LA SUPERBIA

  • Occhi alteri e cuore superbo, lucerna dei malvagi è il peccato (PR 21,4)
  • Il superbo arrogante si chiama spavaldo, egli agisce nell’eccesso di insolenza (PR 21,24)
  • Non vantarti del domani, perché non sai neppure cosa genera l’oggi (PR 27,1)

La superbia è una delle peggiori condizioni spirituali che un non credente possa avere. Secondo Tommaso d’Aquino il superbo è colui che nutre un amore disordinato per il proprio bene al di sopra di altri beni superiori. Questo amore disordinato provoca un desiderio di voler essere superiore al prossimo e basa la sua propria felicità nel voler pensare che gli altri sono un gradino sotto di lui, perciò ha una visione di se stesso distorta: Invece di vedersi come egli è, si vede come vorrebbe che fosse. Ora analizzeremo quali sono i “frutti” della superbia. Per frutti si intende le conseguenze che porta una persona con un cuore superbo a comportarsi in relazione con il prossimo. I “frutti” della superbia nel linguaggio biblico fanno parte della categoria dei “frutti acerbi” che Dio non gradisce e sono la conseguenza di un cuore malvagio. L’atteggiamento superbo porta ad essere molto competitivo di fronte al prossimo, ad esempio, chi pensa: io devo possedere la macchina più bella, la ragazza più bella, devo avere più degli altri specialmente i beni materiali, ma anche in abilità o capacità intellettive; e quando il superbo vede chi ha meno di lui si sente come una sensazione di forte autostima che si manifesta con l’arroganza e la spavalderia. Se invece incontra qualcuno che ha più qualità o beni materiali rispetto a lui, incomincia a provare un invidia che si può sfociare in violenza o maldicenze e rancore perché pensa che se uno ha più qualità o beni materiali allora è più felice, e questo rode pensare che qualcuno può essere più felice di lui. Il superbo ama vantarsi e ricevere gloria dal mondo, in alcuni casi tende ad attribuirsi qualità che non possiede o le esalta in maniera esagerata, in concreto si manifesta con il pavoneggiare risultati positivi nel rendimento scolastico o lavorativo ben superiori alla realtà oppure inventarsi un presunto successo con il rapporto dell’altro sesso per provocare le invidie o farsi stimare davanti al prossimo.  La superbia porta a un senso di ribellione e trasgressione, avranno dei problemi a prendere gli ordini da qualcuno, specie nel mondo del lavoro (Ved. Pag. 109), porta a un tale egoismo che mette solo lui al centro del mondo e gli altri al suo servizio; per questo sono anche permalosi anche per cose di poco conto, che sono contrarie la sua volontà. La superbia  è anche commettere chiare ingiustizie nei confronti del prossimo senza porvi rimedio o chiedere perdono. Quando è il superbo ad essere danneggiato, serba un rancore permanente nei confronti dell’aggressore. Un’altra caratteristica è il disprezzo nei confronti del prossimo: Considerandosi superiore e gli altri, non rispetta le opinioni altrui e le denigra, così anche per i consigli anche se saggi. Promuove l’ingiuria, perché tende a dare etichette agli altri in base ai propri pregiudizi. Ci sono comunque diversi livelli di superbia, ai livelli massimi avviene quanto appena descritto. La superbia è il peccato che ha commesso satana, il pretendere di essere superiore o come Dio anche se era solo una sua creatura e vediamo le tragiche conseguenze. Ora proviamo ad analizzare come si rapporta una persona superba davanti a Dio. Generalmente la superbia porta all’ateismo per il fatto che la sua vita è basata sull’egoismo e l’egocentrismo e questo non da nessuno spazio a Dio e sceglie di sua volontà di non credere. Per Sant’Agostino, la superbia non è altro che una perversa imitazione di Dio, l’unico al quale si devono la gloria e la riconoscenza per tutto. La superbia infatti porta le persone molto lontane da Dio. Se ad esempio una persona è lontana da Dio perché ha molti vizi ma non è superba, ha comunque più possibilità di pentirsi dei propri peccati e andare a Dio rispetto ad una persona con pochi vizi ma superba. Perché nel primo caso si è lontani da Dio per debolezza carnale e per ignoranza, ma se venisse a conoscenza della verità non è escluso che accetti di seguire il Signore. Mentre nel secondo caso il rifiuto si verifica per il fatto che non si vogliono accettare né Lui né i suoi comandamenti, quindi anche davanti a una predicazione è molto difficile che ne rimane toccato e voglia interessarsi a Dio. Ci sono poi altri casi più rari dove un superbo non si dichiara ateo, ma ammette di credere in Dio. Contrariamente a un vero credente dove concepisce Dio come un padre amorevole, il superbo lo vede come una nonna cieca nei confronti degli errori del nipote; in fondo è un abusatore della misericordia divina che non ha intenzione di sottomettersi a Dio e pretende quindi di fare la sua propria volontà invece della volontà di Dio. Le sue preghiere dunque saranno incentrate nel chiedere qualcosa per soddisfare il suo egoismo, invece di chiedere di avere la forza per fare opere buone per dare gloria a lui. Anche dalla superbia si può guarire, nessun peccato è più grande dell’amore di Dio, dove c’è molto peccato anche la grazia di Dio abbonda; il Signore infatti può perdonare ogni peccato, anche quelli gravi. Solo la bestemmia contro lo Spirito Santo non è possibile perdonare, ovvero il non accettare Gesù come salvatore e non voler ascoltare la sua parola. Solo in quel caso il Signore non può fare nulla, perché Dio ha previsto che c’è una sola via per il quale noi possiamo essere salvati e questa passa per il sacrificio di Gesù in croce. Una persona per guarire dal male spirituale della superbia dovrà passare attraverso una forte esperienza dove lo porterà ad essere costretto a dover abbassare la cresta tramite  qualche episodio che lo porti a sentirsi umiliato in tale maniera da arrivare a capire che lui non è superiore agli altri, e che non è al centro del mondo e gli altri non devono essere sempre al suo sevizio, anzi scoprirà che è lui che ha bisogno del prossimo. Dovrà però anche trovare persone credenti gioiose e felici, con una gran pace nel cuore e una loro testimonianza di fede. Se lui riuscirà a percepire quella gioia che non deriva dall’avere cose materiali, ma da qualcosa che lui non conosce e anche lui vorrebbe, allora c’è la possibilità che si possa avvicinare alla fede. Anche i credenti purtroppo non sono immuni alla superbia; ci sono dei casi dove una persona che ama molto il Signore e ha iniziato a compiere opere grandiose per lui, sia tentato dalla superbia da satana. Il diavolo è sempre dietro l’angolo pronto ad attaccarci, e può avvenire che questa persona inizi a montarsi un po’ la testa e si insuperbisca, vantandosi e glorificandosi di fronte agli altri dicendo: << Guardate cosa riesco a fare, quante opere buone compio, e voi invece siete una nullità e non siete di grado di fare nulla >>. Avendo questo atteggiamento perde il cuore che il Signore vuole che abbiamo, riducendosi solo più a un religioso e non potrà più essere usato dal Signore per il regno di Dio. Anche in quei casi è possibile che torni sulla retta via, ma dovrà passare per delle sofferenze e fallimenti prima di tornare ad essere un credente giusto. Nel Vangelo abbiamo l’esempio di Paolo che il Signore lo ha usato in maniera molto potente per evangelizzare al mondo, riusciva a compiere gli stessi miracoli di guarigione di Gesù, ma con tutta quella potenza che il Signore gli aveva concesso iniziò a nutrire sentimenti di superbia, così il Signore permise che satana gli infliggesse, quello che lui stesso chiama, “una spina nella carne” per far in modo che mantenesse sempre un cuore umile davanti a Dio e che potesse sempre essere usato da lui per glorificarlo. Alcuni studiosi credono che la spina nella carne fosse stata una parziale cecità, ma in ogni caso Paolo pregò più volte di guarire, il Signore però gli mostrò quale scopo aveva questo e gli diede la grazia di sopportare questo male.

