RIASSUNTO 4 VANGELI

Ho composto questo riassunto schematizzato sui 4 vangeli come ausilio per le persone che vogliono avviare un studio su di essi. Si può vedere una panoramica complessiva della intera vita di Cristo ordinati e divisi in diverse sezioni. In questo modi sono possono studiare le intere sezioni riuscendo a individuare i brani sparsi nei vari vangeli. Se ad esempio si vuole approfondire i miracoli di Gesù, sono riportati tutti i versetti che parlano di quel argomento. Da come si può notare molti brani sono presenti in più vangeli, e in questo caso si possono rapidamente fare dei confronti tra di loro per vederne le differenze. Altri brani invece si possono trovare unicamente in un solo vangelo.


NATIVITÁ:

Prologo GV 1,1-18

Genealogia di Gesù MT 1,1-17. LC 3,23-38

L’annuncio della nascita di Gesù LC 1,26-38

Nascita di Gesù MT 1,18-25. LC 2,1-21

La visita di Maria ad Elisabetta LC 1,39-56

La visita dei Magi  MT 2,1-12

Fuga in Egitto MT 2,13-15

La strage degli innocenti MT 2,16-18

Il ritorno a Nazareth MT 2,19-23

La presentazione di Gesù al tempio LC 2,22-40

Gesù tra i dottori del tempio LC 2,41-52


GIOVANNI BATTISTA

Annuncio della nascita di Giovanni Battista LC 1,5-25

La nascita di Giovanni Battista LC 1,57-80

La predicazione di Giovanni Battista MT 3,1-12.  MC 1,1-8. LC 3,1-20

Giovanni Battista su Gesù GV 3,22-36. GV 1,19-34

Incontro con i discepoli di Giovanni battista MT 11,1-6. MC 2,18-22. LC 5,33-39

Gesù parla di Giovanni battista MT 11,7-19.  MT 17,10-13.  LC 7,18-35

Morte di Giovanni battista MT 14,1-12. MC 6,14-29

Gesù annuncia che Giovanni Battista era Elia MC 9,11-13


INIZIO PREDICAZIONE

Il battesimo di Gesù MT 3,13-17. LC 3,21-22

Le tentazioni di Gesù MT 4,1-11. LC 4,1-13

Gli inizi della predicazione di Gesù MT 4,12-17

La chiamata degli apostoli MT 4,18-25. MC 1,14-20. LC 6,12-16. GV 1,35-51

Le donne che seguono Gesù LC 8,1-3

Il primo segno a Cana GV 2,1-12


INCONTRI:

Incontro con un ricco  MT 19,16-22. MC 10,17-25. LC 18,18-30

Donna unge i piedi di Gesù MT 26,6-16. MC 14,3-9. GV 12,1-9.

Gesù, la peccatrice e il fariseo LC 7,36-49

Il rifiuto di un villaggio di Samaritani LC 9,51-55

Gesù incontra chi vuole seguirlo LC 9,57-62

Marta e Maria  LC 10,28-42

Incontro con Zaccheo LC 19,1-10

Gesù incontra Nicodemo GV 2,23-25.  GV 3,1-21

Gesù incontra una samaritana GV 4,1-30.  GV 4,39-41

Gesù con i giudei dopo la moltiplicazione dei pani/pesci  GV 6,22-71

Gesù e i suoi fratelli GV 7,1-8

Dei greci vogliono parlare con Gesù GV 12,20-24


GUARIGIONI:

Guarigione lebbroso MT 8,1-4. MC 1,40-45. LC 5,12-16

Guarigione dei 10 lebbrosi LC 17,11-19

Il servo del centurione MT 8,5-13. LC 7,1-10

Guarigione suocera di Pietro MT 8,14-15. MC 1,29-31. LC 4,38-39

Compimento profezia sulle guarigioni MT 8,16-17. GV 12,37-43. MT 12,15-21

La grande folla che lo segue MC 3,7-10

Guarigione paralitico MT 9,1-8. MC 2,1-12. LC 5,17-26

La donna con le perdite di sangue MT 9,20-22. MC 5,25-34 . LC 8,43-48

Guarigione ciechi  MT 9,27-31. MC 10,46-52. MC 8,22-26. LC 18,35-42. MT 20,29-34. GV 9,1-12

Guarigioni varie MT 14,34-36. MC 6,52-56. LC 4,40.  LC 4,42-43

La donna cananea MT 15,21-28

Il sordomuto nella Decàpoli  MC 7,31-37

Gesù guarisce il figlio di un funzionario del re  GV 4,43-54

Guarigione paralitico in giorno di sabato  GV 5,1-18

Guarigione uomo dalla mano inaridita MC 3,1-6

Guarigione della donna curva LC 13,10-17. 

