L’ASPETTO DEGLI ELOHIM

Negli articoli precedenti abbiamo analizzato la parola ELOHIM dal punto di vista grammaticale. In questo capitolo vedremo secondo la teorie ufologiche come potevano apparire fisicamente questa razza aliene degli ELOHIM. I liberi pensatori hanno raccolto diversi elementi spasi in svariate fonti per poter dare una descrizione più accurata possibile di questi esseri venuti dallo spazio. Un grosso problema per chi vuole fare ipotesi su un possibile aspetto di questi alieni è che nella Bibbia non è possibile trovare nessun elemento, non c’è nessuna descrizione fisica del Dio degli Ebrei come in nessun altro ELOHIM. Questo è un bel problema perché chi conosce la Bibbia sa che quando un personaggio possiede delle caratteristiche fisiche particolari c’è sempre una descrizione. Possiamo far l’esempio del filisteo Golia, descritto come un uomo grande e possente e con un armatura degna della sua stazza. Allo stesso modo anche gli ELOHIM se fossero veramente esseri in carne e ossa gli autori li avrebbero descritti accuratamente. Biglino nel suo blog scrisse un articolo per dare una spiegazione della mancanza di una descrizione di YHWH. l’ELOHIM di Israele si faceva vedere solo da Mosè perché se si fosse mostrato davanti a tutto il popolo, esso sarebbe rimasto turbato nel vedere un volto non umano e forse avrebbero smesso di seguirlo, da questo deriva il divieto di scolpire una raffigurazione delle sue fattezze. Il divieto di produrre statue ha in realtà tutto un altro significato il resto sono solo un tentativo per dare una spiegazione che concili con le teorie ufologiche, ma non ci sono altri versetti che possa confermare questa teoria, rimane di fatto pura fantasia. Non è nemmeno chiaro il perché il popolo si sarebbe turbato nel vedere il volto di YHWH mentre invece Mosè sarebbe dovuto rimanere indifferente. Inoltre si contraddice da solo: Nel suo commento di Deuteronomio 23,15 sostiene che YHWH è presente fisicamente nell’accampamento e passeggia in mezzo al popolo. Inizieremo a elencare tutte le caratteristiche fisiche degli ELOHIM secondo i fautori della teoria e tutte le fonti che hanno attinto, analizzeremo se le prove sono effettivamente fondate o sono solo campate per aria:

MOLTO SIMILI ALL’UOMO

I liberi pensatori deducono che dal momento che l’uomo è una creazione degli ELOHIM mediante l’uso del loro DNA, gli ELOHIM avrebbe avuto fattezze simili all’uomo, ma facilmente riconoscibili da tutti. Nulla di più sbagliato! Nel capito su MALAKIM vedremo diversi episodi biblici dove avvengono un tipo di apparizione angelica  in forma umana. Il protagonista vede un semplice uomo senza ulteriori descrizioni di particolari insolite in un uomo. Solo successivamente si rende conto che era un angelo, ma in nessun caso il protagonista pensa di vedere un ELOHIM. Si parla sempre semplicemente di un uomo;  questo smentisce la teoria in maniera netta.


ESADATTILISMO

Biglino ipotizza che gli ELOHIM potevano avere 6 dita per mani e piedi. Questo lo fa derivare da un versetto in 2Samuele 21,20 dove viene descritto un individuo con questa caratteristica. In 2Samuele 21,15-22 vengono citate e descritte brevemente delle piccole battaglie tra l’Israele del re Davide e i filistei. In una di queste battaglie viene citano un soldato filisteo con 6 dita per mano e piede, ma non viene detto che è un ELOHIM, ma è pur sempre un uomo. Anzi, è la prova che quando un personaggio ha caratteristiche particolari, queste vengono descritte. Non si tratta dunque di un ELOHIM ma di un uomo con una patologia nota nei manuali medici, seppur rara.


CON PELLE BIANCA

Un’altra caratteristica che questi ELOHIM dovrebbero avere secondo i “liberi pensatori” è la carnagione bianca. Questa convinzione deriverebbe da due fonti, andiamole ad analizzare per verificare che siano fondate: Nella prima si afferma che i messaggeri degli Anunnaki sumeri venivano chiamati nella loro scrittura: GAL.GA. dove GAL significherebbe “essere vivente, creatura” e GA “latte”. Questa sarebbe una chiara prova di come i sumeri definirono gli ELOHIM, esseri di latte, quindi con la pelle bianca. Come si può fare per verificare se la traduzione di questi termini è esatta? Online si possono trovare diversi dizionari per la traduzione di alcune parole di sumerico cuneiforme.  Consultando il sito “sumer.grazhdani.eu” possiamo trovare la parola GAL e scopriamo che come significato di base “grande”; può essere usato anche come superlativo, quindi la traduzione “creatura” è sbagliata! La parola GA significa effettivamente “latte”. Ma in realtà il termine GAL.GA non sarebbe da intendere come due termini da tradurre indistintamente, ma una parola sola che significa: Consulenza, saggio. riflessione, considerazione. Non c’è nemmeno l’ombra di presunte creature di pelle color latte. La seconda prova che portano i “liberi pensatori” per sostenere che gli antichi astronauti fossero di pelle bianca la troviamo nel libro di Enoch. Un libro considerato dai cristiani come apocrifo e di fatto escluso dalla Bibbia. Nel brano in questione si narra della nascita di Noè. Il padre Lamech rimane sconvolto nel vedere suo figlio Noè nascere con la pelle bianchissima e pensa che in realtà sia figlio degli ELOHIM. Riporto qui sotto il brano in questione:

Dopo del tempo, mio figlio Matusalemme prese una moglie per suo figlio Lamek e costei rimase incinta da lui e generò un figlio. Ed era, la sua carne, bianca come neve e rossa come rosa e i capelli del suo capo e la sua chioma erano come bianca lana e belli erano i suoi occhi e, quando li apriva, illuminava tutta la casa, come il sole, e tutta la casa risplendeva assai. E quando fu preso dalle mani delle levatrice, aprì la bocca e parlò al Signore di giustizia. Suo padre, Lamek, ebbe paura di lui e fuggì. (19,1-4)

Leggendo il testo originale possiamo notare come i “liberi pensatori” abbiano estrapolato solamente la parola “bianca” e ignorando altri elementi importanti che metterebbe seriamente in dubbio il modo usato per interpretare il brano. Troviamo la carne rossa come una rosa, degli occhi che emettono una luce molto potente e la capacità di parlare fin da subito. Se si vuole usare una lettura letterale e razionale questi elementi tutti insieme appaiono molto poco plausibili, se invece si cita solamente il colore “bianco” allora si può far credere la storia degli alieni bianchi, ma non sarebbe onesto dal punto di vista intellettuale.


PRIVI DI PELI

Secondo i sostenitori della tesi aliena, gli ELOHIM avrebbero avuto la caratteristica della  totale mancanza di peluria. Questo spiegherebbe come l’uomo rispetto alle scimmie ha una consistente diminuzione di peli sulla cute a accezione dei capelli, l’aggiunta del DNA alieno ha modificato questa caratteristica. Non si potrebbe certamente considerare una prova, ma solo pura speculazione. Per affermare con più certezza questo punto servono delle prove più consistenti. Secondo i sostenitori della tesi aliena ci sarebbero due prove a riguardo: La prima si tratta di racconti di miti sumerici letti con la solita metodologia del “facciamo finta che” dove la dea NIN.TA insieme a EA creano il primo uomo chiamato LU.LU che significa “il mescolato”: in riferimento all’unione del DNA di un primate con il DNA alieno. Viene detto che da questa creatura per la prima volta si  ottiene una pelle simile a quella di un dio. Questa “prova” che circola nei siti che sostengono la paleastronautica deriva dalle traduzioni dei miti sumerici di Sitchin, che da come detto in precedenza, non era un grande esperto di sumerico come voleva far credere, anzi le sue traduzioni sono più che altro scritti fantasiosi, non presenti realmente nei testi sumerici e questo ne è un esempio. Nelle vere traduzioni elaborate da veri sumerologi come Seminara e Pettinato troviamo un’altra storia: Il dio ELKI crea una serie di individui umani tramite l’argilla, ma hanno tutti nelle menomazioni. Nonostante questo li nutre e trova un modo di come possono essere utili. Nessuna traccia di individui con una pelle simile a un dio. Anche la traduzione di LU.LU in “mescolato” è alquanto forzata dall’ideologia che sta alla base della teoria. Il vocabolo LU può voler dire anche “mescolare” tra i tanti significati, ma solo all’interno del contesto giusto, e non è questo il caso.

