Questa parte della Bibbia è molto importante per i sostenitori di questa teoria perché la ritengono la prova schiacciante del fatto che ELION e YHWW non sono la stessa entità. Partendo da questo si arriva ad altre conclusioni fondamentali quindi smontando questi versetti buona parte della teoria cade. Riporto qui i versetti dal 7 al 10 e analizzeremo l’interpretazione di Biglino e in seguito il mio commento:
[7]Ricorda i giorni del tempo antico, medita gli anni lontani.
Interroga tuo padre e te lo farà sapere, i tuoi vecchi e te lo diranno.
[8]Quando l’Altissimo divideva i popoli, quando separava i figli dell’uomo,
egli stabilì i confini dei popoli secondo il numero dei figli Israeliti.
[9]Perché porzione del Signore è il suo popolo, Giacobbe sua parte di eredità. [10]Egli lo trovò in terra deserta, in una landa di ululati solitari.
INTERPRETAZIONE DI BIGLINO:
Secondo la teoria in questa parte della Bibbia si vuole evocare un importante evento avvenuto in un lontano passato: In quel tempo gli alieni già presenti in quel momento in medio oriente capitanati dal generale ELION decisero di organizzarsi per suddividere ulteriormente le terre e i popoli che vi abitarono e fu proprio il generale alieno che organizzò il tutto per dare le terre in potere ai sui sudditi. Quindi alcuni ELOHIM vennero ad esempio assegnati paesi importanti come l’Egitto e altri meno importanti come appunto YHWH che ebbe in eredità la famiglia di Giacobbe che come dice il versetto 10 abitava nel deserto, un assegnazione piuttosto scadente che YHWH non accettò di buon grado e da qui la promessa di conquistare militarmente la Palestina che era una terra assai più fertile. Questa è il movente che spinse YHWH a organizzare un esercito da cui derivano tutte le guerre descritte nella Bibbia.
CONTESTO:
Prima di tutto dobbiamo partire dal contesto cronologico in cui questo brano è ambientato: Siamo verso la fine del libro del deuteronomio, ma per avere un quadro della situazione più completo farò un breve riassunto da Abramo fino ad arrivare a Deuteronomio 32. Dio si rivelò ad Abramo che dopo aver superato una dura prova stabilì l’alleanza con lui, passata poi anche ai discendenti Isacco e Giacobbe che ebbe 12 figli. Uno di loro, Giuseppe a causa della gelosia dei suoi fratelli venne venduto di nascosto da Giacobbe in Egitto come schiavo. Ma Dio era con lui e dopo varie peripezie divenne la seconda carica d’Egitto. A causa di una carestia protratta 7 anni i fratelli di Giacobbe furono costretti ad andare in Egitto per non morire di fame, da qui incontrarono Giuseppe che li invitò a venire tutti in Egitto e a motivo del buon rapporto che Giuseppe ebbe nei confronti con il faraone stabili tutti loro in una zona dell’Egitto distaccata agli altri egiziani. Dopo 400 anni il Faraone di quel tempo osservando come gli israeliti ebbero prosperato in gran numero, ebbe timore di loro e decise di sottometterli a lavori pesanti. In questo contesto nasce Mosè che a 80 anni fece uscire il popolo dall’Egitto con grande potenza e prodigi. Arrivarono nei pressi della terra promessa in circa 40 giorni e decisero di inviare 12 spie per fare un sopralluogo nella terra che stavano per entrare ed effettivamente videro una terra bella e fertile ma abitata anche da popolazioni molto potenti e ben armate. 10 di loro decisero che non c’era possibilità di vittoria contro quelle popolazioni e rinunciarono ad entrare, così anche il resto di Israele la pensò così. Tutto questo per mancanza di fede in Dio. Rimasero per 40 anni nel deserto fino alla generazione successiva, ovvero di quei israeliti nati nel deserto che non assistettero all’esodo e alla schiavitù in Egitto. Ora, i 40 anni sono passati e il popolo di Israele è in procinto di entrare nella terra promessa e Mosè scrive un cantico e lo legge davanti a tutti. Il cantico denominato Shirat Ha’azinu (Cantico dell’ascolto), contenuta nel capitolo 32 del Deuteronomio, è il componimento poetico che Mosè scrisse per trasmettere un ultimo messaggio di ammonimento a tutte le generazioni future del popolo d’Israele.
