SITUAZIONE POLITICA

Dopo aver dato una descrizione geografica e ambientale della terra santa ai tempi di Gesù, vedremo un altro aspetto importante per capire il contesto storico. Mi riferisco alla situazione politica. Iniziamo a vedere come era suddiviso il territorio dal punto di vista amministrativo:

Questa che vedete è la cartina dell’epoca. Le tre regioni più importanti, dove Gesù ha operato maggiormente sono: la Giuda, la Samaria e la Galilea.

La Galilea: si trova a Nord di Israele ed è la regione più fertile. Lungo le sponde del lago di Genesaret sorgono quelle città in cui Gesù operò maggiormente: Tiberiade, Magdala, Genesaret, Cafarnao (probabile centro di Gesù), Betsaida, ecc. In Galilea si trovano anche altre città come Nazareth, Cana e Nain.

La Samaria: è la parte centrale. I Samaritani erano considerati dai giudei come una razza impura ed eretica. Avevano costruito un tempio sulla cima del monte Garizim in rivalità con quello di Gerusalemme.

La Giudea: è situata a Sud ed è la regione più arida e in gran parte desertica. Qui si trova Gerusalemme, la “città santa”, centro della vita e della religione giudaica. In questa regione si trovano le città di Betlemme, Betania, Ein Kerem, Emmaus, Hebron, ecc

CRONOLOGIA POLITICA

Gesù visse in un periodo storico del popolo di Israele caratterizzato dalla dominazione romana. Anche i re locali lo erano grazie al volere di Roma. Il dominio romano in Israele cominciò con l’occupazione iniziata con Pompeo, generale romano, nel 63 a.C. Il paese divenne un protettorato romano annesso alla provincia romana della Siria.

ERODE IL GRANDE:

 Nell’anno 40 a.C. Antonio e Ottavio concessero a Erode, un idumeo ambizioso, astuto e crudele, il titolo di re della Giudea. Nel 37 a.C. Erode chiamato anche “Erode il Grande”,  si impossessò del regno con l’aiuto delle legioni romane. Più tardi gli venne concessa anche la Samaria, però sempre dipendente da Roma. Egli regnò fino al IV secolo a.C. Durante il suo regno si conclusero grandi opere di costruzione, specialmente in Samaria, Cesarea e a Gerusalemme. In quest’ultima ricostruì il tempio. Oltre a distinguersi per la sua intelligenza e abilità politica, Erode si caratterizzò per la sua crudeltà contro chi considerava suoi oppositori. Erode era profondamente paranoico, viveva nell’ansia di una possibile congiura e faceva uccidere chiunque sospettasse di qualcosa, senza guardare in faccia a nessuno. Le sue vittime furono, oltre ai suoi innumerevoli nemici politici, due sommi sacerdoti, uno zio, una suocera, due delle dieci mogli e tre dei suoi figli così come altri familiari.  La sua paranoia e la sua crudeltà raggiunse il culmine con la famosa strage degli innocenti, per evitare che potesse diventare adulto il “Re dei giudei” annunciato dai magi. A causa della sua crudeltà capì che nessuno avrebbe pianto per la sua morte, perciò diede l’ordine che alla sua morte avrebbero dovuto morire anche tutti i più alti ufficiali, così molta gente avrebbe piano.  Alla morte di Erode, gli esecutori ebbero il buon senso di non commettere questa insensata carneficina, così nessuno pianse.

Dopo Erode,  Augusto (Ottaviano), imperatore romano, divise il regno tra i tre figli di Erode nella seguente forma:

• Archelao come Etnarca della Giudea e della Samaria (fino al 6 d.C.);

• Erode Antipa come Tetrarca della Galilea e Perea (fino al 38 d.C.);

• Filippo come Tetrarca della Transgiordania settentrionale, composta da Gaulanitide, Traconitide, Batanea, Auranitide e Iturea (fino al 34 d.C.).

Nell’anno 6 d.C. Archelao venne deposto da Augusto e di conseguenza Giudea e Samaria passarono sotto il diretto governo dei procuratori romani. Uno di questi procuratori fu Ponzio Pilato, che intervenne attivamente nel giudizio e nella condanna a morte di Gesù.

COME FUNZIONAVA LA POLITICA

Il potere politico in Israele era strutturato in un sistema politico-giuridico semiautonomo. In molti aspetti i giudei conservavano una certa autorità, specialmente in ciò che si riferiva a questioni religiose, ma anche in diverse questioni amministrative e giuridiche. Nei villaggi la struttura politica era molto legata alle relazioni parentali. L’autorità politica, in questo ambito, era concentrata nel “Consiglio degli Anziani” composto, secondo la tradizione, dai capi delle famiglie. Essi erano i tribunali che giudicavano le trasgressioni circa la legge e i delitti comuni. Anche nelle città esistevano questi Consigli degli Anziani, ma i componenti non erano i capi delle famiglie, ma i capi delle famiglie “patrizie”, cioè famiglie nobili e ricche. Il Consiglio degli Anziani, che aveva maggior importanza, era quello di Gerusalemme ed era chiamato Sinedrio. Il suo potere si estese non solo in tutta la terra d’Israele, ma fin tra i giudei della diaspora (coloro che non vivevano in Israele). Questo Sinedrio era composto dal Sommo Sacerdote in carica, dai precedenti Sommi Sacerdoti, dai sacerdoti che servivano permanentemente nel Tempio, dai capi di alcune famiglie ricche e da alcuni scribi. Il Sinedrio contava 72 membri. La sede era presso il Tempio. Esso era contemporaneamente il tribunale supremo religioso, politico e giuridico. Era il potere centrale dei giudei. Però tutto questo apparato politico era direttamente controllato dai Romani. Dopo l’anno 6 d.C. questo controllo divenne palese: il governo di Roma nominava e rimuoveva i sommi sacerdoti. In questo modo si assicurava fedeli servitori.