Nella seconda “prova” viene detto che YHWH avrebbe richiesto che una squadra di servitori, ovvero i leviti dovettero essere completamente depilati e puliti. Il motivo è semplice: Dal momento che gli ELOHIM erano privi di peluria, provavano repulsione ad avere a che fare direttamente con uomini non completamente depilati. Questo è il versetto preso come dimostrazione:

Prendi i leviti tra gli Israeliti e purificali. Per purificarli farai così: li aspergerai con l’acqua lustrale; faranno passare il rasoio su tutto il loro corpo, laveranno le loro vesti e si purificheranno. (Numeri 8,6-7)

In questa parte del libro dei numeri sono presenti le norme per la purificazione dei leviti. Essi erano una delle 12 tribù di Israele dedita al servizio al culto e alla liturgia. Lavoravano subordinati ai sacerdoti come loro assistenti nel servizio del santuario. Non erano affatto una squadra dedita a servire YHWH per i suoi bisogni fisici, come dichiara Biglino. Questo è il primo errore che riscontriamo. I Leviti per svolgere il ruolo da loro fissato dovevano essere purificati spiritualmente mediante sacrifici e fisicamente con un lavaggio completo: Dovevano lavare i loro vestiti, e non solo lavarsi, ma radersi tutta la loro carne, come doveva fare il lebbroso quando fu purificato, Levitico 14,8 . Devono far passare un rasoio su tutta la loro carne, per liberarsi da quella contaminazione che non si laverebbe via. I “liberi pensatori” hanno aggiunto un motivo per il quale i leviti avrebbero dovuto depilarsi. L’intenzione è spingere a ipotizzare una mancanza di peluria degli ELOHIM, ma questa motivazione non è presente nel testo biblico, è una speculazione che non sta in piedi, pura fantasia. Non viene detto che questa pratica non era prescritta per i sacerdoti o per i nazirei, il quale se YHWH fosse stato in carne e ossa avrebbero dovuto avere a che fare anche con loro, ma per loro non ci sono norme che prevedano la depilazione, anzi l’esatto contrario (Levitico 19,27).


STATURA MOLTO ALTA

Veniamo ora a un’altra caratteristica che agli appassionati della teoria credono riguardo all’aspetto degli ELOHIM. Erano di alta statura; questo è quello che è venuto fuori dallo “studio” di Sitchin. Dagli antichi reperti sumerici si possono vedere disegnati un gruppo di individui, tra cui il potente di turno raffigurato con un’altezza decisamente più grande rispetto agli altri. Questi capi dei popoli non erano umani, ma bensì ELOHIM per questo sono diversi dagli altri. Secondo i calcoli di Sitchin gli ELOHIM erano alti circa 3 metri. Questo modo di raffigurare i propri ELOHIM coincideva con tutti gli altri popoli della terra. Se è così allora non bisogna altro che andare alla ricerca di raffigurazioni di questo tipo e constatare se è effettivamente così. Anche questa volta le osservazioni di Sitchin non corrispondono alla realtà:

  1. In alcuni casi i capi dei popoli venivano rappresentati più piccoli dell’uomo.
  2. Tutto ciò che è attorno all’individuo con l’altezza maggiore è proporzionato, che siano oggetti, piante, cavalli…
  3. Viene spesso detto che gli ELOHIM avevano a disposizione di mezzi volanti fantascientifiche, ma non vengono mai rappresentati con un mezzo che può far pensare a qualcosa di tecnologico, ma bensì un semplice carro trainato da cavalli.
  4. Quelli che dovrebbero essere gli ELOHIM alieni presentano caratteristiche identiche agli altri uomini. Non hanno la pelle bianca, non sono privi di peluria, ma hanno invece la barba e non possiedono sei dita per mano. Vengono smentiti in un solo colpo tutti gli altri punti precedenti.

Alla luce di queste osservazioni possiamo pensare che le raffigurazioni di un comandante più grande rispetto agli altri non indicava una statura superiore, ma al fatto di sottolineare l’importanza di quel soggetto rispetto agli altri all’interno di un particolare contesto scenografico. Questo modo di presentare una scena lo possiamo paragonare ad alcune ricostruzioni del presepe dove Maria, Giuseppe e la stalla sono proporzionalmente più grandi rispetto al resto della scena per sottolineare l’importanza fondamentale da rivolgersi e il resto è solo un contorno. La stessa logica era usata anche da alcune antiche popolazioni, per questo sono raffiguranti più grandi.

Questa è la rappresentazione della battaglia di Kadesh. Il faraone Ramses è disegnato più grande per sottolineare il suo coraggio e l’invincibilità in battaglia. Questo è uno dei tanti esempi.


UN GROSSO CRANIO ALLUNGATO

Arriviamo così all’ultimo punto; gli ELOHIM avrebbe avuto un grosso cranio che si estendeva in lunghezza. Come fanno a saperlo gli studiosi della teoria? Ci sarebbero numerosi reperti archeologici come i bassorilievi e statue egizie o le statuine votive della cultura preistorica di Ubaid. Non dobbiamo farci mancare la solita frase a effetto che serve come chiave per convincere molti sulla verità della teoria: “Tutti i popoli rappresentavano i loro dèi con la testa allungata e provenienti dal cielo.” Quest’ultima frase risulta totalmente falsa! Di culti pagani precolombiani, i maya, gli Inca e gli azteki, dai culti africani e mesopotamici nessuno raffigurava i loro dèi con la testa allungata. Molto spesso non venivano disegnati nemmeno con una testa umanoide ma metà uomini e metà animali. Secondo le varie mitologie non erano nemmeno provenienti dal cielo, ma dal mare o dalla terra, spesso le varie culture non avevano neppure una cosmologia che prevedesse lo spazio come lo conosciamo noi, quindi figuriamoci se potevano immaginare degli dèi provenienti dal cielo. Le reali raffigurazioni dove sono veramente presenti dei soggetti con la testa allungata solo pochissimi. Di quei pochi troviamo la famiglia del celebre faraone egizio Tutankamon poiché essi praticavano un’antica usanza di deformazione cranica. Alcune antiche popolazioni praticavano un usanza che noi definiremo barbara secondo il nostro punto di vista: Alle persone destinate al comando di un popolo venivano applicati fin dalla nascita dei supporti di legno o delle fasce che impedivano alla scatola cranica di crescere in una direzione; in questo modo con gli anni si ovalizzava fino a risultare perennemente allungata da adulto. Per questo si spiegano le poche statuette o raffigurazioni di soggetti con la testa allungata, così anche gli scheletri trovati in alcune necropoli che presentavano un cranio con questa forma. Secondo gli amanti della teoria ufologia, queste popolazioni avevano questa usanza per assomigliare ai loro dèi colonizzatori che avevano la testa di quella forma. Non ci sono prove a riguardo, rimangono solo teorie e semplici speculazioni a loro favore.


I TESCHI ALLUNGATI DI PARACAS 

In Perù, precisamente a Paracas, sono stati trovati nel 1928 dei teschi allungati molto particolari conservati nel museo di storia di Paracas. La particolarità risiede dal fatto che sembrerebbe che i teschi non siano stati deformati con sistemi artificiali, ma siano così naturalmente. Questo ha acceso i cuori degli amanti della ufologia e la paleastronautica e finalmente sono stati trovati dei teschi alieni o degli ibridi. Il direttore del museo Brien Foester fece analizzare i reperti e il risultato fu che il DNA non apparteneva all’uomo Sapiens e a nessun altro ominide conosciuto. Peccato che le famose analisi non furono esaminate da un team di esperti accademicamente certificati, ma a un misterioso genetista che non rivelò il nome. Per questo si creò molto scetticismo a eccezione degli ufologi che colsero l’occasione per alimentare ancora di più la loro propaganda. Ancora oggi si possono trovare degli articoli datati circi il 2014 dove vengono presentati i teschi come una prova di una visitazione aliena in passato. Successivamente sono stati ripetuti altre analisi in due diversi laboratori: quello dell’Università di Lakehead in Canada e quello dell’ UCLA, l’Università di Los Angeles, in California. Sono emersi dati piuttosto bizzarri. Perché bizzarri? Perché gli aplogruppi del DNA mitocondriale, quello che si eredita per via materna, non sono quelli previsti. Nulla di alieno, capiamoci, tutto rientra nelle varianti umane possibili, ma pur tuttavia essi risultano fuori posto nello spazio e nel tempo. Sentiamo cosa dice Brien Foerster: “Tutti i Nativi Americani al 100% appartenevano agli aplogruppi A, B, C e D. Quattro di questi teschi allungati presentavano l’aplogruppo B, a dimostrazione che avevano antenati nativi americani, ma gli altri no. Gli aplogruppi emersi più di frequente sono U2e, H1a e H2. E se guardiamo dove questi aplogruppi sono prevalenti a livello percentuale, essi si trovano tra il mar Caspio e il Mar Nero, vale a dire tre le montagne del Caucaso”. Piuttosto distante delle Ande, senza dubbio.

GENESI 35

Il primo versetto di genesi 35 viene utilizzato da Biglino, in particolare nelle conferenze per avvalere la tesi per cui la parola ELOHIM è un plurale riferito alla specie aliena degli ELOHIM. Questo è il suo commento: Nel versetto abbiamo Dio, scritto ELOHIM, quindi plurale, dire a Giacobbe di costruire un altare a Bethel al Dio, scritto EL, quindi al singolare, che ti è apparso. Quindi il gruppo degli ELOHIM ordina a Giacobbe di costruire un altare a quello di loro che si è fatto vedere. Nella traduzione italiana troviamo il termine “apparire”, ma questa è una invenzione teologica per dare un apparenza di trascendenza, in realtà è scritto semplicemente: “quello che si è fatto vedere”. Come prima cosa vediamo il versetto con la traduzione interlineare:

Dio disse a Giacobbe: “Àlzati, sali a Betel e abita là; costruisci in quel luogo un altare al Dio che ti è apparso quando fuggivi lontano da Esaù, tuo fratello”.