EVITARE DÌ ESSERE LA PIETRA DÌ SCANDALO

  • Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo fine e anche il malvagio per il giorno della sventura (PR 16,4)

II Signore ha un preciso disegno per l’umanità; un disegno fatto per noi, per la nostra salvezza, la nostra pace, in modo si compiano i buoni propositi per il regno di Dio. Ma per realizzarlo è necessario passare per alcuni scandali, perciò Dio usa anche chi è contro di lui affinché si compi la sua volontà. Lo vediamo nel Vangelo quando arrestano e mettono a morte Gesù. Era necessario che morisse per mano d’uomo perché si compissero le profezie del vecchio testamento ma guai essere tra quelle persone le quali lo scandalo si compia. Giuda non era obbligato a tradirlo, avrebbe potuto anche ripensarci e tornare indietro, la volontà di Dio sarebbe stata compiuta tramite un’altra persona. Gesù a Giuda gli da la possibilità di ripensarci all’ultima cena quando lo imbocca un pezzo di cibo e a quel tempo era considerato un gesto di amicizia; come per dire che anche se aveva già preso accordi con i farisei aveva ancora la possibilità di tirarsi indietro ed evitare di tradirlo. Quando Giuda prese il boccone, confermò la sua scelta e Satana entrò in lui. Gesù disse che se voleva farlo; di farlo ora, e così Giuda scelse di tradirlo e se ne andò dalla stanza. Gli altri discepoli non avevano capito cosa succedeva, pensavano che Gesù gli avesse detto di uscire per un banale motivo e non per tradirlo. Nonostante questo Giuda non era destinato per forza all’inferno, come anche i farisei che hanno ucciso Gesù, infatti li perdonò sulla croce. Dio è buono e misericordioso, le sue compassioni si rinnovano ogni mattina (Lamentazioni 3,22-23) e per quanto male possiamo fare finché siamo in vita abbiamo sempre la possibilità di salvarci. Alcuni farisei si convertirono dopo la resurrezione di Gesù, ma Giuda suicidandosi poco dopo la crocifissione, si è condannato definitivamente all’inferno. È da precisare che Dio non manda nessuno all’inferno, perché esso è stato fatto per satana e i suoi angeli; siamo noi che ci possiamo andarci per nostra libera scelta; scegliendo quindi di sottostare a satana anziché a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità (1Timoteo 2,4). Fate quindi attenzione che non siate voi l’oggetto dello scandalo. Come sta scritto:  È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono.  È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli (Luca 17,1-2). Scandalo significa “essere d’inciampo”; Qui Gesù sottolinea la gravità di essere d’inciampo a qualcuno. I piccoli di cui parla possono essere i bambini o chiunque ha una fede debole. Se qualcuno scandalizza una persona che ha una fede debole e cerca deliberatamente di distruggere anche quel poco di fede che ha, dovrà rendere conto a Dio di questo. È considerato uno dei peccati più gravi, persino peggio del suicidio, è meglio andare all’inferno per essersi suicidati che passare la propria vita a cercare di distruggere la fede alle persone più deboli. Dire: Se non lo avessi fatto io, l’ho avrebbe fatto qualcun altro; non sarà una giustificazione. Il giusto segue il Signore e non sarà una pedina nelle mani di satana per compiere opere malvagie. 