ATTEGGIAMENTO DEGLI EBREI VERSO I ROMANI:

Il comportamento politico dei giudei di fronte all’occupazione dei Romani e dell’egemonia della famiglia erodiana, è da inserire nelle attese di una imminente venuta del regno di Dio e del Messia. Di fronte al dominio romano tre erano le reazioni: o di resistenza e opposizione armata, o di appoggio e adeguamento al governo romano, o ancora di rassegnazione passiva:

  • La resistenza armata

Gli zeloti erano un gruppo armato che conduceva continui attacchi contro i Romani. Dopo uno scontro si ritiravano in luoghi deserti o in caverne vicine. Per questo i Romani consideravano gli zeloti delinquenti comuni, perturbatori dell’ordine pubblico e nemici di Cesare

  • L’appoggio ai Romani

Era l’atteggiamento comune delle persone che esercitavano la funzione di esattori delle imposte, dei farisei e dei sadducei. Quest’ultimi collaboravano apertamente con il potere di Roma e lo favorivano in modo da poter consolidare e mantenere i privilegi ottenuti grazie ad una politica astuta di diplomazia, di alleanze e di concessioni. I farisei, invece, non rinunciavano ai loro ideali nazionali di indipendenza, ma a differenza degli zeloti, seguivano una politica di coesistenza pacifica, che portava a negoziare gli interessi del popolo in favore dei Romani e dei capi dei farisei.

  • La rassegnazione passiva

Le altre categorie sociali guardavano con ammirazione ogni tentativo di liberazione dal dominio romano. Il popolo, di fatto, rifiutava il regime dei Romani. Questo rifiuto era caratterizzato da una profonda convinzione religiosa: l’unico Signore è Dio. Per questo era una bestemmia chiamare l’imperatore re e signore. Siccome Cesare (nome dato all’imperatore) si faceva venerare come dio, si poteva interpretare quella richiesta come una trasgressione del primo comandamento: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Di conseguenza la tassa imposta dal governo occupante appariva come un’idolatria e apostasia, il cui risultato era la schiavitù.

ATTEGGIAMENTO DEGLI EBREI VERSO ERODE:

  • Gli erodiani

Questo gruppo simpatizzava e appoggiava la famiglia erodiana, più che i procuratori romani, con la speranza di un possibile ristabilimento del regno davidico.

  • Gli antagonisti

Gli altri vedevano questa famiglia come usurpatrice del potere e per questo la rifiutavano, a causa di una controversa legittimità etnico-dinastica.

GEOGRAFIA DELLA TERRA SANTA

Il vangelo fu predicato in un determinato luogo e tempo della storia a determinati uomini con i propri problemi. Per la sua retta comprensione è indispensabile studiare non solo le lingue usate, ma anche la situazione geopolitica, le condizioni e i costumi degli uomini, le loro speranze e attese, le loro concezioni e idee. Gesù nacque e visse in un paese denominato terra d’Israele. Tanto l’estensione del paese, quanto la sua configurazione geografica, il clima, la flora e la fauna, formarono parte della vita di Gesù. In questo preciso contesto egli realizzò la sua missione. Israele è la terra di Gesù e del suo popolo. È la “Terra Promessa” dell’Antico Testamento, conosciuta anche con il nome di “terra di Canaan” a causa dei suoi primi abitanti.

DESCRIZIONE GEOGRAFICA:

La struttura fisica della terra d’Israele è relativamente semplice. Il paese si può dividere in quattro regioni ben determinate:

  1. Pianura costiera:
Lunghezza di circa 180km e ampiezza variabile tra i 6 e i 10km nell’estremo Nord e i 20km nell’estremo Sud. In questa pianura costiera si trovano a loro volta altre varie pianure (a Nord la ricca pianura del Sharon e a Sud la pianura filistea o Sefela, teatro di molte lotte tra Ebrei e Filistei) in cui si trovano vari fiumi secchi che, nella stagione delle piogge, si riempiono d’acqua e sfociano nel mar Mediterraneo.  Il clima in quella zona è calda e umida in estate, temperata in inverno. Si coltivano: cereali (orzo, grano, lino, ecc.), frutta (fichi, agrumi, melagrane, datteri, frutta secca, meloni, ecc.) e verdura (ortaggi vari ed erbe aromatiche). Il mare è ricco di pesce.  
  • Altopiano centrale:
È la zona montagnosa del centro del paese, la cui ampiezza media è di circa 50-60 km. Comprende alture che vanno dai 900m di altezza a Nord, ai 500-600m al centro e al Sud 700-800m. La pianura di Meghiddo o Esdrelon attraversa il rilievo montuoso trasversalmente separando la parte del Nord, detta Galilea, dalle montagne di Samaria e della Giudea. Le montagne principali sono: al Nord il monte Hermon (2814ms.l.m.), dove nasce il fiume Giordano; al centro, in Samaria, i monti Garizim (881ms.l.m.) ed Ebal (940ms.l.m.); al Sud il monte Hebron (1020ms.l.m.). Verso il Giordano, l’altopiano scende bruscamente: questo è il deserto di Giuda e più al Sud il deserto del Negheb. Il clima in quella zona è generalmente l’estate è fresca e secca, mentre l’inverno è freddo. Sulle colline la vite, l’olivo, acacie, cipressi, mentre sulle montagne pini, acacie. 

  • La depressione della valle del Giordano:

È un fenomeno unico al mondo. Venendo da Nord a Sud si passa dal monte Hermon, dove nasce il Giordano (2814ms.l.m.), al lago di Genesaret (mar di Tiberiade o di Galilea), che si trova a 205 m sotto il livello del mare. Di qui il fiume Giordano, dopo 300 km di percorso (105 in linea d’aria) entra nel Mar Morto (lungo 80 km e largo 16 km) situato a 394 m sotto il livello del mare e profondo 390 m. Il Mar Morto è un mare senza sbocco e presenta una salinità dieci volte superiore a quella degli altri mari. Per questo è impossibile ogni forma di vita. In questo particolare ambiente troviamo un microclima caldo e secco d’estate e moderatamente umido d’inverno. la vegetazione prevale della steppa: palme, acacie, roveti

  • Il deserto della Transgiordania:

 È una zona per lo più desertica, divisa da cinque fiumi e comprendente cime montuose che vanno da 600 a 1300 m di altezza. Qui ci sono tre regioni: Traconitide, la Decapoli e la Perea. Si trova approssimativamente a Est del fiume Giordano

Le stagioni:

Si possono individuare due grandi stagioni: la stagione umida o delle piogge, da ottobre a maggio, e la stagione secca, da maggio a settembre. Le piogge sono presenti specialmente in gennaio-febbraio, mentre la neve è rara e scarsa. Le precipitazioni invernali sono preziose per la vita e l’acqua viene raccolta in cisterne. Per l’agricoltura importanti sono le prime piogge di ottobre e le ultime di aprile-maggio. Dove c’è acqua vi è abbondanza di vita, mentre, dove essa manca, vi è deserto. Per questo l’acqua è usata come simbolo di vita (cfr. Gv 4,14). La stagione secca è caratterizzata da grande siccità e alte temperature, mitigata dai venti del Nord e Nord-Est.

La fauna:

Riguardo alla fauna incontriamo animali domestici come pollame, ovini, bovini ed equini, mentre il cammello era usato nelle zone desertiche. Allo stato selvaggio ora troviamo animali come sciacalli, iene, volpi, antilopi, selvaggina e molte classi di insetti. Anticamente erano presenti anche felini, come leoni, leopardi e orsi.

Qui sotto alcuni versetti dove sono citati elementi di flora e fauna nella terra santa ai tempi di Gesù:

Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. (MC1,6)

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli (MC 11,1)

Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato (MC 11,2)

Avendo visto da lontano un albero di fichi (MC 11,13)

Si mise a parlare loro con parabole: “Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, (MC 12,1)

Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; (MC13,35)

I GENERI LETTERARI DEI VANGELI

I vangeli hanno già quasi venti secoli d’esistenza. Il loro messaggio continua ad essere attuale  e condiziona la storia umana. Ciò non deve far dimenticare che furono scritti in lingue e situazioni storico-culturali diverse dalle nostre, infatti, le persone del I secolo si esprimevano in altre lingue, pensavano in modo differente, vivevano in culture e circostanze molto diverse dalle nostre. Per questo, quando non teniamo presente la forma espressiva degli agiografi, la voce della Bibbia è più debole e meno chiara e di conseguenza la voce stessa di Dio diventa più debole. Per questo è importante conoscere le diverse forme espressive più comuni del tempo in cui  furono scritti i vangeli.

  1. Inni: alcune parti del Nuovo Testamento sono scritte sotto forma di inni che si usavano e si svilupparono nelle celebrazioni liturgiche della comunità; ad esempio il cantico di Zaccaria (Lc 1,68-79) ed il Magnificat (Lc 1,46-55). Per l’interpretazione degli inni nei vangeli, è bene ricordare che sono come dei poemi, cioè esprimono un contenuto in chiave simbolica per dare bellezza al canto, non si devono quindi interpretare letteralmente, ma attraverso figure.
  •  Preghiere: alcune parti del Nuovo Testamento sono scritte sotto forma di preghiere che si usavano all’interno delle comunità; ad esempio la preghiera del Padre nostro (Mt 6,9-13) e quella dell’ultima cena (Gv 17,1-26). Queste preghiere sono brevi formule che sintetizzano un messaggio molto più ampio.
  • Predicazioni e insegnamenti: altre parti del Nuovo Testamento sono scritte sotto forma di predicazioni e di catechesi in uso presso le prime comunità cristiane. Le predicazioni riassumono gli insegnamenti dei primi cristiani circa i punti principali della fede, ad esempio il discorso della montagna (Mt 5,1-7,27). Le catechesi erano indirizzate ai nuovi membri, ad esempio i primi capitoli del vangelo di Giovanni che trattano del battesimo, dell’acqua e della conversione. Queste sembrano essere istruzioni indirizzate prima del battesimo ai nuovi membri della comunità. Al loro interno, comunque, si possono trovare altre forme espressive come parabole, figure, storie con messaggi religiosi, ecc.
  • Resoconti sotto forma di storia religiosa: sono resoconti in cui si narra ciò che realmente successe, anche se con certe imprecisioni. Sono sotto forma di storia religiosa. Essi hanno una base nella realtà, anche se i dettagli di un evento cambiano a seconda delle versioni, ad esempio i racconti della risurrezione. Gli evangelisti non erano tanto preoccupati dei dettagli storici, ma soprattutto del messaggio, per questa ragione ci sono imprecisioni e discordanze, cambi di luoghi, di fatti, omissioni a seconda del messaggio che si voleva dare. Essi contengono molte parole che hanno un forte valore simbolico come la tempesta sedata, Mc 4,35-41; vesti bianche e brillanti, Mc 9,3; il ritorno di Cristo, Mt 24,30-31; ecc.
  • Segni e miracoli: i segni ed i miracoli sono una forma molto comune per esprimere un messaggio nel Nuovo Testamento. Questa forma espressiva così concreta permetteva di coglierne il significato, che forse per noi risulta difficile. Essi stessi sono segni ricchi di simbolismo che trascendono il fatto concreto pur mantenendo intatta la sua storicità.
  • Parabole: molte parole di Gesù ci vengono presentate in forma di parabole o di comparazioni. È una forma facile per esprimere e spiegare un messaggio. I vangeli sono ricchi di diversi esempi di comparazioni usate da Gesù o che la comunità gli ha attribuito (riconoscendo in questo una vera attribuzione/interpretazione e non una falsificazione) per esprimere qualche messaggio: il sale, la luce, i talenti, ecc.
  • I detti: molte parole di Gesù ci sono state trasmesse sotto forma di detti. È una frase breve che contiene un forte significato. È chiara, concisa e riassuntiva di un argomento, facile da ricordare e da applicare. Ad esempio: Mt 5,3-11; Mt 7,1; Mc 2,22; Mc 2,27; ecc.
  • Resoconti sotto forma di racconti religiosi: è una forma di resoconto avvolto nel mistero, con pochi riferimenti storici precisi, serve per sottolineare l’insegnamento che si vuole dare. Esempio di ciò sono alcuni racconti sull’infanzia di Gesù, come l’adorazione dei Magi (cfr. Mt 2).Per interpretare correttamente questa forma espressiva è importante domandarsi cosa l’autore avesse voluto comunicare, ciò che conta è trovare il messaggio presente nel racconto. I testi paralleli dell’Antico Testamento, usati in questo caso, aiutano a chiarirne il messaggio, ciò che conta è sempre il messaggio.

CONFRONTO VANGELI SINOTTICI

I primi tre vangeli (Matteo, Marco e Luca) sono chiamati “sinottici” (da sinopsis = sguardo d’insieme) in quanto coincidono in buona parte nel contenuto e nella sequenza fondamentale dei fatti. Questo ci permette di compararli simultaneamente con un unico sguardo d’insieme. Nella seguente tabella possiamo vedere come tutti e tre hanno tre fasi fondamentali nella vita di Gesù. Dall’inizio della sua predicazione, alla morte e resurrezione

 MATTEOMARCOLUCA
INIZIO IN GIUDEA3,1-4,111,1-133,1-4,13
MISSIONE IN GALILEA4,12-8,341,14-9,504,14-9,50
SALITA A GERUSALEMME19,1-20,3410,1-529,51-18,43
PASSIONE E RESURREZIONE21-2811-1619-24

La ragione di queste somiglianze è dovuta al fatto che usarono le stesse fonti (frammenti o riassunti) e nella redazione si sono influenzati a vicenda. Si presuppone che l’autore del quarto vangelo, quello del vangelo di Giovanni, abbia conosciuto i sinottici (alcuni biblisti hanno però un diverso punto di vista). Per renderci conto meglio di queste similitudini, come dato curioso, vediamo in questa tabella quanti sono i versetti comuni e i versetti che compaiono unicamente in ogni vangelo.

 MATTEOMARCOLUCA
VERSETTI COMUNI A TUTTI330330330
VERSETTI COMUNI A MATTEO E MARCO178178
VERSETTI COMUNI A MARCO E LUCA100100
VERSETTI COMUNI A MATTEO E LUCA230230
VERSETTI PROPRI DI CIASCUNO33053500
TOTALE10686611160

TABELLE COMPARATIVE

I 4 VANGELI A CONFRONTO

 LUOGODATALINGUA
MARCO 
Roma
tra il 62 e il 70 d.C.Scritto in un greco poco forbito e ricco di latinismi. Le frasi in aramaico vengono spiegate
MATTEOComunità cristiana in Israeletra gli anni 70 e 80 d.C.Scritto in aramaico. Tradotto successivamente in greco da autore sconosciuto
LUCA
Grecia
Dopo il 70 dc, ma prima del 80 dcScritto in un greco  colto e forbito arricchito di semitismi
GIOVANNIAsia minore, secondo ireneo a Efesodal 90 al 100 d.C.Scritto in greco con un vocabolario povero, in uno stile semplice, ripetitivo. tradotti i termini giudei

 DESTINATARISCOPO DELLO SCRITTO
  MARCOI destinatari del vangelo di Marco erano i cristiani provenienti dal mondo pagano.Dimostrare che Gesù è il Messia, figlio di Dio e la morte in croce è il momento focale, lo scopo della sua vita per compiere la salvezza dell’umanità.
  MATTEOIl vangelo è diretto specialmente ai cristiani provenienti dal giudaismo, i quali si pongono polemicamente nei confronti della sinagoga in Israele di quel tempo.Dimostrare la messianicità di Gesù attraverso l’adempimento delle profezie del A.T. Compare l’idea di Chiesa come comunità di credenti provenienti dal giudaismo e dal paganesimo.
  LUCAIl vangelo è rivolto ai cristiani ellenici che provenivano dal mondo pagano, e vivevano fuori dalla terra d’Israele.La storia della salvezza parte da Israele, da cui viene il Messia Gesù come il Salvatore di tutti gli uomini. Lo scopo è di rafforzare la certezza di fede e confermarla con ulteriori prove.
  GIOVANNIÈ destinato alle comunità cristiane di lingua greca e alle comunità giudeo-cristiane che si sono allontanate dalla sinagogaDimostrare che Gesù è il figlio di Dio attraverso anche i miracoli e credendo in lui abbiate la vita eterna. Solo in Gesù c’è salvezza. Il vangelo vuole consolidare e incoraggiare la fede della comunità minacciata da eresie emergenti.

 FIGURA DI GESÚCARATTERISTICHE PARTICOLARI
  MARCOIl lato umano di Gesù: Compassione, rattristamento, la meraviglia, le domande, la paura e l’angoscia.Il lato divino, essere figlio di Dio: I miracoli. gli esorcismi, la salvezza mediante la croce  Marco racconta soprattutto le opere di Gesù in cui sono inseriti gli insegnamenti. Non dice nulla circa l’infanzia di Gesù, ma inizia con l’attività pubblica. È uno sviluppo dell’annuncio del kerygma predicato. Sono presenti le controversie con i farisei e le incomprensioni con altri
  MATTEOGenealogia: Gesù è l’adempimento delle promesse di DioAspri conflitti tra Chiesa e sinagoga: Numerose sono le controversie con i farisei pur tenendo aperta la possibilità agli altri giudei che sono più vicini a lui. Il rispetto per il giudaismo: Nel suo linguaggio usa termini per portare rispetto alla sensibilità religiosa del popolo.Le profezie: Sono citate sovente anche in risposta ai suoi detrattoriSi evidenzia il contrasto dei giudei che lo contestano e i pagani che accolgono la sua parolaL’autore ingloba il vangelo di Marco migliorando lo stile e aggiungendo elementi propri come l’infanzia di Gesù (Mt 1-2).Il destinatario dell’annunciazione della nascita di Gesù in questo testo è Giuseppe. I discorsi e i miracoli sono uniti in blocchi: In confronto con Marco il linguaggio è meno vivace con presenza di elementi del meraviglioso (sogni e resurrezione dei santi alla morte di Gesù).
  LUCAGesù il salvatore: Tutti possono essere salvati indipendentemente da razza, lingua, sesso, condizione sociale.Gesù l’uomo-Dio: Nonostante la sua umanità è avvolto da una luce divinaGesù misericordioso: viene enfatizzata la sua misericordia e il suo perdono a chi si accosta a Lui. Su questa misericordia si fonda l’universalità del popolo di Dio.Gesù che prega: Ha una relazione particolare con il Padre e non rinuncia alla preghiera anche se è cercato dalla gente. Per conoscere la volontà del Padre bisogna stare con il Padre nella preghierail Signore che rimane con i suoi: Le numerose le apparizioni di Gesù risorto indica al sua vicinanza alla Chiesa, nella scritture e nella eucarestia.il testo contiene l’annunciazione a Maria. Poca esattezza geografica, Parallelismo tra la figura di Gesù e Giovanni Battista Costruisce il suo vangelo in modo originale: un viaggio a Gerusalemme mostra la santità di Gesù fin dal concepimento, cioè che ha la stessa natura del Padre; è il vangelo dello Spirito Santo, della preghiera, della rinuncia radicale del discepolo, dei poveri, della misericordia, della gioia, degli evangelizzatori, dell’oggi salvifico, della salvezza universale.
  GIOVANNIGesù di Nazareth, il Figlio di Dio: Venuto fisicamente sulla terra non sminuisce la sua  natura divina.Un re che muore: La passione come momento di esaltazione e della glorificazioneGesù si presenta come  IO-SONO. Gesù di Nazareth, vivo e presente nella liturgia sacramentale mediante la celebrazione eucaristica.La salvezza è solo mediante la fede in GesùGesù il Verbo:  (Logos) per mezzo del quale tutto esiste, il Figlio inviato dal Padre per donare la vita a coloro che avrebbero creduto in lui.Con Gesù si compie il giudizio sulla vecchia economia di salvezza (la legge data per mezzo di Mosè) con lui inizia la nuova opera di salvezza.È costruito sulla successione di tre feste di PasquaIl modo di parlare di Gesù è con discorsi. I miracoli presenti sono solo otto, di cui tre in comune con i sinottici. Mancano esorcismiTutto è orientato verso la crocifissione, punto culminante della costruzione del vangelo di Giovanni.La fede è l’adesione dell’uomo all’iniziativa salvifica di Dio rivelata nella persona di GesùÈ strutturato fondamentalmente in due parti: 1) il libro dei segni in cui Gesù si rivela davanti al mondo. È dominante la dimensione pubblica delle azioni e delle parole di Gesù. 2) il libro degli addii, Gesù che si svela davanti ai suoi. Dominante è il tema del ritorno al Padre

 L’AUTORE
  MARCOSua madre ospitava in casa la comunità di Gerusalemme. Era l’interprete di Pietro durante i viaggi missionari. Marco è con Barnaba (suo cugino) e Paolo per un viaggio missionario. Poi si separerà Marco si imbarca con Barnaba verso Cipro. Da sostegno a Paolo quando si troverà in prigione a Roma. Sempre a Roma da un aiuto da Pietro negli ultimi anni di vita dell’apostolo
  MATTEOMatteo è il pubblicano di nome Levi, di cui ci parla Marco (cfr. Mc 2,14-17), che a Cafarnao lasciò il banco delle imposte per seguire Gesù (cfr. Mt 9,9-11).
  LUCASi pensa che Luca fosse un membro della comunità cristiana di Antiochia di Siria, o comunque di una comunità ellenica, quindi di lingua e cultura greca.Era un medico di professioneScrisse anche gli atti degli apostoliLuca si unì a Paolo all’inizio del suo secondo viaggio dove arriverà fino a Filippi (cfr. At 16,11-17), si fermerà circa sette anni Accompagnerà Paolo dal suo terzo viaggio a Gerusalemme (cfr. At 20 e 21). Dove Paolo verrà condotto prigioniero a Roma (cfr. At 27 e 28)
  GIOVANNIl’apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo, è l’autore del quarto vangelo.Scrittori cristiani e padri del II secolo affermano che Giovanni scrisse il vangelo in età molto avanzataScrisse anche il libro dell’apocalisse

Esempi di peculiarità degli evangelisti:

Marco:

  1. 5,1-33 (esorcismo di una legione di demoni)
  2. 7 ,1-8 (Disputa con i farisei sulle tradizione giudaiche)
  3. 8,1-10 (Moltiplicazione pani-pesci. Opera con insegnamento)
  4. 16,5-11 (Annuncio che cristo è risorto)
  5. 14,34 (Gesù è triste perché il momento dell’arresto è vicino. Lato umano di Gesù)

Matteo:

  1. 1,1-17 (genealogia)
  2. 21,28-32 (i farisei/prostitute e pubblicani)
  3. 6,20 (linguaggio rispettoso per un giudeo: Cielo/Dio)
  4. 21,42 (profezia in risposta ai farisei)
  5. 27,54 (il pagato che riconosce Gesù come figlio di Dio)
  6. 2,12 (l’infanzia di Gesù, accoglienza dei magi, sogni)

Luca:

  1. 3,23-38 (Genealogia da Adamo)
  2. 1,26-39 (Gesù nasce da Maria vergine)
  3. 15 (La misericordia di Dio nella parabola della pecorella smarrita)
  4. 6,12 (Gesù che prega)
  5. 24,13-32 (apparizione Gesù risorto ed ricordo eucarestia)
  6. 1,26-37 (annunciazione di Maria)
  7. 7,24-28 (parallelismo con Giovanni Battista)
  8. 12,10 (Lo Spirito Santo)
  9. 9,57-62 (Rinuncia radicale del discepolo)

Giovanni:

  1. 1,1-18 (prologo)
  2. 19,32-37 (Un re che muore secondo le profezie)
  3. 8,58 (Gesù, il IO-SONO)
  4. 1,17 (Gesù supera la legge mediante la grazia)
  5. 3,16 (la salvezza solo mediante Gesù)
  6. 6,51-65 (Gesù il pane di vita)
  7. 14,1 (La fede in Dio e Gesù)

PERCHÉ FURONO SCRITTI I VANGELI?

Gli evangelisti non volevano scrivere una biografia completa di Gesù,  come se fosse un semplice personaggio storico da ricordare, ma volevano presentarci  il messaggio della buona notizia, rispondendo alla domanda che lo stesso Gesù fece ai suoi discepoli: “E voi chi dite che io sia? …Tu sei il Cristo” (Mc 8,29). Ricordando le parole e i fatti di Gesù gli evangelisti ci dicono, ognuno a modo suo, come, perché e in che senso i discepoli credettero che Gesù è il Cristo, il Signore e il Figlio di Dio. Se dovessimo ridurre ad una espressione il contenuto dei vangeli, potremmo riassumerlo in un’unica frase: Gesù è il Cristo (Messia).  Infatti sta scritto:

Così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto (Lc 1,3-4).

Teofilo dal greco significa “amico di Dio”; qui l’evangelista Luca dedica la sua opera a tutti quelli che si considerano “amici di Dio” affinché siano consapevoli del valore degli insegnamenti ricevuti nella comunità cristiana. Quindi da questo versetto si po’ vedere come il vangelo sia stato scritto per istruire i nuovi convertiti.

Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome (Gv 20,30-31).

Le comunità cristiane avevano molto materiale su cui lavorare. Sono stati raccolte molte testimonianze e aneddoti sulla vita di Gesù, dunque le comunità hanno dovuto selezionare solo quelle più importanti con lo scopo che il lettore possa avere sufficienti prove che Gesù è il Messia, il figlio di Dio e che possano dimorare nel suo nome per la vita eterna.

Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. (Gv 21,25).

Sarebbe stato interessante aver avuto maggior materiale letterario sulla vita di Gesù, ma lo scopo è comunque stato raggiunto. Con tutto quello che sappiamo di Gesù nei vangeli e nel resto della scrittura è più che sufficiente per poter condurre una vita in santità. Inoltre, anche l’esperienza di fede e lo Spirito Santo può essere di aiuto in questo.

I vangeli non sono stati scritti per i non credenti, e nessun ateo ha mai ricevuto un vangelo per sentirsi dire: Adesso devi credere a ciò che è scritto qui! La fede cristiana trova il suo fondamento prima di tutto nella comunicazione orale mentre lo scritto assume un valore secondario che non è basilare. I vangeli sono stati scritti per edificare la fede ai nuovi membri delle comunità cristiane che erano in continua crescita, ma non sono stati i vangeli a convertirli, erano per chi aveva già accettato Gesù nella propria vita e volevano imparare tutti gli insegnamenti del maestro per metterli in pratica nella vita quotidiana. Spesso per i neoconvertiti, molti insegnamenti rendevano più consapevoli dei concetti che accettando Gesù avevano già nel cuore. Anche se sono libri della fede e per la fede, non per questo non hanno valore storico. Anzi, ci parlano e ci attestano la fede degli apostoli e della Chiesa primitiva. Ciò costituisce un fatto storico importantissimo con una ripercussione nella storia senza precedenti. D’altra parte, pur sapendo l’impossibilità di ricostruire passo dopo passo la biografia di Gesù, nessuno può negare ragionevolmente l’esistenza storica di Gesù e i fatti fondamentali della sua vita narrati dagli evangelisti, infatti quasi tutti gli storici, anche non credenti, sono concordi nel fatto che non c’è dubbio che Gesù sia esistito veramente ed è incredibile come un uomo che non era un re, un generale dell’esercito o un personaggio appartenente a una élite, sia stato scritto così tanto a pochi anni dopo la sua morte. Ma ci sarebbe anche da porsi un’altra domanda: Se Cristo non fosse risorto, avrebbe avuto senso scrivere su di lui così tanto, rischiando la vita, ovviamente no! Cristo non solo è storicamente esistito, ma è anche risorto dai molti e i discepoli sono testimoni. I vangeli nascono quindi dalla testimonianza viva dei testimoni oculari. Crederci o no tocca a noi.