Secondo la spiegazione che da Biglino, la parola ELOHIM è plurale, ed EL è il singolare di ELOHIM. Per chi avesse letto con attenzione gli articoli precedenti si accorgerà facilmente che in questa spiegazione i conti non tornano. Oltre al fatto che tutti i dizionari sostengono che quando è riferito a YHWH è sempre singolare nonostante abbia un suffisso plurale; la sua forma che grammaticalmente corrisponde al singolare è ELOHA e non certamente EL. Quest’ultimo è un sinonimo di ELOHIM, la differenza che ELOHIM è la forma estesa ed EL la forma contratta o abbreviata, ma sono la stessa parola entrambi con valenza singolare. La forma plurale di EL non è ELOHIM ma è ELIM. Un elemento importante da prendere in considerazione è come sempre il contesto. Dio dice a Giacobbe di costruire un altare nel luogo dove è apparso un ELOHIM, quando è avvenuto questo episodio? In genesi 32. Giacobbe scappò dalla casa di Labano con mogli, figli  servi e bestiame. Viene a sapere che non troppo lontano da lì c’è suo fratello Esaù insieme a una moltitudine di servi. Giacobbe è molto preoccupato, l’ultima volta che vide suo fratello lo voleva uccidere. La notte prima dell’incontro Giacobbe stette in un luogo nascosto e isolato e lottò con un uomo per tutta la notte.

Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Quello disse: “Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora”. Giacobbe rispose: “Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!”. Gli domandò: “Come ti chiami?”. Rispose: “Giacobbe”. Riprese: “Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!”. Giacobbe allora gli chiese: “Svelami il tuo nome”. Gli rispose: “Perché mi chiedi il nome?”. E qui lo benedisse. (Genesi 32,26-30)

Il versetto 29, quello sottolineato rivela l’identità di colui che ha lottato con Giacobbe. Qui sotto la traduzione interlineare:

Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!”. (Genesi 32,29)

Dalla traduzione interlineare possiamo vedere come quell’uomo si identifichi con ELOHIM, in questo caso riferito non a Dio YHWH, ma a un angelo. Nel capitolo sugli angeli vedremo che possono manifestarsi anche in forma umana. Altre interpretazioni lo identificano con il significato di “rappresentante di Dio”, quindi non un entità spirituale ma un profeta. Se la tesi di Biglino fosse veritiera in questo versetto avremo visto la parola EL che lui lo intende singolare, come troviamo in genesi 35 e non ELOHIM. Questo è un’altro elemento che confuta la tesi ufologica e conferma che ELOHIM di Genesi 32,29 e EL di Genesi 35,1 sono sinonimi.

IL NOME DI ISRAELE

L’episodio di genesi 32 è entrato nella tradizione come “la lotta di Giacobbe con l’Angelo”, una scena della Bibbia molto discussa e commentata e ogni tradizione religiosa ne dà una sua interpretazione alle domande che spontaneamente possono venire in mente leggendo il testo: Qual è il significato di questa lotta? Perché il cambiamento di nome? La narrazione ufologica non da risposte, ma a dire il vero, non si pone nemmeno una di queste domande, lasciando così delle evidenti lacune nella sua narrativa. Innanzitutto sappiamo che il significato del nome “Giacobbe” è “soppiantatore”, e non era solo di nome, ma anche di fatto, infatti «al momento del parto, teneva con la mano il calcagno del fratello gemello (Genesi 25,26). Giacobbe era poi riuscito ad acquistare la primogenitura con l’inganno da suo fratello Esaù, e, sempre con l’inganno, era riuscito a carpire la benedizione che era destinata a Esaù da parte di suo padre Isacco. Giacobbe era quindi un peccatore. Ha passato tutta la sua vita a “lottare” con gli uomini per avere la meglio, prima con il fratello Esaù e poi con Labano. Però nel capitolo trentaduesimo si mostra che Giacobbe aveva avuto un cambio interiore, riconosce che è stato Dio a benedirlo nonostante fosse indegno e supplica Dio di aiutarlo all’incontro con Esaù in quanto c’è il serio pericolo che finisca in conflitto senza pietà per lui e la sua famiglia: vediamo (32,11-12):  io sono indegno di tutta la bontà e di tutta la fedeltà che hai usato verso il tuo servo. Con il mio solo bastone avevo passato questo Giordano e ora sono arrivato al punto di formare due accampamenti. Salvami dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esaù, perchè io ho paura di lui: che egli non arrivi e colpisca me e, senza riguardi, madri e bambini! 

Dio manda questo ELOHIM a lottare con Giacobbe per favorirgli una svolta spirituale. Giacobbe rimane zoppicante e allo stremo delle forze, ma chiede la benedizione. Non si riferisce a una benedizione materiale, in quanto era già ricco in abbondanza, ma qualcosa di più. L’uomo risponde con un cambiamento di nome, che a noi potrebbe sembrare banale, ma ha un significato profondo nella cultura ebraica, denota un cambiamento di destino e una nuova attitudine nei confronti della vita. Israele deriva da SARAH, שָׂרָה lottare, ma allo stesso tempo, in un’altra chiave di lettura deriva anche da SAR שַׂר che significa governare. Quindi da Giacobbe, il soppiantatore diventa Israele, colui che lotta ed e governato da Dio. Non è un evento isolato nelle Scritture, perché lo stesso succede – assieme ad altri tra cui anche Sara – ad Abramo (“non ti chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abraham” Genesi 17,5) e, nel Nuovo Testamento, a Simone figlio di Giona, a cui Gesù pone il nome di “KEFA” “Roccia” (Matteo 16,18).  anche in questo caso abbiamo un cambiamento di missione. L’angelo giustifica il cambiamento di nome con il fatto che ha lottato con gli uomini,  e per questo abbiamo già la spiegazione, ma dice che ha lottato anche con Dio e ha vinto. Cosa significa? Non si riferisce affatto del combattimento fisico, di cui Giacobbe ne esce zoppicante e l’angelo completamente indenne. La risposta la troviamo in Osea 12,4-5: da adulto lottò con Dio, lottò con l’angelo e vinse, pianse e domandò grazia. La vittoria umana su Dio è la conversione e l’esperienza della sua misericordia. Lo troviamo anche nel commento in Sapienza 10,12: gli assegnò la vittoria in una lotta dura, perché sapesse che più potente di tutto è la pietà. Paradossalmente con Dio si vince non quando lo contrasti, ma quando ti arrendi a lui, così come ha fatto Gesù arrendendosi alla volontà di Dio padre affinché vincesse con la resurrezione. Vediamo alla fine che l’uomo si rifiuta di dire il suo nome per evitare che l’attenzione vada su di lui, anziché al mandante, Dio stesso.

GENESI 6,4

Il versetto che andremo ad analizzare non è certo tra i più conosciuti tra i credenti e molto difficilmente viene citato in chiesa o a catechismo. Si tratta di un versetto non di facile comprensione e di poca importanza perché non proprio ideale per estrapolare degli insegnamenti morali, che è quello l’obbiettivo principale di chi insegna la Bibbia ai credenti. Dove però non arrivano i credenti, soprattutto in versetti difficili; ecco che si lascia spazio alle speculazioni. In questo caso alle interpretazioni in chiave ufologica. In chiesa non ti hanno mai spiegato questo versetto? Lo facciamo noi. Vediamo il versetto:

C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.(Genesi 6,4)

I protagonisti di questo versetto che andremo ad analizzare sono i figli di Dio, ovvero i figli degli ELOHIM e la sua controparte, le figlie degli uomini. La prima parte dove compaiono i giganti ne parleremo nei prossimi articoli.


INTERPRETAZIONE DI BIGLINO:

Biglino spiega che a un certo momento nella storia antica, i figli degli ELOHIM, ovvero i figli della razza aliena degli ELOHIM arrivati sulla terra con le astronavi, incontrarono le donne umane e compresero che erano sessualmente compatibili con loro a motivo degli elementi genetici che avevano in comune. Hanno dunque avuto dei figli con loro. Queste strane unioni tra soggetti maschili ELOHIM e soggetti femminili umani hanno dato luogo alla nascita di uomini potenti e famosi che molti pensano essere gli eroi della mitologia come Ercole, i cosiddetti mezzosangue, grandi e potenti perché erano per metà degli ELOHIM, almeno così molti “liberi pensatori” hanno in mente. Perché l’interpretazione ufologica funzioni viene citata anche il versetto 2 del medesimo capitolo:

i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta.

Biglino altera il significato del temine TOVOTH, tradotto nella Bibbia come “belle”. Secondo Biglino oltre a significare belle, vuol dire anche “adatte”. Quindi i figli degli ELOHIM hanno trovato le donne umane “adatte”. Per cosa? Per la riproduzione ovviamente. Da qui il significato di sessualmente compatibile. Oltre al fatto che un alieno e un essere umano leggermente modificato geneticamente possa arrivare addirittura a una compatibilità sessuale è una mostruosità scientifica. Andiamo a verificare sul dizionario se effettivamente TOVOTH possiede anche il significato di “adatte”. TOVOTH grammaticalmente è un plurale femminile, quindi sul dizionario bisognerà cercare la versione al singolare che è TOV  טוֹב:

Dalla definizione troviamo che il termine TOV ha una connotazione positiva, significa bello o buono, ma può cambiare a seconda del contesto, ad esempio se si sta parlando di un terreno significa fertile. Tra i significati la parola “adatte” non compare. Inoltre viene spiegato che se si riferisce a donne il significato è sempre “belle”. Possiamo concludere che questa parola importante per la narrazione ufologica è l’ennesima forzatura fantasiosa per far dire quello che la Bibbia non dice.