Guarigione orecchio a Malco LC 22,50-51

Resurrezione del figlio di una vedova LC 7,11-17

Resurrezione di Lazzaro GV 11,1-46

Resurrezione figlia di Giairo, uno dei capi dei sacerdoti  MT 9,18-19 e 23,26. MC 5,1-24 e MC 5,35-43. LC 8,40-42.  LC 8,49-56


MIRACOLI:

La tempesta sedata MT 8,23-27. MC 4,35-41. LC 8,22-25

Moltiplicazioni dei pani e dei pesci  MT 14,13-21.  MT 15,29-39. MC 6,30-44 e MC 8,1-21. LC 9,10-17. GV 6,1-15

Gesù cammina sulle acque  MT 14,22-33. MC 6,45-52. GV 6,16-21

La trasfigurazione  MT 16,27-28. 17,1-9. MC 9,1-10. LC 9,27-36

La moneta d’argento per la tassa MT 17,24-27

L’albero di fichi  MC 11,12-14.   MC 11,20-21

La pesca miracolosa  LC 5,1-11

Trasformazione acqua in vino GV 2,1-12


INSEGNAMENTI:

Le beatitudini MT 5,1-12 . LC 6,17-26. LC 11,27-28

La testimonianza MT 5,13,16.  MT 7,6. MC 9,49-50. LC 12,1-12

La legge e il suo compimento MT 5,17-48

L’elemosina MT 6,1-4. MC 12,41-44. LC 14,12-14

La preghiera e digiuno MT 6,5-18. MT 7,7-10.  MT 9,35-38  MT  18,18-20. LC 11,1-13. MC 1,35-38. MC  11,22-25. GV 14,12-14. GV 15,7-8. GV 16-23-24

Libertà dalle preoccupazioni materiali MT 6,19-34. LC 12,22-34

Non giudicare MT 7,1-5. MC 2,13-17. LC 6,37-38. LC 6,41-42.

Regola pratica MT 7,12. GV 13,34-35. GV 15,12

La porta stretta MT 7,13-14. LC 13,22-30

I falsi profeti MT 7,15-20

Ciò che rende impuro l’uomo MT 15,10-19

La salvezza MT 7,21-23

La casa costruita nella sabbia e nella roccia MT 7,24-28. LC 6,46-49

Esigenze del regno dei cieli MT 8,18,22.  MT 10,32-33.  MT 10,37-39.  MT  16,24-27.  MC 8,34-39. LC 9,23-26.  LC 14,25-35. GV 12,25-26. GV 14,21. GV 14,28-31. GV 15,9-11

L’accoglienza MT 10,40-42

Chi rifiuta e accoglie gli insegnamenti di Gesù MT 11,20-27

Gesù offre pace e riposo  MT 11,28-30. GV 14,27

La bestemmia contro lo Spirito Santo  MT 12,30-32. MC 3,28-30

La parola del giusto: MT 12,33-37

I credenti, una sola famiglia MT 12,46,50. MC 3,31-35. MC 10,26-31.  LC 8,19-21

Pietro la roccia  MT 16,13-23. MC 8,27-33. LC 9,18-21

Gli scandali MT 18,6-7. MC 9,42. LC 17,1-3

Purificarsi dal male MT 18,8-9. MC 7,14-23.  MC 9,43-48. LC 11,33-46

La correzione fraterna  MT18,15-17. LC 17,3-4

I bambini MT 18,1-5. MT 19,13-15. MC 10,13-16. LC 18,15-17

Il perdono MT 18,21-22. LC 6,36. LC 17,4

Matrimonio e celibato e divorzio MT 19,1-12. MC 10,1-12. LC 16,18

La ricchezza  MT 19,23-30. LC 16,13

 Il comandamento più grande MT 22,34-40. MC 12,28-34. LC 10,25-29

Vegliare e responsabilità verso Dio  MT 24,42-44. MC13,33-37. LC 12,35-48

Criterio con il quale Dio giudica  MC 4,24-25. LC 11,29-32

L’umiltà  MC 9,33-37. MC 10,35-45. MC 22,24-27. LC 9,46-48. MT 20,18-28. LC 14,7-11

