YHWH, IL DIO TRASCENDENTE

La paleastronautica sostiene anche che la Bibbia descriva YHWH come un essere in carne e ossa e non una entità divina e trascendente che ribadiscono sia un’imposizione teologica. Ora vedremo alcuni versetti che secondo loro avvalgono questa tesi.

1 Re 11,7

Salomone costruì un’altura per Camos, obbrobrio dei Moabiti, sul monte che è di fronte a Gerusalemme, e anche per Moloc, obbrobrio degli Ammoniti.

In questo versetto Biglino afferma: Non c’è da stupirsi che il Re Salomone, considerato da tutti il re più saggio, ritenne fosse più prudente ingraziarsi anche gli altri ELOHIM che operavano nelle regioni vicini. Essendo gli ELOHIM mortali, egli sapeva bene che YHWH oggi poteva esserci e domani non più; oppure poteva semplicemente andarsene. Fece ciò per non rischiare di rimanere scoperti ed essere conquistati dalle popolazioni vicine. Anche qua si può vedere la sua male fede perché nei versetti da 1 al 6 dice completamente un’altra cosa:

Il re Salomone amò molte donne straniere, oltre la figlia del faraone: moabite, ammonite, edomite, sidònie e ittite, provenienti dai popoli di cui aveva detto il Signore agli Israeliti: «Non andate da loro ed essi non vengano da voi, perché certo faranno deviare i vostri cuori dietro i loro dèi». Salomone si legò a loro per amore. Aveva settecento principesse per mogli e trecento concubine; le sue donne gli fecero deviare il cuore. Quando Salomone fu vecchio, le sue donne gli fecero deviare il cuore per seguire altri dèi e il suo cuore non restò integro con il Signore, suo Dio, come il cuore di Davide, suo padre. Salomone seguì Astarte, dea di quelli di Sidone, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. Salomone commise il male agli occhi del Signore e non seguì pienamente il Signore come Davide, suo padre.

Il regno di Israele divenne una rilevante potenza geopolitica così che alcune popolazioni vicine ritennero opportuno per convenienza politica di far sposare la propria figlia con il re Salomone. Quest’ultime ebbero un’influenza negativa su di lui che nella vecchiaia, nel periodo della vita più debole si fece convincere di far costruire altari in onore a false divinità. Non a caso il versetto 7  parla di “obbrobrio”che appunto vuol dire falso Dio. Il testo non dice che Salomone fece tutto questo per convenienza strategica essendo gli ELOHIM mortali in carne e ossa. Questa è solamente una manipolazione del testo.

Esodo 15,3

YHWH  è un guerriero, il suo nome è YHWH

Biglino punta molto su questo versetto per dimostrare che il Dio che i cristiani e gli ebrei adorano è un essere in carne e ossa. Il versetto nella sua traduzione letterale dice:

Si nota la presenza della parola “uomo” anche se nelle Bibbie in italiano non viene riportata e questa è la dimostrazione che YHWH  è un essere un carne e ossa, in particolare il versetto ci dice che era un militare di esperienza, questo spiegherebbe il motivo per cui spinge sempre Israele a far guerra ai nemici. Quello che queste spiegazione non si tiene conto è il contesto e il genere letterario. Questo versetto è all’interno di un cantico, in particolare “il cantico della vittoria” cronologicamente riportato appena il popolo di Israele attraversa il mar rosso che viene richiuso subito dopo, distruggendo così l’esercito del faraone. I cantici sono delle poesie ed è normale che siano presenti metafore e allegorie. Il versetto in questione è infatti una metafora: Non significa che YHWH è un essere in carne e ossa, ma dato il contesto cronologico e il genere letterario sta dicendo che Dio ha combattuto per loro sconfiggendo l’esercito del faraone, nessuno ha avuto bisogno di fare altro se non quello di prendere tutto e incamminarsi, non hanno dovuto armarsi e combattere per sconfiggere l’esercito del faraone ma è stato Dio che con i suoi prodigi ha fatto il ruolo di “uomo di guerra“ per loro. Un fan di Biglino risponderà che nella Bibbia non ci sono metafore, tutto va preso alla lettera, sono i teologi che si inventano la presenza di metafore per far stare in piedi la fede religiosa. Sempre nello stesso cantico, nel versetto 10 troviamo scritto: Soffiasti con il tuo alito: li ricoprì il mare, sprofondarono come piombo in acque profonde. Ora, se noi partiamo con la supposizione che YHWH è un essere in carne e ossa e nella Bibbia non ci sono metafore, in base a questo versetto dovremo pensare che un uomo con la solo forza polmonare dell’alito ha spostato un interno mare per diverse ore; da qui vediamo come la lettura puramente materialistica e letterale produce risultati grotteschi e impossibili, questo dimostra che nella Bibbia, soprattutto nei cantici le metafore sono spesso presenti e questo è il caso anche del versetto 3.

Deuteronomio 23,15

Poiché il Signore, tuo Dio, passa in mezzo al tuo accampamento per salvarti…

In questo versetto viene sottolineato il fatto che Dio passa “in mezzo” all’accampamento, nel testo ebraico compare la parola “MITHALLEK” מִתְהַלֵּךְ che significa passeggiare avanti e indietro; mostrerebbe quindi un Dio in forma antropomorfa in carne e ossa e non un Dio spirituale. La parola ebraica in questione è una forma verbale chiamata HITHPAEL voce del verbo HALAK, הָלַךְ. Sul dizionario indica tra i vari significati un camminare in senso figurato, non per forza una persona piuttosto ogni cosa che si muove, ad esempio questo verbo viene usato per il fuoco,  per le nuvole o per le stelle che non sono entità antropomorfe. Quindi usare questo verbo per dire che Dio è un essere in carne ed ossa non è appropriato. Questo versetto è all’interno di un discorso dove Mosè dice di tenere pulito l’accampamento dalle feci perché esso è un luogo sacro e merita rispetto. Biglino sostiene che questa regola è dovuta al fatto che YHWH rischiava di pestare le feci, ma questa è una pura invenzione, e non è scritto nel testo, ma i fan di questa teoria la prendono per buona lo stesso.