I FIGLI DI DIO E LE FIGLIE DEGLI UOMINI:

Alcune tradizioni attribuiscono il significato “angeli incarnati” la locuzione “figli di ELOHIM” che si sono infatuati degli esseri umani delle donne; ci sono quindi state degli incroci sessuali che hanno dato vita agli uomini potenti e famose dell’antichità. Questa è una interpretazione alquanto bizzarra. Chi sono allora questi figli degli ELOHIM? La spiegazione è molto più razionale di quanto molte persone vogliono far credere. Vediamo la traduzione interlineare:

Da come abbiamo analizzato nel salmo 82, il termine ELOHIM  può essere anche attribuita anche agli uomini dove Dio parlando ai giudici della terra, uomini preposti a governare e a prendersi cura delle anime dei figli dell’uomo, gli ammonisce per la loro condotta empia. Questo dimostra che anche un essere umano può essere chiamato tranquillamente ELOHIM. Anche in questo versetto sotto esame la locuzione figli di ELOHIM si riferisce ai figli di questi giudici e sacerdoti preposti per essere dei rappresentanti di Dio sulla terra. Niente a che vedere con gli alieni o altre cose bizzarre. Nel vecchio testamento i figli di Dio hanno questo significato, nel nuovo testamento invece i figli di Dio sono tutti coloro che accettano Gesù come Signore e Salvatore. Qual è l’origine di questi ELOHIM, nel senso di giudici rappresentanti di Dio? La si può ricondurre più indietro in Genesi 4,26:

Anche a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. A quel tempo si cominciò a invocare il nome del Signore (YHWH).

Secondo l’esegesi ebraica a un certo punto della storia, quando la popolazione umana aumentava a dismisura erano divenute necessari dei rappresentanti di YHWH che potessero svolgere il ruolo di mediatori tra Dio e l’uomo e quindi anche giudici e sacerdoti. Oggi si può dire che è la chiesa a fare da rappresentante e mediatore di Dio sulla terra. Il problema è che essendo persone umane possono essere soggette a corruzione ed empietà, così è avvenuto nel caso di Genesi 6. Vediamo che i figli di questi uomini, rappresentanti di Dio si sposarono con le figlie degli uomini. Che cosa si intente qui per “figlie degli uomini? Lo possiamo intuire basandoci in quello che succede successivamente, nel versetto 5:

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre.

Quindi dopo queste unioni, i figli, frutto di queste unioni risultarono persone tremendamente malvagie che addirittura ogni loro intento era puramente empietà. Quindi quelli che avrebbero dovuto essere dei rappresentanti di Dio, in una sola generazione si allontanarono completamente dal loro ruolo. Non si dice in dettaglio in che modo erano malvagi, ma la parola tradotta come giganti può essere un indizio. Quello lo vedremo più avanti. Se dunque i figli di queste unioni erano malvagi si può intuire che la responsabilità potrebbe essere quello che genesi 6 chiama “figlie degli uomini”. In levitico 21,7 ci sono delle norme per quanto riguarda i sacerdoti. In genesi 6 non c’erano ancora queste norme, ma se Mosè le ha prescritte è proprio per poter evitare che la generazione successiva di sacerdoti non risultasse corrotta. Queste norme prevedevano che i sacerdoti si potessero sposare a accezione di prostitute, disonorate e ripudiate. Chi sono di queste 3 la categoria potenzialmente più corrotta? Probabilmente le prostitute. Il fatto che la Bibbia le descriva come TOVOT, ossia belle, attraenti, desiderabili è un ulteriore indizio che potessero essere proprio delle prostitute o comunque donne molto belle fisicamente ma anche molto moralmente malvagie. Il fatto che compare “figlie degli uomini” si riferisce alla casta più bassa e tra quelle c’erano proprio le prostitute. Queste donne malvagie hanno poi influenzato i loro figli facendoli diventare malvagi a sua volta, anche i figli dei rappresentanti di Dio scegliendosi queste donne si può immaginare che anche loro non potevano essere dei santi. Genesi 6 svela che i figli nati da queste coppie erano degli “eroi” ovvero in ebraico dei GHIBBORIM. Eroi nel senso di potenti e non in senso positivo. Si parla anche che erano “famosi” per il fatto che erano frutto di scandalo e non certo per gesta eroiche che il testo non dice nulla.

IL SALMO 82

Per un credente medio il salmo 82 è alquanto sconosciuto, ma per gli appassionati della teoria dell’antico astronauta non è così, anzi lo conoscono benissimo in quanto ampiamente commentato e usato per estrapolarne delle loro importanti <<verità>>. Non è di rado che nei commenti dei fan di Biglino spunti fuori questo salmo per dire: <<Ecco questo dimostra che Biglino ha ragione>>. Riporto qui sotto il salmo, vedremo quali sono le loro interpretazioni e lo commenteremo.

[1]Dio presiede l’assemblea divina,
giudica in mezzo agli dèi:

[2]»Fino a quando emetterete sentenze ingiuste
e sosterrete la parte dei malvagi?

[3]Difendete il debole e l’orfano,
al povero e al misero fate giustizia!

[4]Salvate il debole e l’indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi!».

[5]Non capiscono, non vogliono intendere,
camminano nelle tenebre;
vacillano tutte le fondamenta della terra.

 [6]Io ho detto: «Voi siete dèi,
siete tutti figli dell’Altissimo,

[7]ma certo morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti».

[8] Àlzati, o Dio, a giudicare la terra,
perché a te appartengono tutte le genti!


INTERPRETAZIONE DI BIGLINO:

Viene immaginato un individuo di un certo rilievo, il capo degli ELOHIM che presiede una  particolare assemblea composta tutta da ELOHIM.  A partire da questo concetto presumono che nessuno può presiedere un’assemblea da solo, quindi dimostra che YHWH non era l’unico ELOHIM come la teologia vuol farci credere. Colui che presiede l’assemblea è molto adirato con i presenti e li rimprovera aspramente perché non stanno governando come dovrebbero, riconosce il fatto che sono degli esseri speciali, con caratteristiche superiori agli umani, ma se continuano a governare in questo modo li ucciderebbe come un comune uomo. Da qui il commento che gli ELOHIM non sono immortali, sono fatti di carne e ossa come noi, anche se hanno geneticamente una vita molto lunga. Possono vivere anche fino a 900 anni. Inoltre nel salmo 82 la parola ELOHIM è accompagnata da verbi al plurale e questo dimostra che erano in tanti e non uno solo. Nonostante tutto teologi non vogliono accettare la sua “giusta” interpretazione e dicono che in questo caso la parola ELOHIM si traduce giudici e non dèi. Quindi nel salmo 82 si parla di un assemblea di giudici. Si tratterebbe di un traduzione di comodo. Il problema è che ci sono altre parole in ebraico usate per riferirsi ai giudici, come FELILIM o SHOFETIM e questo dimostra che non potevano essere giudici.


L’ASSEMBLEA DEI GIUDICI/ELOHIM

Secondo la teologia nel salmo 82 si parla di un’assemblea di giudici. Questa tesi ha una sostenibilità biblica o è un’invenzione dei teologi? In precedenza abbiamo illustrato la regola per determinare se la parola ELOHIM è considerato un plurale di astrazione quindi con il significato di divinità oppure una pluralità di individui. Ecco, in questo brano ci sono entrambi i casi. Nel primo versetto abbiamo il protagonista di questo brano: Dio presiede.. con il verbo al singolare. Così anche all’ultimo versetto: Àlzati, o Dio, a giudicare la terra. Da questi due versetti possiamo essere certi che si sta parlando di YHWH, il Dio d’Israele, regge il verbo al singolare come abbiamo visto nella regola e in più ribadisce: perché a te appartengono tutte le genti, letteralmente tutte le nazioni della terra. In nessun modo si può constatare che si tratti del capo degli ELOHIM, vedremo in seguito che secondo Biglino il capo degli ELOHIM si identifica con la parola ELYON, eppure nel primo versetto questa parola non c’è e qua si contraddice da solo. Non ci resta che capire a chi Dio stia parlando. Il primo versetto continua con la frese:  giudica in mezzo agli dèi. In ebraico troviamo la parola EL, che come detto in precedenza oltre alla divinità indica più che altro il concetto di colui che esercita il potere sulla terra. I verbi successivi sono al plurale, quindi si tratta di una pluralità di individui che esercitano di fatto il potere sulla terra. Come detto in precedenza la parola ELOHIM indica una divinità solo se è accompagnato da verbi e pronomi al singolare, quindi in questo caso non si sta parlando di divinità, ma semplicemente di uomini. La parola ELOHIM  dunque quando non si riferisce a Dio indica  un individuo umano vicino a Dio e consacrato a Lui, che svolge un incarico speciale: Quello di essere un rappresentante di Dio sulla terra. Era considerato un titolo che poteva designare un profeta e allo stesso tempo anche un giudice, come il caso del profeta Samuele che era sia profeta che giudice. Ritornando al significato di ELOHIM dal punto di vista etimologico: Promessa e maledizione; vediamo che può coincidere anche con il ruolo di un giudice umano dove in una sentenza può emanare una promessa, ed esempio un risarcimento danni, o una maledizione, come una sanzione. Infatti, nel dizionario ebraico-Inglese BROWN-DRIVER-BRIGGS, uno dei dizionari più usati al mondo riporta alla voce ELOHIM anche il significato di: rulers, judges: ovvero, governanti giudici, spiegando che identifica soggetti con il ruolo di rappresentanti divini che riflettono maestà e potenza divina. Vediamo degli esempi dove il termine ELOHIM è riferito in maniera inequivocabile a una persona.