Chi non è contro di noi è con noi  MC 9,38-41. LC 9,49-50

Quelli che superano le prove MC 22,28-30

I nemici  LC 6,27-35

L’albero buono e cattivo  LC 6,43-45

Non si nasconde nulla a Dio LC 8,17

Chi ascolta la parola e chi no LC 8,18

Gli effetti della predicazione di Gesù sulla terra LC 12,49-53

Davanti al Giudice LC 12,58-59

Necessità della conversione LC 13,1-5

La fede LC 17,5-6

Rapporto Dio – uomo  LC 17,7-10

Divinità di Gesù GV 4,31-38. GV 5,19-30. GV 5,31-47. GV 10,1-18. GV 10,27-30. GV 12,27-36. GV 14,1-11

Chi accoglie Cristo accoglie Dio Padre  GV 12,44-50. GV 13,18-20- GV 13,31-33

La lavanda dei piedi, insegnamento sul servizio GV 13,1-17

La promessa dello spirito GV 14,15-20. GV 14,22-26.  GV 15,26-27. GV 16,5-15

La vite e i tralci GV 15,1-6

Il regno di Dio e il mondo MT 10,34-36.GV 15,28-21. GV 16,1-4. GV 16,29-33. GV17,1-25

Essere amici di Gesù GV 15,13-17

La responsabilità di chi conosce la parola GV 22-25


DISCORSO MISSIONARIO:

I Discepoli MC 3,13-19

Gesù istruisce i discepoli MT 10,1-31. MC 6,7-13

La missione dei 12 apostoli  LC 9,1-6

Gesù manda in missione 72 discepoli  LC 10,1-24


DISCORSO ESCATOLOGICO:

La distruzione del tempio MT 24,1-2. MC 13,1-2. LC 21,5-6

I falsi messia MT 24,23-28. MC 13,3-6

Inizio delle sofferenze  MT 24,3-22. MT 24,29-41. MC 13,7-32. LC 17,20-37. LC 21,7-37.

Il giudizio finale MT 25,31-46


PARABOLE:

Perché le parabole? MT 13,10-17. MT 13,34. MC 4,10-12. LC 8,9-10

Parabola del seminatore MT 13,3-9. MT 13,18-23. MC 4,1-9. MC 4,13-20  MC 4,33-34. LC 8,4-8.  LC 8,11-15

Parabola della zizzania  MT 13,24-30.  MT 13,36-42

Parabola del granello di senape e del lievito MT 13,31-33. MC 4,30-32. LC 13,18-21

Parabola del mercante di perle preziose MT 13,44-46

Parabola della rete di pesci MT 13,47-52

Parabola della pecorella smarrita  MT 18,10-14. LC 15,1-10

Parabola del servo senza pietà  MT18-23-35

Parabola degli operai invitati nella vigna  MT 20,1-15

Parabola dei vignaioli malvagi MT 21,33-46. MC 12,1-12. LC 20,1-19

Parabola degli invitati a nozze  MT 22,1-14. LC 14,15-24

Parabola del servo fedele e malvagio  MT 34,45-51

Parabola delle 10 vergini  MT 25,1-13

Parabola dei talenti  MT 25,14-30

Parabola della lampada  MC 4,21-23. LC 8,16

Parabola del seme sul terreno  MC 4,26-29

Parabola del buon samaritano  LC 10,30-37

Parabola dell’uomo ricco LC 12,13-21

Parabola della pianta di fico  LC 13,6-9

Parabola del figliol prodigo LC 15,11-32

Parabola dell’amministratore disonesto LC 16,1-12

Parabola del ricco epulone LC 16,19-31

Parabola del giudice iniquo LC 18,1-8

Parabola del fariseo e il pubblicano LC 18,9-14

Parabola dei talenti LC 19,11-28


ESORCISMI:

Gli indemoniati di Gerasa MT 8,28-33. MC 5,1-20. LC 8,26-39

L’indemoniato muto 9,32-34

Gli spiriti impuri MT 12,43-45

Esorcismo di un ragazzo epilettico MT 17,14-20. MC 9,14-29. LC 9,37-43

Esorcismo a Cafàrnao MC 1,21-28. MC 1,32-34. LC 4,31-37

I demoni  riconoscono Gesù MC 3,11-12

La Figlia della donna a Tiro  MC 7,24-30

Quando uno spirito impure esce dall’uomo  LC 11,24-26

L’indemoniato cieco e muto MT 12,22


DISPUTE CON I FARISEI:

Disputa su Gesù con i pubblicani MT 9,9-17. LC 5,27-32

Disputa sul sabato MT 12,1-14. MC 2,23-28.  MC 3,1-6. LC 6,6-11. LC 13,10-17.  LC 14,1-6

I farisei contestano le guarigioni  MT 12,22-29. MC 3,20-27.