Esodo 34,14

Tu non devi prostrarti ad altro dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso.

Questo versetto per un lettore non attento e poco informato può fraintendere quando legge: “un Dio geloso”. Come si fa essere gelosi di dèi fatti di pietra? Ripete costantemente Biglino. È plausibile che gli altri dèi siano del tutto paragonabili all’ELOHIM di Israele. Esseri in carne ed ossa. Diamo un’occhiata alla traduzione interlineare:

La frase tradotta: “un Dio geloso” potrebbe essere fraintesa per via dell’articolo indeterminativo che porterebbe a pensare che il Dio d’Israele sia uno dei tanti. Da come si può vedere dalla traduzione interlineare l’articolo indeterminativo non è presente nel testo ebraico, semplicemente perché in ebraico biblico non esiste l’articolo indeterminativo. I traduttori lo hanno aggiunto per dar al testo in italiano una lettura scorrevole e nessuno avrebbe pensato che potesse essere soggetto a speculazioni. Inoltre non sta dicendo che Dio è geloso di altri dèi, ma è geloso del popolo di Israele, in quanto popolo sacro, creato da Lui con una missione speciale davanti al mondo e se si mette ad adorare delle statue, a partecipare rituali perversi è un impedimento a questa missione. Infatti il termine tradotto con “geloso”, QANNA indica in maniera più precisa l’idea di uno zelo e una passione ardente per qualcosa o qualcuno. In questo contesto Dio ama veramente il suo popolo come un marito ama profondamente la propria moglie e si aspetta da lei una fedeltà esclusiva per evitare che la relazione vada a rotoli. Allo stesso modo Dio chiede al suo popolo di non tradire la sua legge e non inquinare i principi biblici con influenze culturali immorali derivati dall’adorazione di falsi dèi stranieri.

Genesi 18

In questo capitolo troviamo un brano dove Abramo vede in lontananza tre persone e le accoglie nella sua tenda. L’ospitalità per un orientale è sacra e li riceve con tutti gli onori offrendogli un pranzo. Solo in un secondo momento si renderà conto di trovarsi davanti al Signore insieme a due angeli. Compare la parola “YHWH” indicando quindi Dio stesso e annuncia ad Abramo che nonostante la veneranda età  di lui e sua moglie Sara, nascerà un figlio. Questa non è la prova che Dio è un essere fisico e non trascendente perché questo è un caso di teofania di Gesù Cristo nel vecchio testamento come avvenuto anche con l’episodio di Melchisedek. Sarà infatti Gesù stesso a dichiarare di aver conosciuto Abramo in Giovanni 8,56-58: Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia. Allora i Giudei gli dissero: Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo? In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono. Successivamente Dio inizia a parlare di Sodoma e Gomorra e quando sia necessario far giustizia del loro peccato. Abramo intercede chiedendo se ci fossero 50 giusti la città verrebbe punita lo stesso? Dio dice no, a riguardo dei 50 giusti non accadrà nulla alla città. Abramo rincara la dose più volte fino ad arrivare a 10 persone e la risposta è la stessa. Ma il principio è che basta una persona giusta per salvare la città, così anche nel nuovo testamento basta una sola persona giusta, Gesù Cristo per salvare l’intera umanità.

Si può concludere che sostenere la tesi che Dio sarebbe un individuo in carne e ossa, non trova nessun sostegno nella Bibbia se non in alcuni versetti manipolati appositamente per portare acqua al proprio mulino. Inoltre non trova nessun sostegno nemmeno negli ambienti accademici laici. Troviamo invece un versetto interessante che contraddirebbe questa punto della teoria:

 Egli non si affatica né si stanca. la sua intelligenza è inscrutabile (Isaia 40,28).

Si potrebbe dire che è molto strano un essere di forma antropomorfa che non si affatica e non si stanca se invece si accetta quello che veramente dice la Bibbia allora tutto quadra.

ELOHIM NEL DIZIONARIO:



Il dizionario dice che la parola ELOHIM è grammaticalmente il plurale di ELOAH infatti per rendere il plurale nei nomi maschili si aggiunge la desinenza IM. In questo caso, secondo la regola la A sparisce. Rivediamo in maniera più sintetica i significati analizzati precedentemente, ribadendo che nonostante la valenza plurale, quando sono presenti alcuni indicatori linguistici che identificano che è riferito al Dio d’Israele è da considerarsi un singolare. Il criterio linguistico principale è quando il verbo che accompagna il soggetto ELOHIM è al singolare da come si evince andando avanti con la definizione.


Un esempio lo troviamo proprio nel primo versetto della Bibbia:

Al principio Dio (ELOHIM) creò ( VERBO AL SINGOLARE) i cieli e la terra

Da come risulta dal dizionario, la parola ELOHIM non è da considerarsi sempre un plurale di astrazione con valenza singolare, può avere in certi casi una valenza plurale di numero. In che modo si distinguono tra di loro dal momento che graficamente sono scritte in maniera identica? Da semplici regole grammaticali, certamente non avviene un’attribuzione arbitraria basata su preconcetti dogmatici. Vediamo queste regole:

La parola ELOHIM è da considerarsi un singolare, plurale di astrazione,  quando:

  • È accompagnato da un verbo singolare
  • È riferito al Dio d’Israele o a un dio pagano
  • L’eventuale presenza di aggettivi possessivi sono al singolare

La parola ELOHIM è da considerarsi un plurale di ELOHA, quindi una molteplicità di individui quando:

  • È accompagnato da un verbo plurale
  • Non è mai riferito al Dio d’Israele o a un dio pagano
  • L’eventuale presenza di aggettivi possessivi sono al plurale

Esistono tuttavia 4 eccezioni. Precisiamo che si trattano solo di 4 eccezioni su più di 2500, quindi un numero assai infimo, ma in ogni caso la teologia l’ha sempre saputo da secoli e sono stati ampiamente spiegati. Per sciogliere ogni eventuale dubbio andiamo brevemente a spiegarli.