MOSÈ, L’ELOHIM

In esodo capitolo 4 troviamo la famosa scena della chiamata di Mosè nel deserto attirato da una rovereto che brucia senza consumarsi. In quella occasione Mosè rimane perplesso all’idea di svolgere il compito assegnato da Dio a motivo della sua difficoltà nel parlare. E fu così che Aronne, suo fratello venne scelto come suo portavoce  Leggiamo i versetti 15 e 16:

Tu gli parlerai e porrai le parole sulla sua bocca e io sarò con la tua e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare. Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio. Esodo 4,15-16

Facendo la traduzione interlineare della frase sottolineata troviamo:

Dalla traduzione letterale risulta che Mosè viene nominato ELOHIM da Dio stesso, dicendo che Aronne è il portavoce, ma Mosè verso di lui è un ELOHIM. Questo viene ribadito in  esodo 7,1 dove troviamo scritto nel  testo della CEI:  Il Signore disse a Mosè: <<Vedi, io ti ho posto a far le veci di Dio di fronte al faraone>>. Ma la traduzione letterale del testo ebraico dice:

Disse il Signore a Mosè: Vedi, ti ho stabilito/nominato Dio (ELOHIM) davanti al faraone. In questo versetto compare chiaramente che Dio stabilisce o nomina Mosè come ELOHIM. Vediamo dunque che questo  termine applicato agli uomini diventa un titolo, allo stesso tempo si può vedere come il termine ELOHIM non è una pluralità di individui, riferendosi a Mosè che è una singola persona. La nomina di ELOHIM a Mosè da parte di Dio comporta un compito maggiore rispetto a un semplice giudice, implica la responsabilità di un legislatore giusto e retto agli occhi di Dio, rappresentando così la giustizia di Dio davanti agli uomini. Per svolgere al meglio questo compito è necessario che sia anche un profeta ricevendo così degli oracoli provenienti da Dio. Chiaramente, Mosè, essendo un uomo molto anziano, senza potere umano, senza un esercito, non aveva alcun modo di esercitare autorità sul faraone per conto suo. Perciò, questa posizione di autorità era una dimostrazione del controllo sovrano del Signore.  Scopriamo dunque una nuova sfumatura del significato del termine ELOHIM quando è applicato agli uomini; nulla a che vedere a significati che rimandando a una  possibile specie aliena proveniente dallo spazio.  In questo versetto troviamo Mosè, che era un comune essere umano e non un alieno, viene dato il titolo di ELOHIM e il suo rappresentare comporta anche che sia un giudice della giustizia di Dio.

Questa sfumatura del significato di ELOHIM riconducibile al titolo di rappresentante/giudice/legislatore/profeta che è lo stesso significato che troviamo nel salmo 82.

SALMO 45.  IL RE ELOHIM

Tipico salmo regale, si tratta di una composizione poetica scritta da un funzionario di corte in occasione del matrimonio del re. Non dice a quale re è riferito, ma sicuramente si tratta di uno dei re considerati giusti agli occhi di Dio. L’autore esalta le qualità umane tipiche di un re, quali la sua bellezza, la forza e il coraggio. Questo salmo contiene un versetto che è molto interessate:

Ami la giustizia e la malvagità detesti: Dio (ELOHIM1) il tuo Dio (ELOHEKHA2), ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni. (Salmo 45,8)

Da come si può notare compare per due volte la parola ELOHIM. La prima è riferita al re che ama la giustizia e detesta la malvagità. La seconda è riferita all’ELOHIM del re, ovvero  Dio YHWH. All’incoronazione del re veniva versato dell’olio dal sacerdote simbolo di consacrazione a Dio. Anche in questo caso possiamo vedere come la parola ELOHIM può essere anche riferita a un uomo e non ci sono elementi che possano ricondurre all’idea di alieni venuti dallo spazio.

I GIUDICI

Biglino in una conferenza del 17 dicembre 2013 a Cosenza disse che nell’antica Israele i giudici non assumevano il compito di sentenziare nei tribunali, ma quello di essere temporaneamente dei capi politici. Non è quello che si riscontra nella Bibbia! Per Mosè, il suo essere unico giudice di fronte all’immenso popolo di Israele era un peso troppo gravoso, per questo a sua volta nomina altri giudici che si occuperanno dei casi più semplici, a Mosè invece quelli più complessi. In Deuteronomio 16,18-20 troviamo scritto:

Ti costituirai giudici e scribi in tutte le città che il Signore, tuo Dio, ti dà, tribù per tribù; essi giudicheranno il popolo con giuste sentenze. Non lederai il diritto, non avrai riguardi personali e non accetterai regali, perché il regalo acceca gli occhi dei saggi e corrompe le parole dei giusti. La giustizia e solo la giustizia seguirai.

I giudici indagheranno con diligenza e, se quel testimone risulta falso perché ha deposto il falso contro il suo fratello, farete a lui quello che egli aveva pensato di fare al suo fratello. Deuteronomio 19,18-19

Quando sorgerà una lite fra alcuni uomini e verranno in giudizio, i giudici che sentenzieranno, assolveranno l’innocente e condanneranno il colpevole. Deuteronomio 25,1

Samuele fu giudice d’Israele per tutto il tempo della sua vita. 1Samuele 7,15

Dio ha stabilito degli uomini che hanno il compito di giudicare e sentenziare altri uomini secondo la giustizia di Dio e di ed essere dei rappresentanti di Dio, un incarico che durava tutta la vita e non solo temporaneamente (Vedi 1Samuele 7,15) ed e proprio a loro che sta parlando nel salmo 82. Dio tramite Mosè stabilisce delle linee guida e dei principi che i giudici devono tenere conto quando sono in una situazione di una disputa da risolvere. Vediamone alcuni:

Non ledere il diritto del tuo povero nel suo processo. Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l’innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole. Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e perverte anche le parole dei giusti. (Esodo 23,6-8).

poi anche:  Non maltratterai la vedova o l’orfano (Esodo 22,21).

Vediamo quindi che essere rappresentanti di Dio significa tutelare soprattutto i più deboli che sono i poveri, la vedova e l’orfano e assolutamente non farsi mai corrompere ricevendo delle tangenti dalla controparte malvagia. Questi principi li troviamo anche nel salmo 82:

Difendete il debole e l’orfano, al povero e al misero fate giustizia! Salvate il debole e l’indigente, liberatelo dalla mano dei malvagi!». (Salmo 82,3-4)

Nel salmo 82 si può vedere con chiarezza che l’altissimo Dio sta parlando con persone che devono svolgere i ruoli tipici di un giudice; difendere e proteggere la parte più fragile della società. Si può concludere con certezza che queste persone sono proprio dei giudici, anche se non stanno agendo in maniera corretta. L’autore li chiama ELOHIM perché come visto in precedenza, l’essere giudice è solo uno dei ruoli, il significato è più ampio, e solo analizzando e comprendendo la cultura ebraica possiamo scoprire. Per semplificazione possiamo parlare di Giudici SHOFETIM שׁוֹפְטִים. Ogni volta che nella legge di Mosè si invita ad presentarsi davanti da Dio, si riferisce in realtà agli ELOHIM umani, ossia i giudici. Vediamo un esempio di versetto:

Quando un uomo dà in custodia al suo prossimo denaro od oggetti e poi nella casa di costui viene commesso un furto, se si trova il ladro, quest’ultimo restituirà il doppio. Se il ladro non si trova, il padrone della casa si avvicinerà a Dio (ELOHIM) per giurare che non ha allungato la mano sulla proprietà del suo prossimo. (Esodo 22,6-7)

Nella traduzione della Bibbia ebraica redatta dai rabbini troviamo giudici al posto di Dio. Era chiaro per loro che in questo contesto si parla di giudici umani, anche se compare la parola ELOHIM. Allo stesso modo in questa traduzione troviamo la parola giudici anche nel primo versetto del salmo 82. Dio è particolarmente severo con loro perché si tratta di un ruolo dove sono chiamati ad essere dei perfetti rappresentanti di Dio, comporta grandi responsabilità davanti agli uomini e davanti a Dio. Se i giudici non operano secondo giustizia davanti agli uomini potrebbero anche farla franca ma davanti a Dio no! Per questo che nel versetto 7 dice: ma certo morirete come ogni uomo; perché anche se loro sono chiamati ad essere rappresentanti di Dio questo non li rendono immuni dal suo giudizio; dovranno morire anche loro, rendendo conto dei loro peccati. Il versetto non dice: << Potreste vivere anche 900 anni ma vi farò fuori prima se continuate cosi>>. L’interpretazione di Biglino è completamente travisata. Un’altra riflessione da fare è nel versetto 6 dove dice: Io ho detto: Voi siete dèi. Con l’espressione “io ho detto” si riferisce al momento in cui sono stati nominati ELOHIM e non lo erano dunque alla nascita. Anche in questo punto si distanzia molto dal vedere questi individui come alieni, in quanto se uno lo è, lo sa dalla nascita e non c’è bisogno che vengano nominati o qualcuno gli venga detto che lo sono. Usando l’espressione: “Io ho detto: Voi siete” è chiaro che non si sta parlando di alieni, ma di umani che a un certo momento della loro vita vengono nominati ELOHIM.