I farisei vogliono vedere un segno MT 12,38-42  MT 16,1-4

Gesù a Nazareth MT 13,53-58. MC 6,1-5. LC 4,14-30.

Disputa sulla tradizioni dei  Farisei  MT 15,1-9. MC 7,1-13

L’entrata di Gesù a Gerusalemme e lo scontro con i farisei MT 21,1-17. LC 19,29-40. GV 12,12-19. MC 11,1-11.  MC 11,15-19. LC 19,45-48. GV 2,13-22

Lamento su Gerusalemme LC 13,31-35. LC 19,41-44

I farisei contestano l’autorità di Gesù  MT 21,23-27. MC 11,27-33. GV 12-20

Gesù e le tasse a Roma MT 22,1-22. MC 12,13-17. LC 20,20-26

Gesù e i sadducei  MT 22,23-34. MC 12,18-27.  LC 20,27-40

Gesù sfida i farisei con una domanda MT 22,41-46. MC 12,35-37. LC 20,41-44

Gesù parla dei farisei \ scribi  MT 16,5-12.  MT 21,28-32. MT 23. MC 12,38-40. LC 6,39-40. LC 20,45-47. LC 21,1-4. LC 11,37-54

Disputa sul campo di grano  LC 6,1-5

I farisei sostengono che Gesù esorcizza nel nome di Beelzebùl  LC 11,14-23. GV 8,31-59. LC 12,54-57

Disputa sulla ricchezza LC 16,14-17

Disputa con i giudei alla festa delle capanne GV 7,10-13. GV 7,14-53

I farisei portano a Gesù una donna adultera GV 8,1-11

I farisei interrogano Gesù su Abramo GV 8,21-30

Discussione ex-nato cieco, i farisei e Gesù GV 9,13-41

I farisei accusano Gesù di bestemmia GV 10,19-26. GV 10,31-42


PASSIONE

Gesù preannuncia la sua morte e resurrezione  MT 17,22-24. MT 20,17-19. MC 9,30-32. MC 10,32-34. LC 9,22.  LC 9,44-45.  LC 18,31-34. GV 16,16-28

Erode sente parlare di Gesù  LC 9,7-9

Complotto contro Gesù MT 26,1-5. MC 14,1-2.  MC 14,10-11. GV 11,47-57. GV 13,21-30. LC 22,1-6

Annuncio tradimento di Pietro MC 14,26-31. LC 22,31-34. GV 13,36-38

L’ultima cena MT 26,17-35. MC 14,12-25. LC 22,7-23.  LC 22,35-38

Preghiera nel Getsèmani MT 26,36-46. MC 14,32-42. LC 22,39-44

Gesù è arrestato MT 26,47-56. MC 14,43-51. LC 22,45-53. GV 18,1-14

Gesù di fronte ad Anna e Caifa MT 26,57-68. MC 14,53-65. LC 22,62-71. GV 18,19-24

Pietro rinnega Gesù 3 volte MT 26,69-75. MC 14,66-72. LC 22,54-63. GV 18,15-18. GV 18,25-27.

Il processo davanti a Pilato  MT 27,11-14. MC 15,1-5. LC 23,1-5. GV 18,28-40

Gesù da Erode LC 23,6-12

Pentimento di Giuda MT 27,1-10

Gesù condannato a morte MT 27,15-26. MC 15,6-15. LC 23,13-25. GV 19,1-16

Crocifissione di Gesù MT 27,27-44. MC 15,16-37. LC 23,26-46. GV 19,17-30

La morte di Gesù MT 27,45-56

Gesù trafitto dalla lancia GV 19,31-37

Sepoltura di Gesù MT 27,57-61. MC 15,38-47. LC 23,47-56. GV 19,38-42

I farisei fanno sigillare la tomba di Gesù MT 27,62-66


RESURREZIONE

Maria di Magdala va al sepolcro GV 20,1-2

Pietro e Giovanni al sepolcro LC 24,12. GV 20,3-10

Le donne vanno al sepolcro MT 28,1-10. MC 16,1-8. LC 24,1-11.

