Avevo soltanto 23 anni quando mi innamorai perdutamente di un uomo molto più grande di me. Egli aveva 38 anni ed era molto esperto e scaltro. Era davvero un bell’uomo, alto ben fatto, viso forte e volto, perennemente abbronzato, capelli pettinati all’indietro e aria da boss americano. Vestiva sempre elegante e non mancava di esibire accessori di lusso: orologio Rolex al polso, una pesante catenina d’oro al collo che ostentava con sicurezza. Quando gli chiedevo che lavoro facesse, mi rispondeva sempre che era un uomo d’affari, ma non riuscii mai a capire di che genere d’affari si trattasse. Ero una donna giovane e per lo più inesperta in fatti economici, ma sentivo puzza di marcio. Ad ogni modo ero così innamorata che non notavo neanche i suoi difetti, giustificavo sempre i suoi comportamenti o le sue azioni, anche le più villane. Con questo non voglio dire che si comportava sempre male, anzi di solito era molto gentile, garbato educato, sembrava un perfetto gentiluomo, anche se non mi illudevo. Una sola volta gli vidi fare un gesto sbagliato, diede uno schiaffo ad un suo dipendente che si era reso colpevole non so di quale mancanza. Un’altra cosa che mi dava fastidio di lui, era il fatto che fosse un impenitente donnaiolo, ero certa che doveva avere delle amanti, me lo suggeriva il mio intuito di donna. Ero certa che apparteneva a quel genere di uomini che dividono le donne in due categorie: le donne madri, da sposare e le donne amanti, quelle da portare a letto. E da quanto ho capito io dovevo essere per lui la donna madre. Capisco che molte donne sarebbero state contente di essere classificate come donne madri, ma non era il mio caso, non intendevo dividere il mio uomo con nessuno. Ogni volta che mi accorgevo di qualcosa di sospetto litigavo, anche se mi resi conto che le scenate non avevano nessun effetto su di lui. Era proprio vero che l’amore rende ciechi ed io ero diventata una talpa, non riuscivo a vedere al di là del mio naso. Lo giustificavo, lo perdonavo sempre. L’amore non rende solo ciechi ma anche schiavi. Lo amavo alla follia, anche lui mi amava di questo ero sicura, cosicché un giorno mi chiese di sposarlo. Accettai con entusiasmo, non mi rendevo conto che lo conoscevo solo da poco, quando lo dissi ai miei genitori, furono subito contrari a quell’unione, cercarono di farmi ragionare, di aprirmi gli occhi, ma io fui sorda, minacciai di fuggire di casa se mi avessero ostacolato. Volevo sposarlo e subito. Un risultato però lo ottennero, da allora si insinuò nella mia mente un tarlo e non mi lasciò più, incominciai a temere di fare un passo sbagliato. Anche se andai avanti con i preparativi del matrimonio, i miei tentennamenti aumentavano giorno per giorno. Non era solo il fatto che era un donnaiolo a farmi dubitare ma c’erano troppe cose oscure nella sua vita, troppi interrogativi. Cosicché arrivai a tre giorni dalle nozze, tormentata da atroci dubbi. Chi aveva ragione, i miei genitori che dicevano che era un poco di buono, o il mio cuore che lo desiderava sopra ogni cosa? Quella notte non dormii affatto. Quasi all’alba mi assopì. Mi risveglio un bagliore, che riempiva la mia stanza, aprì gli occhi e ai piedi del letto c’era un essere celeste, bellissimo ed immenso. Sarà stato alto almeno due metri, indossava una lunga veste bianca e aveva due ali forti e lunghe, ripiegate all’ingiù. Il suo volto era bello e regolare come quello di un bambino. All’inizio ebbi paura, ma poi una pace immensa si impossessò della mia anima. Avevo capito chi era, gli chiesi lo stesso chi era ed egli mi rispose che era il mio angelo custode, mi disse che lo avevo pregato così tanto ed era giusto che l’angelo custode mi guidasse per i sentieri difficili del mondo. Mi disse di sposare un uomo timorato di Dio e di lasciare perdere chi non appartiene alla Chiesa del Signore. Mi disse che non gli era permesso di dire altro ma che se sposavo quell’uomo avrei fatto piangere il mio angelo custode. A questo punto svanì. Restai attonita, sconvolta, avevo visto davvero un angelo o avevo avuto un’allucinazione? Il dubbio mi restò a lungo nella mente ma non esitai a seguire il suo consiglio. Con un pretesto ruppi il fidanzamento, sapevo che lui avrebbe reagito malissimo, perciò glielo comunicai per telefono. Non mi fece neanche finire di parlare che prese l’auto e corse a casa mia. Non valse a niente che mi chiudessi in camera e rifiutassi di riceverlo, sfondò la porta entrò e mi prese a schiaffi, chiamandomi con gli appellativi più turpi e volgari. I miei genitori furono costretti a chiamare la polizia. Ma non finì lì, continuò a tormentarmi ancora per mesi, ci provò prima con le minacce, poi con le buone, fece di tutto per farsi perdonare del suo gesto violento. Mi chiamò centinaia di volte al telefono, ma rifiutai sempre di rispondere, mandò decine di fasci di fiori, ma tenni duro. Dopo alcuni mesi, a poco a poco, per fortuna si calmò e smise di ossessionarmi. Seppi che era passato ad altri amori ed io ringraziai Iddio di avermi salvato da un uomo del genere. Potei finalmente cominciare ad uscire di nuovo di casa e tornare alla mia vita normale. Nei mesi che seguirono ebbi altri amori, ma nessuno grande e totalizzante come quello. Finché un giorno in chiesa, parlando a tu per tu con il Signore, capì che la cosa che desideravo di più era dedicarmi a Lui. Cosi lasciai questo mondo pieno di ingiustizie e violenze ed entrai nella pace del monastero. Passarono alcuni anni, un giorno per caso vidi un articolo di cronaca nera, non potete immaginare la sorpresa quando vidi la sua foto. Dopo una violenta lite familiare aveva ucciso prima la moglie, poi la suocera ed i suoi due bambini, in ultimo si era tolto la vita. Nel mio grande egoismo non pensai a quella povera gente trucidata, pensai solo a me stessa. Un pensiero mi trafisse la mente: al posto di quella donna ci dovevo essere io! Solo allora compresi il motivo delle parole di quell’angelo che mi era apparso. Socchiusi gli occhi, congiunsi le mani e lo ringraziai di cuore.
BREVE COMMENTO:
Da queste tre testimonianze si può notare come le apparizioni, che siano in sogno o da svegli, hanno tutte un importante elemento in comune. Anche usando termini diversi i testimoni dicono come questi essersi irradiassero luce. Nell’articolo sul KAVOD ho descritto il nesso tra la gloria di Dio e l’irradiamento. Gli angeli essendo creature spirituali di Dio è stata impressa su di loro la gloria di Dio, per questo motivo che i testimoni notano questo irradiamento. Gli angeli sono messaggeri di Dio, se il loro unico scopo è quello di lasciare un messaggio di solito compaiono nei sogni, come avvenuto anche a san Giuseppe nel nuovo testamento. Se invece devono anche guarire allora compaiono da svegli. Quando Dio vuole operare una guarigione invia sempre un angelo guaritore per compiere l’opera, non sempre sono visibili, anzi è raro che un angelo si faccia vedere e poi compia un miracolo. In ogni caso leggendo molte testimonianze riguardo i miracoli hanno spesso un denominatore in comune che compare anche nella seconda testimonianza. Quando la persona viene guarita percepisce un forte senso di calore nella parte malata del corpo.