SITUAZIONE ECONOMICA

L’economia non è estranea alla comprensione del messaggio di Gesù. Egli infatti visse e operò in una determinata situazione economica a causa della quale avveniva un impoverimento continuo del popolo e un arricchimento di pochi. L’economia di Israele era prevalentemente basata sull’agricoltura e sull’allevamento e, in minor misura, sull’artigianato, l’edilizia e il commercio.

  • Agricoltura

Durante il periodo nomade del popolo israelita vigeva un sistema di proprietà comunitaria tribale. Quando divenne un popolo sedentario, lo stesso tipo di proprietà si applicò alle terre coltivate. Le terre erano divise tra le famiglie in modo proporzionale e venivano trasmesse agli eredi. Però improvvisamente si assistette ad un concentramento delle terre nelle mani di poche persone a causa di debiti e di una cattiva amministrazione. Al tempo di Gesù la terra d’Israele era organizzata secondo il sistema del latifondo. Tuttavia vi erano ancora piccole proprietà, legate a gruppi familiari, che non furono assorbite dal sistema latifondista. L’agricoltura era rudimentale e gli strumenti di lavoro erano semplici. I prodotti principali erano: frumento, olio di oliva, cereali, frutta, vino e legname.

  • Allevamento e pesca

Le condizioni del terreno di Israele permettevano l’allevamento degli animali di grossa e di piccola taglia. Sui monti della Giudea si sviluppò l’allevamento degli ovini, mentre nelle pianure della costa e nella Transgiordania quello di animali di grossa taglia. I maiali, considerati animali impuri, non si allevavano in Israele, ma nelle regioni vicine. Nel mare di Galilea era abbondante la pesca per la quale si usavano svariate tecniche, talune delle quali comportavo la collaborazione di più barche di 6/8 pescatori ciascuna.

  • Edilizia

Nelle opere edilizie, il popolo trovava una fonte considerevole di sostentamento economico. – 10 – La famiglia erodiana realizzò grandi e sontuose costruzioni (ricostruzione del Tempio, palazzo, muraglia, ecc.). Si calcola che in ogni opera pubblica lavoravano circa 18.000 operai totalmente dedicati a questo lavoro.

  • Commercio

La posizione geografica della terra d’Israele favoriva il commercio internazionale tra il Nord e l’Oriente. Esso raggiunse un buon sviluppo ed era una voce importante per l’economia del paese. Da Israele si esportavano prodotti agricoli e si importavano articoli di lusso. I prodotti che si vendevano nei mercati cittadini, specialmente in Gerusalemme, provenivano sia dalle regioni locali che da altri paesi. Le grandi carovane trasportavano questi prodotti fino ai mercati delle città. Per proteggere tali carovane si organizzò un sistema di sicurezza contro i briganti. Gerusalemme, oltre al commercio agricolo e del vestiario, era caratterizzata dalla vendita di animali e di schiavi. Quest’ultimi venivano comprati dagli stranieri e dalle famiglie ricche della città per il loro proprio uso ed i servizi vari.

  • Artigianato

Lo sviluppo delle città moltiplicò il numero degli artigiani. Questi vivevano specialmente nelle città e la loro produzione artigianale era a livello familiare. Diedero vita a vie e quartieri propri e persino ad aree geografiche specializzate in determinati lavori artigianali. Dopo l’esilio si organizzarono in corporazioni. Generalmente erano piccoli artigiani, che avevano un proprio laboratorio. Esercitare, insegnare e imparare un mestiere era tenuto in grande considerazione. L’artigianato più frequente era costituito dal settore del vestiario, degli articoli casalinghi e del materiale per le costruzioni. In secondo posto vi era quello che si occupava della lavorazione delle materie prime provenienti dalla regione. Grande importanza aveva anche la produzione dei materiali per il culto che si usavano nelle feste a Gerusalemme e nel servizio al Tempio.

  • Il sistema monetario

Esistevano monete giudee (siclo e spicciolo) assieme a quelle romane (denari, sesterzi, asse), greche (dramme, mine, obolo) e fenice. Questo dà una indicazione di come il commercio avesse raggiunto un livello internazionale così come l’affluenza dei pellegrini a Gerusalemme. Un ruolo importante per l’economia era costituito dal sistema tributario esistente in Israele. Vi era la tassa personale e quella territoriale, il contributo annuale in alimenti e prestazioni sociali per il sostentamento delle truppe romane, le tasse doganali e quelle indirette, che generalmente erano affidate agli esattori. Accanto a questi tributi vi erano quelli per il Tempio ( Mt 17,24-27; Lc 20,20-25).

  • Il tempio

Il Tempio di Gerusalemme aveva una grande importanza per l’economia del paese. Oltre ad essere la sede del potere religioso, c’era anche il Sinedrio, la sede del potere amministrativo e del governo.  Attorno ad asso, girava una vasta economia: Il denaro dei tributi, dei voti, del commercio delle vittime sacrificali, i cambiavalute, (Mc 11,15) valori particolari depositati, come in una cassa di sicurezza, così come altre entrate. Infatti quando nel vangelo si parla del tesoro del Tempio, si intende non solo gli oggetti sacri del culto, ma i numerosi capitali depositati. Nel Tempio si svolgevano anche attività educative per il popolo.

  • L’economia della campagna

vi era un sistema economico latifondista in cui i proprietari affittavano le terre a famiglie o a persone singole. Nelle grandi fattorie lavoravano contadini a giornata che vivevano nei villaggi o nelle stesse terre. Il loro lavoro era retribuito con bassi salari. Nella stagione secca aumentava la disoccupazione. I piccoli proprietari coltivavano le proprie terre, ma i tributi dello stato e i continui abusi degli esattori delle tasse soffocavano la loro piccola economia. Questo comportava un progressivo e continuo impoverimento ed indebitamento. Alcuni si dedicavano anche all’allevamento di animali. I grandi proprietari assumevano pastori per i loro greggi. Gli artigiani dei villaggi appena potevano vivere del loro lavoro. Il commercio, molte volte, avveniva sotto forma di scambio.

  • L’economia della città

Nella città c’erano gli operai dediti alle costruzioni edili, generalmente, avevano un lavoro stabile e un salario regolare. Il loro lavoro seguiva uno schema “schiavista”, cioè senza nessuna sicurezza e diritto. Gli artigiani della città, a differenza di quelli delle campagne, godevano di una maggior ricchezza.

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