IL PERCHÈ DEL MALE NEL MONDO

Ci concentreremo ora su quella categoria di persone che quando li viene chiesto il motivo del loro ateismo, rispondono che secondo loro Dio non esiste perché se esistesse non ci sarebbe il male, le guerre, la violenza ecc … Se Dio ci fosse eviterebbe tutto questo. Quello che non tengono conto è il concetto di sovranità e controllo: Il controllo è esercitare il proprio potere per manipolare persone e circostanze, per forzare un esito desiderato. La sovranità è avere la proprietà di tutto, ma operare tramite autorità delegata offrendo alle persone scelte con conseguenze. Dio non è in controllo, è in sovranità. Noi siamo stati creati con il libero arbitro e siamo liberi se scegliere se stare con Dio o non stare con Lui, ma il non stare con Dio ha le sue tragiche conseguenze che possono essere appunto la corruzione, la violenza, le guerre, ecc… Dio offre delle scelte con conseguenze, non dice che ti manipolerà. Questa è vita e questa è morte, a te la scelta. Dio non sta controllando tutto il male, permettendo questo o quello. La sua volontà è che nessuno perisca. C’è un breve filmato che gira su you tube: Si vede una persona credente che va dal barbiere a tagliarsi i capelli; ma a differenza di lui il barbiere è ateo. Mentre gli taglia i capelli, osserva incuriosito il credente che passa tutto il tempo a leggere la Bibbia. Dopo aver finito il taglio, il barbiere dice al credente: << Sai io non credo in Dio; perché se esistesse, non ci sarebbe il male, le guerre, la violenza nel mondo >>. Il credente però non dice nulla, paga e se ne va. Ma appena fuori dalla porta vede un uomo con i capelli molto lunghi; lo chiama e lo invita a entrare dentro. Il credente e quest’uomo si ripresentano dal barbiere e il credente dice << Sai io non credo nei barbieri >> lui con una faccia stupita risponde << Come no?, io sono un barbiere >>. Il credente rispose << Io però non ci credo, perché vedi, se i barbieri esistessero non ci sarebbero in giro persone con i capelli lunghi >>. Il barbiere risponde << Alcune persone hanno i capelli lunghi perché non vengono da me >> Il credente rispose << adesso hai capito? Dio esiste, il fatto che c’è il male nel mondo è perché le persone non vanno da Lui >>. Il barbiere così annuì e gli diede ragione. Sappiamo che l’uomo è pieno di difetti e debolezze, anche tra i credenti può essere così, però se tutti avessero una sana fede in Dio, ci sarebbe sicuramente un mondo migliore.

CERCARE DIO

Come si fa ad essere sicuri dell’esistenza di Dio? Molte persone agnostiche sono circondati da famigli, amici, colleghi non credenti, ma nonostante tutto sentono ancora una pulce nell’orecchio e gli spinge a domandarsi se è proprio questa la verità, e sa Dio esistesse veramente? E se dopo la morte non fosse la fine di tuo? Come si trova la verità? Un persona in cerca di risposte potrebbe cercarli nei pareri di altri sia da uno schieramento a favore che contro finché si arrivi a capo di una conclusione definitiva, ma spesso questa non è il modo migliore per conoscere la verità. Certamente non si può arrivare a una conclusione obbiettiva senza fare ricerche eque. Non puoi ascoltare solo chi non crede, se vuoi fare una ricerca giusta dovresti ascoltare entrambi. Quindi prima di concludere che Dio non esiste bisognerebbe esprimere ogni dubbio e ogni domanda che può essere utile a capire le cose perché questo influenzerà l’intera tua vita. Ma già porsi delle domande è già un segno che Dio sta operando in qualche modo in quella persona. Da tener presente: Chi ha fede e vive secondo la parola di Dio nella sua pienezza ha pace nel suo cuore e se quindi anche se tutto quello che crede non fosse vero, che cosa si sarebbe perso nella vita? Assolutamente nulla, avrebbe comunque vissuto una vita felice nonostante anche alcune sofferenze. Invece un ateo che vive tutta una vita nel peccato e dopo la morte scopre che era tutto vero ciò che dice la Bibbia, cosa si perderebbe? Tutto quanto! Allora forse vale proprio la pena fare una profonda ricerca spirituale e scoprire se Dio esiste davvero. Il modo migliore per arrivare a una conclusione definitiva è iniziare un percorso di ricerca spirituale. Se Dio esiste lo saprai perché inizierai a percepire il suo amore e la sua pace. Cercare Dio però è una cosa seria. Molti anni fa in una discussione online su questa tematica, un’utente scrisse con spavalderia di aver sfidato Dio a farsi avanti in questo modo: Se esisti ti do 5 minuti di tempo per mostrarti a me; se lo farai allora crederò. Finiti i 5 minuti e vedendo che non successe nulla, si sentì più sicuro nel dire che non esiste nessun Dio. Ora, il Signore non va cercato in quel modo, se vuoi conoscerlo devi leggere la scrittura e vedrai scritto che se cerchi Dio con tutto il cuore lo troverai (Deuteronomio 7,29). Ci sono delle testimonianze di persone atee o agnostiche che hanno effettivamente cercato Dio in ogni modo possibile, con preghiere, lettura della parola e opere di carità e una piccola fede inizia a sorgere dal cuore, ma avevano ancora bisogno di qualcosa più forte affinché credessero veramente, un po’ come san Tommaso che diceva che non avrebbe creduto se non avesse visto Gesù risorto; ecco queste persone, Dio ha concesso una dimostrazione soprannaturale tramite una esperienza spirituale molto forte in modo che non potevano più negare l’evidenza dell’esistenza di Dio, come ad esempio sogni o visioni; ma è stato concesso solo per le persone che prima avevano preparato il terreno spirituale favorevole perché questo accada. È bene tenere presente che non bisogna andare per forza alla ricerca di queste cose per avere fede, infatti Gesù a Tommaso disse: Perché mi hai veduto, tu hai creduto, beati chi pur non avendo visto crederanno (Giovanni 20,29); perché più ti sarà dato e più ti sarà ridomandato. Se invece una persona vuole far di tutto per non credere, allora Dio lo accontenta rendendolo cieco spiritualmente; diventerà così ottuso che a volte neanche davanti all’evidenza riconosceranno l’operato del Signore (Isaia 6,9-10). Ho riscontrato dei casi di persone completamente atee e non avevano nessuna intenzione di cercare Dio, si sono trovate ad imbattersi in esperienze dove è presente il soprannaturale, ma non miracoli dove interviene Dio, bensì nel soprannaturale demoniaco. In una di queste testimonianze una famiglia va a vivere in una casa dove il proprietario precedente praticava riti occulti o esoterici; qualunque esorcista ti dirà che quei riti spalancano le porte al demonio; iniziano a verificarsi dei fenomeni strani in quella casa che diventano sempre più concreti, tanto che anche un ateo convintissimo, e per di più uno studioso di scienza, non può più negare l’evidenza davanti a questi fenomeni e arriva pure a rischiare di morire. Una volta che si arrende all’evidenza si vede costretto a chiamare un esorcista per risolvere il problema. Dopo di che inizia un cammino per la conversione. In questi casi decisamente più rari la ricerca di Dio è dovuta a una necessità di affrontare situazioni che sai che solo Dio può risolvere, quando si scopre la dimensione trascendentale anche se nella parte più oscura, in quel caso non si può più negare l’esistenza del divino.  