COME SI FORMARONO I VANGELI

La predicazione apostolica ebbe inizio nell’episodio della pentecoste in Atti 2:  Gli apostoli ricevono mediante le lingue di fuoco, lo Spirito Santo, iniziando così a predicare con franchezza. Dopo il discorso di Pietro si fecero battezzare ben 3000 persone; questo favorì la formazione della prima comunità cristiana. In questo tempo c’era un enorme potenziale di crescita. Bisogna tenere conto che per 3 anni Gesù aveva predicato e guarito molte persone, alcuni privatamente aveva addirittura rivelato di essere il Messia, Ma nessuno di loro aveva compreso chi era Gesù e  il piano divino, qualcuno pensava fosse un profeta, altri Elia, ma in ogni caso, chi lo aveva accolto, sapevano che era speciale. Quando gli apostoli iniziarono a predicare queste persone accolsero con entusiasmo la buona novella per questo ci fu un boom di conversioni che aumentò di giorno in giorno. Inizialmente i vangeli non esistevano ancora,  perciò tutto veniva insegnato oralmente. Ma la rapida crescita comportò la necessità di dare una formazione ai nuovi credenti e di rispondere alle varie esigenze della predicazione che si era espansa oltre il mondo giudaico. Era necessario catechizzare e formare evangelizzatori. Si sentì la necessità di fissare gli aspetti più importanti del messaggio di Gesù per evitare interpretazioni sbagliate e fuorvianti. Si cominciarono così a scrivere appunti, alcune guide fondamentali della predicazione degli apostolica. Queste guide poco a poco si arricchirono di elementi che completavano ciò che ancora mancava nei racconti. Nacquero le collezioni delle parole di Gesù (parabole, discorsi, sentenze…) e poco dopo le collezioni dei fatti più importanti e rivelatori (la morte di Gesù, i miracoli…). La preoccupazione dei discepoli non fu di riprodurre letteralmente le parole di Gesù o di narrare semplicemente le sue azioni. D’altra parte ciò non era possibile. Tra i ricordi di Gesù si selezionarono, soprattutto, quelli che avevano un interesse maggiore per aiutare a presentare il messaggio a seconda delle necessità concrete delle comunità a cui era diretto.

 La Chiesa è quella che veramente ha scritto i vangeli per far fronte alle sue stesse necessità ed esigenze:

  1. Proclamare la sua fede in Gesù, il Signore: annunciare il messaggio della fede in modo convincente e custodirlo dalle obiezioni.
  2. Insegnare ai catecumeni: una catechesi sistematica circa la vita e la predicazione di Gesù e il suo significato.
  3. Celebrare la fede: alcuni passaggi evangelici traggono la loro origine dalle celebrazioni liturgiche delle prime comunità cristiane.

Come ultimo passo, la Chiesa vide la necessità di ricompilare e ordinare il materiale che si produceva nelle diverse comunità. Sorsero così i quattro vangeli che furono riconosciuti ufficialmente da parte della Chiesa, in tempi molto brevi (già verso la fine del II secolo la collezione del Nuovo Testamento era quasi la stessa in tutte le chiese), come fedele interpretazione della fede autentica.

Diversi elementi sono intervenuti nell’elaborazione dei vangeli:

  1. Vita e messaggio di Gesù storico
  2. Predicazione apostolica dei testimoni oculari
  3. Fede, liturgia e ricordi delle comunità primitive
  4. Autore ispirato

I vangeli non furono scritti secondo l’ordine dei capitoli come oggi noi li abbiamo. I racconti della passione e della morte di Gesù furono i primi ad essere scritti, poi si aggiunsero le narrazioni della resurrezione e delle apparizioni. Questo è il kerygma scritto: il primo annuncio della fede cristiana. Nella redazione finale, Matteo e Luca aggiunsero alcuni fatti riguardanti l’infanzia di Gesù. Ciò che leggiamo per primo, è ciò che fu scritto per ultimo in questi due vangeli in questione.  Più tardi si strutturarono nel tempo gli scritti riguardanti la vita di Gesù e la sua attività secondo alcune tappe:

  1. l‘attività in Galilea, in Gerusalemme;
  2. raccolta di detti e di discorsi di Gesù;
  3. guarigioni e miracoli, ecc

LA PRIMA PREDICAZIONE

KERYGMA

La predicazione apostolica iniziò dopo due avvenimenti: La prima è la resurrezione di Cristo, dove compresero chi era Gesù e il disegno divino per l’umanità; la seconda è la pentecoste, dove ricevettero lo Spirito Santo che diete loro potenza di predicare con franchezza e senza aver paura di subire persecuzioni. A quel punto iniziarono a predicare quello che loro avevano visto: Che Gesù è risorto, la tomba è vuota, non è più tra i morti, ma tra i vivi, Gesù è il Messia che le antiche scritture avevano predetto. Questo era il primo messaggio che avevano necessità di diffondere. In quel tempo, tutti conoscevano Gesù, molti avevano ricevuto e assistito a miracoli di guarigione, avevano ascoltato almeno a una predicazione, dalla Galilea a Gerusalemme, quello che gli apostoli sapevano a differenza degli altri era proprio la sua resurrezione. Questa prima predicazione, tecnicamente è chiamata Kerygma, dal greco che significa “grido”. Questa predicazione andava anche a colpire ai nemici di Gesù, quelli che hanno fatto di tutto per farlo uccidere, rimarcando la loro sconfitta, quello che loro hanno voluto tanto uccidere, ecco.. Proprio il Dio si Israele che tanto si vantavano di adorare, lo ha resuscitato il terzo giorno e siede alla destra del Padre, questa sarebbe qualcosa che non possono accettare, una sconfitta troppo umiliante. Vediamo alcuni esempi del primo messaggio di predicazione, il kerygma:

• “Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!” (At 2,36)

• “Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato… e avete ucciso l’autore della vita. Ma Dio l’ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni” (At 3,13.15)

• “La cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti…” (At 4,10)

• “Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati” (At 5,30-31)

• “…Essi (i giudei) lo uccisero (Gesù) appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno…” (At 10,39-40)

• “…E pur non avendo trovato in lui (Gesù) nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti…” (At 13,28-30).

