prima e Seconda lettera a Timoteo
LA LETTERA AGLI EBREI
Da come si vede dallo schema manca la lettera agli ebrei, questo perché essa non è attribuibile a Paolo. Infatti tutte le sue lettere portano nell’intestazione il nome di Paolo, a volte assieme ad altri, mentre la lettera agli Ebrei è senza mittente e senza destinatari precisi. Effettivamente la lingua, lo stile, il modo di citare e utilizzare l’Antico Testamento è diverso da quello presente nelle altre lettere. Non si può però negare un influsso del pensiero paolino. Per questo oggi tale scritto è attribuito alla cerchia dei collaboratori di Paolo o a quella dei collaboratori di Giovanni.
LE LETTERE CATTOLICHE

Le lettere cattoliche, più brevi ma non meno importanti sono nominate così perché sono di universali, ovvero, non indirizzate unicamente a una sola Chiesa ma un messaggio generalizzato a tutti i cristiani del mondo greco-romano. In questa categoria troviamo la lettera di Giacomo, le lettere di Pietro, di Giovanni e la lettera di Giuda.
STRUTTURA DEGLI ARTICOLI
- CONTESTO STORICO
Prima di prendere in esame la lettera, vedrete la situazione storica della città dove è presente la comunità cristiana destinataria dell’epistola. Come è nata la comunità e le sua caratteristiche peculiari, le sue potenzialità e debolezze. Eventualmente anche il botta e risposta fra Paolo e la comunità
- CONTENUTO
Come seconda cosa di analizza il motivo dello scritto in base alle problematiche della comunità, lo scopo dello scritto e il suo contenuto.
- NOTE CARATTERISTICHE
Quando si affronterà l’analisi di ogni epistola ci sarà anche la voce: Note caratteristiche. Sarebbe un riassunto sistematico di ogni lettera cercando di estrapolare il significato più profondo di ogni parte, tralasciando il contorno. Possono anche essere uno spunto di riflessione, anche se consiglio un’ulteriore lettura personale della intera epistola.