GESTIRE LE CONTROVERSIE

  • Nel suo cuore il malvagio trama cose perverse, in ogni tempo suscita liti, per questo improvvisa verrà la sua rovina, ed egli, in un attimo, crollerà senza rimedio ( PR 6,14-15)
  • L’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove al pace (PR 2,20)
  • Una risposta gentile calma la collera, una parola pungente eccita l’ira (PR 15,1)
  • Iniziare un litigio è come aprire una diga; prima che la lite si esasperi, troncala (PR 17,14)
  • Chi ama la rissa ama il delitto, chi ingrandisce la sua porta cerca la rovina  (PR 17,19)
  • Scaccia lo spavaldo e la discordia se ne andrà: cesseranno i litigi e gli insulti (PR 22,10)
  • Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza, per non divenire anche tu simile a lui (PR 26,4)
  • È simile a chi prende un cane per le orecchie un passante che si intromette nella lite di un altro (PR 26,17)
  • Per mancanza di legna il fuoco si spegne; se non c’è il calunniatore il litigio si calma (PR 26,20)
  • Lo stolto dà sfogo a tutto il suo malanimo, il saggio alla fine lo sa calmare (PR 29,11)

Da come si può vedere sono veramente molti i versetti che parlano di questo argomento, come cercare di gestire un litigio, sia se si è protagonisti e sia se si è una componete esterno neutrale. Vediamo di sintetizzare queste due sfumature:

QUANDO SI È PROTAGONISTI DI UN LITIGIO:

Uno degli atteggiamenti più sbagliati che una persona può assumere è una dedizione ad avere facilmente manifestazioni d’ira. Essa è considerate uno dei sette vizi capitali. In tutta la Bibbia viene spesso citata come un attitudine che porta alla rovina, nel rapporto con il prossimo è un impedimento alla pace e all’amore e spiritualmente porta l’anima iraconda in uno stato di dannazione. Se una persona è abituata ad arrabbiarsi impulsivamente sarà difficile cambiare, anche dopo una conversione, una persona può ancora arrabbiarsi impulsivamente e dire tante cose cattive che in realtà non pensa ma in quel momento di rabbia è portato a dire. Il Signore è più grande di ogni peccato e chi ha timor di Dio, prega e confida in Lui anche il peggiore dei peccatori può cambiare. La pace di Dio trasforma le persone. Il giusto evita di arrabbiarsi per futili motivi e di fronte un litigio con una persona dedita all’ira deve cercare di calmare gli animi per permettere un clima di maggiore serenità per esprimere le proprie posizioni senza dovere gridare e in modo che l’altra persona possa ascoltare. Quando una persona è accesa d’ira in quel momento, è talmente convita di aver ragione che non ti ascolterà, soprattutto se parlerai con lo stesso suo tono, dovrai ripetere anche più volte la stessa cosa, perché sarà come se non fosse mai detta. È importante quindi non alimentare un clima di rabbia, perché essa alimenta altra rabbia nello stesso modo in cui la legna alimenta il fuoco. La persona saggia non deve rispondere con impulsività e non dirà cose di cui si pentirà; è importante avere sempre autocontrollo; dirà le sue ragioni senza usare frasi o parole pungenti che non faranno altro che peggiorare le cose. È saggio invece, usare parole che possono portare la persona a calmarsi. Nel caso si ha torto non rimbalzare la colpa a qualcun altro, ma è giusto assumersi le proprie responsabilità e chiedere scusa per l’eventuale misfatto.

IL MEDIATORE CRISTIANO

Quando invece ci imbattiamo in due persone non credenti che litigano tra di loro, l’obiettivo è sempre quello di mettere pace tra i due e non quello di intromettersi per alimentare ancora di più il litigio. Se il litigio è piuttosto acceso è utile dividere momentaneamente i due litiganti e parlare con ognuno di loro in separata sede. Capire chi può aver ragione e spingere chi ha torto a chiedere scusa. Spesso, entrambi hanno delle colpe; in quel caso dovranno chiedersi scusa a vicenda. È difficile farlo quando si è troppo orgogliosi, e anche se nel profondo si sa di aver torto la persona empia non è disposta a umiliarsi per chiedere scusa. La persona saggia dovrà fare il ruolo del mediatore e capire cosa ha scatenato l’ira di entrambi, cercando così una soluzione. Se la pace tornerà allora, entrambi ne saranno riconoscenti e questo sarà occasione di testimoniare la propria fede in Cristo.

LA CORREZIONE FRATERNA

Le dispute tra credenti è sempre meglio evitarle, è spesso indice di una maturità spirituale non ancora raggiunta. Se la disputa deriva da uno sbaglio commesso unicamente da uno dei due nel vangelo abbiamo dei versetti che parlano della correzione fraterna: Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. (Matteo 18, 15-17). La comunità cristiana deve prendere le distanze dal peccato, perché questo la ferisce profondamente, ma non abbandona il peccatore. Piuttosto continuerà a guardarlo con l’attenzione con cui Gesù guardava i pubblicani e i lontani. Il Vangelo dice che se nonostante i tentativi di rappacificamento e una delle due parti che ha palesemente torto non si pente, allora è utile uno o più mediatori che siano saggi ed esperti. Se anche in quel caso non si pente allora in quella persona che si dichiara cristiano si rivelerà d’esserlo solo nominalmente, si sarà smascherato un falso credente.

ALL’INTERNO DI UN GRUPPO:

Per quanto riguarda invece un contesto dove si è in una compagnia di persone e si arriva a capire che una persona in particolare istiga al litigio e mette zizzania tra le persone; e va in giro dicendo: <<lui ha detto questo, lui invece quello>>, e si diffondono menzogne che creano tensioni tra i vari componenti del gruppo; allora se quella persona se non si pente e ha intenzione di continuare, è necessario escluderla nel gruppo in modo che si possa ripristinare la pace. Questo potrebbe anche sembrare duro, ma è anche un modo di educarlo e a portarlo al ravvedimento. Se poi torna pentito, allora si potrà riammettere nel gruppo trattandolo come gli altri senza rinfacciagli nulla, perché se Dio lo ha perdonato non c’è motivo di riservare del rancore nei nostri cuori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *