LA FEDELTÁ

  • (la sapienza ti proteggerà) dalla donna altrui, dalle parole seducenti della donna sconosciuta. Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza, non lasciarti adescare dai suoi sguardi (PR 6,24-25)
  • Tieni lontano da lei (la fornicatrice) il tuo cammino e non avvicinarti alla porta della sua casa (PR 5,8)
  • Il tuo cuore non si volga verso le sue vie, (la fornicatrice)  non vagare per i suoi sentieri, perché molti ne ha fatto cadere trafitti ed erano vigorose tutte le sue vittime (PR 7,25-26)

La fedeltà è un pilastro fondamentale per la stabilità in un rapporto tra marito e moglie o tra fidanzati. Senza di esso la fiducia viene meno e il rapporto risulta compromesso. Anche il libro dei proverbi ci sono versetti che parlano di questo argomento focalizzato nell’attenzione di tenersi lontano dalle tentazioni e sulla gravità di caderci dentro. In particolare nel capitolo 7, troviamo un breve racconto di un giovane che esce di casa verso sera e incontra una bella fanciulla vestita in maniera decisamente provocante che lo afferra per il braccio e con insistenza cerca di convincerlo ad avere un rapporto con lei, dicendo che suo marito è partito per un lungo viaggio e ha la casa libera, con il letto comodo e profumato e lo invita a passare la notte con lei. Il giovane senza pensarci troppo accetta. Tutto questo è raccontato come un esempio da non seguire. Quali sono i motivi per cui avviene un tradimento? Ci sono diversi studi psicologici a riguardo, ma quanto mi riguarda, pur tenendo conto di questi studi, farò un analisi dal punto di vista cristiano.

LA FEDELTÁ COME PRINCIPIO

Per essere fedeli al proprio partner prima di tutto bisogna volerlo. Bisogna avere veramente a cuore l’importanza della fedeltà come principio forte non negoziabile. Non tutti riconosco a pieno questo principio quindi si sentono “liberi” di tradire, forse perché si ha paura di impegnarsi fino in fondo in una relazione e ci si sente ancora dei bambini immaturi, oppure per una scarsa autostima e deve dimostrare a se stesso che può piacere a molte donne. In ogni caso non hanno mai imparato l’importanza della fedeltà in una relazione. Spesso quando si inizia a tradire, si rombe il vetro di cristallo e non ci si ferma più, chi ha tradito è facile che lo rifaccia. Bisogna essere non solo fedeli nella gioia e nella prosperità, ma anche nei momenti più difficili. In questi casi che molte persone trovano delle scuse: Il mio partner mi trascura, non sono amato/a, non mi soddisfa, ho il sospetto che mi stia tradendo, quindi lo tradisco prima io… La verità è che sono solo scappatoie per non assumersi le proprie responsabilità e si pensa solo al proprio egoismo e non a far funzionare veramente un rapporto. Non bisogna lasciare spazio alle scuse, non esistono motivi validi per tradire, non si tradisce punto e basta! In Galati 5,25 Paolo inserisce la fedeltà tra i frutti dello spirito, che è il risultato di una piena e completa maturità spirituale di un Cristiano. Chi è credente perciò ha la fedeltà come forte valore da portare avanti se si vuole ritenere credente in Gesù Cristo, la mancanza di essa non sarebbe solo un peccato verso il partner, ma anche verso Dio. Il principio di fedeltà per un cristiano è qualcosa di più rigoroso per come la può intendere il mondo. Lo standard morale di un cristiano dovrebbe essere come dice il Vangelo: Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore (Matteo 5,27). Quindi anche tradire con il pensiero è già tradimento davanti a Dio. Questo standard morale è molto alto e chi non è credente è difficile che lo possa avere anche nei momenti difficili. infatti, chi non è credente infatti punta sempre di abbassare il proprio standard morale.