Versetti 1) Genesi 20,13  e 2) Genesi 35,7.

 Nel testo masoretico i verbi sono al plurale, ma nella versione greca dei LXX, molto più antica, troviamo i verbi al singolare. Vige dunque una regola usata da tutti i traduttori della Bibbia: In caso di discordanze tra le traduzioni, la priorità cade su quella più antica per avvicinarsi maggiormente al testo originare. Inoltre, i verbi al singolare li troviamo anche nel Pentateuco samaritano, un’altra versione, anch’esso molto antica. Nelle Bibbie in italiano troviamo infatti il verbo al singolare come nella versione greca e samaritana più antiche. Il testo masoretico potrebbe dunque aver subito degli errori di trascrizione.

3) 2 Samuele 7,23

L’unica nazione sulla terra che Dio sia venuto a redimere… (Bibbia testo CEI)

Questo versetto nella nostre Bibbie è al singolare, ma nel testo Masoretico è al plurale, quindi che ELOHIM siano venuti a redimere.

In 1 Cronache 17,21 troviamo lo stesso identico versetto, ma con il verbo al singolare anche nella Bibbia masoretica. Si potrebbe pensare a un errore di trascrizione in 2 Samuele 7,23, oppure analizzando meglio il contesto, alcuni studiosi sono concordi con il pensare che in questo caso non si riferisce a ELOHIM Dio d’Israele ma a Mosè e Aronne che sono stato loro di fatto a liberare il popolo dalla schiavitù in Egitto. In questo caso si tratterebbe di un plurale di numero.

4) Salmo 58,12

C’è un Dio che fa giustizia sulla terra (testo CEI)

Ma c’è ELOHIM giudicano sulla terra (Testo masoretico)

Secondo la Bibbia dei LXX in questo versetto compare: “che li giudica”. Secondo questa versione il plurale non è riferito tanto alla parola ELOHIM ma agli uomini  della terra che subiscono il giudizio. Concentrandoci sul testo masoretico gli esperti identificano questo plurale secondo una forma chiamata: plurale di concordanza. Si tratta di un plurale con una costruzione prettamente stilistica, ma si traduce comunque con un singolare, come appunto compare nelle Bibbie tradotte in Italiano. Un altro esempio di questo plurale applicato alla parola ELOHIM lo abbiamo già riscontrato a Pag.  nel versetto 1Samuele 28,13 : Vedo un essere divino che sale dalla terra. La parola sottolineata in ebraico sarebbe al plurale, anche se si riferisce chiaramente a una entità singolare.

Abbiamo visto che queste eccezioni possono essere spiegate e non vanno ad annullare la regola generale. Biglino invece fa un uso improprio di questi 4 versetti. Li fa passare come se fossero delle sue scoperte, non dice che sono state già spiegate dai linguisti, facendo credere al suo pubblico di conosce l’ebraico meglio degli altri traduttori. Non dice che si trattano solo di 4 eccezioni, ma li cita per far credere che la parola ELOHIM non è un plurale di astrazione e che non è vero che quando c’è un verbo al singolare si riferisce a Dio e perciò le spiegazioni dei teologi non stanno in piedi. Siamo di fronte quindi a uno stravolgimento per indurre le persone a credere in lui.

LA TRINITÀ:

Altre correnti di pensiero danno un ulteriore chiave di lettura sulla pluralità della parola Dio in ebraico. Troviamo che ELOHIM, anche se è plurale, i verbi che lo accompagnano sono al singolare, come se questi ELOHIM compissero un’azione al singolare nonostante siano più entità, come se agissero tutti contemporaneamente o meglio ancora formano un unico essere. Così come il corpo umano è formato da più membra ognuno con uno scopo preciso, così anche gli ELOHIM sono più entità riunite in un’unica realtà; ognuna esistente per uno scopo. Essendo un’unica realtà possono compiere un’azione al singolare, senza intercorrere in contraddizione. Che cosa ci fa venire in mente tutto questo? Il modo in cui la parola ELOHIM agisce quando è riferito al Dio unico di Israele? La trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Questo dimostra che il fatto che ELOHIM è plurale non è affatto in contrasto con il Dio predicato dalla teologia, anzi conferma un importante dogma della teologia già nell’antico testamento. Non a caso la trinità è riconosciuta da tutte le confessioni cristiane a eccezione di rare eccezioni. Ci sono però alcuni rari casi dove ELOHIM anche se riferito a YHWH  è accompagnato da un verbo al plurale; un esempio lo troviamo in Genesi 1,26:

Dio (ELOHIM) disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo nostra somiglianza.

Da notare il verbo “facciamo” al plurale e i possessivi <<nostra>> ripetuta 2 volte, ora guardiamo il versetto 27

E Dio (ELOHIM) creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.