Proprio in questo cantico, nel versetto 8 compare la parola ELION. Inizio con l’esporre la traduzione interlineare per analizzare in dettaglio il versetto:
Il passo di Deuteronomio 32,8 fa riferimento al racconto della divisione dei popoli dopo il diluvio di Genesi 10,32 che infatti riprende anche alcuni termini. Se leggiamo il testo della genesi vedremo che parla della genealogia dei figli di Noè dopo il diluvio che suddividono la terra in 70 nazioni. Da qui l’umanità ha un nuovo inizio e sono composte da persone migliori rispetto alle generazioni precedenti. Il numero 70 non è casuale, è ricorrente in una determinata situazione: Quando Dio vuole avviare qualcosa di nuovo, migliore rispetto al precedente salta sempre fuori il numero 70. Da qui si spiega il versetto 8: Secondo il numero dei figli d’Israele. Secondo l’interpretazione rabbinica (Rabbi Shmuel ben Meir) spiega che il “numero dei figli di Israele” si riferisce alle 70 persone della famiglia di Giacobbe che discesero in Egitto (vedi Esodo 1,5), e che poi costituirono il nucleo da cui ebbe origine il popolo d’Israele. In questo caso il nucleo di un popolo più vicino a Dio rispetto al resto dell’umanità, in quanto la missione del popolo di Israele era di essere un regno di sacerdoti e una nazione santa” (Esodo 19,6). “Essi compongono un piccolo mondo in parallelo con il mondo più grande, un microcosmo che corrisponde al macrocosmo”.[1] Anche in questo caso, analogamente a genesi 10, con la nascita di Israele un nuovo inizio dell’umanità dal punto di vista spirituale. Questa è la corrispondenza numerica che il Deuteronomio sembra indicare, seppure in maniera criptica. Ma il numero 70 lo troviamo anche nel nuovo testamento in (Luca 10,1-24) dove Gesù invia 70 discepoli a predicare e a compiere prodigi in mezzo al popolo. In questo caso questi 70 insieme ai 12 apostoli danno origine al culto cristiano, anche in questo caso abbiamo un altro nuovo inizio di persone più vicini a Dio rispetto agli altri ebrei e al resto dell’umanità. Il nuovo testamento conferma questa interpretazione. In conclusione il versetto 8 fa intendere che, come da 70 nazioni si formò l’intera civiltà per portare avanti un’umanità chiamata ad essere migliore della precedente, così anche 70 Israeliti diedero vita a un popolo chiamato ad essere più vicino a Dio rispetto agli altri popoli; un popolo di sacerdoti, rappresentanti di Dio sulla terra. Dal punto di vista grammaticale la parola MISPAR tradotta con “numero” esprime anche il concetto di proporzione, mettere a confronto due o più numeri, per questo viene tradotto “Secondo il numero dei figli d’Israele”. Questa parte del versetto è anche una spina nel fianco per la teoria ufologica in quanto larende completamente insensata, secondo essa infatti ELION ha stabilito i confini delle nazioni in base al numero dei suoi sudditi e non in base al numero degli Israeliti. Il testo dunque non parla che la terra viene suddivisa da un generale alieno secondo i suoi sudditi, e che YHWY è rimasto deluso dalla sua assegnazione così povera e poco onorevole. Tutto questo è solo speculazione non presente nel testo biblico.