Gesù appare a Maria di Magdala MC 16,9-11. GV 20,11-18

Le guardie parlano dell’accaduto ai farisei MT 28,11-15

I discepoli di Emmaus LC 24,13-35

Gesù appare agli apostoli MC 16,12-20. LC 24,36-49. GV 20,19-23

L’incredulità di Tommaso GV 20,24-28

I discepoli incontrano Gesù in Galilea MT 28,16-20. GV 21,1-14

Epilogo 20,30-31

Dialogo tra Gesù e Pietro GV 21,15-19

Gesù e Giovanni GV 21,20-19

Gesù ascende al cielo LC 24,50

LA RESURREZIONE DI CRISTO

La resurrezione è il punto di partenza di ogni considerazione di fede ed è la luce che illumina i fatti in modo retrospettivo ed escatologico. Sempre si deve partire dall’evento resurrezione per capire il vangelo, la Chiesa, l’economia della salvezza e lo stesso volto di Dio. Il problema della storicità della resurrezione è uno dei più dibattuti. La resurrezione è un evento reale, oggettivo compiutosi in Gesù di Nazareth. Essa non è solo nella fede o nella predicazione, è reale. Non è però come la resurrezione di Lazzaro, cioè dentro la storia; la resurrezione di Gesù è dentro la storia, ma la supera e la trascende: è metastorica, cioè è un evento escatologico. È una resurrezione gloriosa. È un avvenimento della fine della storia anticipato, presente ed operante già ora attraverso la testimonianza dei discepoli, della Chiesa apostolica e la potenza dello Spirito che viene dal Risorto e accompagna la testimonianza. La resurrezione è storicamente conoscibile attraverso i segni che Gesù ci ha lasciato: la testimonianza di coloro che lo hanno visto risorto e il sepolcro vuoto. Attraverso la fede, la resurrezione si fa operante e visibile nella storia. A sua volta, la resurrezione è un evento che fonda la fede. Nei vangeli troviamo la testimonianza di coloro che lo hanno visto dopo la resurrezione (nessuno è stato testimone della resurrezione!) e la notizia del sepolcro vuoto testimoniata dagli stessi Giudei (vedi Mt). La fede nella resurrezione però non nasce dalla tomba vuota, ma dagli incontri con il Risorto, che illuminano la tomba vuota. I racconti della resurrezione sono i dati più antichi e più importanti. Infatti nel “credo” in 1Cor 15,1-3, Paolo dice che il Risorto “apparve”, non menziona il sepolcro vuoto, ma solo l’apparizione del Risorto.

LE APPARTIZIONI DI CRISTO RISORTO

Le apparizioni hanno queste caratterizzate:

L’INIZIATIVA DEL RISORTO

 Il risorto appare a persone che non attendevano tale manifestazione, ma vivevano in uno stato di delusione. Il risorto si fa presente quasi come un fulmine a ciel sereno.

I TESTIMONI OCULARI

Il testimone è scelto, non è un’esperienza mistica frutto di rapporti interiorizzati. È un Cristo che si mostra, non è subito facilmente riconoscibile e il testimone subisce la sua azione.

GESTI FAMIGLIARI

 Nelle manifestazioni appare la familiarità tipica di Gesù con i suoi, per i quali il vedere e il toccare risultano fondamentali. Quindi, per conoscere il risorto è necessario essere stati con lui e aver creduto a lui prima della sua morte.

LA PAROLA DI CRISTO

 Spesso Gesù è riconosciuto quando parla e quando compie gesti significativi come lo spezzare il pane (Lc 24,13-35: discepoli di Emmaus). Quindi si può dire che la prassi eucaristica così come è stata fondamentale per i discepoli, lo è per la Chiesa in cui continua ad essere vissuta.

APPARIZIONI MEDIANTE LO SPIRITO DEL CENACOLO

 Qui appare il tema della missione: esso è strettamente collegato con la resurrezione. Essere testimone della resurrezione vuole dire vita trasformata.

Infatti una nota caratteristica delle apparizioni è il coinvolgimento delle persone. L’esperienza del risorto e la testimonianza sono un’unica cosa: incontrare il risorto significa essere inviati. Esiste un legame tra apparizione, esperienza del risorto e missione. La resurrezione è un preludio della finale ricapitolazione che avverrà con la parusia (la seconda venuta di Gesù). Il tempo che intercorre è colmato dal tempo della Chiesa e della missione nello Spirito. La Pentecoste è il tempo attuale, la continuazione della resurrezione, l’edificazione della Chiesa, l’instaurazione del Regno di Dio fino a che egli non tornerà nuovamente e definitivamente con nuova terra e nuovi cieli.

