IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE 2/4

LE   TENTAZIONI:

Tutti gli uomini sono sottoposti a tentazioni. Ma non siamo destinati a soccombere sempre perché Cristo ci dà la forza per resistere ad ogni male. Infatti anche Gesù è stato tentato da satana, Lui a differenza nostra è sempre uscito vincitore. Le tentazioni sono il momento della prova dove esercitiamo il nostro libero arbitrio; Dio non ha voluto creare qualcuno che dicesse “ti amo” a comando tipo robot perché in questo modo non ci sarebbe un vero amore; il vero amore nasce dalla libera scelta se amare o meno e la tentazione è il mezzo che Dio permette per “provare” la bontà del nostro amore, per consentirci di dimostrargli che lo amiamo veramente e liberamente e che non si tratti solo di un amore a parole, ma anche un amore che si manifesti nei fatti; ricordandoci che è Lui che ci ha amato per primo e noi ricambiamo il Suo amore. Per questo ci ha dato la facoltà di scegliere, se fare la cosa giusta, secondo la parola di Dio, o scegliere la ribellione, sta a noi la scelta e Dio la rispetta non ci obbligherà ad obbedirgli anche se la nostra scelta può essere stupida, perché essere ribelli a Dio e rifiutare il suo grande amore ci condurrà a terribili conseguenze. A volte pur amando Dio possiamo cadere nella tentazione infatti Dio conosce già il nostro cuore fino in fondo e a volte le tentazioni non servono tanto a Dio ma più che altro a noi, per conoscere noi stessi, i nostri limiti e dove si deve puntare per migliorare e non cadere sempre nella stessa tentazione. Le tentazioni di cui possiamo essere sottoposti sono molteplici ad esempio una persona che ha l’occasione per rubare senza essere scoperti, le tentazioni che riguardano la sfera sessuale, come i tradimenti o la fornicazione; la tentazione di auto gloriarsi nelle opere buone invece che dare gloria a Dio, la tentazione di guardare un film o una partita invece che usare uno dei pochi momenti disponibili per pregare …  e così via. Possiamo essere tentati in due modi: dal diavolo, che è colui che tenta (1Tessalonicesi 3,5) oppure tentati dalle proprie passioni, che ci attraggono e ci seducono (Giacomo 1,14); questi sono i casi dove è la nostra concupiscenza, la nostra natura malvagia o carnale a spingerci a peccare. Quando è satana che tenta lo fa in maniera subdola. Non si presenta come colui che viene ad ammazzarti e distruggere, ma come un finto collaboratore che è interessato alla tua felicità. Il suo obbiettivo è convincerti a seguire la carne facendoti credere che è il modo più comodo e felice per vivere, quando in realtà ti porterà a condurre una vita vuota e infelice. Un esempio lo abbiamo dove satana suggerisce a Gesù che dato che Lui è il figlio di Dio può trasformare la pietra in pane. Gesù è venuto per vivere come uomo tra gli uomini e se lo avesse fatto avrebbe deviato dalla sua missione di potersi identificare con noi e salvarci. In ogni caso non è mai Dio che tenta (13), quindi sbagliano alcune persone pensare a Dio come un vigile che non vede l’ora di farci la multa. Anzi è la sua parola che ci insegna come essere vittoriosi di fronte alle tentazioni. Ci sono due versetti che illustrano come uscire vincitori da tutte le tentazioni: Siate sobri, vegliate (1Pietro 5,8) e Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. (Giacomo 4,7). Il contrario di sobrio è ubriaco; quando si è in quello stato si perde il controllo di noi stessi e facciamo cose che da sobri non faremo mai. Essere sobri dunque significa mantenere il controllo sulle proprie emozioni, pensieri, parole, decisioni e azioni. Ovviamente tutte queste cose devono essere orientate nella parola di Dio perché chi è malvagio può avere anche il controllo di queste cose, ma le usa per fare il male. Se noi invece abbiamo dato il nostro cuore a Cristo e la nostra carne ci spinge a fare qualcosa contrario alla sua parola bisogna rimanere sobri e tenere sotto controllo gli impulsi carnali negativi che non prendano il sopravvento su di noi, altrimenti se perdiamo il controllo satana prenderà il controllo su di noi, perché è così che ci colpisce, nella carne. Non bisogna quindi permettere a persone, circostanze o al diavolo stesso di prendere le redini della propria vita. “Vigilare” indica l’essere consci delle proprie debolezze e degli stratagemmi usati dal nemico. La sua strategia è quella di attirarci in terreni pericolosi  per creare il contesto giusto per poterci tentare. Bisogna quindi cercare per quanto sia possibile di evitare ogni terreno pericoloso il quale rischiamo di cadere prima o poi. Se vigilerai bene riuscirai a portare alla luce le strategie occulte e ben preparate da satana. Ci accorgeremo quando stiamo per essere tentati e a quel punto dobbiamo respingere immediatamente la tentazione nel momento stesso in cui si insinua nei nostri pensieri. Le tentazioni non vanno prese in considerazione. Se cominciamo a ragionarci sopra, ecco che soccombiamo. Se cominciamo a valutare l’ipotesi di poter commettere un peccato oppure no, probabilmente finiremo col commetterlo. Non appena ci sentiamo tentati, la cosa migliore è pregare, invocare subito il nome di Gesù. Come infatti Lui stesso disse: “Vegliate e pregate affinché non entriate in tentazione” (Matteo 26,41). In questo modo riusciremo così a bloccarlo ai primi passi. Essere sobri e vigilanti ti consente di gestire da una posizione di forza la tua guerra personale contro satana, ma non basta ancora per essere sempre vincenti nelle tentazioni. Il passo successivo è sottomettersi a Dio e resistere al diavolo. Se dunque non riusciamo a resistere al diavolo è perché non abbiamo ancora dato tutto il nostro cuore a Gesù Cristo, abbiamo dato parte del cuore a Cristo e ci siamo pentiti dei peccati più gravi ma non basta per essere sempre vittoriosi nella guerra contro il nemico. Se ti sottometterai completamente a Dio, adorandolo e ascoltando la sua parola,  di conseguenza avrai anche la forza di resistere al diavolo, perché sarà Dio stesso che ti darà quella forza. In questo modo si creerà con legame così forte tra te e Dio che neanche satana con tutta la sua potenza non potrà spezzare, se lo potesse lo farebbe subito ma Gesù Cristo è molto più forte come sta scritto: Gesù si avvicinò e disse loro: << A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra >> (Matteo 28,18). Satana dunque non può spezzare il legame tra te e Dio, ma può tentare di farti allontanare da lui. Non può impedirti di pregare ma può cercare di ridurre  in modo progressivo e inconsapevole il tempo per la preghiera, rendendoti più impegnato e suscitando in te delle passioni che di per se non sono peccaminose ma hanno come scopo di ridurti il tempo che passi con Dio. Abbiamo tutti i nostri impegni giornalieri,  ma dobbiamo sempre avere un momento per staccare tutto e dedicare del tempo per il Signore, se si vuole mettere Lui al primo posto si troverà sempre il tempo per pregare e non bisogna permettere che il tempo per Dio sia usato per altre cose. Se ad esempio si riceve da un amico la proposta di iscriversi in piscina con lui, bisogna fare attenzione che dedicare del tempo a questa attività che è di se è legittima, non vada in conflitto con il tempo per la preghiera. Se andasse in conflitto allora è bene rinunciare. Il diavolo dunque cercherà di creare un contesto dove gli interessi del mondo soffochino il tempo per Dio. Gesù ci avverte di questo pericolo nella parabola del seminatore dove il pianta è paragonata alla nostra fede che rischia di venire soffocata dai rovi che ci sono attorno. Se ciò avviene la fede muore e non si può portare frutto. Quindi fare molta attenzione che il tempo per Dio ci sia sempre altrimenti inizieremo ad essere sempre più deboli spiritualmente e saremo perdenti nella guerra contro satana, perché allontanarsi da Dio ti fa diventare un facile bersaglio come un soldato che si allontana dal gruppo in territorio nemico. È utile avere attorno a noi almeno un amico credente che ci può aiutare a suonare il campanello dall’allarme se ti vede più fiacco e indolente e con poco fervore di Dio. La Bibbia dice: Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a che è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi (Qoèlet  4,9-10). Se si ha un amico credente, Dio potrebbe usarlo per avvertirti che non stai più alimentando la fede come si dovrebbe e se si accoglie questo avvertimento allora si potrà porre rimedio. In ogni caso satana non può obbligarti a non dedicare del tempo a Dio, e sempre una nostra scelta allontanarsi da Lui o mantenere sempre un legame solido o rafforzarlo. Dio non prenderà mai l’iniziativa di allontanarsi da te perché sa che tu hai bisogno di Lui, non puoi farcela se rimani da solo con satana. Infatti Dio dice: Non ti lascerò e non ti abbandonerò (Deuteronomio 31,6). Il Signore è sempre fedele con noi e sarà sempre con noi, allontanarsi da lui è il più grande sbaglio che puoi fare. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi … (Giacomo 4,8). Muovi un passo verso di lui ed Egli riempirà lo spazio che vi separa, ti accoglierà tra le braccia, ti terrà al sicuro e ti renderà capace di obbedire ai suoi comandamenti. Giacomo continua dicendo: … Peccatori, purificate le vostre mani; uomini d’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Quando inizi ad avvicinarti sempre più a Dio ti renderai conto quanto sei peccatore e quanto hai bisogno di essere purificato. È come entrare in una stanza buia e abbandonata con una pila, inizieremo a vedere la sporcizia e le ragnatele, ma finché era buia non vedevi nulla, così la parola di Dio  è una luce che illumina la nostra vita e ci fa vedere dove sta la sporcizia, le impurità e il peccato, ma se siamo lontani da Dio questi peccati non riusciamo a vederli. Infatti le persone lontane da Dio non si reputano peccatori, si sentono buone. Dicono infatti: << In fondo sono una persona civile, non ho mai rubato o ucciso nessuno >>. Non c’è bisogno di essere un Hitler per andare all’inferno, basta passare tutta la vita senza avere mai voluto accettare Gesù nel tuo cuore. I santi invece che avevano intrapreso un cammino di fede si dichiaravano peccatori nonostante conducevano una vita in stretta comunione con Dio. Quindi dal momento che inizi a cercare Dio ed avvicinarti a Lui inizierai a renderti conto di tutti gli sbagli che hai fatto in passato; quando per esempio non hai confidato in Dio ma hai voluto fare di testa tua e inizierai a chiedere scusa a Dio per quei peccati e il Signore nella sua misericordia ti perdonerà. Infatti non mostra le tue debolezze per condannarti, ma lo fa per purificarti, spingendoti di fatto al pentimento; anche perché il Signore sa che se rimanere con le mani impure, farà si che satana possa accusarti davanti a lui per questo che non bisogna lasciare spazio al diavolo. Ora, è anche possibile che una volta resi conto come siamo lontani da Dio, satana ci attacchi, facendoti pensare che è troppo difficile vivere una vita giusta, in comunione con Dio e non riuscirai mai a purificarti dal peccato. Qualcuno forse ci riuscirà, ma io no, Dio non fa per me. Ecco, questo pensiero è una bugia di satana volta a scoraggiarci a intraprendere un cammino verso Dio. Nei casi estremi può sfociare in una avversione al sacro e ai credenti che gli stanno attorno. Finché una persona pensa di poter essere felice  stando nel peccato, il diavolo può stare tranquillo, ma se ci si rende conto dall’importanza di avvicinarsi a Dio, inizia ad accendersi un campanello d’allarme in lui, perché se ti avvicini a Dio, lui potrebbe perdere il controllo su di te, per questo tenta di scoraggiarci. Satana attacca sempre alla stessa maniera con tutti, ma non bisogna credere a questo, tutti possono intraprendere un cammino verso Dio, e con la preghiera fatta con il cuore, il Signore inizierà a modellarti progressivamente a sua immagine, partendo dal modo in cui vedi il peccato, quelli che prima consideravi degli innocui peccatucci diventeranno qualcosa di serio che bisognerà stare alla larga. A questo punto sarai più forte davanti alle tentazioni e avrai più possibilità di sconfiggere il nemico, pregando durante la tentazione e sgridare il diavolo dicendo: <<Non ti lascerò il minimo spazio nella mia vita perché io appartengo al Signore >>. Nel Vangelo, il caso più eclatante dove un uomo di Dio cede alla tentazione è nell’episodio dove Pietro rinnega Gesù tre volte, quando solo il giorno prima gli aveva promesso che avrebbe affrontato la morte pur di non rinnegarlo. Ora facciamo un’analisi per vedere come ha potuto Pietro cadere in questo peccato: Prima di tutto dormiva invece di pregare. Nel Getsemani Gesù esortò i discepoli rimanere svegli per non cadere in tentazione. Da qui vediamo come anche la preghiera ci può aiutare a resistere alle tentazioni; infatti quando siamo tentati e pensiamo di non potercela fare, una sana preghiera ci può rafforzare quanto basta per non cadere in peccato. Invece Pietro si è addormentato e non è stato vigilante e non si è reso conto di quello che poteva succedere. Un altro errore è stato seguirlo da lontano dopo l’arresto. È sempre pericoloso seguire Gesù solo da lontano. Questo rappresenta quel gruppo di persone che si definiscono credenti e sostengono che è giusto andare in Chiesa, pregare e adorare il Signore, ma lo fanno solo ogni tanto, quanto se la sentono, quanto hanno tempo. Questo è seguite Gesù da lontano, in questo modo però non si può essere vincitori di fronte al nemico. L’ultimo errore è stato quello di scaldarsi al fuoco del nemico. Qui rappresentano le persone che entrano volontariamente in un terreno pericoloso dove il nemico è più forte e tu ti trovi ad affrontare una tentazione difficile e se non sei spiritualmente pronto non puoi farcela. L’errore generale di Pietro è stato di aver confidato nella carne, nelle proprie capacità, senza essere consapevole che è per la grazia di Dio che possiamo resistere alle prove e alle tentazioni, ma per ottenere questa grazia ci dobbiamo arrendere e  confidare in Lui. Non bisogna confidare nella carne, perché la carne è debole. In Dio dobbiamo confidare. Questo episodio non è stato scritto per svergognare Pietro, ma affinché noi potessimo imparare dai suoi sbagli.

L’AUTORITÁ CHE DIO DA AI SUOI FIGLI

Un figlio di Dio deve sapere che Dio gli ha conferito l’autorità contro le forze del male, ma andiamo per ordine: Chi sono i figli di Dio? A proposito vediamo cosa dice il vangelo di Giovanni: A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome. Credere nel nome di Cristo, credere nella sua morte e resurrezione e seguire i suoi comandamenti ci dà il diritto di essere figli di Dio. Ci concentriamo spesso sui doveri del cristiano, e questo è giusto, ma dobbiamo anche conosce i nostri diritti da cristiani. Spiritualmente parlando. Uno di questi è appunto l’autorità che abbiamo nei confronti delle forze del male. Un esempio lo troviamo in Luca 10: Gesù invia 72 discepoli ad evangelizzare nel nome di Gesù e ad annunciare che il regno di Dio è vicino. Al ritorno i discepoli pieni di gioia dicono: Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli disse loro: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. (Luca 10,17-20) Questi discepoli che predicano nel nome di Gesù hanno autorità contro il male, tuttavia bisogna evitare il rischio di far divenire questo potere motivo di vanto e superbia, piuttosto gioire con la consapevolezza di essere figlio di Dio. Quindi se vogliamo seguire Gesù e la sua parola possiamo addirittura essere più potenti di satana, usando il nome di Gesù. Come possiamo usare questa autorità? Quando il regno di satana ci attacca. Potrebbe essere la nostra salute, i nostri beni, il lavoro, il matrimonio, le amicizie, con la preghiera possiamo cacciare via le influenze del male. Questo è anche il principio che sta dietro agli esorcismi, quando il sacerdote ordina al demone nel nome di Gesù di andarsene, se noi siamo giusti davanti a Dio, Satana è obbligato a stare ai nostri piedi; per il fatto che ci sottomettiamo a Dio, diventando così dei suoi rappresentanti in terra, abbiamo di conseguenza l’autorità di usare il nome di Gesù. Dio, infatti ha privato della loro forza i principati e le potenze ( satana e i demoni), ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo (Colossesi 2,15). Quando è che perdiamo l’autorità di Dio? Quando siamo in uno stato di peccato, ad esempio non vogliamo perdonare qualcuno, siamo superbi, arroganti con il prossimo, non siamo fedeli con il nostro coniuge ecc… Un conto è un singolo peccato di cui si può chiedere subito perdono a Dio, un conto è essere in uno stato di peccato in maniera consapevole e volontaria. Se un carabiniere ci ferma e ci chiede patente e libretto, essendo un rappresentante dello stato e sottomesso ad esso ha l’autorità di chiederci patente e libretto, ma se invece lo chiede una persona che non è un pubblico ufficiale allora non siamo tenuti a dare ciò che ci chiede, perché non è un rappresentante dello stato. Così funziona anche nel regno di Dio. Se un vero credente usa il nome di Gesù allora il diavolo deve obbedire, ma se glielo chiede una persona che non è un vero credente, il diavolo risponderà: Gesù lo conosco, ma tu chi sei? Con che autorità ti dovrei obbedire? Il centurione romano che incontrò Gesù aveva capito bene il concetto dell’autorità e ne parlò bene con i suoi discepoli. Ora, qualcuno potrebbe chiedersi: Perché un demone, che è superiore a noi in potenza dovrebbe fuggire da noi, che siamo uomini, solo usando il nome di Gesù. Esiste una distinzione tra potenza e autorità. Sempre restando nell’illustrazione precedente, se stiamo percorrendo una strada in macchina e una vigilessa con un fisico alquanto gracile mostra la paletta per fermarci e noi stiamo guidando un fuoristrada di grossa cilindrata; avremo la potenza per investirla e scappare via; ma non avremo l’autorità per farlo. Se dunque i demoni agiscono solo in maniera legalistica davanti a Dio, per quanto siano potenti loro e deboli noi sono obbligati ad obbedire. Questo non significa che il ministero dell’esorcismo è una cosa facile, tutt’altro invece. Non è per nulla semplice perché satana cercherà di manifestarsi in maniera orrenda e drammatica nel corpo del posseduto e l’obbiettivo è quello di spaventare, ma se si ha paura del diavolo non si può avere autorità su di esso. Per chi volesse sapere di più di questo argomento può fare delle ricerche riguardo Padre Amorth, il più famoso esorcista cattolico. Chi non crede non ha difese davanti a Satana e subisce tutto quello che lui gli manda. Quello che c’è da sapere è che lui è già stato condannato, il suo destino è di bruciare all’inferno in eterno, la sua unica consolazione è di sperare di portarsi dietro più persone possibili con lui, infatti, sa anche che Dio ama immensamente ognuno di noi e soffre quando un’anima non si salva, quindi colpisce noi, per colpire Dio. Lui però è già stato sconfitto definitivamente da Gesù sulla croce e non avrebbe nessun diritto di dominarci, se lo fa è solo da usurpatore. Quindi non dobbiamo avere paura di lui perché se noi diventiamo credenti il Dio della pace schiaccerà ben presto satana sotto i nostri piedi (Romani 16,20) e possiamo solo gioire e glorificare il Signore per questo. Quello che conta è sapere che grazie al potente nome di Gesù possiamo sconfiggere satana e avere autorità su di lui, sempre.

IL PIANO DI DIO PER LA REDENZIONE DELL’UOMO

Secondo la Bibbia Dio ha creato il mondo e i suoi abitanti, quindi Dio avrebbe tutti i diritti per governarlo dal momento tutto è di Dio. Ma osservando la malvagità, le ingiustizie, la violenza, l’usurpazione, la mancanza di amore e compassione in tutte le società della terra non si può certo dire che il mondo sia governato da Dio. Chi è che lo governa e perché?  Per capirlo bisogna andare al Vangelo di Luca capitolo 4, dove Gesù prima di iniziare il suo ministero va 40 giorni nel deserto per essere tentato dal diavolo. Questa è una delle 3 tentazioni che riceve Gesù:

Poi il diavolo lo condusse su di un alto monte e gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e il diavolo gli disse “Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data e io la do a chi voglio. (Luca 4,5-6).

Il mondo è stato fatto per mezzo di lui, Gesù (Giovanni 1,10). Quindi il piano di Dio è quello che Gesù governi il mondo, è questo il suo scopo. Ma ora Satana sta suggerendo qui: È che Gesù può evitare la croce. “Non devi seguire per forza il piano di Dio. Non devi prendere per forza il sentiero che Dio ha stabilito per la redenzione dell’uomo. Facciamo un accordo: io te lo do ora, in questo momento, senza la croce; Tu devi fare solo una piccola cosa: inchinati e adorami”. Naturalmente, Gesù, se si fosse prostrato per adorarlo, sarebbe diventato servo di Satana, e il mondo sarebbe rimasto comunque in suo potere. “Sottomettiti alla mia autorità, e io ti do tutto. Potrai sederti sul trono, potrai regnare; ma sarai sotto la mia autorità, essendoti prostrato davanti a me”. E Gesù risponde: sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo” (4,8) Ora, c’è anche un particolare che a molti sfugge: Gesù non contesta l’affermazione di Satana. Quando Satana dice: “Guarda, è mio; mi è stato dato, e io lo do a chi voglio”, Gesù non contesta questo; Lui riconosce questo fatto. Lui sa che è vero; Infatti è per questo che c’è tanto male nel mondo; esso è ancora sotto il controllo di Satana. Ma se è Dio che ha creato il mondo perché è sotto il controllo di satana? Chi lo ha deciso? Dio? Non proprio! È stato purtroppo l’uomo a darlo, nel Giardino dell’Eden. Quando Dio ha creato l’uomo e ha messo l’uomo sulla terra, Dio ha dato la terra all’uomo. Dio ha detto ad Adamo: “Abbiate il dominio sulla terra, sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e sopra ogni essere vivente che si muove sulla terra; perché io lo do a voi” (Genesi 1,28). Così Dio ha dato all’uomo questo meraviglioso dono della terra.  Ma quando Adamo ed Eva hanno peccato contro il comandamento del Signore, hanno ceduto la terra a Satana. La Bibbia dice: “Non sapete che diventate servi di colui al quale vi date per servirgli? Dell’ubbidienza per la giustizia, o della disubbidienza per il peccato? Sottomettete dunque le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio” (Romani 6,16). Nel sottomettersi ai suggerimenti di Satana, loro hanno disubbidito al comandamento di Dio, e hanno ceduto la terra che Dio aveva dato loro, a Satana. E Satana ha preso il controllo e l’autorità della terra e l’uomo, in cambio, è diventato un suo schiavo attraverso il peccato originale.

IL PIANO DI SATANA

Così ora ci troviamo in un mondo pieno di malvagità e ingiustizie e in aperta ribellione contro Dio. Vediamo gli effetti di questa ribellione nella nostra società. Ed è del tutto sbagliato, da parte degli uomini, accusare Dio per i mali del nostro mondo, mali che sono il risultato della ribellione dell’uomo contro Dio, del suo rifiuto di lasciar regnare Dio sul mondo. Quindi tornando alla tentazione che Satana ha fatto a Gesù sotto digiuno, si spiega perfettamente perché Gesù non contesta il fatto che il mondo appartiene a Satana e lui a sua volta può dare il governo della terra a chi vuole, basta che sia sottomesso a lui. Infatti è questo la sua massima ambizione, trovare qualcuno disposto a sottomettersi completamente a lui in modo da esercitare un dominio pressoché totale sulla terra. Troverà qualcuno? Nel libro dell’Apocalisse 13 entra in scena l’uomo del peccato, la bestia, Satana gli darà il suo potere e il suo trono. E leggiamo che l’Anticristo governerà il mondo. Questa è una profezia che molti ignorano; si riferisce al fatto che prima della venuta di Cristo comparirà sulla terra un personaggio misterioso, ovvero l’Anticristo; una persona che si spaccerà per Gesù, farà un governo mondiale e pretenderà che tutti lo adorino, ma in realtà sarà un servo di Satana; e si dice che la stessa tentazione che ha ricevuto Gesù, la riceverà quest’uomo. Lui però risponderà di si. Satana quindi ha ancora il potere di dispensare i suoi poteri di governo a quelli che vuole. “Posso darlo a chi voglio”. Dio gli permette questo, naturalmente.

IL PIANO DI DIO

Ma quindi sulla terra c’è solo malvagità e corruzione? Non c’è proprio nulla di buono? In contrasto con il piano di satana c’è il piano di Dio per riportare il mondo sotto il suo regno e toglierlo dal regno di satana. Vediamo ora le varie fasi per il piano di Dio per la redenzione dell’uomo.

  1. NEL GIARDINO DELL’EDEN

C’è già in Genesi un riferimento al piano di Dio per la salvezza, quando Adamo ed Eva mangiano dall’albero della conoscenza del bene e del male e Dio vedendo che è stato satana ad averli tentati; disse a: io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno  (Genesi 3,15). In questo versetto la locuzione “sua stirpe” si riferisce alla discendenza di Eva. In pratica Dio risponde a Satana: Per adesso hai vinto una battaglia, quella di mettere l’umanità in tuo potere; io però da questa donna che tu ha tentato, nasceranno dei figli e da uno di essi, generazione dopo generazione, arriverà il giorno in cui nascerà Gesù, e Lui ti schiaccerà il capo, ti sconfiggerà, e tu gli insidierai il calcagno, con le sofferenze della crocifissione. Troviamo un riferimento a questo anche in Romani 16,20: Il Dio della pace schiaccerà ben presto Satana sotto i vostri piedi. Già in genesisi inizia a parlare di piano di Dio.

  • ABRAMO

Prima di tutto era necessario trovare una persona speciale in mezzo a un mondo pagano per farsi conoscere e istaurare un rapporto basato sulla fede e sulle promesse. Questa persona fu Abramo. Il primo patriarca dove gli fu promesso di essere il capostipite di un popolo talmente numeroso da non poter essere contato. Abramo in cambio non doveva far altro che avere fede in questo Dio, fino ad arrivare a lasciare la casa dei suoi padri per andare nella terra di Canaan ed essere disposto anche a sacrificare suo figlio per lui se era necessario, Dio ovviamente non permise questo sacrificio. Come dice la scrittura: La fede di Abramo fu accreditata come giustizia (Genesi 15,2-6). Quindi in quel momento Abramo fu l’unico ad essere considerato fuori dall’autorità di Satana e dentro al regno di Dio. Per questo fu possibile per Dio procedere partendo da lui e sua moglie alla creazione di un nuovo popolo. Che sarebbe stato il popolo di Dio.

  • MOSÈ

All’epoca di Mosè Dio ha mostrato davanti a tutto il popolo d’Israele la sua potenza attraverso grandi prodigi, come le 10 piaghe d’Egitto e la sua pietà liberando il popolo dalla condizione servirle per condurlo in una terra fertile promessa da Abramo. Questi 2 elementi sono necessari affinché Israele  rivolgesse  il culto verso Dio. Inoltre abbiamo l’introduzione della legge di Mosè basata su varie istruzioni  comportamentali, come i famosi 10 comandamenti e i sacrifici animali. La legge fu importante per far conoscere al popolo cosa era giusto e sbagliato per Dio e i sacrifici animali servirono a coprire i peccati commessi per debolezza o ignoranza della legge. Con Mosè abbiamo un’importante profezia In Deuteronomio 18,15 riguardante la venuta di un futuro profeta: Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Io susciterò loro un profeta in mezzo a loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto.

  • GESÚ

Con la venuta di Gesù abbiamo il punto centrale del piano di Dio. Da Lui troviamo il compimento di tutta la legge di Mosè e di tutte le profezie contenute nel vecchio testamento. L’unico che ha potuto compiere tutta la legge senza peccare e in perfetta comunione con Dio, sacrificando se stesso sulla croce compiendo una volta per tutte le leggi sui sacrifici; morendo per pagare il prezzo del riscatto che è stato versare il Suo sangue. Perché per salvarci Gesù ha dovuto sacrificarsi? Dio non può perdonarci e basta. Il fatto è che  senza spargimento di sangue non esiste perdono (Ebrei 9,22). I sacrifici che facevano gli ebrei con gli animali nella legge di Mosè non erano completi, perché potevano al massimo coprirli i peccati. Il sacrificio di Gesù invece copre tutti i peccati una volta per sempre, (1Pietro 3,18) ha preso su di se la punizione che avremo meritato noi. Questo ha fatto in modo da avere i requisiti perché noi potessimo essere salvati e recuperare l’autorità persa da Adamo ed Eva. È bastato il peccato di un solo uomo per compromettere la comunione con Dio e separarci da Lui, così con Gesù c’è lo stesso meccanismo, ma al contrario. Lui che non ha mai commesso peccato e si è sacrificato sulla croce prendendo con sé la punizione dei peccati che era l’uomo che avrebbe dovuto meritare, abbiamo così un fondamento di giustizia perché noi possiamo essere puri davanti a Dio, non per nostri meriti, ma per i meriti di Gesù. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui (Giovanni 3,16-17). Il fondamento di giustizia è fondamentale perché Dio non può far finta di non vedere il peccato, davanti a Lui dobbiamo apparire santi, e il sacrifico di Cristo è l’unico modo per essere santi davanti a Dio. Cristo non ha subito solamente le sofferenze carnali delle frustate e della croce, ma anche in un tempo limitato, della separazione spirituale da Dio. Tutto questo per evitare che fossimo noi separati per sempre da Dio; è diventato maledizione per riscattarci dal peccato, diventando lui stesso maledizione; poiché sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno (Deuteronomio 21,23); Cristo è stato appeso nel legno dello croce, per questo motivo gridò: << Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato >> (Matteo 27,46). Infatti, la sofferenza maggiore di chi è all’inferno non è tanto il dolore fisico, quanto la definitiva separazione da Dio, e il rimpianto di non aver mai voluto accettare Gesù come salvatore nonostante le tante persone che invitavano a farlo.

  • IL RITORNO DI GESÚ

Questo sacrificio non è stato vano: Dal punto vista spirituale ha compiuto qualcosa di eccezionale, ha riscattato il mondo che era a tutti gli effetti sotto l’autorità di satana per portarlo dalla sua parte, quindi Dio ha già vinto e satana è stato definitivamente sconfitto. Questa vittoria non si è ancora concretizzata perché satana continua a governare il mondo come usurpatore, anche se la presenza della Chiesa limita fortemente il suo operato. L’apostolo Paolo dice: “Egli ha vivificato anche voi che eravate morti nei falli e nei peccati, nei quali un tempo camminaste, seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza” (Efesini 2,1-2).   La effettiva  sconfitta di satana avverrà quando Cristo ritornerà. Ci sono ancora diverse profezie che non si sono ancora adempiute perché riguardano la seconda venuta di Cristo. Non si può sapere quando, Ma poi verrà Gesù con l’atto di proprietà della terra, e dichiarerà: “I regni del mondo sono divenuti del Signore nostro e del Suo Cristo, ed Egli regnerà nei secoli dei secoli, come Re dei re e Signore dei signori, per sempre e sempre, Alleluia, Alleluia” (Apocalisse 11,15). Ma, il fatto che Cristo tornerà per regnare è sicuro, infatti come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza (Ebrei 9,27-28).  Questa sarà la fine di ogni influenza maligna sulla terra e l’istaurazione del regno di Dio, come quando nella preghiera del Padre Nostro si dice: Vanga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Questo è il compimento del piano di Dio della redenzione dell’uomo.

CIÒ CHE È SPIRITUALE E CARNALE

Nell’antico testamento si sente spesso parlare della sapienza come obiettivo che un credente deve raggiungere per essere saggio e sapere sempre come comportarsi nelle varie circostanze della vita. Nel nuovo testamento invece non si parla più di sapienza, ma di seguire lo spirito invece della carne. Questo non toglie il fatto di dover ottenere sapienza, ma lo completa e lo rende più chiaro. Il credente che ha ottenuto sapienza è colui che vive in maniera spirituale e non carnale. Questo concetto è spiegato da Paolo in Galati 5,16-26.

Vi dico dunque: camminate secondo lo spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, finché voi non fate quello che vorreste.

È importante saper discernere che cosa significa la vita secondo la carne e vita secondo lo spirito. Le analizzeremo entrambi:

LA VITA SECONDO LA CARNE:

La carne indica l’uomo che vive al di fuori dell’influsso dello spirito ed è quindi soggetto alle sue tendenze egoistiche. L’uomo nasce già con una propensione a commettere peccato, a compiere il male e a essere egoisti; infatti non dobbiamo sforzarci più di tanto nel fare tutto questo, viene del tutto naturale, come anche il bambino che disubbidisse o mente ai genitori senza che nessuno gli abbia insegnato a farlo. Questa predisposizione nella natura umana è purtroppo molto evidente e non si può negare. Da dove deriva tutto ciò? La Bibbia lo spiega mediante il racconto del peccato di Adamo che ha dato vita al peccato originale, e ha comportato una interruzione nella comunione con Dio, da questo deriva la nostra predisposizione a peccare; questo è definito l’uomo naturale. L’uomo carnale ha una spiritualità morta, assente, perciò La vita che conduce è essenzialmente materialistica. La sua massima priorità è soddisfare le esigenze del corpo: mangiare, bere, vestirsi, fare sesso ecc… dall’altra parte il parziale o totale interesse dei valori etici come amare il prossimo, aggiunta a una scarsa propensione a compiere buone opere. Questa è una persona carnale perciò la mente controllata dalla carne produce corruzione perché la sua vita è basata fondamentalmente nel soddisfare le concupiscenze della carne, quindi chi è governato dagli appetiti carnali non può piacere a Dio. L’uomo carnale non ha nessuna intenzione di obbedire a Dio e anche se volesse non ci riuscirebbe perché per fare ciò è necessario che ci sia prima una rinascita spirituale. Perciò è totalmente inutile esortare una persona carnale a fare opere buone come insegna la scrittura; non avrebbe nessuna intenzione di farle e nemmeno lo potrebbe. Al massimo può eliminare qualche atteggiamento sbagliato, ma non arriverebbe mai allo standard morale che richiede il Vangelo. La natura dell’uomo carnale è quello di fare il male, essere ribelle a Dio e si trova bene nel farlo, proprio come un maiale si trova bene a sguazzare nel fango essendo di sua natura agire così. Essere carnali comporta compiere opere carnali, La lettera di Paolo continua con questa descrizione spiegando quali sono i frutti carnali:

Del resto sono ben note le opere della carne: Fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisione fazione, invidie, ubriachezze, orge, e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio.