IL SALMO 82 NEL NUOVO TESTAMENTO

Questo versetto compare anche nel nuovo testamento. Lo commenterò per avere una comprensione ancora più completa del versetto.

Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: «Tu bestemmi», perché ho detto: «Sono Figlio di Dio»? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. (Giovanni 10,32-39).

In questa scena Gesù si trova a Gerusalemme e sta camminando nel portico di Salomone, quando incontra dei giudei che gli chiedono di confessare se è lui il Messia. Gesù fa un lungo discorso, ma quello che li fa infuriare è la frase: Io e il Padre siamo una cosa sola. Vediamo qui il concetto della trinità, ma per i giudei questa è una bestemmia e vogliono lapidarlo perché si fa uguale a Dio essendo solo un uomo. È qui che Gesù cita il Salmo 82,6. Vediamo dunque direttamente dalla voce di Gesù un ulteriore spiegazione di chi sono gli ELOHIM citati nel salmo 82. Quello che dice è che sono stati chiamati Dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio. A chi dunque è rivolta la parola di Dio? A chi Dio rivolge direttamente la parola? Ai profeti mediante gli oracoli, ma allo stesso tempo sono anche dei giudici. Quello che Gesù dice ai giudei: Se dunque i profeti/giudici sono stati chiamati Dèi, quindi ELOHIM; io che sono molto di più di un semplice profeta; provengo direttamente dal Padre e sono la perfetta rappresentazione di Dio sulla terra e le mie opere confermano questo perché dite che bestemmio? Questo è quello che voleva far intendere Gesù. Anche in questo versetto del nuovo testamento conferma che la parola ELOHIM nel salmo 82 significa giudice/profeta/rappresentante di Dio. Biglino cita Giovanni 10,33 ma lo fa solamente per dimostrare come il nuovo testamento traduce “theoi” (Dei in greco) quello che in ebraico è ELOHIM. Secondo Biglino avrebbe dovuto essere tradotto con una parola che significa giudice in greco. Come al solito fa un analisi molto superficiale del testo senza entrare nel cuore della questione. È giusto che compaia la parola “theoi” anche se la traduzione greca va a dissipare il senso ebraico della parola ELOHIM nel contesto del salmo 82. Ma La spiegazione di Gesù è chiara lo smentisce.

FORME DIVERSE DI ELOHIM

Ci sono 2 forme diverse di ELOHIM: La versione singolare ELOHA e la forma contratta EL.

ELOHA:    אֱלוֹהַּ

Nella Bibbia troviamo anche alcuni casi, molto più rari dove compare la parola ELOHIM al singolare. Viene usato per indicare la natura divina in generale, come nel Salmo 18,32, oppure come aggettivo per esempio il “soffio divino” in Giobbe 4,9. A volte usato per indicare le divinità pagane come in Daniele 11,39. Alcuni autori della Bibbia, in rari casi, usano ELOHA anche per indicare il Dio supremo e unico, ma sono presenti in versetti dove Dio non è il soggetto principale e si vuole mettere enfasi su un altro aspetto della frase. In altri casi secondo la chiave trinitaria non si riferisce più a Dio come trinità ma solo a la figura di YHWH.

EL:    אֵל

La parola EL come detto in precedenza significa “forte”, ma come secondo significato corrisponde alla forma contratta di ELOHIM. EL; quando è riferito a YHWH è talvolta accompagnato dall’articolo determinativo (HA הָ ) oppure è molto frequente che sia associato a un titolo divino o da un predicato. Vediamo alcuni  esempi:

VERSETTISINTASSIPRONUNCIASIGNIFICATO
GENESI 21,33אֵל עוֹלָםEL OLAMDio eterno
SALMO 136,26אֵל הַשָּׁמָיִםEL HASHAMAIMDio del cielo
ESODO 36,6רַחוּם וְחַנּוּן אֵלEL RAHUM VEHANNUNDio compassionevole e misericordioso
GENESI 33,10אֵל אֱלֹהֵי יִשְׂרָאֵלEL ELOHE ISRAELDio d’Israele
DEUTER. 7,9הָאֵל, הַנֶּאֱמָןHAEL HANNEMANIl Dio fedele
ISAIA 5,16הָאֵל, הַקָּדוֹשׁHAEL HAKADOSHIl Dio santo
ISAIA 45,15אֵל מִסְתַּתֵּרEL MISTATERDio nascosto
GEREMIA 51,56אֵל גְּמֻלוֹתEL GEMULOTDio che retribuisce
SALMO 36,6אֵל אֱמֶתEL EMETDio leale
NUMERI 16,22אֵל, אֱלֹהֵי הָרוּחֹת לְכָל-בָּשָׂרEL ELOHE HARUCHOT LEKAL BASARDio di tutti i viventi 

Sono tutti quei titoli che consente a Dio di far conosce le sue caratteristiche e peculiarità all’uomo poco alla volta. In particolare l’ultimo della lista, Dio di tutti i viventi presente in Numeri 16,22 si riferisce al fatto che il Dio d’Israele è il Dio universale e non soltanto degli israeliti. Questo mette un po’ in difficoltà la narrazione paleastronautica, in quanto sostiene che era solo uno degli ultimi ELOHIM. Questi titoli possono comparire più volte nella Bibbia, nella tabella i versetti sono solo un esempio dove la locuzione è collocata.

ELOHIM NEL DIZIONARIO:



Il dizionario dice che la parola ELOHIM è grammaticalmente il plurale di ELOAH infatti per rendere il plurale nei nomi maschili si aggiunge la desinenza IM. In questo caso, secondo la regola la A sparisce. Rivediamo in maniera più sintetica i significati analizzati precedentemente, ribadendo che nonostante la valenza plurale, quando sono presenti alcuni indicatori linguistici che identificano che è riferito al Dio d’Israele è da considerarsi un singolare. Il criterio linguistico principale è quando il verbo che accompagna il soggetto ELOHIM è al singolare da come si evince andando avanti con la definizione.


Un esempio lo troviamo proprio nel primo versetto della Bibbia:

Al principio Dio (ELOHIM) creò ( VERBO AL SINGOLARE) i cieli e la terra

Da come risulta dal dizionario, la parola ELOHIM non è da considerarsi sempre un plurale di astrazione con valenza singolare, può avere in certi casi una valenza plurale di numero. In che modo si distinguono tra di loro dal momento che graficamente sono scritte in maniera identica? Da semplici regole grammaticali, certamente non avviene un’attribuzione arbitraria basata su preconcetti dogmatici. Vediamo queste regole:

La parola ELOHIM è da considerarsi un singolare, plurale di astrazione,  quando:

  • È accompagnato da un verbo singolare
  • È riferito al Dio d’Israele o a un dio pagano
  • L’eventuale presenza di aggettivi possessivi sono al singolare

La parola ELOHIM è da considerarsi un plurale di ELOHA, quindi una molteplicità di individui quando:

  • È accompagnato da un verbo plurale
  • Non è mai riferito al Dio d’Israele o a un dio pagano
  • L’eventuale presenza di aggettivi possessivi sono al plurale

Esistono tuttavia 4 eccezioni. Precisiamo che si trattano solo di 4 eccezioni su più di 2500, quindi un numero assai infimo, ma in ogni caso la teologia l’ha sempre saputo da secoli e sono stati ampiamente spiegati. Per sciogliere ogni eventuale dubbio andiamo brevemente a spiegarli.

Versetti 1) Genesi 20,13  e 2) Genesi 35,7.

 Nel testo masoretico i verbi sono al plurale, ma nella versione greca dei LXX, molto più antica, troviamo i verbi al singolare. Vige dunque una regola usata da tutti i traduttori della Bibbia: In caso di discordanze tra le traduzioni, la priorità cade su quella più antica per avvicinarsi maggiormente al testo originare. Inoltre, i verbi al singolare li troviamo anche nel Pentateuco samaritano, un’altra versione, anch’esso molto antica. Nelle Bibbie in italiano troviamo infatti il verbo al singolare come nella versione greca e samaritana più antiche. Il testo masoretico potrebbe dunque aver subito degli errori di trascrizione.

3) 2 Samuele 7,23

L’unica nazione sulla terra che Dio sia venuto a redimere… (Bibbia testo CEI)

Questo versetto nella nostre Bibbie è al singolare, ma nel testo Masoretico è al plurale, quindi che ELOHIM siano venuti a redimere.

