Le origini della paleastronautica non derivano dalla scienza o dagli antichi manoscritti sparsi nel mondo come i suoi sostenitori pensano ma bensì dalla fantascienza. Andiamo ora a ricostruire in ordine cronologico, partendo dagli anni 20 del novecento lo sviluppo di questa teoria, dalla sua forma primordiale ad oggi.
ANNI 20
Il primo barlume di questa teoria la troviamo in alcune opere di H.P. Lovecraft scritte intorno gli anni 20 del novecento. L’autore ci tenne a precisare che le sue opere furono solamente frutto della sua fantasia e in nessun modo cercò di convincere qualcuno delle veridicità scientifiche dei suoi romanzi.
ANNI 60
Negli anni 60, negli U.S.A due astrofisici: Carl Sagan e Iosif Shklovskii fecero un’ipotesi basata su calcoli statistici secondo cui saremo stati visitati sicuramente da qualche forma di vita aliena intelligente; questo calcolo matematico è chiamato “l’equazione di Drake”. Siamo quindi negli anni 60 e l’astrofisica nel frattempo è progredita, all’epoca non si tenevano conto di diversi fattori e variabili indispensabili per la vita. Un astrofisico di oggi non darebbe una assoluta certezza a una presunta visita aliena nel passato. I due astrofisici sostennero anche che i sumeri, la più antica civiltà umana, furono proprio loro i destinatari di un contatto alieno e a imparare molto da loro, favorendo di fatto lo sviluppo di questa antica civiltà comparsa nel nulla, completamente formata. Come prova di questo contatto i due astrofisici presentarono un sigillo sumero, il famoso VA243. Questo sigillo raffigura una stella a sei punte, interpretati come il sole e 10 puntini attorno, che raffigurerebbero 10 pianeti, quelli da noi conosciuti più il pianeta degli alieni, Nibiru. Inoltre sapevano che è il sole al centro del sistema solare. Queste conoscenze astronomiche così avanzate non sarebbero state possibili senza l’aiuto di una civiltà aliena avanzata. Questo è un esempio di fantarcheologia. Il sigillo che viene presentato come la raffigurazione del sistema solare è negata dai sumerologi: il simbolo al centro del sigillo, di cui viene erroneamente identificato con il sole, ha in realtà un significato completamente diverso in quanto il sole veniva raffigurato in tutt’altro modo, oltre al fatto che i puntini attorno scambiati come pianeti non corrispondono né alle dimensioni, né alle posizioni all’interno nel sistema solare. Nei sigilli di argomento astronomico secondo tutti gli esperti di settore, si vede chiaramente il sole, rappresentato con il disco SHAMASH, simbolo del Dio sumero del sole[1] e i pianeti solo fino a Saturno.[2] Possedevano una conoscenza primitiva del cosmo in linea con l’epoca. Nonostante queste prove i sostenitori della teoria dell’antico astronauta usano spesso questa argomentazione per sostenere introdurre l’ipotesi aliena. I sumerologi moderni sono concordi con il fatto che lo sviluppo della civiltà sumerica avvenne non in maniera fulminea, ma in maniera graduale come tutte la altre civiltà, dimostrando tutto ciò mediante fonti e prove archeologiche.[3] Ad esempio secondo gli studi dell’archeologa Denise Schmandt-Besserat la scrittura sumerica cuneiforme comparve per la prima volta intorno al 8000 A.C. in forma molto primordiale, con la possibilità di scrivere solo pochi vocaboli. Lo sviluppo della scrittura si completò intorno al 2000 A.C. con la possibilità di scrivere qualunque cosa compresi i componimenti poetici.
