- Chi risponde prima di aver ascoltato mostra stoltezza e ne avrà vergogna (PR 18,13)
- Il primo a parlare in una lite sembra aver ragione, ma viene il suo avversario e lo confuta (PR 18,17)
Gesù nel Vangelo, mette in guardia dal giudicare il prossimo, sta scritto, infatti: Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con la quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi ( Matteo 7,1-2). Quello che vuole dire è di evitare di avere uno spirito critico nei confronti del prossimo: Giudicare e criticare ogni cosa che pensiamo che gli altri sbaglino. Questo atteggiamento ci porta a essere mal visti dagli altri e a forza di criticare c’è il rischio che ci possiamo sentire superiori e questo apre le porte alla superbia o a una religiosità senza amore. Infatti, penso che uno dei motivi che porta molte persone lontani dalla chiesa è il fatto che si sentono giudicati da essa. Sentono come se qualcuno gli punta il dito contro dicendo che sono dei peccatori. Se una persona si sente giudicata e messa sotto accusa da un rappresentante della chiesa o da qualcuno che si dichiara credente genera disprezzo e repulsione nei confronti del Vangelo, crescendo lontano dalla parola di Dio e cercando talvolta di far allontanare altri dalla chiesa. Quindi chi ha una posizione di autorità ecclesiale, deve far attenzione come spiega la parola di Dio, e che le loro prediche non siano come quelle dei farisei al tempo di Gesù. Davanti a un peccatore non bisogna puntare il dito del giudizio, ma spiegare quanto Dio ci ami e vuole avere un rapporto personale con ognuno di noi in modo che possa rilasciare le sue benedizioni. Gesù, davanti ai peccatori, non ha mai avuto un atteggiamento di giudizio del tipo: << Sei un peccatore, andrai all’inferno >>; lo si può vedere ad esempio nell’episodio della donna samaritana o quello di Zaccheo il pubblicano. In particolare in un episodio del Vangelo di Giovanni, i farisei portarono a Gesù una donna presa in fragrante adulterio e gli chiesero se è giusto lapidarla dal momento che la legge di Mosè punisce cosi le adultere. Questo è un tipico caso dove tentano di ingannare Gesù, se avesse detto di non condannarla i farisei avrebbero avuto un motivo per dire che Gesù era contro Mosè, ma se l‘avesse condannata avrebbero avuto motivo di denunciarlo alle autorità romane; non si poteva infatti mettere a morte qualcuno senza il loro consenso. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra e in seguito disse: Chi è senza peccato scagli la prima pietra (Giovanni 8,7). Non si sa che cosa abbia scritto per terra, ma si può dedurre che scrisse i peccati di coloro che erano li a giudicare quell’adultera, per ricordagli che anche loro avevano peccato e non avevano diritto di giudicare questa donna peccatrice. Infatti se ne andarono tutti partendo dai più anziani. Solo Gesù che era senza peccato avrebbe avuto il diritto di giudicarla; ma lui non la condannò perché Gesù non venne sulla terra per giudicare l’uomo, ma per salvarlo per mezzo del suo sangue. Infatti la perdonò e la invitò a non peccare più. Così questo che sia anche un monito per noi: Non guardare i difetti degli altri, ma tendere invece a guardare i nostri. Di certo tutti sbagliano ma anche noi non siamo perfetti quindi tutti, noi compresi abbiamo bisogno della misericordia di Dio. È necessario avere sempre un atteggiamento umile senza criticare e vedere solo gli sbagli degli altri.