Da come si può notare la predicazione del kerygma ha inizio dal libro gli atti degli apostoli. Possiamo leggere un resoconto di come gli apostoli hanno iniziato a predicare, i suoi risultati e i contrasti con i farisei. Nessuno è riuscito a intimidirli e a bloccare l’espansione della predicazione, nonostante gli arresti e le frustate, fino alla fine dei loro giorni, hanno dedicato il loro tempo a predicare e insegnare. Tutto questo non sarebbe potuto succedere se questi uomini, non avessero vissuto l’esperienza di rivedere Gesù risorto e successivamente la pentecoste, non c’è stato  nulla che ha potuto fermarli. Gli apostolo umanamente non erano migliori di noi, avevano le nostre stesse paure e insicurezze, la predicazione non è il risultato di uno sforzo umano, ma è evidente che avevano il cuore infiammato dall’amore di Dio, similmente come accadde al profeta Geremia, secoli prima: Basta! Non penserò più a Lui, non parlerò più nel Suo nome! nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo (Geremia 20,9).  Il numero dei credenti cresceva sempre di più, ma inizialmente non c’era la necessità di scrivere un resoconto della vita di Gesù, perché la memoria di Gesù era ancora presente nel popolo.


RIFLESSIONI PERSONALI:

Quando sono triste o malinconico quando penso alla buona notizia?  Penso che Gesù è risorto?

SIGNIFICATO DELLA PAROLA VANGELO

                    LA BELLA NOTIZIA

La parola “Vangelo” dal greco significa “buona notizia” (lieto annunzio, buona novella), con diverse sfumature a seconda degli autori. Questo fu il significato rimase invariato anche al principio dell’era cristiana. In Romani 1,1 si legge: “Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio”. Coloro che annunciavano la buona notizia erano chiamati evangelisti. Ad esempio il libro degli Atti degli Apostoli parla di Filippo evangelista (Atti 21,8). Marco utilizza la parola “vangelo” in due sensi: il primo per indicare l’attività pubblica e la predicazione di Gesù: Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio (Mc 1,1). Il secondo per indicare il messaggio di Gesù, il contenuto della sua predicazione. Quale sarebbe quindi questa buona notizia? È sostanzialmente la venuta di Gesù Cristo sulla terra e il messaggio che porta dietro. Quale sarebbe questo messaggio? “…predicando il vangelo di Dio e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo (Mc 1,14-15). Anche negli altri evangelisti come in Matteo 4,23; Luca 4,43; 8,1 troviamo anche qui, si annuncia la “buona notizia” che il regno di Dio è vicino, In Matteo 26,13 si aggiunge profeticamente che la “bella notizia” sarà diffusa in tutto il mondo. Solo a partire dal II secolo si chiameranno “Vangeli” i quattro libri che narrano dell’opera e della predicazione di Gesù ed “evangelisti” i rispettivi autori. Il vangelo, la bella notizia, come è stata accolta al tempo della predicazione di Gesù? Inizialmente non è stata compresa pienamente, nemmeno i 12 apostoli che hanno lasciato tutto per seguire Gesù non la compresero, ma all’avvento della resurrezione,  le sue apparizioni e la pentecoste divenne finalmente tutto più chiaro e cominciarono anch’essi a predicare la “buona novella. Cristo avrebbe dovuto morire in croce e resuscitare il terzo giorno come predetto. Egli vinse la morte e venne aperta una nuova relazione con Dio per mezzo di Gesù. Quando gli apostoli predicarono il vangelo iniziarono a convertire molte persone e a formarsi la Chiesa. Ma ci furono persone che non accolsero la buona notizia e la osteggiarono in tutti i modi, mi riferisco ai  farisei e le elitè religiose. Secondo il loro modo di pensare si sarebbero aspettati un Messia guerriero che li avrebbe liberati dalla sottomissione di Roma per metterli al centro del mondo. Il vangelo non è stato accolto perché non era quello che si aspettavano e non compresero che in realtà era molto di più di quello che pensavano, Gesù non venne per liberare dal giogo romano, ma a liberare chiunque credesse in Lui dalla schiavitù del peccato. Inoltre si aspettavano un Messia che li coprisse di onori a motivo della loro  “buona” condotta, invece non fece altro che smascherare la loro ipocrisia e dimostrare come fosse iniqua la loro applicazione della legge, questo fu il motivo dell’attrito tra Gesù e i farisei che continuò anche dopo la morte e la resurrezione di Gesù contro gli apostoli. Essi non si fecero intimidire ed evidenziarono le responsabilità dei farisei per le sofferenze di Cristo, risultati vani se il loro obbiettivo era di togliere ogni sua influenza: “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso” (Atti 2,36).

RIASSUNTO:

– Significato della parola “vangelo”: buona notizia, messaggio gioioso.

– Nel Nuovo Testamento: conserva il senso di buona notizia, però arricchito di alcune caratteristiche:

1) Contenuto della “buona notizia”:

 • da parte di Gesù: il regno di Dio,

 • da parte dei discepoli: l’opera, il messaggio e la persona stessa di Gesù.

2) Portatori della “buona notizia”:

 • prima Gesù,

 • dopo i discepoli di Gesù.

3) Destinatari della “buona notizia”:

 • tutti gli uomini – prima giudei e poi pagani.

– A partire dal II secolo: tra i cristiani la parola “vangelo” comincia ad indicare anche i 4 piccoli libri che narrano le parole e le azioni di Gesù.


RIFLESSIONI PERSONALI:

Per me il vangelo è una “buona notizia”? e perché?