LE PARABOLE

A Gesù piaceva, da buon ebreo, usare un linguaggio figurato e per questo ricorreva alle parabole. Anche nell’antico testamento ci sono alcune delle parabole, ma essi sono molto più tipici nei vangeli. Esse sono un metodo d’insegnamento ebraico, quando si vuole dare un insegnamento, si racconta una storia che contengono degli insegnamenti. La sua comprensione deve essere capita non da un’analisi di ogni singolo elemento presente nella parabola, ma nel suo insieme.

CARATTERISTICHE DELLE PARABOLE

• È un racconto breve, ma completo, preso dalla vita comune.

• Con questo racconto di vita quotidiana si simbolizza un verità religiosa o morale.

 • Non si deve intenderla in modo analitico attribuendo un significato ad ogni elemento, ma, partendo dall’insieme degli elementi, concentrarsi sull’idea fondamentale.

 • Da questo pensiero fondamentale si trae una conseguenza pratica di facile e chiara applicazione nel campo religioso o morale.

• In molte parabole Gesù usa circostanze della vita quotidiana esagerandole artificialmente. Ad esempio, il seminatore che non sa seminare bene; il figlio prodigo trattato meglio del primogenito al suo rientro a casa; i lavoratori dell’ultima ora pagati in modo uguale a quelli delle prime ore, ecc. Ed è proprio questo elemento, esagerato, curioso e fuori posto, che fa pensare e apre una porta ad una realtà distinta e migliore, che ricalca la realtà di Dio

TIPOLOGIE DI PARABOLE

Le parabole più estese possiamo dire che sono 35 e quasi tutte si riferiscono al Regno di Dio. Tuttavia per il contenuto solitamente si dividono in vari gruppi:

Parabole del Regno di Dio

 Furono narrate durante il tempo del ministero in Galilea e solitamente cominciano nello stesso modo: “Il regno di Dio è simile a…” (“Il regno dei cieli si può paragonare a…”) Ad esempio la parabola del seminatore, della zizzania, del lievito, ecc. (cfr. Mt 13).

Parabole della misericordia

 In queste parabole si mette in rilievo la bontà e la misericordia di Dio verso il peccatore. Molte sono dirette ai farisei: un invito a gioire per la bontà di Dio. Ad esempio la parabola del figlio prodigo, della pecora perduta, ecc. (Lc 15).

Parabole di rimprovero

Si riferiscono al popolo giudeo che viene abbandonato da Dio per la sua ostinazione. Ad esempio la parabola del fico senza frutto (Lc 13,6-9), dei vignaioli (Mt 21,33-41), delle nozze (Mt 22,2-14).

Parabole morali

Esse contengono alcuni insegnamenti morali per la vita. A loro volta si possono suddividere a seconda del tema:

  1. l’amore al prossimo: il buon samaritano (cfr. Lc 10,25-37), parabola del convito – l’invito ai poveri (cfr. Lc 14,12-14), il perdono (cfr. Mt 18,23-35), il ricco e il povero Lazzaro (cfr. Lc 16,19-31), ecc.
  2. la vigilanza: il servo vigilante (cfr. Mc 13,34-37), il servo fedele e infedele (cfr. Mt 24,42-51), le dieci vergini (cfr. Mt 25,1-13), i talenti (cfr. Mt 25,14-30), ecc.
  3. atteggiamento verso Dio: l’amico inopportuno (cfr. Lc 11,5-8), la vedova perseverante (cfr. Lc 18,2-8), la scelta dei primi posti (cfr. Lc 14,7-11), il ricco stolto (cfr. Lc 12,13-21), il fariseo e il pubblicano (cfr. Lc 18,9-14), ecc.

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