LA LEGGE DI MOSÈ

Un altro modo per attaccare chi la chiesa è quando viene fatto rilevare quanto la legge di Mosè contenuta nel Pentateuco sono presenti alcune prescrizioni troppo violente contro per esempio gli adulteri di cui era prevista la lapidazione e altre prescrizioni decisamente dure rapportate alla cultura occidentale moderna. L’obbiettivo è screditare le scritture nelle sue radici evidenziando la sua inadeguatezza di queste norme ai nostri tempi. I tratta di un tentativo vano: Il cristianesimo non è basato sulla leggere di Mosè e sui sacrifici animali, ma sugli insegnamenti di Cristo e il suo sacrificio sulla croce e la sua resurrezione. Già nell’antico testamento Geremia profetizzata una nuova alleanza tra Dio e gli uomini adempiuta come la venuta del Messia Gesù:

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore -, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, (la legge di Mosè) benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.  Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato”.

Gesù dice chiaramente che non è venuto per abolire la legge di Mosè, ma per compierla in maniera perfetta. Quindi Cristo con il suo sacrificio sulla croce si è caricato da tutte le nostre iniquità per evitare che fosse l’uomo a subire la punizione e la maledizione per i peccati, così le punizioni che vengono afflitte nella legge di Mosè, Cristo le ha pienamente pagate per noi; questo lo si può leggere anche in Isaia 53,5:

 Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato dalle  nostre iniquità; il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui, per le sue piaghe noi siamo stati guariti;

 Per questo motivo i cristiani non affliggono più le punizioni descritte nella legge di Mosè; ma si esorta invece a compiere atti di misericordia e perdono per chi commette peccato. Per questo che la teologia cristiana non è basata sulla legge di Mosè ma sulle parole di Gesù Cristo e la sua opera di resurrezione, così come è stato stabilito dal concilio di Gerusalemme, dove i nuovi credenti non dovevano osservare la legge di Mosè a eccezione di astenersi dai peccati di natura sessuale e dalla idolatria (Atti 15,1-32). Puntare sulla legge di Mosè per attaccare i cristiani di oggi deriva dal fatto che risulta assai difficile criticare gli insegnamenti di Gesù Cristo nel vangelo, dove si esaltano principi che non si possono associare a qualcosa di malvagio, ma solo insegnamenti che trasmettono un amore sublime e una purezza spirituale dimostrata anche coi i fatti.