Questo elenco ovviamente non è completo, Paolo ne scrive alcuni per dare l’idea di cosa intende per opere della carne. Tra le opere della carne si potrebbe aggiungere anche l’ipocrisia, il cercare di apparire buono davanti agli altri, quando in realtà il cuore è colmo di empietà. Leggendo con attenzione questo elenco di opere carnali, anche se non completo si può purtroppo constatare che tutte le persone non credenti commettono uno o più di queste opere in maniera cronica e senza prendere coscienza nel suo male, non facendo quindi nulla per mettere un freno a queste opere, ma anzi compierle in maniera consapevole e volontaria. Per questo che chi conduce una vita carnale non può piacere a Dio perché la carne tende alla morte, mentre lo spirito, tende alla vita e alla pace; ( Romani 8,6). Ora, una riflessione importante: Una volta compresa che cosa significa vivere in maniera carnale, la domanda che pongo e invito tutti a riflettere: Si può essere felici e soddisfatti nella vita vivendo una vita carnale? La vita nella carne potrà darti dei momenti di piacere, che a volte potranno anche essere intensi ma sono sempre molti brevi e non ti darà una vera pace, anzi quei momenti di piacere diventeranno come una droga, e non potrai più farne a meno, in questo modo si cade in schiavitù e ci si sentirà spesso frustrati, e questo che rende le persone permalose e in lotta con il mondo e con la paura del futuro. La vita carnale non potrà portare a una vera pace interiore, potrà solo darti brevi momenti di piacere. Perché allora le persone continuano a vivere così e non intraprendono un cammino spirituale? Il motivo è perché non si comprende cosa significa vivere in maniera spirituale. Chi non è spirituale non può capire le cose spirituali per quanto possa essere intelligente; anche se avesse un quoziente intellettivo alto o 3 lauree. Esse sono follia per lui e non è capace di intendere, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito (1Corinzi2,14). Capire la vita spirituale attraverso le scritture non è una questione di intelligenza, altrimenti Dio farebbe una discriminazione tra chi è intelligente o meno. Gesù parlava delle persone cieche spiritualmente come i farisei che pur conoscendo bene le scritture non hanno compreso che era proprio Lui il Messia che tanto attendevano. La loro cecità era dovuta alla superbia, che ha di conseguenza quello di chiudere il cuore a Dio e al prossimo. Un altro punto importante è come agiscono le forze maligne nei confronti dell’uomo carnale: Il diavolo non ha bisogno di indurre in tentazione l’uomo che vive nella carne perché pecca già di suo, tuttavia può cercare di affondare una persona ancora più in giù agendo proprio sulla natura carnale, ci colpisce e ci tenta nei nostri punti deboli facendoci sentire sensazioni che se assecondate portano al peccato, è per questo che ci obbedisce alla carne è uno schiavo di satana.

QUANDO AVVIENE LA CONVERSIONE:

Anche quando una persona vive una vita carnale, lontana da Dio e dai suoi principi, non è escluso che in un modo o nell’altro possa essere toccato dallo Spirto Santo e arrivare a una conversione. Ma se avviene cosa succede dal punto di vista spirituale? Di punto in bianco smette di essere carnale? Facciamo un passo indietro: Abbiamo detto precedentemente che l’uomo dalla nascita ha una predisposizione al male dovuto al peccato originale e il nostro lato spirituale è assente; ma se avviene che ci pentiamo dei nostri peccati, crediamo al sacrificio di Gesù in croce e lo  proclamiamo come nostro Signore e salvatore; ecco, abbiamo quindi  una conversione, ossia un cambiamento radicale del nostro essere, non siamo più la stessa persona, ma una nuova creatura in Cristo. Lo Spirito Santo viene ad abitare in noi che vivificherà il nostro spirito. Con il nostro lato spirituale attivo possiamo iniziare un percorso di comunione con Dio e a proclamare che Gesù è il Salvatore e Signore. Come dice la scrittura: Nessuno può dichiarare Gesù è il mio Signore senza l’azione dello Spirito Santo (1Corinzi 12,3). Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! (Galati 4,6). Questa conoscenza di fede è possibile solo nello Spirito Santo. Dunque per avvicinarsi a Cristo, bisogna dapprima essere stati toccati dallo Spirito Santo. Infatti, è lui che ci precede e suscita in noi la fede. Questo meccanismo è stato possibile grazie al sacrificio di Gesù Cristo sulla croce che è il nostro intermediario presso Dio. Il primo cambiamento interiore di una persona appena convertita sarà quella di accorgersi che il male che precedentemente si faceva senza problemi, ora, sentirà come un senso di disagio nel commetterli a motivo dello spirito che agisce in lui e va in contrasto con la carne. L’altro effetto è uno stimolo interiore nell’amare il prossimo e compiere buone opere con il cuore e non per avere qualcosa in cambio. Che fine fa il lato carnale che prima della conversione imperversava la sua vita? La natura carnale ed egoistica continua a rimanere in parte e va in conflitto con lo Spirito Santo. Avviene allora una battaglia interiore tra la carne e lo spirito che combattono l’uno contro l’altro, ma siamo noi a decidere cosa seguire, se la carne o lo spirito. Se si sceglie di seguire lo spirito allora i desideri della carne poco per volta cesseranno e in quel caso ci sarà solo lo spirito a guidare la nostra vita. Tuttavia la carne cercherà sempre di prendere il sopravvento sulla nostra mente, ma il credente deve restare vigilante e rifiutare ogni carnalità. Paolo non raccomanda in negativo la repressione dei desideri, e quindi uno sforzo ascetico basato sulle forze umane, come fanno ad esempio i buddisti, (Ved. Pag. 214) quanto piuttosto di assecondare lo spirito che i credenti hanno ricevuto. Tutte le volte che seminerai nello spirito, la tua parte spirituale si rafforzerà rispetto alla tua parte carnale da riuscire così a prevaricare su di essa riducendola in schiavitù; è possibile farlo con  la preghiera e la dedizione ma saremo felici del risultato. Il significato del digiuno è proprio quello di trascurare la carne per mettere in priorità lo spirito. Questo è il cammino che va verso la santità. Come se dentro di noi ci fossero due lupi; uno buono e l’altro cattivo; vince chi gli dai più da mangiare.  