Sempre negli anni 60 in Europa troviamo altri 2 personaggi: Louis Pauwels e Jacques Bergier. Scrissero una monografia chiamata “il mattino dei maghi” che divenne un bestseller e fondarono una rivista chiamata “planet”. Questi due autori nella loro rivista citano i romanzi fantascientifici di Lovecraft come se fossero resoconti di fatti reali, come per esempio un presunto oggetto metallico a forma cubica attribuita a una ricetrasmittente aliena (“cubo” di Gurlt). Una prova di qualche visita da parte di civiltà extraterrestri. Se si approfondisce il caso in realtà si tratta di un normale meteorite ferroso che non ha nemmeno una forma cubica.[4] Furono loro per primi a introdurre o comunque alimentare dei concetti ancora presenti e sulla bocca di tutti i fan e divulgatori di paleastonautica, quali la dicotomia tra scienza ufficiale e scienza alternativa. Loro ovviamente si presentano come scienza alternativa cercando una contrapposizione con gli scienziati che non condividono le loro idee, ma allo stesso tempo, agli occhi del lettore, dare una legittimità alle loro idee, come se credere alla vera scienza, dimostrata con esperimenti e prove sia equiparabile alle loro teorie senza un briciolo di prova credibile. Il secondo concetto che introdussero per la prima volta è quello sulla apertura mentale. Le persone disposte a credere in questa teoria “alternativa” possono essere considerate aperte di mente, dando quindi una connotazione positiva e un pregio a chi almeno non esclude a priori queste tesi. Gli scienziati o i teologi che non credono alla teoria dell’antico astronauta vengono additati come “chiusi di mente”, una di quelle parole studiate per offendere e attaccare chi non si allinea a questa ideologia. Non è una questione di essere aperti o chiusi di mente, ma se una persona ha la certezza che la teoria dell’antico astronauta è una totale falsità non si può parlare di chiusura mentale. Un esempio banale: se indossi una maglia di colore rosso è certamente un dato oggettivo e nessuno può dirti che devi essere aperto di mente e non escludere che la maglia che indossi sia verde. Di fronte all’evidenza, i discorsi sull’apertura mentale sono inefficaci.
DAGLI ANNI 70 A 90
Dopo gli anni 60 compare sulla scena lo svizzero Erik von Daniken, autore di 17 libri, uno dei maggiori contributori della paleastronautica. Fu lui tra i primi a sostenere la manipolazione genetica da parte degli alieni per creare l’uomo e a dichiarare come gli angeli e gli dèi citati nella Bibbia siano in realtà alieni. Essi sarebbero stati adorati come dèi dal genere umano per le loro immense conoscenze tecniche, delle quali resta una velata tradizione nei miti. Anche alcune apparizioni mariane, comprese quelle celebri di Fátima, si possono spiegare per von Däniken in chiave ufologica. L’autore parla di come tutti i monumenti antichi extra europei sono opera di alieni. Le opere europee come il Partenone o il Colosseo sono opere umane, ma le piramidi no, non è possibile che siano opere umane. Come a dire che solo gli europei furono i grado di costruire qualcosa di grande, tutti gli altri no! Di conseguenza sono stati gli alieni Qui abbiamo un sotto di razzismo. Nel 2013 avvenne un colpo di scena: Alla trasmissione “Ancient alien” di History Channel, andata in onda in Italia come: Enigmi alieni, Daniken dichiarò apertamente di essere un credente cattolico che prega ogni sera. Una dichiarazione che va in aperto contrasto con tutto quello che in tutta la sua vita ha scritto. Leggendo la storia della sua vita si scopre che come primo lavoro fece l’impiegato in un albergo, un lavoro per lui frustrante e poco gratificante che lo spinse a lanciarsi come scrittore e trovò nella paleastronautica un trampolino di lancio per un facile e sicuro successo editoriale, ma evidentemente nemmeno lui credeva sul serio a ciò che scriveva per questo ha tenuto sempre in conto la possibilità di seguire intimamente il cattolicesimo.
Negli stessi anni in Italia abbiamo Pier Domenico Colosimo in arte Peter Kolosimo, scrisse anche lui dei bestseller tradotti in varie lingue e nelle sue opere troviamo contenuti di pseudo scienziati e autori di fantascienza come se fossero tutti fonti attendibili, compresi i romanzi di Lovecraft.