Da notare il verbo creare al singolare che è ripetuta 3 volte, successivamente “facciamo” al plurale. Qua abbiamo la prima figura degli ELOHIM (DIO PADRE) che ha concepito mentalmente l’idea di creare l’uomo. La seconda figura il mezzo utilizzato per crearlo con la parola (CRISTO). La terza figura (LO SPIRITO SANTO) che adempie il pensiero della prima figura attraverso il mezzo che è la seconda figura (CRISTO). Vediamo come anche Cristo ha partecipato alla creazione, lo troviamo infatti anche nel vangelo di Giovanni 1,10: il mondo è stato fatto per mezzo di lui. Vediamo che anche se Genesi 1,27 il verbo è al plurale troviamo lo stesso la trinità, anzi la troviamo in maniera ancora di dettagliata. Nell’analisi dei versetti della genesi si può concludere che un “portavoce” degli ELOHIM, una figura predominante, ma non superiore, nonostante siano un’unica realtà (DIO PADRE YHWH) impartisce l’ordine di compiere un azione e tutti gli altri eseguono di conseguenza. Il concetto della trinità spiega in maniera esaustiva le due possibili varianti: Quando ELOHIM è accompagnato con un verbo al singolare, come è nella maggior parte dei casi rappresenta la trinità che agisce e si muove simultaneamente; quando invece ELOHIM è accompagnato con il verbo al plurale significa che le entità della trinità agiscono in ruoli diversi proprio come nell’esempio che abbiamo appena illustrato. Tuttavia sono casi molto rari. Questo sempre se ELOHIM è riferito a YHWH.

LA PLURALITÁ DELLA PAROLA ELOHIM


La seconda argomentazione che usa Biglino per poter indirizzare il lettore verso la sua teoria è il fatto che ELOHIM grammaticalmente ha una desinenza plurale e questo  secondo lui è un aspetto che mette in seria difficoltà gli esegeti teologi e monoteisti. Secondo Biglino il fatto che ELOHIM è plurale è una contraddizione al pensiero teologico che definisce un unico Dio, mentre è più fattibile pensare che si tratta di una pluralità di individui. L’obbiettivo è far credere che la Bibbia non parli di un solo Dio, ma di tanti individui tutti molto simili tra di loro e quindi l’ELOHIM non si riferisce a una singola entità, ma a una pluralità di individui che vengono ben distinti dagli uomini. Questo è il trampolino di lancio per affermare che si trattano di alieni. Come spiegano i teologi il fatto che ELOHIM sia plurale?  Nel suo libro: “la bibbia non parla di Dio scrive: <<Il suo essere plurale impone infatti alla dottrina tradizionale giudaico-cristiana che inserisce il Dio unico nell’antico testamento, la necessità di elaborare spiegazioni convincenti, capaci di conciliare la seguente contraddizione: se esistono termini singolari perché usare il plurale per rappresentare il Dio unico? Le spiegazioni che vengono fornite  sono in sostanza le seguenti: ELOHIM è una forma grammaticale che, con il plurale nella desinenza, intende rappresentare la magnificenza del Dio unico>> Questo plurale si chiama plurale di astrazione. Biglino non spiega ai lettori cosa consiste questa regola grammaticale, si limita a dire che i teologi hanno attributo questa tipologia di plurale a ELOHIM, andando avanti cercherà di dimostrare passo dopo passo la pluralità di questi ELOHIM. Agli occhi di un lettore poco informato è facile che possa pensare che il plurale di astrazione sia un espediente per i teologi di spiegare invano la pluralità della parola ELOHIM.  In realtà per la teologia non c’è nessun problema del fatto che ELOHIM sia plurale, anzi partendo da questo aspetto si possono spiegare alcuni concetti.

IL PLURALE DI ASTRAZIONE:

Nella lingua ebraica troviamo diversi tipi di plurali, per quanto riguarda il plurale di astrazione viene usato per enfatizzare un termine all’interno di un versetto oppure come superlativo. Propongo tre esempi dove compare questo tipo di plurale non applicato alla parola ELOHIM per comprendere meglio l’uso che si fa di questo plurale.[1] Negli esempi la parola in grassetto è quella che prenderemo in esame. Nella traduzione italiana compare in singolare, ma nell’originale in ebraico è un plurale di astrazione.

  1. Genesi 21,2

Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato.

In questo versetto troviamo Abramo che, come promesso da Dio, nonostante la sua veneranda età ha un figlio che chiamerà Isacco. In ebraico il termine “vecchiaia” è al plurale; non perché ci sono una pluralità di vecchiaie, ma perché Abramo non era semplicemente anziano, ma era è molto anziano, addirittura centenario. Compare quindi il plurale di astrazione per enfatizzare la sua vecchiaia fuori dal comune. Viene quindi usato come una sorta di superlativo.

  • Genesi 42,30

Quell’uomo, che è il signore di quella terra, ci ha parlato duramente e ci ha trattato come spie del territorio.

I figli di Giacobbe, a causa della carestia sono costretti ad andare nella terra d’Egitto e incontrano, senza riconoscerlo il loro fratello Giuseppe che molti anni prima lo avevano venduto a degli ismaeliti. Giuseppe per metterli alla prova inizialmente li tratta duramente. Nel testo originale la parola “Signore” è al plurale nonostante si stia parlando di una singola persona. Questo è per evidenziare che Giuseppe non era un semplice signore con una bella casa e qualche servo, ma era la seconda carica politica d’Egitto dopo il faraone. In questo caso è usato come superlativo.

  • Esodo 21,34

il proprietario della cisterna deve dare l’indennizzo: verserà il denaro al padrone della bestia e l’animale morto gli apparterrà.

Questa è una delle tante norme riguardante la legge di Mosè. Se un uomo scava un pozzo e un animale appartenente a un’altra persona ci cade dentro dovrà risarcire il padrone dell’animale. In questo caso troviamo “padrone” al plurale per enfatizzare il soggetto che ha diritto ha un risarcimento.