In 1 Cronache 17,21 troviamo lo stesso identico versetto, ma con il verbo al singolare anche nella Bibbia masoretica. Si potrebbe pensare a un errore di trascrizione in 2 Samuele 7,23, oppure analizzando meglio il contesto, alcuni studiosi sono concordi con il pensare che in questo caso non si riferisce a ELOHIM Dio d’Israele ma a Mosè e Aronne che sono stato loro di fatto a liberare il popolo dalla schiavitù in Egitto. In questo caso si tratterebbe di un plurale di numero.

4) Salmo 58,12

C’è un Dio che fa giustizia sulla terra (testo CEI)

Ma c’è ELOHIM giudicano sulla terra (Testo masoretico)

Secondo la Bibbia dei LXX in questo versetto compare: “che li giudica”. Secondo questa versione il plurale non è riferito tanto alla parola ELOHIM ma agli uomini  della terra che subiscono il giudizio. Concentrandoci sul testo masoretico gli esperti identificano questo plurale secondo una forma chiamata: plurale di concordanza. Si tratta di un plurale con una costruzione prettamente stilistica, ma si traduce comunque con un singolare, come appunto compare nelle Bibbie tradotte in Italiano. Un altro esempio di questo plurale applicato alla parola ELOHIM lo abbiamo già riscontrato a Pag.  nel versetto 1Samuele 28,13 : Vedo un essere divino che sale dalla terra. La parola sottolineata in ebraico sarebbe al plurale, anche se si riferisce chiaramente a una entità singolare.

Abbiamo visto che queste eccezioni possono essere spiegate e non vanno ad annullare la regola generale. Biglino invece fa un uso improprio di questi 4 versetti. Li fa passare come se fossero delle sue scoperte, non dice che sono state già spiegate dai linguisti, facendo credere al suo pubblico di conosce l’ebraico meglio degli altri traduttori. Non dice che si trattano solo di 4 eccezioni, ma li cita per far credere che la parola ELOHIM non è un plurale di astrazione e che non è vero che quando c’è un verbo al singolare si riferisce a Dio e perciò le spiegazioni dei teologi non stanno in piedi. Siamo di fronte quindi a uno stravolgimento per indurre le persone a credere in lui.

LA TRINITÀ:

Altre correnti di pensiero danno un ulteriore chiave di lettura sulla pluralità della parola Dio in ebraico. Troviamo che ELOHIM, anche se è plurale, i verbi che lo accompagnano sono al singolare, come se questi ELOHIM compissero un’azione al singolare nonostante siano più entità, come se agissero tutti contemporaneamente o meglio ancora formano un unico essere. Così come il corpo umano è formato da più membra ognuno con uno scopo preciso, così anche gli ELOHIM sono più entità riunite in un’unica realtà; ognuna esistente per uno scopo. Essendo un’unica realtà possono compiere un’azione al singolare, senza intercorrere in contraddizione. Che cosa ci fa venire in mente tutto questo? Il modo in cui la parola ELOHIM agisce quando è riferito al Dio unico di Israele? La trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Questo dimostra che il fatto che ELOHIM è plurale non è affatto in contrasto con il Dio predicato dalla teologia, anzi conferma un importante dogma della teologia già nell’antico testamento. Non a caso la trinità è riconosciuta da tutte le confessioni cristiane a eccezione di rare eccezioni. Ci sono però alcuni rari casi dove ELOHIM anche se riferito a YHWH  è accompagnato da un verbo al plurale; un esempio lo troviamo in Genesi 1,26:

Dio (ELOHIM) disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo nostra somiglianza.

Da notare il verbo “facciamo” al plurale e i possessivi <<nostra>> ripetuta 2 volte, ora guardiamo il versetto 27

E Dio (ELOHIM) creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.

Da notare il verbo creare al singolare che è ripetuta 3 volte, successivamente “facciamo” al plurale. Qua abbiamo la prima figura degli ELOHIM (DIO PADRE) che ha concepito mentalmente l’idea di creare l’uomo. La seconda figura il mezzo utilizzato per crearlo con la parola (CRISTO). La terza figura (LO SPIRITO SANTO) che adempie il pensiero della prima figura attraverso il mezzo che è la seconda figura (CRISTO). Vediamo come anche Cristo ha partecipato alla creazione, lo troviamo infatti anche nel vangelo di Giovanni 1,10: il mondo è stato fatto per mezzo di lui. Vediamo che anche se Genesi 1,27 il verbo è al plurale troviamo lo stesso la trinità, anzi la troviamo in maniera ancora di dettagliata. Nell’analisi dei versetti della genesi si può concludere che un “portavoce” degli ELOHIM, una figura predominante, ma non superiore, nonostante siano un’unica realtà (DIO PADRE YHWH) impartisce l’ordine di compiere un azione e tutti gli altri eseguono di conseguenza. Il concetto della trinità spiega in maniera esaustiva le due possibili varianti: Quando ELOHIM è accompagnato con un verbo al singolare, come è nella maggior parte dei casi rappresenta la trinità che agisce e si muove simultaneamente; quando invece ELOHIM è accompagnato con il verbo al plurale significa che le entità della trinità agiscono in ruoli diversi proprio come nell’esempio che abbiamo appena illustrato. Tuttavia sono casi molto rari. Questo sempre se ELOHIM è riferito a YHWH.

LA PLURALITÁ DELLA PAROLA ELOHIM


La seconda argomentazione che usa Biglino per poter indirizzare il lettore verso la sua teoria è il fatto che ELOHIM grammaticalmente ha una desinenza plurale e questo  secondo lui è un aspetto che mette in seria difficoltà gli esegeti teologi e monoteisti. Secondo Biglino il fatto che ELOHIM è plurale è una contraddizione al pensiero teologico che definisce un unico Dio, mentre è più fattibile pensare che si tratta di una pluralità di individui. L’obbiettivo è far credere che la Bibbia non parli di un solo Dio, ma di tanti individui tutti molto simili tra di loro e quindi l’ELOHIM non si riferisce a una singola entità, ma a una pluralità di individui che vengono ben distinti dagli uomini. Questo è il trampolino di lancio per affermare che si trattano di alieni. Come spiegano i teologi il fatto che ELOHIM sia plurale?  Nel suo libro: “la bibbia non parla di Dio scrive: <<Il suo essere plurale impone infatti alla dottrina tradizionale giudaico-cristiana che inserisce il Dio unico nell’antico testamento, la necessità di elaborare spiegazioni convincenti, capaci di conciliare la seguente contraddizione: se esistono termini singolari perché usare il plurale per rappresentare il Dio unico? Le spiegazioni che vengono fornite  sono in sostanza le seguenti: ELOHIM è una forma grammaticale che, con il plurale nella desinenza, intende rappresentare la magnificenza del Dio unico>> Questo plurale si chiama plurale di astrazione. Biglino non spiega ai lettori cosa consiste questa regola grammaticale, si limita a dire che i teologi hanno attributo questa tipologia di plurale a ELOHIM, andando avanti cercherà di dimostrare passo dopo passo la pluralità di questi ELOHIM. Agli occhi di un lettore poco informato è facile che possa pensare che il plurale di astrazione sia un espediente per i teologi di spiegare invano la pluralità della parola ELOHIM.  In realtà per la teologia non c’è nessun problema del fatto che ELOHIM sia plurale, anzi partendo da questo aspetto si possono spiegare alcuni concetti.

IL PLURALE DI ASTRAZIONE:

Nella lingua ebraica troviamo diversi tipi di plurali, per quanto riguarda il plurale di astrazione viene usato per enfatizzare un termine all’interno di un versetto oppure come superlativo. Propongo tre esempi dove compare questo tipo di plurale non applicato alla parola ELOHIM per comprendere meglio l’uso che si fa di questo plurale.[1] Negli esempi la parola in grassetto è quella che prenderemo in esame. Nella traduzione italiana compare in singolare, ma nell’originale in ebraico è un plurale di astrazione.

  1. Genesi 21,2

Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato.

In questo versetto troviamo Abramo che, come promesso da Dio, nonostante la sua veneranda età ha un figlio che chiamerà Isacco. In ebraico il termine “vecchiaia” è al plurale; non perché ci sono una pluralità di vecchiaie, ma perché Abramo non era semplicemente anziano, ma era è molto anziano, addirittura centenario. Compare quindi il plurale di astrazione per enfatizzare la sua vecchiaia fuori dal comune. Viene quindi usato come una sorta di superlativo.

  • Genesi 42,30

Quell’uomo, che è il signore di quella terra, ci ha parlato duramente e ci ha trattato come spie del territorio.

I figli di Giacobbe, a causa della carestia sono costretti ad andare nella terra d’Egitto e incontrano, senza riconoscerlo il loro fratello Giuseppe che molti anni prima lo avevano venduto a degli ismaeliti. Giuseppe per metterli alla prova inizialmente li tratta duramente. Nel testo originale la parola “Signore” è al plurale nonostante si stia parlando di una singola persona. Questo è per evidenziare che Giuseppe non era un semplice signore con una bella casa e qualche servo, ma era la seconda carica politica d’Egitto dopo il faraone. In questo caso è usato come superlativo.

