REALIZZARE I NOSTRI PROGETTI CON DIO

  • Affida al Signore le tue opere e i tuoi progetti avranno efficacia (PR 16,3)
  • Il desiderio ansioso senza riflessione non è cosa buona, e chi va a passi frettolosi sbaglia strada (PR 19,2)
  • I progetti di chi è diligente si risolvono in profitto, ma chi ha troppa fretta va verso l’indigenza (PR 21,5)
  • Egli riserva ai giusti il successo e scudo a coloro che agiscono con rettitudine (PR 2,7)
  • Custodisci il consiglio e la riflessione né mai si allontanino dai tuoi occhi (PR 3,21) camminerai sicuro per la strada il tuo piede non inciamperà (23) perché il Signore sarà la tua sicurezza e preserverà il tuo piede dal laccio (26)

Arriva un giorno nella propria vita che desideriamo ardentemente una determinata cosa, in questo caso come ci dobbiamo comportare? Prima di tutto dobbiamo analizzare se questa cosa è una buona, gradita a Dio, che può generare benefici a noi o agli altri, o può semplicemente glorificare Dio. Una volta appurati che quello che vogliamo fare non è peccato allora bisogna iniziare a pregare affinché quella cosa si realizzi e ci accompagni passo dopo passo nel nostro progetto. Se facciamo tutto tenendo sempre Dio in mente allora riusciremo a farlo con successo, se invece falliamo allora, stiamo sbagliando qualcosa. Sappi solo che se sei con Dio quando deciderai una cosa, ti riuscirà e sul tuo cammino brillerà la luce (Giobbe 22,28). Non dobbiamo farci prendere dall’ansia o dalla fretta, perché questo distrae e ci fa togliere lo sguardo di Dio. Avere ansia può essere una mancanza di fede, derivata dal fatto che si ha paura che quella cosa non si realizzi senza pensare che in Cristo possiamo fare ogni cosa nel tempo prestabilito e fare le cose con troppa fretta si rischia di saltare dei passaggi importanti che mette a rischio il nostro progetto, quindi come prima cosa non farsi prendere dalla paura e tenersi concentrati su Dio e metterlo sempre al primo posto. Per non rischiare di fallire è anche importante non farsi distrarre dalle circostanze e mantenere sempre lo sguardo verso Dio. C’è un esempio nel Vangelo: l’episodio, dove i discepoli sono nel lago di Genesaret in un’imbarcazione di notte, quando all’improvviso vedono arrivare Gesù che cammina tra le acque e iniziano a spaventarsi, non riconoscendolo, ma lui fa cenno di non temere. Allora qui Pietro preso dalla sua solita impulsività chiede se anche lui può raggiungerlo camminando tra le acque. Questo è stato un desiderio di Pietro e non era obbligato a farlo, Pietro lo ha desiderato e Gesù l’ha concesso, perché noi che siamo credenti non siamo più schiavi di satana ma siamo liberi in Cristo. Se Gesù ha accettato, è perché sarebbe stato in grado di farlo se avesse avuto fede. Se abbiamo fede possiamo fare grandi cose a prescindere dalle nostre qualità. Qui per un po’ Pietro riesce effettivamente camminare nelle acque come Gesù, questo finché tiene lo sguardo su di lui. Poi però si fa distrarre dalla tempesta, arrivano delle onde piuttosto grandi e questo fa distogliere lo sguardo su Gesù, guardando invece le circostanze e pensa: Che ci faccio qua? Non posso camminare nelle acque, è impossibile, e quando inizia ad avere paura e a dubitare che con Dio possa fare ogni cosa, inizia ad affondare e qui Pietro chiede aiuto a Gesù e lui lo prende dal braccio e lo tira fuori e gli dice: << Uomo di poca fede, perché hai dubitato? >>. Con queste parole è come se avesse detto: Pietro stavi andando bene, perché hai avuto paura? Non hai più fiducia in me? Come puoi pensare che ti lasciavo morire? Questa esperienza avrà toccato e insegnato molto a Pietro e ai discepoli. A volte anche noi ci lasciamo prendere dall’ansia o dalla paura, guardiamo alle circostanze e ci dimentichiamo di Gesù. Quando siamo in difficoltà e chiediamo aiuto e Lui è pronto a stendere la  mano. Anche se hai fallito, questo non interrompe il rapporto con Dio, gli sbagli se ci sono non vanno ripetuti e un’altra occasione ci sarà. La volta successiva la fede non