MANCANZA DI AUTOCONTROLLO

Alcune persone non credenti dicono di amare il proprio partner e voler rimanere fedeli , ma sono prive di autocontrollo, schiave dalle passioni della carne che non hanno mai imparato a dominarle di conseguenza hanno un’indole a tradire il proprio partner. La maggior parte di uomini che vanno a prostitute sono sposati, ma poiché sono dominati dalle passioni carnali, sono sempre in cerca di qualche donna che possa soddisfarlo meglio di come farebbe sua moglie. L’infedeltà si verifica anche perché si è lasciato spazio al diavolo nel nostro cuore. Questo potrebbe essere anche il caso della pornografia. Gli uomini pensando di non fare nulla di male passando molto tempo nel visualizzare queste cose; ma con il tempo è possibile che ci si affeziona a una certa fisicità femminile o un certo colore di capelli, ma non è detto che l’uomo in questione si fidanzi o si sposi con quel tipo di ragazza di cui ci si concentrava nel guardare materiale pornografico e c’è il rischio di incontrare in futuro proprio una donna simile a quei gusti. In quel caso l’uomo perderà la testa è il tradimento sarà molto probabile. Oppure si possono sviluppare fantasie sessuali di cui il proprio partner non è disposto a venire in contro. La pornografia certamente rende le persone più deboli carnalmente e aumenta la probabilità di un possibile tradimento Non bisogna quindi lasciare entrare satana nella nostra mente e sviluppare cattive abitudini perché possono produrre solo guai. La fedeltà di un credente sarà sempre presente e costante, in quanto il suo essere timorato di Dio sarà come uno scudo spirituale contro tutte correnti di pensiero malvagie che arrivano dal mondo; chi è un vero credente, infatti ha gli stessi sentimenti di Gesù Cristo (Filippesi 2,5). Una fede profonda è garanzia di fedeltà, anche nei momenti più difficili non si farà tentare da un’altra/o ragazza/o e non ne desidera nessuna/o in cuor suo. Ha uno scudo davanti a queste cose perché la persona di Dio agisce e pensa secondo lo Spirito Santo e non secondo la carne. Se si ha una vita di preghiera e di fede, non si cederà alle lusinghe, alla persuasione o alla seduzione di qualcun’altra/o. Dio non permette che siamo tentati più di quanto non possiamo resistere e il Signore ci darà tutte le armi per resistere al male. Per evitare ogni tentazione di tradimento bisogna evitare di entrare in un terreno pericoloso. Se ad esempio siete fidanzati e una ragazza/o  vi chiede il numero e intuite che non è per amicizia è meglio evitare di darle il numero; come anche se vi chiede un passaggio in macchina e intuite che non ha veramente bisogno di un passaggio, ma è soltanto una scusa per passare del tempo da solo con te, oppure se si riceve la proposta di ballare insieme … Tutte questi esempi non sono tradimenti, ma può portare ad avere una tentazione ed è sempre meglio evitarle. Questo vale per tutti i tipi di tentazioni, se riusciamo a non avvicinarci neanche è meglio. Nel Vangelo Pietro ha rinnegato tre volte Gesù perché in quel momento si trovava nel cortile del sommo sacerdote, pieno di persone ostili a Gesù, e per sua scelta è andato li; in un terreno molto pericoloso. Se fosse stato da solo non avrebbe potuto rinnegare Gesù. Così anche noi dobbiamo evitare di entrare in un terreno pericoloso. Se si vuole entrare è possibile che una parte di te desidera quella persona. Ci potranno essere anche dei casi dove nonostante si cerca di evitare in ogni modo di entrare in un terreno pericoloso per non cadere in nessuna tentazione; ci si troverà ad essere tentati in maniera forzata e involontaria. Un esempio lo troviamo nell’antico testamento dove Giuseppe, figlio di Giacobbe si trova in Egitto al servizio di Potifàr. Questo egiziano, che era il comandante delle guardie del faraone ha una giovane moglie molto avvenente che nei momenti che il marito è assente prova in continuazione a sedurre Giuseppe, dando sempre del suo meglio, ma nonostante tutto lui non cede di un millimetro. Un giorno si trovarono da soli in casa e lei lo afferrò per la veste per forzarlo ad andare a letto con lei. Giuseppe però piuttosto di cedere preferì slacciarsi la veste e scappare via nudo, lasciando così la moglie di Potifàr con la veste di Giuseppe in mano. Successivamente lei si arrabbiò molto per il fatto che vedendosi rifiutata in questo modo ha minato del suo orgoglio e questo ha generato odio nei suoi confronti. Chi volesse sapere come va a finire potrà leggersi da Genesi 39,11 in poi. Questo episodio viene sempre ripreso come dimostrazione che anche in questi casi non è impossibile cedere alle tentazioni anche di fronte a pressioni.

CONSIGLIARE UN AMICO

Come dovremo però comportarci se un nostro amico che abbiamo sempre ritenuto una brava persona venisse a dirci: Guarda, non avrei mai pensato che succedesse a me; ma ho una relazione extraconiugale e non so cosa fare. Che cosa bisognerebbe rispondergli in un caso come questo? Sappiamo che nel Vangelo Gesù dice: Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te. Ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il corpo vada a finire nella geenna.  (Matteo 5,30).Quello che intende non è ovviamente un invito a mutilarci, ma a tagliare le cose che fanno parte della nostra vita e ci portano a compiere peccato. Quindi bisognerebbe rispondere: << taglia tutto! >>. Lui ribatterà dicendo: ma non so …<< No, taglia tutto! >>. Se andassimo dal medico perché sentiamo che da qualche parte del nostro corpo c’è un nodulo; e lui rispondesse: <<Beh, ci potrebbe essere un tumore; bisognerebbe fare una biopsia; però tutto ciò è doloroso, così anche l’operazione per toglierlo, se ci fosse farebbe male dopo; forse è meglio che prendi un antidolorifico così non lo senti più e ti dimentichi di averlo>>. Davanti a questa risposta penseremo che il medico che abbiamo davanti sia incompetente. Ora, il tumore è un male carnale, ma l’infedeltà, un male spirituale, ma va trattata allo stesso modo. Troncare il rapporto con questa persona con cui si tradisce, può far male all’inizio ma se si rimane in quella condizione, è molto peggio e le conseguenze si faranno sentire nel tempo.