  • Esodo 21,34

il proprietario della cisterna deve dare l’indennizzo: verserà il denaro al padrone della bestia e l’animale morto gli apparterrà.

Questa è una delle tante norme riguardante la legge di Mosè. Se un uomo scava un pozzo e un animale appartenente a un’altra persona ci cade dentro dovrà risarcire il padrone dell’animale. In questo caso troviamo “padrone” al plurale per enfatizzare il soggetto che ha diritto ha un risarcimento.

Alla luce di questa regola grammaticale non c’è da stupirsi che proprio la parola che si traduce con Dio è al plurale. Indica che non si tratta di un ELOHIM qualunque, ma l’ELOHIM supremo e onnipotente. I primi a contestare le traduzioni di Biglino sono proprio gli ebrei, che leggendo le sue considerazioni si stupiscono che una persone che millanta di conosce l’ebraico non è in grado di distinguere un plurale normale da un plurale di astrazione. Questo significa che Biglino non conosce così bene l’ebraico come afferma oppure è in mala fede. Se ancora ci fossero dubbi è disponibile una pubblicazione di Joel S. Burnett chiamata “A Reassessment of Biblical Elohim”, un pluriennale lavoro accademico dove si approfondisce il plurale di astrazione applicato a ELOHIM in parallelo con le altre lingue semitiche che anch’essi hanno anche loro questo tipo di plurale, tenendo conto anche delle fonti archeologiche, in particolare è citata una statua raffigurata una divinità pagana e una iscrizione con il termine dio al plurale di astrazione.


CONCLUSIONE:

Se gli ELOHIM fossero degli alieni provenienti da qualche pianeta lontano come sostiene la teoria degli antichi astronauti, dal punto di vista grammaticale, nella Bibbia troveremo: In riferimento a YHWH ci sarebbe stato sempre la parola ELOHA con verbo al singolare; la parola ELOHIM accompagnata solamente da verbi al plurale e solo per definire il gruppo della razza aliena. Il fatto che ELOHIM è accompagnato al singolare è una spina nel fianco ai sostenitori di questa teoria che rivela la falsità di questa tesi

[1] Dal video: “ELOHIM, parliamo di questa parola” di Roberto Mercadini

SIGNIFICATO DELLA PAROLA ELOHIM


La prima parola che viene commentata nei libri di Biglino è la parola ELOHIM. Nelle nostre Bibbie è abitualmente  tradotta con Dio, per questo motivo che i ”liberi pensatori” della paleastronautica non possono ignorare questa parola. Secondo il loro parere, nessuno ha mai capito cosa significa il termine ELOHIM, gli studiosi accademici traducono questa parola in tutti i modi: Quelli dell’alto, gli splendenti, i potenti, legislatori, governanti, giudici, ministri. Nessuno prende in considerazione di tradurre questa parola al quanto misteriosa con “Dio” che infatti non è altro che una scelta puramente teologica e dogmatica non giustificata dalla grammatica ebraica. La parola ELOHIM a causa della sua profonda non conoscenza sarebbe più opportuno lasciarla non tradotta, oppure sostituirla con l’espressione “quelli là”. Questa è la prima argomentazione che usa Biglino per introdurre la tesi paleastronautica, non parla inizialmente di alieni, ma andando avanti con i suoi libri parla del fatto che vengono dal cielo, con astronavi e altre tecnologie avanzate ed è il lettore che intuisce che si tratta di alieni. Riguardo questa argomentazione ho trovato una risposta di un ebraista laico[1] di nome Giuseppe Cuscito che all’affermazione: “nessuno ha mai capito cosa significhi ELOHIM”, rispose: Parla per te![2]  Cuscito è un accademico ebraista che studia la Bibbia con un approccio laico e non teologo, quindi non ha nessun interesse nel difendere la Bibbia come parola di Dio e proprio lui ha smentito Biglino dicendo che non è vero che in ambito accademico la parola ELOHIM non significa Dio. Certo che significa Dio, infatti la differenza tra un teologo e un accademico laico non sta nelle traduzioni che sono pressoché identiche,  ma nell’interpretazione del testo. Non esistono parole tradotte in maniera arbitraria dai teologi. Raccontando la sua storia dichiara che in passato era un sostenitore convinto della teoria degli antichi astronauti, per questo ha voluto studiare ebraistica laica, per avere una conferma di questa teoria, ma con suo profondo rammarico ha scoperto che si tratta solo di speculazioni.  Ma come mai solo lui si è fatto avanti a fare questa dichiarazione dopo anni che Biglino scrive libri? La teoria dell’antico astronauta in ambito accademico è considerata nient’altro che spazzatura ed è persino degradante per un accademico anche solo scrivere qualcosa per smentirla. Se potessi fare un paragone è come se un astronauta scrivesse un libro per dimostrare che la terra è rotonda per smentire i terrapiattisti, nessuno farebbe niente del genere in quando sarebbe una cosa ridicola scrivere qualcosa per dimostrare questa ovvietà. Ma dal momento che questa teoria in passato l’ha creduta ha deciso di farsi avanti anche se è stato sconsigliato dai suoi colleghi, perché non vuole che altre persone come lui caschino in queste false teorie.

IL SIGNIFICATO DI ELOHIM

Per esaminare il significato di un termine bisogna analizzare il modo in cui il termine viene usato. ELOHIM nella Bibbia compare più di 2500 volte, è dunque un termine che nella scrittura ebraica ha un certo peso e ha molteplici sfaccettature a seconda del soggetto di riferimento. Quando ELOHIM è riferito a YHWH (Dio creatore) si traduce Dio onnipotente. Altrimenti possono indicare gli angeli o i demoni o i presunti dèi pagani. Anche l’anima umana dal momento che fa parte del mondo spirituale è considerato un ELOHIM anche se molto più debole rispetto agli angeli o i demoni. Un esempio lo troviamo in 1Samuele 28. Il re Saul, un tempo buono, ma successivamente divenuto malvagio si trova in seria difficoltà in quanto i filistei si stanno preparando per attaccare. Saul prova a pregare il Signore, ma a causa del suo cuore duro non riceve nessuna risposta. Decide così di consultare una negromante per evocare lo spirito del profeta Samuele, morto poco tempo prima. La negromante viene colta da stupore perché come dice il versetto 13:

Vedo un essere divino che sale dalla terra. Quel “essere divino” da come si può chiaramente vedere nella traduzione letterale del testo ebraico, compare la parola ELOHIM. Questo versetto da scacco matto a Biglino e a tutta la teoria dell’antico astronauta perché dimostra che gli ELOHIM non possono essere degli alieni, perché qui si sta parlando di un anima umana, oltretutto si parla anche di una vita dopo la morte, cosa che Biglino nega. Che cosa accomuna Dio, gli angeli/demoni e l’anima umana? Secondo Il professor Michael S. Heiser, uno dei massimi esperti nel campo delle lingue semitiche ha dato una chiara definizione riguardo la parola ELOHIM: Entità spirituale potente. Poiché Dio è spirito supremo creatore di tutti gli spiriti (Ebrei 12,9), allora il regno degli spiriti è dove vive Dio. Gli esseri che vivono nel regno degli spiriti sono quindi “divini”. La parola migliore per catturare questa concezione è ELOHIM. Un ELOHIM è un essere divino, in quanto un ELOHIM è un abitante del piano spirituale della realtà.[3] Quindi un termine generico riconducibile a tutto ciò che appartiene al mondo spirituale.  Questa è la definizione più precisa della parola ELOHIM e nel contesto esatto è giusto tradurlo con Dio. Anche analizzando la sua etimologia si può arrivare a un altro punto di coincidenza. L’etimologia della parola ELOHIM può avere più origini come per esempio EL che vuol dire “forte, potente”, oppure UL che vuol dire “capo, colui che precede gli altri”, ma con maggior probabilità dal punto di vista grammaticale deriva da “ALAH” אָלָה che richiama al concetto di promessa o maledizione[4]. Nel senso che il soggetto ELOHIM indifferentemente che pronunci una promessa o una maledizione, la sua parola si adempie sempre, opere soprannaturali comprese. Un esempio di promessa è quella che diede ad Abramo quando disse che avrebbe avuto un figlio nonostante la sua veneranda età (Genesi 18,10) o le maledizioni quando furono contro i nemici storici di Israele, in ogni caso entrambi  puntualmente adempiute. Quindi la radice etimologica indica un soggetto che ha la capacità per prevedere o generare un evento futuro in perfetta linea della sua parola. Questa è una caratteristica che solo Dio può avere, vediamo dunque che anche attraverso questa strada si arriva alla verità.


[1] Studioso di ebraico e aramaico, specializzato in Scienze delle religioni,  conseguito un dottorato di ricerca in Storia, Culture, Religioni. Ha all’attivo pubblicazioni scientifiche e conferenze in Italia e all’estero.

[2] Canale YouTube: Cuscito ergo sum. Video: Alieni nella Bibbia?

[3] What is an Elohim – Michael S. Heiser

[4]Dal video: “ELOHIM, parliamo di questa parola” di Roberto Mercadini, scrittore e studioso di Ebraico, e collaboratore, fra gli altri, con il museo ebraico di Bologna.