LA POTENZA DI DIO

Gli atei anticlericali amano come “sport” quello di criticare aspramente le scritture citando dei versetti che le interpretano in maniera del tutto arbitraria, senza guardare in quale contesto quel versetto è stato scritto. Si ha la presunzione di aver trovare una falla che può essere facilmente criticabile e deridendo i credenti vengono sfidati a rispondere. Di solito per capire un singolo versetto è necessario leggere l’intero capitolo, e a volte neanche quello non basta. Chi conosce la Bibbia sa che non ci sono falle e dopo un attenta analisi si può rispondere a ogni critica. Gli atei, dal loro punto di vista vogliono aprire gli occhi ai credenti non rendendosi conto che in realtà sono loro i veri ciechi. Dalle critiche si vedono facilmente la loro ignoranza e la loro ostinazione a non voler credere a tutti i costi, e si capisce che in realtà non hanno mai letto la Bibbia, ma conoscono solo qualche versetto per sentito dire. Se la scrittura fosse solo un invenzione dell’uomo oppure una filosofia di vita non spiegherebbe la potenza con cui vengono trasformate le vite, e l’aiuto provvidenziale di coloro che gridano al Signore. Questo deriva proprio dalla potenza della risurrezione di Cristo. I primi secoli del cristianesimo fu molto fiorente di conversioni, da un piccolo gruppo di discepoli in una sperduta provincia romana fino a convertire un impero, ufficializzato dall’imperatore Costantino in poi. Come si spiega questo boom di conversioni? Qualcuno potrebbe pensare che le persone che accettarono il vangelo erano fondamentalmente già in linea con i principi evangelici e non hanno fatto altro che aderire, un po’ come oggi si aderisce a un partito politico, ma nulla di più sbagliato. Molti dei primi convertiti non erano delle persone fondamentalmente buone, anzi l’esatto contrario, come sta scritto nella lettera a Tito: Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda. Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo (Tito 3,3-5). È la potenza di Dio che trasforma una persona malvagia in una persona buona. Questo avviene ancora oggi. Si possono trovare molte testimonianze di persone che dopo una vita di peccato dove hanno toccato il fondo vivendo una vita di edonismo e dissolutezza, hanno trovato la grazia in Gesù Cristo e la loro vita fatta di vizi, violenze e depressione a preso il posto a una vita felice, in pace con se stessi e con il prossimo seguendo la parola di Dio. Tutto questo, sempre secondo le testimoniante in maniera del tutto fulminea. Non sono volute una lunga serie di costose sedute dallo psicologo, ma è bastato aver accettato Gesù Cristo nella propria vita e lasciarsi trasformare da Lui, questo testimonia la potenza trasformatrice di Dio. L’elemento che fa scattare un avvicinamento a Cristo, non è la paura dell’inferno, ma la consapevolezza dell’amore che Dio ha avuto per noi:

Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
5egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
6che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro
(Tito3,4-6)

A volte c’è la tentazione che è quello che di pensare che ci siano persone che sono talmente lontane da Dio che siano irrecuperabili, ma quello lo pensa l’uomo, Dio invece può prendere una persona che è un completo disastro, cambiare il suo cuore attraverso la sua potenza e farne un figlio di Dio. La Bibbia non è semplicemente un libro come tanti, ma è la Parola di Dio, potenza per chiunque che crede in Lui.

LA CHIESA COSTA CARA ?

Un ennesimo esempio di disinformazione che predicano gli atei è che la Chiesa costa allo stato 6 miliardi di euro all’anno. Questo è un modo di parlare alla pancia delle gente e fargli credere che se non ci fosse la chiesa saremo più ricchi. Questa indagine risulta completamente inattendibile perché promossa da un’associazione che ha come unico obiettivo quello di auto-promuoversi accusando la Chiesa di tutti i mali del mondo (UAAR). Un’indagine seria sul tema è stata invece svolta dal vaticanista Giovanni Rusconi, il quale ha rapportato i costi ai ricavi, pubblicando il libro “L’impegno. Come la Chiesa italiana accompagna la società nella vita di ogni giorno“ (Rubettino 2013). I ricavi per lo Stato, ovviamente, sono molto più numerosidei costi. Soltanto il risparmio dovuto alla presenza delle scuole paritarie si aggira sui 6 miliardi all’anno, coprendo dunque già da solo i (fantomatici) costi che l’Uaar avrebbe conteggiato. A questi va aggiunto il risparmio per il diffuso impegno nel socialesostenuto da Caritas e associazioni legate alla Santa Sede, il risparmio derivato dalla sanità ospedaliera (1,2 miliardi all’anno), dal volontariato (2,8 miliardi), dalle comunità di recupero dei tossicodipendenti (800 milioni), da iniziative come il “Banco alimentare” (650 milioni), dalla lotta all’usura, dai prestiti di speranza, dagli aiuti ai terremotati, dagli oratori, dalle attività ricreative delle parrocchie, dai corsi prematrimoniali ecc. Secondo tale indagine il risparmio complessivo è per lo Stato di circa 11 miliardi di euro annui, senza contare anche il turismo religioso di cui lo stato ci guadagna;  ovvero quasi il quadruplo di quello che invece la Chiesa riceve: attorno a 1 miliardo di euro l’anno tramite l’8 per mille, più circa 3 miliardi dai contributi versati da regioni, comuni, altri enti statali. Parlare di “costi della Chiesa” senza considerare i ricavi, dunque, è un’operazione sbagliata. La presenza della Chiesa sicuramente ha un costo, certamente inferiore agli 11 miliardi che restituisce ogni anno.

LE RELIGIONI PORTANO GUERRE?