DI FRONTE A CHI HA SBAGLIATO:
A volte ci permettiamo di giudicare qualcuno che ha sbagliato quando anche noi facciamo gli stessi sbagli, ma giudicando ci condanniamo da soli perché sappiamo che è sbagliato e lo facciamo lo stesso, in questo caso la responsabilità è più grande. In altri casi dove qualcuno sbaglia in maniera grave, facendo ad esempio un atto di violenza è facile giudicare quella persona e guardarla male, quando più di tutti gli altri queste persone hanno bisogno dell’amore di Dio per salvarsi dalle tenebre che offuscano la loro vita ed è sbagliato pensare che sono irrecuperabili perché Dio può prendere una persona che è un completo disastro, cambiare il suo cuore attraverso la sua potenza e farne un figlio di Dio. Non possiamo sapere la loro storia e come mai sono arrivati a commettere cose gravi e se un giorno si convertiranno per questo non possiamo giudicare nessuno, solo Dio a suo tempo e a suo modo giudicherà tutti. Uno solo è il legislatore e giudice, Colui che può salvare e mandare in rovina; ma chi sei ti, che giudichi il prossimo? (Giacomo 4,12). Se volessimo aiutare una di queste persone che ha sbagliato dovremo cercare in modo di scoprire qual è l’origine del suo male e pregare intercedendo per quella persona. È importante però fare le preghiere dirette alla radice del problema, nel caso che si prega per qualcuno. Questo è un errore che fanno in molti, ovvero pregare per il sintomo e non a quello che causa il problema. Vi piacerebbe avere un medico che al posto di curare la malattia, cura solo i sintomi? Del tipo: <<Dottore, ho sempre dolore qua, in questo punto>>. <<Allora ti prescrivo un antidolorifico>>. Poi ritorni dicendo: <<Questo antidolorifico non fa più niente>>. <<Allora te ne prescrivo un altro più potente>>. Magari c’è un tumore che cresce e va in metastasi, e il medico si preoccupa solo di non farti sentire dolore. Così anche noi, se ad esempio un amico inizia a drogarsi pesantemente, e preghiamo il Signore che la smetta di drogarsi. Anche se ci esaudisse sarebbe comunque un peccatore sobrio, ma pur sempre un peccatore e lontano da Dio. Come anche quando una persona è violenta e arrogante e preghiamo il Signore che la smetta di comportarsi così. Bisogna sapere che ogni manifestazione negativa di una persona è solo un sintomo della malattia spirituale che ha nel cuore; potrebbe essere un trauma, o delle violenze in famiglia che ha subito, può essere che soffre di depressione, frustrato da qualcosa o il senso di colpa che sfocia in vergogna di se stessi. Tutti i dolori nascosti che una persona porta con se non è possibile coprirli, in qualche modo vengono a galla, nel comportamento possono manifestarsi con azioni violente o squilibri comportamentali. I sensi di colpa in particolare possono generare dei modelli di comportamento nevrotico derivati dal desiderio del subconscio di essere puniti. So di avere sbagliato, ho questo senso di colpa e desidero essere punito. Ma sono troppo cresciuto ormai e nessuno è qui vicino pronto a liberarmi dal mio complesso di colpa. E così avvio un qualche strano modello comportamentale, un tipo di modello comportamentale antisociale che fa sì che la gente inizi a chiedersi: “Qual è il suo problema? Com’è antipatico”. E io la sento dire queste cose e penso: “Ah, certo. Ora sarò punito”. E questo mi dà la sensazione di sollievo dalla colpa. In un modo o nell’altro, la colpa riemerge. La colpa verrà fuori. Bisogna quindi capire prima qual è l’origine del problema e appena scovato dobbiamo fare il possibile per risolverlo alla radice. Potrebbero anche bastare poche parole ispirate dallo Spirito Santo da parte di una persona saggia e ricca di sapienza che accompagnerà la persona bisognosa ad edificare la fede in Gesù Cristo dicendo che solo lui può distruggere ogni senso di colpa e ogni dolore nascosto nel proprio cuore se lo si cerca spiritualmente ottenendo la salvezza e il perdono dei peccati. Alcune persone testimoniano con la propria vita che è così. Gesù cura le ferire morali e ti guarisce dalla depressione o da ogni cosa che ti opprime il cuore. Se qualcuno ha commesso delle malvagità e si è pentito, ma sente il peso del senso di colpa, allora può chiedere perdono a Dio, perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe (Salmo 102,11-12). Questo è quello che un credente deve puntare nei confronti delle persone problematiche, e questo che porta a cambiare in positivo ed a eliminare la radice del male di chi ha un vuoto interiore, o è depresso e frustrato da qualcosa. Con la conversione infatti si prenderà la strada giusta per eliminare la radice di ogni male, di conseguenza anche gli atteggiamenti negativi spariranno. È importante anche pregare contro quello che genera il comportamento negativo; come Gesù maledisse il fico, ed egli seccò immediatamente; anche noi se preghiamo contro la radice del male, questa dovrà essere distrutta. Non giudicare mai nessuno, piuttosto cerca di aiutare quella persona a mettersi nella retta via.