SUBIRE UN TRADIMENTO

Come ci si deve comportare se invece subiamo una infedeltà? Bisogna distinguere due scenari: Se il partner che ha tradito si dimostra addolorato e pentito bisogna aprire le porte al perdono, anche se può sembrare difficile con l’aiuto di Dio ogni cosa è possibile. Se invece non mostra alcun pentimento, ma al contrario ha intenzione di continuare a frequentare un’altra persona, allora il partner che ha subito il tradimento ne prenderà atto e finché la situazione è questa la relazione viene interrotta.

CORREZIONE PER I CREDENTI E TESTIMONIANZA PER GLI EMPI

  • Chi corregge lo spavaldo ne riceve disprezzo e chi riprende il malvagio ne riceve oltraggio. Non rimproverare lo spavaldo per non farti odiare; rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato.(PR 9,6-8)
  • Cammina verso la vita chi accetta la correzione, chi trascura il rimprovero si smarrisce(PR 10,17)
  • Povertà e ignominia a chi rifiuta la correzione, chi tiene conto del rimprovero sarà onorato (PR 13,18)
  • In un cuore intelligente risiede la sapienza, ma in mezzo agli stolti verrà riconosciuta? (PR 14,33)
  • Lo spavaldo non vuole essere corretto, egli non va in compagnia dei saggi (PR 15,12)
  • Fa più effetto un rimprovero all’assennato che cento percosse allo stolto (PR 17,10)