Gli atei nell’attaccare la chiesa insistono sul fatto che essa è la causa delle guerre nel mondo oltre alle atrocità compiute in passato dalla chiesa cattolica, in altre parole le crociate e le inquisizioni e più recentemente, i casi di pedofilia dei preti e chi copre gli scaldali. Tutto questo lo dicono per screditare e ridicolizzare chi crede in Dio, per poter concludere che le religioni hanno portano solamente mali nel mondo e se non ci fossero, sarebbe un mondo migliore.  Tutti gli orrori commessi dalla chiesa cattolica derivano dal fatto che non tutti seguono Gesù con il cuore e con umiltà, ma solamente con vuoti e vani riti religiosi, perdendo così la retta via. Purtroppo durante la storia ci sono state molte persone che si sono definite cristiane ma dal punto di vista spirituale erano completamente marce e hanno commesso gravi atrocità, spesso convinti che fosse la volontà di Dio, ma sempre lo hanno fatto tradendo il Vangelo e gli stessi principi che avrebbero dovuto difendere. Quindi non tutti quelli che dicono di credere sono veramente credenti, se le loro opere erano malvagie è perché erano lontane da Dio. La chiesa un tempo fu una notevole potenza politica e molte persone malvagie si sono approfittate di questo cercando di fatto di entrare a far parte della gerarchia ecclesiastica non per chiamata divina ma solo per fare i propri interessi. Sono queste persone che hanno danneggiato gravemente la chiesa e hanno commesso delle atrocità a tutti quelli che li mettevano i bastoni tra la ruote, facendo ciò andavano nettamente contro gli insegnamenti del Vangelo. Non è giusto dire che per colpa del cristianesimo si sono commesse atrocità, perché il vero cristianesimo insegna l’esatto contrario. Gli atei non possono dunque usare questi argomenti per screditare la Chiesa. Dire che la causa di tutte le guerre sono le religioni è puramente falsa. Gli studi come “Encyclopedia of Wars” di Charles Phillips e Alan Axelrod evidenziano che nella lista delle principali1763 guerre della storia, meno del 7% hanno avuto una causa religiosa e generato meno del 2% di tutte le persone uccise in guerra. I conflitti armati, anche se portati avanti da autorità religiose, sono sempre stati motivate da conquista territoriale, controllo delle frontiere per rendere sicure le rotte commerciali o rispondere a all’autorità politica. I motivi non era mai il diffondere la fede con la forza, si mandano i missionari a predicare il vangelo dove il vangelo non è conosciuto e non i soldati. Se invece si fa un’analisi obiettiva, vedremo che in realtà è l’ateismo aver fatto le più grandi guerre e le maggiori atrocità nel mondo. Si può vedere ad esempio nella seconda guerra mondiale che è stata scatenata dal nazismo; l’ideologia che stava dietro alla superiorità della razza ariana era l’eugenetica che a sua volta deriva dall’ateismo. C’è poi anche il suo antagonista dell’epoca, ovvero il comunismo staliniano che con il suo “ le religioni sono l’oppio dei popoli” ha di fatto creato una dittatura totalitaria che ha ucciso moltissime persone. Gli atei amano pensare che l’ateismo non ha niente a che vedere con il comunismo, ma non era quello che dicevano i padri fondatori del comunismo. Marx proclamò chiaramente nei suoi manoscritti il nesso inscindibile di ateismo e social comunismo, infatti scrisse: Il comunismo inizia subito con l’ateismo. Lenin disse che l’ateismo è una parte naturale e inseparabile del marxismo della teoria e della pratica del socialismo scientifico. Quindi senza l’ateismo non ci sarebbe potuto essere né il comunismo né il nazismo. Le conseguenze negative della mancanza di Dio lo si vede nei frutti che provoca, ovvero: l’avidità, la superbia e l’egoismo. Questi tre frutti stanno alla base di ogni guerra successa nella storia e a ogni crisi finanziaria o geopolitica che accade nel mondo.

MOTIVI PER CUI SI SCEGLIE L’ATEISMO

Quando si è bambini si è difficilmente atei, si nasce già con una piccola fede, si sente parlare di Dio e i bambini ci credono anche se non lo conoscono e non hanno basi teologiche. E solo più avanti con l’età che si può prendere due strade: iniziare a conoscere veramente Dio, pregando e leggendo il Vangelo, oppure arrivare alla conclusione che Dio non esiste e quindi disinteressarsi completamente di quello che dice la scrittura. Spesso le persone si fanno influenzare, se si è in un gruppo di amici che non crede in Dio, difficilmente una persona dichiarerà che crede, si farà piuttosto influenzare dalla massa. Il mondo di oggi sta andando in una direzione contraria a Dio, quindi se una persona non è decisa a interessarsene, anche se avrà un po’ di fede, se non è nutrita, morirà. Leggendo molte testimonianze di persone atee ho condotto una ricerca per capire quali sono i motivi per cui una persona sceglie di essere atea. Alcuni sono atei perché sono nate in famiglie già atee e questo ha influenzato la loro mentalità. Ho voluto però concentrare la mia ricerca sulle persone che sono nate in una famiglia cattolica, sono stati battezzati, hanno ricevuto i sacramenti, ma dopo la cresima hanno smesso di frequentare la SS Messa e si sono poi dichiarati atei. Quello che hanno in comune queste testimonianze è che nessuno di loro è mai stato cristiano; Non hanno avuto veramente fede in Cristo. Hanno solamente conosciuto un noioso cristianesimo religioso e non un cristianesimo spirituale, ricco e gioioso. Per questo sono diventati completamente atei, perché la loro fede non era fondata. Non basta avere una conoscenza intellettuale di Dio, è troppo poco e non da un fondamento solido; invece avere una conoscenza esperienziale e tutto un’altra cosa e ti consente di vivere veramente il vangelo e non avere dubbi di fede perché vivi le promesse di Dio sulla tua pelle invece di limitarti a imparare un versetto a memoria. In tutti quelli che sono diventati atei questo fondamento era mancante. Ecco qui i 7 motivi è per cui una persona nata in una famiglia cattolica potrebbe esser atea, e se sei ateo e stai leggendo potresti identificarti in uno o più di questi motivi e avrai l’opportunità di riflette se quella scelta che hai fatto in passato era veramente giusta:

1) UN CRISTIANESIMO MAL COMPRESO

Una delle cause principali per la quale una persona decide di essere atea è perché non ha compreso in maniera corretta la Bibbia, ha una visione di Dio, della chiesa e dei credenti completamente distorta. Dio lo vedono come un severo vigile che controlla tutti in continuazione ed è pronto a punire chiunque sgarri; nulla di più falso. Dio è buono e misericordioso, però è anche giusto e secondo la sua giustizia il peccato va punito. Gli atei sostengono che se Dio punisce è perché è malvagio e se non fai quello che comanda ti manda all’inferno come se fosse contento quando una persona si danna, ma non è così. Se ad esempio in una famiglia, il figlio che va male a scuola perché al posto di studiare gioca tutto il tempo al computer e la madre per punirlo gli toglie la possibilità di giocare, non lo fa per cattiveria, ma per amore verso il figlio. Ogni genitore che vuole bene al proprio figlio desidera che studi e sia obbediente a loro. Così anche Dio si comporta così, da padre amorevole che corregge il proprio figlio. Se invece una banda di criminali rapina una banca e in seguito sono arrestati, non possono dire che la polizia è cattiva perché gli ha arrestati. Se lo fanno è per giustizia così anche il Signore se prende provvedimenti nei confronti di qualcuno lo fa per giustizia e non per cattiveria. Per quanto riguarda i credenti sono visti come una sorta di piccoli farisei chiusi e ottusi che guardano loro dall’alto verso il basso e provano odio e disprezzo nei loro confronti. Niente di più sbagliato. Il vangelo insegna l’esatto opposto arrivando a dire di amare persino i nemici. Se su facebook si cercano pagine digitando “odio la chiesa” salteranno fuori diverse pagine amministrate da atei volti ad attaccare in continuazione la chiesa, i credenti e le scritture e quando un credente interviene in uno di questi dibattiti si irritano e iniziano a insultare e bestemmiare, come se dentro di loro ci fossero dei demoni che si dimenano. Se invece si digita “odio gli atei” non verrà fuori niente; questo perché i cristiani non odiano nessuno, nemmeno gli atei. Quindi non sono i cristiani quelli che odiano. Gli atei parlano anche contro la scrittura citando dei versetti e interpretandoli in maniera arbitraria, senza guardare in quale contesto quel versetto è stato scritto. Di solito per capire un singolo versetto è necessario leggere l’intero capitolo, e a volte neanche quello non basta. Dalle critiche si vedono facilmente la loro ignoranza e la loro ostinazione a non voler credere a tutti i costi, e si capisce che in realtà non hanno mai letto la Bibbia, ma conoscono solo qualche versetto per sentito dire. Per questo dai loro discorsi vengono fuori cose veramente assurde, prive di alcun senso. Una delle cose più ridicole è stata l’accusa che la Bibbia è contro i mancini perché scrivono con la sinistra e non con la destra oppure che la Bibbia è un libro maschilista che deprime la figura della donna, cosa assolutamente non vera.

2) SCARSA TESTIMONIANZA

Un altro motivo per cui una persona decide di essere atea e la scarsa testimonianza di quelle persone (Sacerdoti, catechisti, educatori cristiani) che più di tutte avrebbero dovuto dare il buon esempio ed educarlo secondo i principi cristiani. Hanno rappresentato un Dio arrabbiato o un Dio in bancarotta, che ha bisogno di soldi, specialmente i tuoi oppure un Dio noioso che non da alcuna gioia. Questi sono alcuni esempi di come viene rappresentato un Dio che non ha niente a che vedere con il Dio della Bibbia. Anche l’ipocrisia è una pessima testimonianza, ad esempio una catechista che è sempre in prima fila a pregare in chiesa, facendo la pia, ma poi non si fa problemi ad umiliare qualche ragazzino davanti a tutti. Ogni pessima testimonianza fa riflette i ragazzi che iniziano a pensare: << Se i cristiani sono così, meglio stare alla larga da loro >>. Questo da un colpo decisivo alla fede e si diventa atei. Se dunque una pessima testimonianza può far perdere la fede, allo stesso modo una buona testimonianza può portare alla conversione. Di solito le persone che portano una buona testimonianza non fa breccia nel cuore dei peccatori per cosa dicono, ma per come si comportano e per la pace e la gioia che trasmettono agli altri.

3) DUBBI NON RISOLTI

I ragazzi quando vanno a catechismo, in base a quello che ascoltano  iniziano a farsi qualche domanda o avere dei dubbi circa gli insegnamenti della Bibbia. Il sacerdote o il catechista devono essere in grado di rispondere a qualunque domanda. In alcune testimonianze ho riscontrato che quando veniva fatta una domanda, non sapendo cosa rispondere, dicevano qualcosa di banale, del tipo: << Devi avere fede >> oppure << Devi credere che è così >>; queste risposte non sono soddisfacenti e contribuiscono a far allontanare da Dio. Il ragazzo che fa domande e si sente rispondere in questa maniera sarà portato a pensare che la Bibbia non risponde a tutte le domande, che ci sono delle falle e probabilmente si tratta di un castello di carta che va giù facilmente. Il ragazzo inizierà a cercare le risposte nel posto sbagliato e il gioco è fatto, diventerà definitivamente ateo. Quando non si sa delle risposte bisogna dire << Farò una ricerca e ti risponderò prima possibile >>.