[1] U. Cassuto, A Commentary on the Book of Exodus
Ora analizziamo il versetto 9:
Perché porzione del Signore è il suo popolo, Giacobbe sua parte di eredità
Abbiamo due frasi: Nella prima frase abbiamo una chiara dichiarazione che il popolo di Israele appartiene al Signore, Egli lo considera come il pupillo del suo occhio, perché Lui è il padre della nazione. La parola CHELEQ può significare: Parte, porzione e proprietà. Nella seconda frase Biglino sostiene che parla di YHWH che eredita la famiglia di Giacobbe dal capo alieno ELION. Quando dice “Giacobbe sua parte” quel sua a che cosa si riferisce? Se facciamo un analisi logica della prima frase: Perché porzione del Signore è il suo popolo. Vedremo che il soggetto di questa frase è il popolo e non il Signore. Quindi quel “sua” è riferita al popolo e non al Signore, la conclusione sarà che è il popolo che eredita da Giacobbe; Che cosa? Il patto con Dio e le promesse, ma andando più nello specifico troviamo che la parola CHEVEL significa regione o territorio e questo è un chiaro riferimento alla terra promessa che da lì a poco entreranno per prendevi dimora dopo 40 anni nel deserto. La parola NACHALAH può significare: Eredità, retaggio, patrimonio, proprietà, possedimenti, beni. Il Dizionario aggiunge: In particolare, per il popolo, la terra promessa, gli appezzamenti di tribù e famiglie, il popolo come proprietà del Signore. In altre citazioni (Salmo 16,6; 28,9; 33,12) in maniera esplicita viene scritto che il popolo d’Israele è l’eredità di Dio. Nel Salmo 68,10 invece viene detto che l’eredità di Dio è la terra promessa. Da questi elementi possiamo stare certi che in questa parte del versetto si parla di come gli Israeliti hanno ereditato la terra promessa da Dio a motivo del patto che Dio fece con Giacobbe e gli altri patriarchi. Dal punto di vista del contesto, un elemento totalmente ignorato da Biglino, Mosè vuole spronare il popolo ad avere fede in Dio e diversamente dai suoi padri, non avere paura di entrare nella terra promessa, in quanto davanti a Dio ne hanno tutti i diritti. Più avanti dirà che la stabilità avverrà solo se anche Israele mantiene il patto con Dio. Per quanto riguarda il versetto 10, l’autore descrive partendo dal presente dove sono ora nel deserto, cosa succederà in futuro e cosa potrebbe succedere, ovvero che Dio è fedele a mantenere il patto e a occuparsi del suo popolo ma se Israele non fa altrettanto, Dio farà in modo di correggerli. Come avrebbe dovuto essere il testo ebraico in modo tale da essere compatibile con la teoria ufologica? La parola “eredità” non va certo a favore perché anche interpretandola letteralmente si intenderebbe come una successione di padre in figlio e non un assegnazione tra generale e sottoposto. Avrebbe dovuto esserci scritto che il popolo d’Israele “fu scelto” (NIVCHAR) come proprietà di YHWH da parte di ELION. Questo caso sarebbe andata perfettamente incontro la narrazione alternativa, ma aimè nella Bibbia è scritto tutt’altro!
L’INTERPRETAZIONE ALTERNATIVA:
Dal testo ebraico risulta una notevole incongruenza con le tesi ufologica, allora da dove deriva questa interpretazione alternativa? Il versetto che abbiamo letto deriva dalla versione ebraica masoretica, se però consultiamo la traduzione greca dei LXX, scopriamo che, al posto di “figli di Israele”, tale versione ha invece “angeli di Dio” (ἀγγέλων θεοῦ). Tuttavia si è sempre ritenuta la versione ebraica più attendibile in questo punto. Alcuni studiosi nel mondo accademico hanno cambiato idea in seguito alla scoperta di un antico frammento appartenente ai celebri “manoscritti di Qumran“, in cui la frase enigmatica appare nella forma: “secondo il numero dei figli di ELOHIM”. Questa versione si avvicinerebbe di più alla versione greca. Sulla base di questa scoperta, molti critici hanno adottato un’interpretazione alternativa: l’Altissimo (ELION) sarebbe una divinità suprema che divise l’umanità e affidò ciascuna nazione a uno dei suoi figli, divinità minori già presenti nel pantheon cananeo. Il popolo di Israele sarebbe stato assegnato ad YHWH, il quale avrebbe anch’egli ricevuto la sua eredità da ELION. Biglino non ha fatto altro che abbracciare questa interpretazione alternativa in contrasto con l’esegesi teologica che prevedrebbe un politeismo, elaborata infatti da studiosi laici non credenti, adattandola alla teoria ufologica dove al posto di ELION come divinità suprema, ci sarebbe un generale alieno e al posto delle divinità minori suoi figli, gli alieni di grado gerarchicamente inferiore. Questa interpretazione politeistica, presenta però alcuni grandi problemi, vediamo quali:
- NESSUN FONDAMENTO BIBLICO
Non tiene conto che Il passo di Deuteronomio 32:8-9 fa riferimento al racconto della divisione dei popoli dopo il Diluvio; Inoltre nella Genesi non troviamo alcuna traccia dei “figli di Dio” a cui ELION assegnò le nazioni. L’interpretazione dei critici appare quindi priva di un fondamento biblico su cui appoggiarsi.