LA VITA SECONDO LO SPIRITO:

Lo spirito è lo Spirito Santo che, presente nel cristiano, lo porta a produrre frutti di bene. L’uomo spirituale conduce la vita onorando Dio in pensieri, parole ed opere; le esigenze del corpo passano in secondo piano perché si rende conto che lo spirito è più importante del corpo, che prima o poi morirà mentre lo spirito rimarrà per sempre. Se saremo spirituali faremo le opere dello spirito. La lettera di Paolo continua con questa descrizione citando degli esempi di  i frutti spirituali:

Il frutto dello spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di se; contro queste cose non c’è legge.

Si potrebbe dire che in questo versetto c’è un breve il riassunto dell’attitudine che il cristiano deve avere nei confronti della vita e dal mondo ed è interessante che Paolo dichiara che seguendo lo spirito, che il cristiano riceve nella conversione non c’è più bisogno di seguire una legge, un’imposizione esterna di precetti e divieti, perché il seguire dei comandamenti è indicato a persone senza principi e non conduce a seguire una vita spirituale, al contrario stimola la concupiscenza a trasgredire per portare l’uomo a peccare, seguendo lo spirito invece, ci viene donato l’amore da donare agli altri e questo completa tutta la legge; perché tutta la legge è basata unicamente nel comandamento dell’amore verso il prossimo e verso Dio. Tutto il nuovo testamento è basato su questo principio: Condurre una vita spirituale è ben superiore a una vita carnale; non si può vivere in pace con gli altri e con se stessi senza seguire lo spirito. Non si potrà avere la pace nel cuore finché saremo schiavi di qualche carnalità, per questo che è importante seguire lo spirito, che ricordo, è lo stesso spirito che ha resuscitato Cristo dai morti (Romani 8,11), c’è dunque potenza in Lui. Chi vive secondo lo spirito vede il mondo con gli occhi di Dio e arriveremo a comprendere cose che prima non potevamo capire, come nell’episodio evangelico di Marco 10,46-52 dove un povero che era cieco carnalmente, riconosce che Gesù è il Messia e gli grida:  Gesù Figlio di Davide, abbi pietà di me, e tutto questo senza conoscere bene le scritture. È bastata l’umiltà e la semplicità di cuore che spalanca le porte a Dio e rende sagge le persone. In questo caso quest’uomo avendo creduto e avendo avuto fede in lui, aveva i requisiti perché Gesù potesse operare su di lui con la guarigione. Se quindi noi non riusciamo a vedere spiritualmente, la croce sarà solo dolore e aberrazione, invece di vedere l’opera di salvezza che Dio ha fatto per noi. Il povero che chiede l’elemosina sarà solo uno scocciatore puzzolente, invece di vedere il volto di Dio e avere compassione per lui. Ho sentito una volta una testimonianza di una coppia che ha avuto un figlio portatore di handicap, e dicevano che il loro figlio è stato una benedizione. Ma senza una vista spirituale non è possibile dire ciò, come non si può arrivare a comprendere che la libertà passa dall’obbedienza a Dio. Nell’antico testamento c’era l’usanza della circoncisione e il significato consisteva nel fatto che tagliando la carne, si abbandonava la vita nella carne e si iniziava a vivere nello spirito. Questo rito non è stato più ereditato dai cristiani in quanto, quello che conta è la circoncisione del cuore. La carne è da considerarsi morta nella croce con Gesù; chi semina nella carne raccoglie corruzione, ma chi semina nello spirito raccoglie vita eterna. Il Signore invece opera in noi attraverso lo spirito e ci mette alla prova nel nostro punto più forte, dove è più facile avere successo, infatti, egli è buono e non ci mette in situazioni il quale non possiamo gestire. Attraverso lo spirito ci parla e ci fa sentire quella pace che solo lui può dare quando seminiamo nello spirito. Quando invece stiamo seminando nella carne il Signore tramite lo spirito ci dà dei segnali di avvertimento affinché possiamo correggere il nostro comportamento.

UNA SOCIETÁ SENZA DIO

Molti atei sostengono che le religioni sono il male del mondo e se una società fosse libera dalle religioni allora si potrebbe costruire un mondo prospero e in pace. Vediamo quindi alcuni esempi di società libere dalle religioni soprattutto da quella cristiana, che si sono trasformati in “paradisi”: Analizzeremo due modelli economici e culturali che hanno caratterizzato il secolo scorso ed esistono tutt’ora anche se in forme diverse. Stiamo parlando del comunismo e il capitalismo.

IL COMUNISMO

 Nella filosofia socio-politica di Karl Marx e Friedrich Engels la religione altro non era che uno strumento di dominio della classe al potere, un mezzo coercitivo e narcotizzante del popolo. Ma, specularmente, era anche la proiezione di se stessi in un dio immaginario, nel quale l’uomo cercherebbe consolazione sotto le mentite spoglie dell’aspirazione a una salvezza eterna, concludendo così che “Le religioni sono l’oppio dei popoli”. Quando chiedi a un ateo cosa pensa della religione ti dirà proprio questo, non tutti sanno che questo modo di pensare deriva da questi due personaggi che predicavano l’ateismo di stato come strumento di liberazione dell’uomo dalle catene dello sfruttamento sociale, la logica conseguenza della necessaria lotta di classe degli oppressi contro gli oppressori. Quindi soltanto la società senza classi consente la piena realizzazione della libera natura umana, allo stesso modo l’eliminazione della religione come illusoria felicità del popolo è la condizione della sua felicità reale. Nella rivoluzione russa Lenin volle mettere in pratica questa filosofia pensando che portasse a una sorta di paradiso in terra che si sarebbe diffuso nella maggior parte delle nazioni, eliminando così ogni forma di religione. Quello che nei fatti aveva creato era tutt’altro che un paradiso, ma un regime dove perseguitavano, torturavano e uccidevano chiunque credeva in una religione, hanno imprigionato e ucciso i bambini considerati nemici del popolo, hanno perseguitato e ucciso gli scienziati che non  adeguavano le loro teorie all’ideologia atea, hanno provocato più di 100 milioni di morti in soli 70 anni, hanno affamato il popolo per finanziare gli eserciti, hanno firmato patti con i nazisti dando il via alla seconda guerra mondiale, e tutto questo nella sola Russia senza contare quindi gli altri regimi atei. Secondo la poetessa russa Ol’ga Aleksandrovna Sedakova, docente dal 1991 presso la Facoltà di Filologia dell’Università di Mosca e nominata cavaliere della Repubblica francese nel 2005, ha raccontato: <<Nessuno dei progetti utopici del regime come l’ateismo di stato o l’arte e le scienze manipolate dall’ideologia riuscì a realizzarsi allo stato puro. Ma pur nella loro parziale attuazione hanno generato fiumi di sangue, degradazione, ignoranza, povertà e arretratezza in tutti i campi>>. Questo è solo un assaggio di tutto quello che il comunismo ateo ha fatto all’umanità. Il premio nobel russo Aleksandr Solzhenitsyn, spiegando le grandi tragedie del regime comunista sovietico,  scrisse: <<Gli uomini hanno dimenticato Dio, ecco perché tutto questo è successo>>. Dal momento che questo tipo di società atea ha miseramente fallito si può dedurre che i pensatori di questa società avevano una visione completamente distorta riguardo religione, specie quella cristiana. Lo scopo del vangelo non è creare un gruppo di potere che sta dalla parte degli sfruttatori; ma fare una comunità di persone che stanno dalla parte dei più deboli e predicano e praticano l’amore di Dio. Riguardo la seconda accusa, dire che il cristianesimo è solo consolatorio è molto riduttivo. Ci sono messaggi tutt’altro che consolatori: non esiste più la legge del taglione ma il porgere la guancia al nemico, non sussiste il “ciò che voglio” ma il “ciò che devo”, la fedeltà, la monogamia e la serietà sono la base della morale affettiva e sessuale, non la “mia” ma la “Tua” volontà sia fatta, a Te dovrò rendere conto di tutto questo. Caduto il comunismo quello che rimasto nelle nazioni sono dei paesi in crisi, non solo economica, ma soprattutto umana e familiare. Di recente è stato ripristinato l’insegnamento religioso obbligatorio in tutte le scuole con buona pace di tutti gli atei e i laicisti del mondo che hanno sperato nell’ateismo di stato come metodo più efficace per la costruzione di una società totalmente irreligiosa che però di fatto si trasforma in una terribile dittatura. Le nazioni ex sovietiche hanno avuti diversi risvegli spirituali e nessuno più di loro sa quando è brutto vivere in una società completamente atea, dove l’ideologia comunista era imposta.

