IL MESSAGGIO DI GIOVANNI BATTISTA

In questa parte approfondiremo il messaggio e gli insegnamenti di Giovanni battista per preparare il popolo alla imminente venuta del Messia. L’idea centrale della sua predicazione era la venuta del Messia e la necessità di cambiare vita, un cambio profondo e totale Riporto qui sotto i versetti sulla predicazione di Giovanni, successivamente i relativi commenti:

Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”. (Matteo 3,5-12)

Le folle lo interrogavano: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: “Maestro, che cosa dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi, che cosa dobbiamo fare?”. Rispose loro: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe”. (Luca  3,10-14)

vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”.
Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.
(Giovanni 1,29-34)

Andarono da Giovanni e gli dissero: “Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui”. Giovanni rispose: “Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire”. (Giovanni 3,26-30)


  1. VENUTA DEL MESSIA 

Giovanni insiste nel sottolineare il suo ruolo di testimone: “Dietro di me viene uno che è più forte di me…” (Mc 1,7). Giovanni deve presentare e rendere presente il Messia (Gv 1,15). Giovanni è solamente una voce (Gv 1,23), una lampada che arde (Gv 5,35), che però si spegne quando viene il sole (Lc 1,78), è l’amico dello sposo che gioisce alla voce dello sposo (Gv 3,29). Per questo lui stesso dirà riguardo a Gesù: “Egli deve crescere e io diminuire” (Gv 3,30).  

  • CAMBIO INTERIORE

Nella Bibbia la parola conversione significa cambiare direzione, cioè una decisione profonda e totale. Ogni vero cambio nasce quando c’è una disponibilità ad un cambio interiore. Solo così è possibile un cambio di struttura, cioè quando esiste un cambio di pensare, di sentire e di agire. La conversione è legata alla penitenza, cioè fare passi concreti verso la liberazione.

  • RICONOSCERE CHE SI CAMMINA IN SENTIERI SBAGLIATI

Non ci si può convertire se crediamo che non abbiamo nulla da cambiare. Una delle prime condizioni è l’umiltà, cioè riconoscere la nostra debolezza, i nostri sbagli, cioè la nostra incapacità di salvarci. Questo atteggiamento di superbia, la Bibbia lo chiama peccato. Peccare è smarrire il cammino. È il peccato stesso che si rivolta contro di noi, esso stesso ci condanna

  • PRATICARE LA GIUSTIZIA

“Cosa dobbiamo fare?” domandavano a Giovanni i suoi interlocutori (Lc 3,10). Una domanda intelligente. Non si deve imparare o studiare qualcosa, ma fare qualcosa. Le nostre opere sono la dimostrazione concreta della sincerità della nostra conversione. La risposta di Giovanni era chiara e sintetica: praticare l’amore al prossimo e la giustizia. Egli non invita la gente a lasciare il mondo, ma a ristabilire un ordine giusto. La venuta del Signore richiede un popolo ben disposto.

IL BATTESIMO DI GIOVANNI

Giovanni annunciava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Giovanni eredita il rito del battesimo, ma gli dona un significato nuovo: per la conversione e il perdono dei peccati. Non è solo una purificazione rituale e cultuale, ma era un essere immersi nell’acqua come segno di un cambio interiore e di un cammino di penitenza. Lo stesso Gesù si sottometterà a questo rito, ma con una caratteristica nuova: il dono dello Spirito Santo. Alcuni passaggi dell’Antico Testamento fanno menzione del simbolismo del bagno dell’acqua per significare una purificazione del cuore: Is 1,16; Ez 36,25; Zc 13,1. Dal II secolo a.C. fino all’inizio del IV secolo d.C., in Israele vi era un movimento di battesimo di penitenza appartenente a diverse correnti. Gli esseni erano un gruppo di queste correnti giudaiche. Da questo movimento si distingue la figura di Giovanni a cui i suoi contemporanei diedero il nome di Battista. Per Giovanni si amministrava una sola volta, mentre gli esseni moltiplicavano le abluzioni o bagni con un significato cultuale. Per Giovanni questo battesimo doveva riguardare tutto il popolo e non solo un determinato gruppo. Esso è segno che gli ultimi tempi sono giunti e preannuncia colui che battezza in Spirito Santo e fuoco e compie il giudizio di Dio. Il battesimo di Giovanni era “un battesimo di conversione per la remissione dei peccati” (Mc 1,4). Esso era solo un segno di quello che avrebbe inaugurato Gesù, l’effettiva rinascita a vita nuova.


CONFRONTO SCRITTURE

La predicazione di Giovanni Battista è in continuità con gli insegnamenti dell’antico testamento e del nuovo testamento? Certo che si! Qui sotto il confronto tre scritture con Giovanni Battista e il relativo commento:

Luca 3,8

Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo.

Geremia 7,8-10

Ma voi confidate in parole false, che non giovano: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dèi che non conoscevate. Poi venite e vi presentate davanti a me in questo tempio, sul quale è invocato il mio nome, e dite: “Siamo salvi!”, e poi continuate a compiere tutti questi abomini.

COMMENTO:

Quello che dicono queste scritture, applicato ai giorni nostri è un avvertimento a tutte quelle persone che non si comportano in maniera coerente con le fede che sostengono di professare. Se dunque una persona ha uno stile di vita empio, non rispettando i 10 comandamenti, non sarà certo la sua appartenenza religiosa e la frequentazione delle liturgie a far sì che sia giusto e salvo davanti a Dio.

Luca 3,11

Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”.

1Giovanni 3,17

Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio?

COMMENTO:

Per essere dei cristiani con una condotta coerente è necessario anche compiere opere di misericordia corporali, condividendo così i propri beni il prossimo in difficoltà utilizzando le tue risorse in eccesso. L’amore di Dio stimola la compassione che si traduce in fatti concreti. Chi non compie queste opere non può dire di amare Dio.

Luca 3,13-14

Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi, che cosa dobbiamo fare?”. Rispose loro: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe”.

Isaia 5,8

Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad abitare nella terra.

COMMENTO:

Queste scritture sono un monito contro la corruzione e la bramosia delle cose materiali. Chi è giusto davanti a Dio deve pensare spiritualmente e l’avidità non deve aver spazio nel cuore del credente.

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