Alla luce di questa regola grammaticale non c’è da stupirsi che proprio la parola che si traduce con Dio è al plurale. Indica che non si tratta di un ELOHIM qualunque, ma l’ELOHIM supremo e onnipotente. I primi a contestare le traduzioni di Biglino sono proprio gli ebrei, che leggendo le sue considerazioni si stupiscono che una persone che millanta di conosce l’ebraico non è in grado di distinguere un plurale normale da un plurale di astrazione. Questo significa che Biglino non conosce così bene l’ebraico come afferma oppure è in mala fede. Se ancora ci fossero dubbi è disponibile una pubblicazione di Joel S. Burnett chiamata “A Reassessment of Biblical Elohim”, un pluriennale lavoro accademico dove si approfondisce il plurale di astrazione applicato a ELOHIM in parallelo con le altre lingue semitiche che anch’essi hanno anche loro questo tipo di plurale, tenendo conto anche delle fonti archeologiche, in particolare è citata una statua raffigurata una divinità pagana e una iscrizione con il termine dio al plurale di astrazione.


CONCLUSIONE:

Se gli ELOHIM fossero degli alieni provenienti da qualche pianeta lontano come sostiene la teoria degli antichi astronauti, dal punto di vista grammaticale, nella Bibbia troveremo: In riferimento a YHWH ci sarebbe stato sempre la parola ELOHA con verbo al singolare; la parola ELOHIM accompagnata solamente da verbi al plurale e solo per definire il gruppo della razza aliena. Il fatto che ELOHIM è accompagnato al singolare è una spina nel fianco ai sostenitori di questa teoria che rivela la falsità di questa tesi

[1] Dal video: “ELOHIM, parliamo di questa parola” di Roberto Mercadini

SIGNIFICATO DELLA PAROLA ELOHIM


La prima parola che viene commentata nei libri di Biglino è la parola ELOHIM. Nelle nostre Bibbie è abitualmente  tradotta con Dio, per questo motivo che i ”liberi pensatori” della paleastronautica non possono ignorare questa parola. Secondo il loro parere, nessuno ha mai capito cosa significa il termine ELOHIM, gli studiosi accademici traducono questa parola in tutti i modi: Quelli dell’alto, gli splendenti, i potenti, legislatori, governanti, giudici, ministri. Nessuno prende in considerazione di tradurre questa parola al quanto misteriosa con “Dio” che infatti non è altro che una scelta puramente teologica e dogmatica non giustificata dalla grammatica ebraica. La parola ELOHIM a causa della sua profonda non conoscenza sarebbe più opportuno lasciarla non tradotta, oppure sostituirla con l’espressione “quelli là”. Questa è la prima argomentazione che usa Biglino per introdurre la tesi paleastronautica, non parla inizialmente di alieni, ma andando avanti con i suoi libri parla del fatto che vengono dal cielo, con astronavi e altre tecnologie avanzate ed è il lettore che intuisce che si tratta di alieni. Riguardo questa argomentazione ho trovato una risposta di un ebraista laico[1] di nome Giuseppe Cuscito che all’affermazione: “nessuno ha mai capito cosa significhi ELOHIM”, rispose: Parla per te![2]  Cuscito è un accademico ebraista che studia la Bibbia con un approccio laico e non teologo, quindi non ha nessun interesse nel difendere la Bibbia come parola di Dio e proprio lui ha smentito Biglino dicendo che non è vero che in ambito accademico la parola ELOHIM non significa Dio. Certo che significa Dio, infatti la differenza tra un teologo e un accademico laico non sta nelle traduzioni che sono pressoché identiche,  ma nell’interpretazione del testo. Non esistono parole tradotte in maniera arbitraria dai teologi. Raccontando la sua storia dichiara che in passato era un sostenitore convinto della teoria degli antichi astronauti, per questo ha voluto studiare ebraistica laica, per avere una conferma di questa teoria, ma con suo profondo rammarico ha scoperto che si tratta solo di speculazioni.  Ma come mai solo lui si è fatto avanti a fare questa dichiarazione dopo anni che Biglino scrive libri? La teoria dell’antico astronauta in ambito accademico è considerata nient’altro che spazzatura ed è persino degradante per un accademico anche solo scrivere qualcosa per smentirla. Se potessi fare un paragone è come se un astronauta scrivesse un libro per dimostrare che la terra è rotonda per smentire i terrapiattisti, nessuno farebbe niente del genere in quando sarebbe una cosa ridicola scrivere qualcosa per dimostrare questa ovvietà. Ma dal momento che questa teoria in passato l’ha creduta ha deciso di farsi avanti anche se è stato sconsigliato dai suoi colleghi, perché non vuole che altre persone come lui caschino in queste false teorie.

IL SIGNIFICATO DI ELOHIM

Per esaminare il significato di un termine bisogna analizzare il modo in cui il termine viene usato. ELOHIM nella Bibbia compare più di 2500 volte, è dunque un termine che nella scrittura ebraica ha un certo peso e ha molteplici sfaccettature a seconda del soggetto di riferimento. Quando ELOHIM è riferito a YHWH (Dio creatore) si traduce Dio onnipotente. Altrimenti possono indicare gli angeli o i demoni o i presunti dèi pagani. Anche l’anima umana dal momento che fa parte del mondo spirituale è considerato un ELOHIM anche se molto più debole rispetto agli angeli o i demoni. Un esempio lo troviamo in 1Samuele 28. Il re Saul, un tempo buono, ma successivamente divenuto malvagio si trova in seria difficoltà in quanto i filistei si stanno preparando per attaccare. Saul prova a pregare il Signore, ma a causa del suo cuore duro non riceve nessuna risposta. Decide così di consultare una negromante per evocare lo spirito del profeta Samuele, morto poco tempo prima. La negromante viene colta da stupore perché come dice il versetto 13:

Vedo un essere divino che sale dalla terra. Quel “essere divino” da come si può chiaramente vedere nella traduzione letterale del testo ebraico, compare la parola ELOHIM. Questo versetto da scacco matto a Biglino e a tutta la teoria dell’antico astronauta perché dimostra che gli ELOHIM non possono essere degli alieni, perché qui si sta parlando di un anima umana, oltretutto si parla anche di una vita dopo la morte, cosa che Biglino nega. Che cosa accomuna Dio, gli angeli/demoni e l’anima umana? Secondo Il professor Michael S. Heiser, uno dei massimi esperti nel campo delle lingue semitiche ha dato una chiara definizione riguardo la parola ELOHIM: Entità spirituale potente. Poiché Dio è spirito supremo creatore di tutti gli spiriti (Ebrei 12,9), allora il regno degli spiriti è dove vive Dio. Gli esseri che vivono nel regno degli spiriti sono quindi “divini”. La parola migliore per catturare questa concezione è ELOHIM. Un ELOHIM è un essere divino, in quanto un ELOHIM è un abitante del piano spirituale della realtà.[3] Quindi un termine generico riconducibile a tutto ciò che appartiene al mondo spirituale.  Questa è la definizione più precisa della parola ELOHIM e nel contesto esatto è giusto tradurlo con Dio. Anche analizzando la sua etimologia si può arrivare a un altro punto di coincidenza. L’etimologia della parola ELOHIM può avere più origini come per esempio EL che vuol dire “forte, potente”, oppure UL che vuol dire “capo, colui che precede gli altri”, ma con maggior probabilità dal punto di vista grammaticale deriva da “ALAH” אָלָה che richiama al concetto di promessa o maledizione[4]. Nel senso che il soggetto ELOHIM indifferentemente che pronunci una promessa o una maledizione, la sua parola si adempie sempre, opere soprannaturali comprese. Un esempio di promessa è quella che diede ad Abramo quando disse che avrebbe avuto un figlio nonostante la sua veneranda età (Genesi 18,10) o le maledizioni quando furono contro i nemici storici di Israele, in ogni caso entrambi  puntualmente adempiute. Quindi la radice etimologica indica un soggetto che ha la capacità per prevedere o generare un evento futuro in perfetta linea della sua parola. Questa è una caratteristica che solo Dio può avere, vediamo dunque che anche attraverso questa strada si arriva alla verità.


[1] Studioso di ebraico e aramaico, specializzato in Scienze delle religioni,  conseguito un dottorato di ricerca in Storia, Culture, Religioni. Ha all’attivo pubblicazioni scientifiche e conferenze in Italia e all’estero.

[2] Canale YouTube: Cuscito ergo sum. Video: Alieni nella Bibbia?

[3] What is an Elohim – Michael S. Heiser

[4]Dal video: “ELOHIM, parliamo di questa parola” di Roberto Mercadini, scrittore e studioso di Ebraico, e collaboratore, fra gli altri, con il museo ebraico di Bologna.

IL METODO BIGLINO

Quando Biglino vuole spiegare qual è il suo metodo di studio della Bibbia fa prima un’introduzione sulla scrittura biblica in generale cercando di attaccare l’affidabilità della Bibbia come testo sacro. Le argomentazioni vanno dal: Non si sa chi siano i veri autori, in che lingua è stata scritta in origine e non si sa quanto è stata modificata nel corso dei secoli; (tra l’altro tutte questioni che i teologi  esperti sanno rispondere), dopo di che inizia a spiegare qual è il suo metodo che sta alla base alla chiave di lettura che applica alla Bibbia. Dato la scarsa conoscenza riguardo le origini della Bibbia, le incertezze insormontabili,  l’unico metodo accettabile è il “facciamo finta che”. Appare secondo Biglino l’unico metodo accettabile per leggere la Bibbia. Quindi nonostante l’introduzione che mira a distruggere la fede nella scrittura, per Biglino se si vuole leggere la Bibbia bisogna mettere da parte la sua introduzione e immaginarsi di fare finta che la Bibbia che leggiamo sia proprio quella in origine; che i personaggi biblici siano esistiti veramente e gli autori hanno voluto descrivere fatti che sono veramente accaduti considerando di fatto la Bibbia un autentico libro di storia. Questa  visione della Bibbia solo in apparenza si avvicina a quella cristiana, perché secondo Biglino la Bibbia va letta in maniera letterale, senza interpretazioni, spiegazioni teologiche e senza collegamenti con il nuovo testamento. La storia che viene fuori è un quadro coerente con la paleastronautica, dove si parla di alieni, astronavi e varie tecnologie fantascientifiche. Nell’applicare questo metodo, non riconosciuto da nessun studioso che si rispetti, vuole far credere che la Bibbia parla di tutte queste cose, quando invece non è nient’altro che la teoria dell’antico astronauta applicata alla Bibbia, da come vedremo in maniera del tutto forzata e tra l’altro nemmeno tutta la Bibbia, ma solamente alcune parti presi qua e là. Vediamo qui sotto alcuni esempi di strategie che vengono utilizzate da lui per applicare la chiave ufologia nella Bibbia e le sue forzature, nelle spiegazioni e nelle traduzioni e eventualmente come riuscire a smascherarli:

  • LE DOMANDE INTRODUTTIVE

Prima di prendere in esame un brano della scrittura, Espone un breve riassunto su cosa la teologia dice di questo brano e pone una serie di domande senza risposta con lo scopo di iniziare a istillare dei dubbi nel lettore e fargli credere che la spiegazione teologica del brano emergono contraddizioni e insensatezze e non è dunque quella la spiegazione esatta. Sarà quindi lui a dare una spiegazione più esauriente. Ora, le domande che pone, non sono domande senza risposta, ma con un minimo di ragionamento e di conoscenza teologica si possono argomentare, questo al lettore medio non lo sa. Inoltre ci possono essere anche delle domande ingannevoli che non hanno nulla a che vedere con il brano, ma hanno lo scopo di mostrare contraddizione che di fatto non ci sono. La spiegazione che da lui non è certo più esauriente in quanto oltre ad andare a utilizzare le strategie ingannevoli che vedremo tra breve, va anche a contraddire altri passi biblici da lui ignorati.