DIO CORREGGE CHI GIUDICA:
Anche i credenti non sono immuni nel giudicare il prossimo. Se qualcuno ha sbagliato c’è chi dice: << Io non avrei fatto quell’errore, è stato uno sciocco a commettere quell’azione, io non avrei mai ceduto >>; si può anche arrivare a dire: << Se fossi Dio certamente lo punirei, gli farei questo e quest’altro >> in questo modo si giudica il prossimo dimostrando così di essere orgogliosi e presuntuosi. Quando giudichi qualcuno in questo modo e gli punti il dico contro, il Signore nello stesso istante sta puntando anche lui il dito contro di te. Se un credente riesce ad astenersi dal peccato non è per la sua propria bravura, infatti non per potenza né con la forza, ma è con il mio spirito, dice il Signore ( Zaccaria 4,6) che da la grazia di riuscire a non peccare, per questo che qualunque credente non si può vantare della sua bontà, ma deve dire solo grazie a Dio se riesce a non cadere in tentazione, perché è il Signore che da la forza per farlo. Ma se il Signore ritirasse anche solo un po’ di quella grazia, inizierebbe a peccare come qualunque peccatore. Così può capitare a volte che un credente inizia ad avere un atteggiamento di giudizio verso qualcuno, e in questi casi che il Signore per correggerlo ritira un po’ della sua grazia in lui con il risultato che peccherà anche di più della persona che ha giudicato. Tutto questo è solo per correggere il credente affinché si avvicini sempre più alla santità ed eviti di essere presuntuoso. Per questo motivo permette che cadiamo nel peccato per insegnarci a non giudicare e che la grazia arriva solo da Dio. Un giorno però ci potrà essere qualcuno che ci chiederà un parere su un suo comportamento, allora in quel caso è giusto poter esprimere la propria opinione in base alla parola di Dio e se quel modo di fare è giusto o no, in quel caso è stato chiesto un parere quindi non è giudicare ma è consigliare o confrontarsi. Il giusto deve far capire che solo con un atteggiamento secondo la parola di Dio, il problema si risolve.
NON GIUDICARE SECONDO ALLE APPARENZE
Un’altra situazione può essere quella di trovarsi davanti a una persona che parla in maniera negativa nei confronti di qualcuno in particolare. Nella maggior parte dei casi quando una persona parla a lungo male di un’altra, è perché queste due persone hanno spesso litigi o tensioni molto accesi o semplicemente la prende in giro per comportamenti che quella persona ritiene stupide. L’obiettivo di parlare con te è quello di farti pensare male di quella persona e quindi cercando degli alleati, si sente più forte e sicuro delle sue ragioni e al momento giusto cerchi la solidarietà nei tuoi confronti. Quello che ha in mente è di condurre una sorte di piccola guerra personale contro quella persona e se si trovano degli alleati, ha più probabilità di vincerla. Qui chi è empio e poco saggio tende a credere subito e fa nascere nel suo cuore un disprezzo verso quella persona che aumenterà in proporzione a quanto si sentirà parlare male di lui; anche se non gli abbia mai fatto nessun male direttamente. Se si lascia influenzare negativamente insieme possono progettare di fare qualcosa di malvagio, questo cambia sempre secondo la situazione. E invece un giusto come si comporta? Prima di tutto bisogna tenere presente che è sempre sbagliato parlare male alle spalle degli altri, se si hanno delle antipatie, se la devono vedere tra di loro, si può parlare agli altri solo con lo scopo di far cessare le tensioni e non di aumentarle. Un giusto non sta in questo gioco perverso. Un’altra cosa da tenere in considerazione è quella che non è detto che sia tutto vero e completo quello che dice, se obiettivo è di metterti dalla tua parte allora tenderà a togliere dei dettagli e magari inventarne di altri in modo che chi lo ascolta li dia subito ragione. Un proverbio biblico recita: Il primo a parlare in una lite sembra aver ragione, ma viene il suo avversario e lo confuta (PR 18,17). Quindi prima di dare un parere negativo, bisogna sempre parlare anche con l’altra persona e in quel modo si scoprono cose che non erano state dette e può dire cose da far rigirare la frittata da risultare che è invece l’altra persona ad aver ragione. La scrittura dice: Non giudicare secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio! (Giovanni 7,24). Far mettere pace tra le persone è un opera buona, anche se non è per nulla semplice. Di solito in questi casi c’è la persona che provoca e l’altra che risponde alla provocazione; ed entrambi si danno la colpa a vicenda: Uno dice. << Se non mi avesse provocato, io non avrei reagito>> mentre l’altro: <<Il suo comportamento e i suoi atteggiamenti mi portano a provocare>>. Non c’è un unico modo di intervenire, può cambiare a seconda del caso, ma si può partire cercando di capire l’origine che sta dietro al rancore; può essere spirito di superbia, invidia, ecc.. Se si riesce a trovare chi dei due ha torto, In ogni caso non infierire mai, spiega invece con calma dove è stato l’errore e come fare per non commetterlo più. Questo sempre secondo quello che è stato insegnato leggendo la scrittura, non dire ancora niente se non si hanno tutte e due le versioni e tutti gli elementi per farlo. Pregate che Dio vi faccia strumenti di pace. Dove ci sono tensioni, ci sia amicizia e dove c’è odio ci sia amore. Se invece siamo noi ad essere giudicati sappi che Dio è dalla tua parte e ti giustificherà. La persona che ti giudica pecca.