LA TOMBA VUOTA

Il dato della tomba vuota è una notizia tardiva. La tradizione sinottica parla dell’andata al sepolcro delle donne e della presenza di figure angeliche, mentre in Giovanni abbiamo l’ispezione accurata della tomba vuota. Il sepolcro vuoto è simbolo di vita ed è aperto alla constatazione di tutti. Un altro elemento importante è anche la descrizione del sepolcro vuoto: “bende giacenti”. Gli esegeti parlano di bende giacenti con ordine, cioè svuotate al oro interno: se il corpo fosse stato rubato, non si spiegherebbe l’ordine delle bende. Vi sono poi elementi che mostrano come il sepolcro vuoto sia una notizia storica e non costruita in chiave apologetica: il rubare un morto (ciò non è sostenibile dalla cultura giudaica); l’introdurre un essere celeste (questo non serve per certificare una teoria); la testimonianza delle donne, che nessuno nel mondo giudaico poteva accogliere come vera (proprio perché ad opera di donne). La resurrezione è un evento trinitario e non solo un evento oggettivo. La resurrezione assieme alla croce manifesta il mistero trinitario. La formula più antica, così anche la predicazione di Paolo, mettono in risalto l’azione del Padre, che ha risuscitato Gesù (Atti). La resurrezione, però, è anche un evento del Figlio dell’Uomo, che risusciterà (Mc 8,31; Gv 10,18). Ma è anche un evento dello Spirito: lo Spirito è colui, attraverso il quale il Padre risusciterà anche noi come ha fatto con Gesù (cfr. Rm 8,11). Inoltre, la resurrezione è un evento escatologico salvifico. Gesù è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e non ha subito la corruzione tipica dei morti. Sono avvenimenti non solo cronologici, ma salvifici. È importante affermare che con la resurrezione al terzo giorno, si inaugura un’era salvifica. Cristo è risorto per la nostra salvezza (Rm 4,25): la resurrezione è un evento salvifico per eccellenza, per mezzo del quale l’uomo viene divinizzato e giustificato.

LA PASSIONE DI CRISTO

PREVISIONE DELLA SUA MORTE

Il senso della storia della passione e della morte di Gesù non è biografico, ma teologico e questo a partire dall’esperienza della Resurrezione. È una storia teologica: si compiono le Scritture profetiche. I fatti vengono visti e interpretati alla luce delle profezie. Questo è possibile a partire dalla Resurrezione. Così hanno scritto gli autori sacri e questa è stata la loro intenzione. Ciò si rende poi necessario a causa dell’esigenza di superare lo scandalo della croce, inammissibile per i Giudei. La Chiesa ha compreso e superato lo scandalo della croce proprio vedendo il legame tra Scrittura e Passione di Gesù. Da questa angolatura si nota come la croce sia un dramma trinitario: l’iniziativa non è di Gesù, ma è del Padre: è un dramma che parte dal Padre, ma Gesù lo affronta liberamente. La morte di Gesù in croce è salvezza perché rivela l’amore universale di Dio. In forza di questo amore salvifico, la croce è anche espiazione, sacrificio, soddisfazione: la croce è prima di tutto grazia, opera salvifica di Dio per noi e in noi, legata alla remissione dei peccati. L’evento della passione ha fatto della morte umana una situazione salvifica, il luogo della vicinanza con Cristo e con Dio (Fil 1,23). Tutta la vita di Gesù è legata al pensiero della morte violenta di croce. L’andare incontro alla morte rientra nella missione di Gesù: va liberamente, non passivamente. È il momento supremo della sua missione profetica: Gesù muore a causa della malvagità umana. Nel vangelo di Marco (Mc 8,31; 9,31; 10,32-34) si vede come Gesù sapeva quale sarebbe stata la sua morte e le sue tre profezie, che vi si riferiscono, scandiscono l’andare di Gesù verso la croce. Gesù vede la sua morte come martirio. È una morte violenta a cui Gesù va incontro liberamente, non costretto dalle vicende umane. Egli muore per i nostri peccati. Tutto rientra nel piano di Dio, cioè è il Padre che consegna il suo Figlio perché il mondo si salvi, ma gli uomini rifiutano e lo uccidono. Questa morte dura solo tre giorni. Questo non ha un significato cronologico, ma significa che Gesù non è rimasto prigioniero della morte. Gesù ha visto la sua morte come un passaggio alla vita piena e come trionfo sulla morte. L’ultima parola sarà la resurrezione.