  • LO SLITTAMENTO SEMANTICO

L’ebraico è una lingua polisemica, significa che un termine può avere più significati e la scelta del significato va determinata dal contesto. Se dunque nella Bibbia compare un certo significato non è un caso o una scelta arbitraria, ma è perché i traduttori hanno assegnato il significato conforme alla grammatica e al contesto del brano. Ricordiamo che i traduttori non sono tutti cristiani e non tutti credono nella Bibbia come parola di Dio e non hanno dunque interessi a tradurre una parola orientandola in senso teologico. Biglino invece prima inganna i lettori dicendo che una determinata parola è tradotta in base a una scelta puramente teologica e sceglie un significato diverso sempre nella lista dei possibili significati. Peccato che va in contrasto con il contesto e risulta una scelta non giustificata. Analizzando grammaticalmente il brano si arriva alla conclusione che la traduzione corretta è quella che compare nella Bibbia e non quella scelta da Biglino.

  • LA STRATEGIA DEI DIZIONARI ROTANTI

Uno studioso che vuole usare una metodologia seria dovrebbe usare sempre lo stesso dizionario e le eccezioni dovrebbero essere giustificate. Biglino invece cita dizionari diversi scegliendo ogni volta quello che più di tutti va incontro al suo pensiero. Se dunque il dizionario che utilizza principalmente va contro la sua teoria, allora cambia dizionario e così via. Non si fa scrupoli a scegliere anche dei dizionari del tutto obsoleti e non più utilizzati da nessun studioso, ma anche quei casi i conti non tornato. Nel citare i dizionari lo fa in maniera scorretta, manipola la sua spiegazione, nasconde dei significati e ne introduce altri non esistenti. Nel mio studio ho controllato nel dizionario tutti i vocaboli discussi da Biglino per poter anche solo verificare se il significato attribuito da lui compare. Ho inserito l’immagine della definizione, onde evitare che nessuno possa insinuare che mi stia inventando il significato delle parole ebraiche. Da tutti i controlli si potrà vedere chiaramente che le traduzioni della parole scelte da Biglino non coincidono completamente con il dizionario usato dal sottoscritto, realizzato secondo i più moderni criteri linguistici (DI EBRAICO BIBLICO di Luis Alonso Schökel, consulenza scientifica di Gian Luigi Prato. Edizione San Paolo anno 2013).

  • L’ETIMOLOGIE INGANNEVOLI

Quando Biglino vuole tradurre un termine in modo insolito, per rafforzare le sue ragioni si avvale della strategia dell’etimologia. Biglino fa derivare un termine in ebraico con uno in sumerico che corrisponde al termine che vuole attribuire il significato. Peccato che gli studiosi affermano che il sumerico non è una lingua semitica. Non ne è ancora stata dimostrata alcuna parentela con altre lingue note, ed è considerata una lingua isolata[1] e perciò non ha nulla a che vedere con la lingua ebraica. Attribuire delle etimologie tra le due lingue è completamente sbagliato e denota una mala fede o un’ignoranza linguistica. Un esempio più comprensibile è l’italiano e l’albanese che pur essendo popoli geograficamente vicini hanno ceppi linguistici completamente diversi.

  • RIASSUNTI NON COINCIDENTI

In alcuni casi, quando Biglino vuole prendere in esame un brano biblico spiega la vicenda con parole sue, senza citare per intero il brano come compare tradotta nella Bibbia. Riporta solo alcuni versetti o frasi che gli fanno comodo, ma nella spiegazione applica dei tagli di comodo e alcune parole o frasi intere vengono completamente ignorate di Biglino, e guarda caso, sono proprio quegli elementi che vanno contro la sua teoria. Se si apre la Bibbia e si legge con attenzione il capitolo contenente il brano spiegato, si scopre che il riassunto messo nero su bianco non coincide con la Bibbia stessa. Saltano fuori gli altarini e di conseguenza l’interpretazione di Biglino risulta completamente errata.

  • LEGGERE LETTERALMENTE

Biglino secondo il suo metodo legge la Bibbia in modo puramente letterale dicendo che è quello l’unico criterio per poter fare ipotesi e considerazioni. Quello che non tiene conto sono i generi letterali. Nella Bibbia ci sono spesso i cantici che sono vere e proprie poesie e di conseguenza ricche si metafore e allegorie. Biglino utilizza alcune parole o brevi frasi di queste poesie, per leggerle in modo meccanico ed estrapolare delle ipotesi completamente travisate. Oltre ai cantici non tiene mai conto  del contesto antropologico, storico e della cultura che ha generato il testo biblico. Un esempio banale: La frase “dammi una mano” sappiamo che è un modo di dire per chiedere aiuto, se dovessimo utilizzare il metodo Biglino dovremo pensare che qualcuno ci chiede di segarci la mano e darla a qualcuno. Questo significa leggere alla lettera e non tenere conto della cultura della lingua originale. Una volta elaborata l’ipotesi partendo dal testo ebraico è importante per rafforzarle citare degli esperti in diversi settori per mostrare ai lettori che non è l’unico ad avere avuto queste intuizioni ed aver tratto certe conclusioni. Questi “esperti” che Biglino definisce: “scienziati con la mente aperta” andando ad approfondire si scopre che sono in realtà pseudo scienziati senza nessun titolo accademico, o comunque non esperti del settore. In altri casi sono veri scienziati altamente qualificati, ma le citazioni contenute nelle pubblicazioni sono travisate completamente a suo favore. L’esempio più famoso è quello del genetista Dario Bressanini.