- TUTTA LA TERRA APPARTIENE AL SIGNORE
Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”. (Esodo 19 4-6)
Se Israele accetterà di ascoltare la voce del Signore e di osservare la sua legge, apparterrà a Dio in qualità di proprietà particolare, regno di sacerdoti, nazione santa. Il suo pupillo del suoi occhi in mezzo alle altre nazioni. Anch’esse appartengono a Dio perché è sua tutta la terra. Da notare che non specifica solo la terra di Caanan dove gli israeliti stanno per entrare, ma tutta la terra appartiene al Signore.
- MONOTEISMO ESPLICITO
Il contesto della Shirat Ha’azinu è chiaramente monoteistico. Al versetto 39 dello stesso capitolo, Dio dichiara infatti: “Ora vedete che io, io sono Egli, e che non vi è altro Dio all’infuori di me. Io faccio morire e faccio vivere, ferisco e risano, e non vi è nessuno che possa liberare dalla mia mano”. Questo è solo uno dei tanti versetti dove si esprime chiaramente un monoteismo duro e puro Quando il cantico menziona “altri dèi”, questi sono definiti “idoli vani” (versetto 21), ovvero false divinità e oggetti privi di potere.
- YHWH, COLUI CHE STABILISCE I CONFINI
I versetti che seguono dimostrano che è YHWH a stabilire i confini dei popoli e non un fantomatico capo alieno.
Non muovete loro guerra, perché della loro terra io (YHWH) non vi darò neppure quanto ne può calcare la pianta di un piede; infatti ho dato la montagna di Seir in proprietà a Esaù. (Deuteronomio 2,5)
Il Signore (YHWH) mi disse: «Non attaccare Moab e non gli muovere guerra, perché io non ti darò nulla da possedere nella sua terra; infatti ho dato Ar ai figli di Lot, come loro proprietà». (Deuteronomio 2,9)
e ti avvicinerai agli Ammoniti. Non li attaccare e non muover loro guerra, perché io non ti darò nessun possesso nella terra degli Ammoniti; infatti l’ho (YHWH) data in proprietà ai figli di Lot». (Deuteronomio 2,19)
Il popolo di Israele verso la fine del suo periodo nel deserto per raggiungere la terra promessa si ritrova vicino alla piccola nazione di Moab e Ammon. Ordina a loro di non avere un atteggiamo di ostilità nei loro confronti in quanto territori che non faranno parte della terra promessa. Dio YHWH e non ELION ha dato queste terre ai discendenti di Esaù e Lot. Vediamo che non c’è nessun generale che distribuisce le terre secondo i suoi sottoposti, è Dio YHWH di Israele a dare in possesso terre di altri popoli, non è dunque l’ultimo dei sottoposti di ELION. Nel libro: “La Bibbia non parla di dio” a Pag . Biglino sostiene che a dare la terra agli ammoniti sia stato l’ELOHIM Kemosh. Questo deriverebbe da una sua fantasiosa interpretazione di Giudici 11,24. Il versetto appena citato smentisce anche questa assurda interpretazione ufologica. Così da far crollare tutto il castello di carta messo in piedi da Biglino e company.
A fronte di questi elementi questa “interpretazione alternativa” di cui Biglino ha usato per sostenere la sua tesi è da rigettare. Se anche volessimo preferire la versione “figli di ELOHIM”, in realtà non cambierebbe l’interpretazione teologica perché nel versetto 6 troviamo: “Così ripaghi il Signore, o popolo stolto e insipiente? Non è lui il padre che ti ha creato, che ti ha fatto e ti ha costituito?” Quindi se il Signore si definisce padre del popolo, in senso poetico di conseguenza sempre in senso poetico il popolo di Israele sono “figli di Dio”. Quindi i figli di ELOHIM!