L’ATTEGGIAMENTO DÌ CHI HA LA SAPIENZA E DI  CHI NON C’È L’HA

  • Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli dimora fiducioso presso di te (PR 3,29)
  • Per lo stolto compiere il male è un divertimento, così coltivare la sapienza per l’uomo prudente (PR 10,23)
  • Attieniti alla disciplina, non lasciarla, custodiscila, perché essa è la tua vita (PR 4,13)
  • (Odia il Signore) occhi alteri, lingua bugiarda, mani che versano sangue innocente, cuore che trama iniqui progetti, falso testimone che diffonde menzogne e chi provoca litigi tra fratelli (PR 6,17-19)
  • La brama dei giusti è solo il bene, la speranza degli empi è la collera (PR 11,23)

Un volta analizzata che cosa è la sapienza secondo la Bibbia, analizzeremo le differenze dal punto di vista comportamentale dell’uomo saggio e l’uomo stolto. Il saggio non è solamente l’opposto dello stolto, ma bisogna sottolineare che il saggio è tale non perché si limita a non operare come uno stolto, ma agisce in maniera positiva, secondo i comandamenti del Signore. Astenersi dal male, infatti, è solo il primo passo: bisogna fare il bene per essere graditi a Dio. Il giusto è colui che nei confronti di Dio lo ama con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (Deuteronomio 6,4) e nei confronti del prossimo la semplice regola: amare il prossimo tuo come te stesso (Levitico 19,18). Questo consiste nel fare agli altri le stesse opere buone di amore e misericordia che vorremmo che gli altri facessero a noi. Questo versetto riassume tutti i dieci comandamenti infatti vengono ripresi da Gesù come le due parti più importanti della legge (Matteo 22,34). Se noi amiamo il prossimo anche nelle volte che pensiamo che non se lo meriti, anche gli altri di conseguenza ci vorranno bene; infatti si semina ciò che si raccoglie. Quindi chi è veramente giusto non nega l’aiuto a nessuna persona che è nel bisogno, sempre se ha la possibilità di aiutarla. Non inganna e non tradisce nessuno, specialmente se si fida di lui. Il sapiente è anche chi evita di litigare inutilmente, anzi seda le contese e riprende il peccatore che pensa di essere nel giusto. Dalle sue labbra escono parole di conforto e incoraggiamento a chi ne ha bisogno. Tutto questo non si può fare in maniera eccellente se prima non ami il Signore e non hai un rapporto con Lui, perché è il Signore che ti da la forza di amare il prossimo. L’apostolo Paolo in una delle sue epistole scrive: Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda (Romani 12,10) e non stimatevi sapienti da voi stessi (16) questo quando si è  in un ambiente cristiano; chi ha sapienza ha questa attitudine di fronte al prossimo, cercando di amare e compiere il bene davanti agli uomini (17) per dare buona testimonianza. Il giusto infine è anche colui che accetta la correzione del sapiente e non reagisce in maniera scontrosa perché non ha la presunzione di saper tutto. Il risultato dell’essere saggio sono la pace e una vita vittoriosa nella fede. Lo stolto o l’empio è colui che non ha la sapienza e non è interessato a cercarla. Per definizione colui che dimostra poco senno, pochezza di mente. Colui che non ha sapienza è dominato dal peccato e non è riparato dall’influenza distruttrice di satana che lo influenza nella sua personalità. Il risultato è che a seconda del soggetto può essere predisposto a compiere uno o più peccati o atteggiamenti negativi. Vediamone alcuni: Divertirsi e vantarsi nel compiere il male,  diffondere menzogne, provocare liti, essere superbo, reagire subito con ira e violenza a una possibile offesa, essere sicuro che la sua condotta empia sia giusta per questo non accetta la correzione, sfidare il male, agire con avventatezza, cercare di apparire quello che non è, avere desideri e pensieri che portano ad essere truffatori e ingannatori, disprezzare il prossimo, specialmente chi non la pensa come lui, odia Dio e tutti quelli che credono in lui, compiere ogni sorta di male per ottenere qualcosa per loro stessi. L’empio emana una negatività che si rende antipatico agli occhi di chi gli sta vicino e la grazia di Dio non potrà essere su di lui. Il risultato sono l’infelicità e il mancato raggiungimento dei propri obbiettivi. Attenzione, infine, a non cercare sempre e solo lo stolto al di fuori di noi. Dopo aver esaminato le caratteristiche dello stolto, ognuno potrà esaminare se stesso e realizzare di avere almeno un pizzico di stoltezza su cui lavorare.

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