Se una persona credente vede un ateo che proferisce parole malvagie o agisce in modo sbagliato e viene ripreso dal credente; reagirà sicuramente in maniera scontrosa e inizierà a prenderlo in antipatia, dunque fa sempre attenzione a come riprendi un peccatore, sarà molto difficile che verrai ascoltato, il libro dei proverbi infatti lo sconsiglia. Anche nel Vangelo c’è un riferimento a proposito: Non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi (Matteo 7,6). Non date mai le vostre perle di saggezza a un peccatore, perché sarete soltanto criticati e giudicati, perché chi è contro Dio, odia anche la Sua parola e ogni saggio consiglio sarà respinto con forza, e sarete metaforicamente calpestati da queste persone. Questo non vale se la persona in questione è rispettosa e vi chiede consiglio, allora in quel caso è meglio consigliare riferendosi alla parola di Dio. È cosa buona e giusta riprendere una persona che teme Dio, per quanto possa essere buona, non è mai perfetta, quindi ci sarà sempre qualcuno che può rimproverarla con lo scopo di correggerla. Se la correzione è saggia, allora il giusto è tenuto a considerarla per potersi migliorare restando sempre in una posizione di umiltà. A volte ci può essere timore nel correggere qualche credente. Si ha paura che possa reagire male e che possa infondere amarezza nel suo cuore o danneggiare la sua autostima. Il libro dell’apocalisse ci da un suggerimento quando si corregge un credente. Il Signore parla alle sette chiese e in una di esse dice: Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le ultime opere sono migliori delle prime. Ma ho da rimproverarti che … (Apocalisse 2,19-20). Il Signore prima parla dei lati positivi e dopo lo rimprovera. Così anche noi prima di riprendere un credente sarebbe meglio fargli presente che lo stimate, dicendo cose buone che lo riguardano e solo dopo lo rimproverai. In questo modo sarà più propenso ad accettare la correzione in modo che ti ascolterà e ti ringrazierà perché sarà per lui come sentire la voce di Dio.  Il non credente invece non accetta la correzione perché ha un carattere insolente e presuntuoso e non tollera che sia corretto in qualcosa, si ritiene giusto così, com’è. Anzi nella sua presunzione è lui che dal suo punto di vista vuole correggere e influenzare negativamente chi è nel giusto, in questo caso non bisogna ascoltare quel consiglio perché è una cosa che viene da male. A un peccatore è più efficace rendere testimonianza comportandosi da veri credenti, ed esser sempre gioiosi e felici, avere sempre buoni atteggiamenti, non cedere alle provocazioni, fare anche attenzione al linguaggio, risolvere le questioni passando dalle buone opere e non rispondendo male con male, infatti i giusti sono chiamati ad essere la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono sulla stanza (Matteo 5,14-15), allo stesso modo un credente deve poter dare una buona testimonianza al non credente affinché possa iniziare a porsi delle domande e osservarti, chissà se un giorno ti chiederà spiegazioni e a quel punto potrai dichiarare la tua fede in Dio che fa vivere in pace. Una pace molto superiore a quella che da il mondo, (Giovanni 14,27) perché quella che da il mondo è basata sulle circostanze mentre quella del credente è basata sulla fede in Cristo. Allora lì sì che sarà efficace e si potrà sperare a un ravvedimento di quella persona. Bisogna fare attenzione a non testimoniare vantandosi dei nostri successi, come se fosse stata la nostra bravura e non la potenza di Dio ad aver operato in noi. Se testimonieremo in questa maniera sbagliata, gonfiandoci di orgoglio, Dio che ci ama e ci vuole correggere, Dirà: Ahi, lezioncina!. La testimonianza va data al momento giusto, con umiltà e dando la gloria a Dio. In alcuni casi può essere anche per chi ha già fede. Tanti anni fa andai con un gruppo della parrocchia in un monastero di clausura a incontrare delle suore di clausura attraverso le grate. Ci aspettavamo di incontrare delle donne tristi e annoiate a causa della vita monotona che facevano. Fummo stupiti nel vedere invece la loro gioia e la grande pace che trasmettevano nel dedicare la vita al Signore con la preghiera, e scoprimmo che in realtà erano molto più felici di noi, nonostante tutta la comodità e la libertà che avevamo. Questo fu una grande testimonianza nei nostri confronti di come è la fede il vero indicatore della felicità e non il possedere cose materiali o condurre una vita carnale. Il credente infatti non è in cerca di queste cose; cerca invece le cose spirituali e si comporta da rappresentate di Dio sulla terra come è stato Gesù che ha rappresentato Dio alla perfezione. Attenzione però a non rappresentare Dio in maniera sbagliata, ma comportati sempre bene in ogni situazione, quando le persone sanno che sei credente allora osserveranno ogni cosa che farai, ad esempio se hai gli stessi vizi che hanno loro o se dici parolacce, come ti comporti davanti a una provocazione. Se sbaglierai qualcosa, ti riprenderanno dicendoti che un credente non dovrebbe comportarsi così; occhio dunque a non dare una cattiva testimonianza agli altri perché questo determinerà un loro giudizio. Se un credente si comporta in maniera sbagliata dando quindi una pessima testimonianza davanti a dei non credenti, c’è il rischio che penseranno e diffonderanno il fatto che essere cristiani non serve a nulla, tutto è inutile. Bisogna lasciarsi guidare da Dio per cambiare i nostri comportamenti sbagliati, abbandonare ogni schiavitù e compiere opere buone in modo da avere un rapporto di comunione e amicizia con Dio e ricevere le benedizioni da poterle anche testimoniare agli altri perché vedano le grandi cose che il Signore fa nella nostra vita e la gioia che si ha ad essere vicini a Dio. Un esempio di cattiva testimonianza la troviamo in un episodio nell’antico testamento quando gli israeliti iniziarono a lamentarsi e mormorare contro Mosè per mancanza di acqua quando erano nel deserto. (Numeri 20,1-13) Mosè stanco e irritato dal vedere la poca fede nel suo popolo pregò Dio ed essi rispose a Mosè di parlare a una grande roccia che era situata li vicino ed essa avrebbe fatto uscire dell’acqua da far bere a tutto il popolo. Così fece Mosè ma al posto di parlare alla roccia, la colpì con il bastone in maniera furiosa, per questo motivo fu ripreso da Dio per il fatto che non lo aveva rappresentato in maniera adeguata, come un Dio d’amore che pensa ai bisogni degli uomini, ma come un Dio severo e adirato. Da tenere presente che Mosè è stato uno dei più grandi profeti dell’antico patto, ma anche loro non erano perfetti, bisogna quindi imparare dai loro errori affinché noi possiamo rappresentare un Dio d’amore che si preoccupa di noi e non un Dio severo pronto a punirci. Ho letto una testimonianza di un ragazzino agnostico che iniziò a frequentare la sala giochi dell’oratorio del suo paese, ma quando il parroco lo vide, dal momento che non andava a Messa lo cacciò subito fuori. Questo è un esempio di una cattiva rappresentazione di Dio. Infatti qual ragazzino diventò ateo. In questi casi un parroco dovrebbe avvicinarsi a chi non frequenta la Chiesa e invitarlo ad entrare cercando di rappresentare un Dio che vuole salvare l’uomo e non condannarlo.