Zecharia Sitchin fu uno dei principali autori di paleastronautica. Nelle sue opere si presenta come studioso di lingue antiche come l’ebraico biblico e il sumerico cuneiforme. In particolare nelle tavole sumeriche tradotte da lui si possono trovare racconti di varie visite aliene che i sumeri chiamarono Annunaki. Da lui deriva la storia del pianeta Nibiru, un corpo celeste che gira attorno al nostro sole e ogni 3600 anni passa vicino alla terra creando cataclismi a causa della sua forza gravitazionale, fu a motivo di uno di questi passaggi che avvenne il diluvio universale. Il punto di vista di Sitchin non è supportato da alcuna prova scientifica, e la sua speculazione non viene considerata attendibile per via dell’assenza di prove a sostegno. Sitchin è stato smentico ampiamente anche dal punto di vista scientifico: Il professor Ronald H. Fritze, storico americano, raccolse tutti gli errori di Sitchin e scoprì non erano semplici prove mal interpretate, ma eri e propri inganni volutamente architettati e studiati per portare al lettore a credere nei suoi libri. Dimostrò quindi che non era in buona fede. Dal punto di vista letterale riguardo le traduzioni del sumerico e dell’ebraico sono state ampiamente smentite da studiosi qualificati come il professor Heiser, qualificato in molte lingue semitiche con vari master, ha insegnato al college dal 1992 ed è lo studioso in Residence for Logos Bible Software. Secondo Heiser, Zecharia Sitchin era talmente ignorante di ebraico biblico che anche uno studente del primo anno poteva correggere i suoi errori, per quanto riguarda il sumerico era buio totale, nel senso che le sue traduzioni erano completamente inventate e in un incontro con altri competenti in materia videro che non era nemmeno in grado di consultare un dizionario di sumerico. I testi sumerici sono stati traslitterati e messi in rete, da lì si può vedere che non compare nemmeno la parola Annunaki. Sitchin non tentò mai di confutare le argomentazioni di Heiser, sia quelle linguistiche che quelle archeologiche, nonostante Heiser lo sfidasse a farlo. Come ciliegina sulla torta, il professor Heiser pubblicò un sito web contenenti molti errori di Sitchin (www.sitchiniswrong.com). Lorenzo Verderame, docente di assiriologia dell’università di Roma “La Sapienza”, ha dichiarato in proposito: «Nel mondo accademico non vi è alcuna considerazione dei lavori di Sitchin ed il suo nome, quale autore di opere pseudo-scientifiche, è pressoché sconosciuto. A prescindere dalla generale chiusura degli ambienti accademici, non esistono lavori di Sitchin che possano ritenersi scientifici, per varie ragioni. Sitchin, come altri autori del genere, costruisce le sue teorie sulla traduzione di passi e non sull’interpretazione del testo originale.»[5]
OGGI
Corrado Malanga è un ufologo che studia i presunti avvistamenti o rapimenti alieni sulla terra. È anche un sostenitore della paleastronautica. In uno dei suoi studi parla di un testo sacro risalente all’antica India dove vengono descritti una serie dei veicoli volanti dotati di una elevata tecnologia. L’aereonautica indiana avrebbe studiato questi testi per progettare nuovi prototipi. A smascherare tutto questo è stato un sadaka, un praticate di discipline spirituali indiane, titolare del canale youtube “wonnabeBuddah”: Quelli che vengono presentati come testi antichi sono in realtà molto recenti, all’incirca degli anni 60. Questi testi sono stati esaminati dell’aereonautica indiana, ma quelle che è venuto fuori è tragicomico. Questi testi sono solo una ridicola accozzaglia di elementi fantascientifici privi di ogni principio aereonautico o spaziale; sono di fatto senza base scientifica e anche se costruiti non potrebbero mai volare. Ci sono in alcuni testi antichi descrizioni di città volanti trainate da cavalli, ma si tratta di mitologia e simbolismi che solo gli esperti del settore conoscono. Non si trattano sicuramente di astronavi.
Attualmente il divulgatore di paleastronautica più popolare è Mauro Biglino, autore di numerosi libri e contenuti multimediali che grazie al suo carisma sono diventati dei bestseller. Biglino fa utilizzo dei libri scritti dai suoi predecessori, in particolare Sitchin per applicare la chiave di lettura ufologica alla Bibbia. Tutto questo nonostante, i suoi predecessori siano già stati ampiamente confutati da importanti accademici sia dal punto di vista archeologico che linguistico. Biglino parla anche di testi extrabiblici prendendo per buone la narrazioni già ampiamente smentite come quella di Corrado Malanga sugli UFO indiani e i racconti di Sitchin sugli Annunaki; tutto questo per dire che gli antichi, nelle diverse parti del mondo e nelle diverse culture ci raccontano tutti la stessa storia.
[1] SHAMASH in “Enciclopedia dell’ Arte Antica” (treccani.it)
[2] Le cronache terrestri rivelate – I segreti del passato sono la chiave del futuro, Milano, Edizioni Piemme, 2011, (The Earth Chronicles Handbook, Bear & Company, 2009).
[3] Andrea Jacopo Sala, un paleoantropologo che ha pubblicato delle sue ricerche riguardo l’evoluzione del medio oriente dalla preistoria all’avvento dei sumeri.
[4] La pseudostoria e le prove – Cùscito, ergo sum (cuscito.it)
[5] Le civiltà mesopotamiche, Zecharia Sitchin e Nibiru – Intervista esclusiva al Prof. Verderame, su eclisseforum.it. URL consultato il 20 luglio 2011 (archiviato dall’url originale il 25 marzo 2012).