L’ULTIMA CENA

Gesù vede la sua morte “l’Ora” che compie tutta la sua vita: è la glorificazione, il compimento del progetto del dono di sé sia al Padre che agli uomini (Gv 13,1: “…li amò sino alla fine”). Questo progetto è celebrato nell’ultima cena, la quale diventa il riassunto della vita di Gesù. Questo pasto è una sintesi cultuale che Gesù ha celebrato perché fosse memoria perenne per la sua comunità. In questo contesto ha preso corpo la narrazione della passione e della resurrezione e la Chiesa ha riletto i fatti storici in una cornice eucaristica riconoscendo il Signore sempre di più. Questo pasto è atto di culto e insieme pasto d’addio: si fondano insieme due tradizioni riportate dai sinottici, quella cultuale, cioè del banchetto di ringraziamento, e quella testamentaria in cui si sottolinea il legame tra i partecipanti. La tradizione cultuale sottolinea di più l’aspetto liturgico mentre la tradizione testamentaria sottolinea di più l’aspetto esistenziale del progetto di vita di Gesù come donazione; così culto ed esistenza si fondono. In sintesi, possiamo dire che la cena celebrata da Gesù e continuata nella prassi ecclesiale è la celebrazione del dono di vita che viene partecipato ai suoi discepoli perché essi lo traducano in esistenza. Si capiscono così i vari racconti dell’ultima cena dei sinottici e la lavanda dei piedi che sostituisce la cena in Giovanni (per Giovanni il discorso eucaristico è messo nel capitolo 6). – 2 – La frazione del pane e il calice di ringraziamento sono ora accompagnati da nuove parole dette da Gesù: è un’alleanza nuova, una partecipazione e comunione nella persona di Gesù al dono stesso della sua vita. È un dono di vita da cui consegue anche la remissione dei peccati. “Questo è il mio corpo” esprime infatti la donazione del Cristo. La redenzione nel sangue versato, che si è invitati a bere, vuol indicare quel dono di vita che ci viene attraverso il sangue e dove arriva c’è purificazione dal peccato. Gesù fa dono di sé nel proprio sangue come forza vivificante che ci libera dalla morte; in questo senso rimette i peccati. Non è prezzo pagato per soddisfare Dio, ma è l’espressione dell’amore infinito di Cristo e del dono della vita del Padre in Cristo. È il dono d’amore che è anche fonte di espiazione: prima di essere remissione del peccato, è dono della vita nello Spirito. La priorità è l’alleanza nuova, l’alleanza della vita. Gesù non chiede ai discepoli di fare aspersione con il suo sangue, come con il sangue delle vittime, ma di bere il calice. Ora, il sangue si beve non per purificarsi, ma per nutrirsi e vivere più intensamente. Il sangue di Gesù è bevanda come il suo corpo è nutrimento. Il pasto è vissuto come testamento di Gesù ed è l’invito a continuare questa celebrazione nella vita. L’eucarestia è annuncio escatologico del banchetto celeste. Gesù vede la sua morte come dono d’amore attraverso la condivisione del pane e del calice. Pertanto lo schema espiazione-sacrificio antico è superato in quanto la morte di Cristo si fa dono e principio di vita e quindi di espiazione. L’eucarestia e la croce hanno valore espiatorio, sacrificale, ma ciò è compreso nel dono libero e supremo del dono di vita di Gesù. Possiamo dire che la cena di Gesù ha un valore cultuale che la croce attualizza in modo esistenziale: la croce adempie l’eucarestia e l’eucarestia completa la croce.

IL GETSEMANI

L’episodio del Getsemani è importante perché è preludio e anticipo della croce, presenta l’aspetto drammatico della croce coinvolgendo non solo la persona di Gesù ma anche il Padre e i discepoli. Qui si uniscono due elementi: quello dell’angoscia e della preghiera al Padre. L’angoscia è l’espressione del dolore stesso di Dio: il Dio in Gesù è così vicino all’uomo che soffre lui stesso. Sembra poco probabile che Gesù avesse paura della morte, ma la sua angoscia nasce dall’amore per gli uomini che rifiutano la sua offerta. È il modello della vita del profeta. È una angoscia per gli altri, segno dell’infinita carità di Dio verso gli uomini. L’amore sembra essere la causa dell’angoscia. In questo contesto si può leggere bene la preghiera di Gesù in Mc 14,36. La richiesta di Gesù di allontanare il calice può esser visto non come un rifiuto di Gesù, in quanto Egli vuole ciò che il Padre vuole, ma un invito perché il giudizio sul popolo non sia di condanna a causa del rifiuto della salvezza

IL PROCESSO

Il processo sottolinea la dimensione pubblica, sociale e storica dell’evento della croce. Il processo diventa il luogo della più alta auto-affermazione divina di Gesù: la verità è data dal ribaltamento dei fatti. Pilato fa sedere Gesù sulla sedia del magistrato (Litostroto, in ebraico Gabbatà); Gesù è il vero giudice dei pagani e dei giudei. Ci sono due fasi del processo di Gesù: una giudaica e una romana:

La fase giudaica, molto presente nei sinottici, tratta del processo nel Sinedrio. I sinottici mettono in evidenza questo primo processo perché sono preoccupati di mostrare che la radice della condanna viene dai Giudei.