  • FALSE CITAZIONI DI ESPERTI IN EBRAICO

In certi casi Biglino fa uso di citazioni di esperti in lingua ebraica per avallare le sua tesi. Possiamo distinguerli in due categorie: Nella prima di tratta di citazioni di studiosi autodidatti privi di titoli che attestano le loro competenze, in poche parole non sono affatto esperti in ebraico, ma pseudostudiosi con conoscenze limitate. Viene citato il cosiddetto “centro di ricerca di ebraico antico” come se fosse un prestigioso istituto condotto da una commissione di esperti accademici, quando in realtà si tratta semplicemente di un sito internet condotto da persone che si autodefiniscono studiosi senza avere titoli accademici. La seconda categoria si tratta di reali esperti accademici di ebraico biblico, peccato che le loro citazioni riportate sono delle estrapolazioni fuori contesto usate a suo comodo. In realtà leggendole bene si può vedere chiaramente che non vanno certo ad avvalorare le sue tesi, ma al contrario le confutano.  Un altro degli espedienti retori utilizzati da Biglino è un largo uso di espressioni tanto perentorie quanto vaghe del tipo, “I ricercatori affermano …”, “I biblisti sono ormai tutti dell’opinione che …”, “Gli stessi rabbini ebrei sono d’accordo su questo punto …”, ecc., guardandosi però bene dallo scendere nei particolari della sua affermazione e citare personalità illustre che effettivamente affermano quello che Biglino sostiene.

  • LE PROVE ARCHEOLOGICHE

Un’altra strategia per rafforzare le sue tesi sono le “prove archeologiche”. Ci sono due tipi di prove che Biglino presenta: Quelle letteralmente false e costruite ad arte fino ad arrivare a ritenere attendibile una foto alterata con Photoshop; altre invece autentiche prove archeologiche, ma le informazioni su di esse sono errate o contengono mezze verità, dalla datazione, alla civiltà di appartenenza e i simboli noti dagli esperti del settore, vengono interpretati in maniera del tutto fantasiosa. Lo scopo dell’utilizzo delle prove archeologiche sono orientate a tirar acqua al suo mulino, ma approfondendo viene fuori una verità molto diversa e sicuramente più razionale. La NASA nel 2007 ha svolto uno studio approfondito di analisi delle fonti antiche in maniera del tutto imparziale per verificare la presenza di un possibile contatto alieno nel passato. Quello che è venuto fuori è che il 90% delle fonti hanno indubbiamente una spiegazione razionale; il restante 10% non ha ancora una spiegazione certa. Ma attenzione a dire che in quel 10% ci sono prove di vita aliena sulla terra, sarebbe come al solito il passo più lungo della gamba. Un spiegazione razionale è di gran lunga più plausibile. Un po’ come se una persona ha maldi testa non significa che c’è una larva aliena che ti mangia il cervello, una spiegazione più plausibile c’è sempre.

CONCLUSIONE:


Il metodo di studio è fondamentale per distinguere da uno studioso affidabile a uno pseudo studioso, quindi un ciarlatano. Da come abbiamo appurato il metodo di Biglino non è un metodo ritenuto valido in modo scientifico, così come tutti i suoi predecessori sono privi di credibilità. Allora perché i suoi lavori hanno riscosso lo stesso un grande successo? I fan di Biglino sono persone che non sanno cosa significa studiare con un metodo serio. Infatti molti di loro sono già abituati a credere ad altre teorie del complotto pseudo scientifiche, come per esempio le famose scie chimiche o la storia che l’uomo non è mai andato sulla luna. Se qualcuno fa notare a un fan di Biglino che i suoi studi non sono scritti sotto un metodo valido tramite anche un lungo discorso, si sente rispondere: <<Eh, ma non hai detto niente>>. Da qui si può vedere come mancano proprio le basi per capire anche solo che cosa significa studiare con un metodo. Tutto questo è terreno fertile di fronte alla narrazione paleastronautica. In realtà Biglino usa un metodo che non è quello scientifico, ma è quello che nel mondo anglosassone chiamano “cherry picking” ovvero la selezione delle ciliege. Questo metodo può essere usato per avvalorare qualunque teoria controversa o stravagante. Consiste nel enfatizzare dei dati che possono far comodo per avvalorare la teoria che si vuole portare avanti e ignorare completamente tutto ciò che può contraddirla e cucito il tutto per costruire un’argomentazione distorta e fuorviante. Dire ciò che fa comodo e taccio che non lo è, dicendo solo parti di verità. Faremo un viaggio e affronteremo tutti gli argomenti principali contenuti nei libri e nelle conferenze di Biglino. Non è necessario affrontare tutti gli argomenti, ma confutando gli argomenti principali è sufficiente a far crollare le sue tesi. Come in un castello di carte, muovendo la base crolla tutto, così anche confutando gli argomenti principali, crolla anche tutto il resto. Lo scopo di questa sezione del blog non è quello di dichiarare che gli alieni non esistono, ma quello di dimostrare che la Bibbia non parla di astronavi o tecnologie fantascientifiche e Dio non è un alieno in carne e ossa.


[1] Lingua sumera – Wikipedia