dovrà mancare, come se fosse un esame che se non lo superi lo rifai, finché riesci a superarlo e passare di livello. Ogni volta che vorrai affidarti a Dio per i tuoi progetti, satana cercherà di mettersi di mezzo, dicendoti che non ce la farai mai, che sei un fallito, che il Signore non ti ascolterà o cose del genere; ma queste cose il giusto sa che sono le bugie di satana e Dio permette questo per metterci alla prova, ma non dobbiamo cedere nel credere a queste cose, ma invece dichiarare le benedizioni di Dio sulla nostra vita e la sua vittoria sul nemico, così che possiamo sconfiggere il diavolo e raggiungere i nostri obbiettivi. Questo è il cammino verso Dio; formato da prove e ostacoli e quando cadiamo, il Signore ci perdonerà se glielo chiediamo. Lui non si stanca mai di perdonarci, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono; dobbiamo poi toglierci dai sensi di colpa sapendo che avremo altre occasioni per rifarci. La cosa importante è che per ogni obiettivo abbiamo la volontà che il Signore ci tenga per mano e ci aiuti; questo presuppone che amiamo già il Signore e ascoltiamo la sua parola; sta infatti scritto: cerca la gioia del Signore ed esaudirà i desideri del tuo cuore (Salmo 37,4) e spesso è proprio Dio che suscita in noi quei desideri secondo il suo disegno d’amore (Filippesi 2,13). È sbagliato pensare che tutto dipenda da noi, ma neanche che tutto dipenda da Dio. Esiste quella che chiamo la legge della collaborazione. Il Signore non ha per forza bisogno di noi per compiere la sua volontà, potrebbe anche fare tutto da solo. Ma vuole che ci sia amicizia e comunione tra noi e lui, quindi quello che noi con le nostre forze e i nostri limiti possiamo fare, facciamolo; il resto ci penserà Dio a farlo. Per far nascere Gesù non aveva per forza bisogno di Maria. Avrebbe potuto farlo apparire all’istante senza neanche un parto, ma il Signore preferisce che anche noi partecipiamo ai suoi progetti, e così anche per i nostri di progetti se sono in linea con la sua parola, anche se è una cosa molto difficile, il Signore ci aiuterà se glielo chiediamo, ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte. La legge della collaborazione si potrebbe paragonare a questo: Immaginiamoci di essere in un bosco e Dio ci chiede di prendere un gigantesco tronco d’albero e gettarlo dal burrone. A quel punto noi diremo. <<Ma Signore, è troppo pesante, non ce la posso fare, non posso neanche sollevarlo di un millimetro>>. Dio risponderà che ci vuole una certa potenza per farlo, ma lui metterà il 99,99 per cento della forza e tu solo il restante 0,01 per cento. Potremo anche essere tentati nel dire: <<Signore, se sei così forte non puoi fare tutto da solo>>. Lui ci risponderebbe: <<Certo che posso fare anche tutto da solo, ma se lo facessi che comunione ci sarebbe tra noi? Tu perderesti la tua ricompensa eterna nei cieli. Una volta fatto però non ha senso che ci si vanti dicendo: >> Avete visto quanto sono forte!>> Perché è stato Dio più che altro a farlo, l’unica cosa che ha abbiamo fatto è fidarci di Dio. Il merito e la gloria vanno sempre e solo al Signore. Ora, il sollevare un tronco d’albero è solo una metafora, ma nella vita reale si presenta ad esempio nell’ andare d’accordo e amarsi in un matrimonio litigioso, gestire un figlio ribelle, portare al pentimento una persona, uscire dalla depressione o uscire dai debiti; queste sono tutte cose che senza l’aiuto di Dio troveremo delle cose insormontabili e ci faremo prendere dallo scoraggiamento, ma se ti lasci guidare dalla parola di Dio, accompagnata alla preghiera allora potremo compire qualunque progetto che con le nostre sole forze non potremo fare, ma con l’aiuto di Dio sarebbe possibile. Se poi Dio ci chiede di sollevare un ramoscello invece di un tronco, ovvero fare qualcosa che anche con le nostre forze possiamo fare, allora non ha senso chiedere l’aiuto di Dio. Questo può essere ad esempio fare la carità a un bisognoso

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