La fase romana si svolge davanti all’autorità romana. Il dialogo avviene tra Gesù e Pilato. Ciò è fortemente sottolineato in Giovanni. Gesù dice parole forti: “Sono venuto a rendere testimonianza alla verità” (Gv 18,37), Cristo è il rivelatore per eccellenza del Padre. Così sono forti le scene plastiche dell’insediamento di Gesù presentato come re e Figlio dell’uomo, quindi giudice universale.

Possiamo dire che la prima parte del processo si chiude con la presentazione di Gesù come Messia divino, mentre la seconda, di Gesù come re.

CROCIFISSIONE E MORTE

Gesù muore liberamente e per amore dell’umanità. Avrebbe potuto chiamare una legione di angeli per toglierlo da quella situazione, ma si è abbandonato al piano del Padre, che è redenzione per l’umanità. Nel racconto della morte è fortemente presente il silenzio di Dio. Questo silenzio diventa presenza: si va a Dio non per ciò che dona, ma per ciò che è. Non rimane così nient’altro se non la fiducia, che diventa presenza. È il dramma del giusto che soffre.

Cosa accompagna la morte di Gesù:

Segni cosmici come le tenebre, il velo del tempio squarciato (per Mt anche terremoto, sepolcri aperti e resurrezione di molti defunti): l’era nuova nasce sotto il segno della croce. La nuova apocalittica è caratterizzata dalla fuga delle tenebre, dal perdono e dal paradiso (vedi Lc). Quindi la croce è un evento salvifico, che si manifesta nell’amore.

Dal grido: non un grido di protesta, ma di fiducia. Gesù ha vissuto il dramma del giusto nei confronti del Padre. Il Salmo 21 citato da Gesù interpreta il suo grido di angoscia, di confidenza e di lode.

Dalla conversione del centurione (con la proclamazione del centurione “quest’uomo era Figlio di Dio” Marco rimanda all’inizio del vangelo dove sta scritto: “Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”). La morte di Gesù provoca conversione, cioè presenza di Dio. Tutto ciò mostra che il morire di Gesù è solenne, non è il morire di un disperato. Gesù si rivela Figlio di Dio

Nel vangelo di Giovanni manca l’abbandono e la sua morte è ricca di simboli. Sembra essere il racconto più fedele al dato storico. Qui Gesù è visto come re. Sulla stessa croce vi è l’iscrizione che reca il titolo di Gesù re dei giudei in tre lingue: egli è il re universale. La sua tunica non viene divisa, segno dell’unità del popolo stesso, della Chiesa. Sotto la croce troviamo Maria e Giovanni: vi è una vicinanza teologica. Giovanni è segno di tutti i discepoli e Maria è chiamata donna, un titolo ecclesiologico, madre della Chiesa. Vi è una nuova maternità espressa dalla figura di Maria. La morte di Gesù è un dare lo Spirito come la sua richiesta: ho sete. Ciò ricorda il colloquio con la Samaritana, l’acqua viva che Gesù dona. La lancia nel petto di Gesù fa scaturire acqua e sangue, segno della nuova economia della salvezza, dello Spirito e del sacrificio dell’agnello. Gesù è il nuovo agnello che viene immolato in sostituzione a quello che viene immolato nel tempio: il nuovo sacrificio è sostituito con quello di Gesù. Infatti non gli viene spezzato nessun osso come dice la Scrittura. Gesù diventa il nuovo Tempio e da lui nasce la Chiesa, mediatrice di salvezza, suo sacramento

La croce risulta essere possibile in quanto c’è la Trinità: la croce è infatti la manifestazione dell’amore trinitario. Solo un Dio trinitario, cioè in dialogo di amore continuo, fecondo ed inesauribile, può dar ragione di una incarnazione e giungere fino alla kenosi (kenosis è un termine greco e significa autosvuotamento, smarrimento di se stesso), allo spogliamento totale in favore degli uomini. Il fondamento è sempre l’amore trinitario. Anche il Concilio Vaticano II parlando della croce ne parla collegata alla resurrezione in forza dell’amore trinitario e non solo come espiazione, sacrificio o altro. È in questa ottica di donazione pura e gratuita che avviene il perdono dei peccati.