IL CAPITALISMO

Il capitalismo è in antitesi rispetto al comunismo in diversi aspetti, ma dal punto di vista di come vede le religioni può essere anch’esso ostile, anche se in modo meno violento. Se si tratta di un capitalismo moderato dove la dignità umana è prioritaria rispetto il denaro, allora  penso che di per se da questo punto di vista non sia una cosa negativa, ma se si tratta di un capitalismo assoluto privo di ogni senso etico allora è nettamente contrario con la parola di Dio. Questo perché il capitalismo assoluto è pienamente realizzato quando tutto diventa merce e tutto si riduce nel consumismo e allo scambio di merci e dove l’unica ideologia consentita è quella che predica il libero mercato e come fare affari in ogni maniera possibile, anche facendo carte false per cui non c’è spazio per un Dio di cui si dovrà rendere conto alla fine della vita terrena. Per questo motivo che i sostenitori di questo capitalismo assoluto continuano imperterriti a diffamare la fede cristiana considerandola solo più a un frammento superstite di un mondo arcaico, regressivo e demancipativo che deve essere superato e in alternativa predica un capitalismo assoluto e il materialismo come soluzione della felicità dei popoli, contrariamente alla parola di Dio dove il materiale è inferiore al spirituale. Nei luoghi dove questo capitalismo così estremo è più diffuso avvengono il maggior numero di suicidi e le persone sono più propense ad essere egoiste. Questo dimostra che questo modello non porta alla felicità dei popoli. La presenza dei credenti nella società è un segno che questo tipo di capitalismo non si è ancora realizzato del tutto, infatti i cristiani sono rimasti l’ultimo baluardo contro la completa realizzazione del capitalismo assoluto per il fatto che i cristiani reagiscono alla mortificazione dell’uomo e ogni tentativo di svilire l’uomo a pura merce o puro oggetto di scambio. Questo è un esempio di come i credenti sono il sale della terra che preserva il mondo dal completo dominio del male. Alcuni intellettuali sostengono che il capitalismo si potrebbe paragonare a una religione, dove come dio c’è il “dio mercato”. Per questo si sente dire che bisogna fare sacrifici perché “ ce lo chiede il mercato” o ultimamente “ ce lo chiede il l’Europa” è di fatto il mercato che decide quali tassi d’interesse devono pagare le nazioni sulla moneta, oppure quali riforme i governi nazionali devono attuare; che per altro sono tenuti ad obbedire anche se sono riforme che eliminano dei diritti acquisiti del popolo.  L’uomo è stato creato perché noi tutti ci amassimo e rimanessimo uniti come fratelli; e le cose materiali sono state messe a disposizione dell’uomo per essere usate per il suo bene. Se la società fosse fondata su questo principio, allora non ci sarebbero molti problemi a livello di comunità. Quando le cose non funzionano, è perché l’uomo fa l’esatto contrario: ama le cose materiali e usa le persone per poterle ottenere. Questo sta alla base della logica del profitto. Questo non significa che è sbagliato fare profitti, un’azienda non potrebbe andare avanti se non facesse profitti. La cosa sbagliata è pensare di trovare ogni stratagemma per fare più profitti possibile andando però a discapito delle persone che ci lavorano oppure andando a contaminare la genuinità di ciò che si produce. Le multinazionali spesso e volentieri si basano su questo, inoltre essendo sempre delle S.p.A. (società per azioni), gli amministratori di queste multinazionali non devono rendere conto delle persone che comprano o usano il loro prodotto, ma agli azionisti che prestano i soldi a loro, quindi non interessa se, nel caso del settore alimentare, i prodotti sono cibo spazzatura oppure il sito di produzione si trova in un paese dove le condizioni del lavoro sono decisamente degradanti. Ma più in alto di loro ci sono le grandi banche che prestano soldi a loro a tassi agevolati, sono loro in realtà in cima alla piramide.  Il mondo è stato corrotto dalla finanza che si basa sul culto del dio denaro. Qua si apre un argomento molto esteso e chi ne fosse interessato, si può trovare facilmente molto materiale su internet che parlano di questi argomenti.

IN CONCLUSIONE

 A parte il comunismo e il capitalismo, una società che progressivamente dimentica Dio è sulla strada della decadenza etico e morale. Uno dei primi effetti è l’aumento dei divorzi perché le persone non sanno più amare e si scelgono partner secondo sbagliati criteri perché non tutti hanno una maturità che consente loro di riconosce i valori importanti. Il secondo è il calo dei matrimoni perché sposarsi viene sempre più visto come una cosa troppo restrittiva e impegnativa, meglio andare a “divertirsi”, fare la vita da ragazzino, passare da una/o ragazza/o altra/o. Di conseguenza ci saranno poche nascite, non sufficienti per un ricambio generazionale. Ultima cosa è l’amore del dio denaro che genera la corruzione, prima nel popolo, poi di conseguenza si riflette nella politica, con tutti i disastri che ne conseguano tra cui l’approvazione di leggi contrari al vangelo visti come progressi civili.