4) DISINFORMAZIONE Un altro elemento che può portare all’ateismo è la disinformazione diffusa dalla propaganda anticlericale rivolta ad attaccare la Bibbia come parola di Dio e la Chiesa come istituzione. Questa propaganda martellante la si può trovare ormai dappertutto; specialmente sul web. Questa disinformazione ha influenza sui soggetti che hanno una fede debole, piena di dubbi e incertezze. Chi invece ha una fede forte e decisa non c’è disinformazione che possa scalfire l’amore che ha per Cristo.

5 ) ECCESSIVO ATTACCAMENTO ALLE COSE DI QUESTO MONDO

I ragazzi che hanno genitori cattolici e frequentano in maniera regolare l’oratorio e la SS. Messa spesso si definiscono cattolici, ma nel proprio cuore non hanno dato la propria vita a Cristo; per loro essere cristiani significa semplicemente fare presenza in chiesa, quando in realtà essere cristiani e tutt’altro. Questa mentalità porta il ragazzo a lasciare spazio a satana e alle concupiscenze della carne. Si ritrova quindi a rimanere schiavo delle cose di questo mondo alla stessa maniera di una persona che non ha mai frequentato la chiesa. Si ritrova quindi a una certa età ad essere schiavo per esempio della pornografia, dell’alcool, delle sigarette, dei pettegolezzi e di molte altre cose che la Bibbia ritiene peccato. Si vede quindi costretto a fare una scelta: Rinunciare a tutto ciò che è peccato e dare la propria vita a Cristo; una strada piena di ostacoli e prove che inizialmente ti costerà, ma col tempo produrrà i sui frutti oppure abbandonare definitivamente la chiesa; la strada quindi più semplice, che apparentemente non ti costa nulla, ma che alla fine porta a sentieri di morte. Se il ragazzo ha vissuto solo un cristianesimo molto superficiale che non ha messo radici in lui, allora sarà più portato a prendere la strada che non gli costa, abbandonare la chiesa ed entrare nell’ateismo più completo. Io penso che il motivo principale per cui questo tipo di persone non credono è perché non vogliono credere. Non piace l’idea di dover rendere conto delle proprie azioni, dal momento che le loro azioni e modo di vivere solo opposte alla parola di Dio di conseguenza hanno paura di dover rinunciare a quelle cose a loro opinione sono fonte di felicità. Sono infatti attratte da una vita dissoluta e pensano che una vita cristiana sia noiosa e senza divertimenti e con molti limiti, perciò si auto convincono che Dio non esiste, in modo da poter fare ogni cosa sbagliata senza sensi di colpa e senza rendere conto a nessuno dopo la morte.

6) EVENTO TRAUMATICO

Un altro motivo per cui le persone perdono la fede è a seguito di un evento traumatico, come può essere la perdita di un caro, perdite finanziarie e ogni evento negativo che una persona erroneamente attribuisce la colpa a Dio. L’identikit di queste persone prima dell’evento traumatico è la stessa degli altri motivi per cui una persona perde la fede, ovvero vivere un cristianesimo in maniera superficiale, senza quasi mai pregare o andare a messa e avere una scarsa conoscenza delle scritture. Questo contribuisce a non essere pronti a superare la prova; invece di avere Dio come rifugio, si attribuisce la colpa a proprio a Lui e questo inizialmente genera un risentimento nei confronti di Dio. Inizia quindi a pensare: << Cosa ho fatto per meritarmi questo? >>, come se Dio prendesse piacere vedere soffrire le persone, quando invece è il primo a piangere per la sofferenza dell’uomo, lo si può vedere anche nell’episodio evangelico della morte di Lazzaro. Successivamente si passa alla seconda fase dove inizia a pensare che se Dio esistesse sarebbe buono e non mi avrebbe fatto questo. Inizia quindi ad avere una falsa immagine di un Dio malvagio e ingiusto. Il rancore verso Dio porta all’ateismo e all’odio di tutto quello che gli ricorda Dio, in primis la Chiesa. Un cristiano davanti a una persona con questa situazione dovrebbe cercare di distruggere quella falsa immagine di Dio e spiegargli tramite le scritture e la sua esperienze che Dio è buono e misericordioso.

7) PREGHIERE NON ESAUDITE

Per ultimo ci sono i casi delle persone che dichiarano di avere perso la fede perché secondo loro Dio non risponde alle loro preghiere, oppure hanno pregato per una cosa che non si è mai realizzata, senza però mai fare un serio percorso spirituale e successive ricerche bibliche per scoprire come pregare Dio e come adorarlo. Queste persone hanno passato tutto il tempo a cercare le benedizioni di Dio senza però cercare la Sua presenza. Se hai la presenza, hai anche le benedizioni.

TIPOLOGIE DI ATEISMI

L’ateismo è una posizione filosofica che nega l’esistenza di un Dio che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, nega l’esistenza dell’anima e di una vita dopo la morte sostenendo invece che dopo lo morte ci sia “il nulla”. La conseguenza di questa filosofia è che nessuno dovrà rendere conto di quello che ha commesso durante la vita sulla terra. Le persone che non credono pensano che non esistendo nessun Dio, non esiste neanche un codice morale da seguire stabilito da qualche creatore ed è quindi l’uomo che può decidere da se un suo standard di giustizia che cambierà a seconda della cultura popolare. Questo pensiero porta l’individuo a condurre una vita secondo la carne e quindi a inseguire i valori dell’io: individualismo, edonismo, egoismo, autoreferenzialità e altro ancora. Per l’ateo al posto di Dio c’è l’io infatti senza Dio è l’uomo che si erge a dio di se stesso.

TIPI DI ATEISMI

 Ho classificato diversi tipi di ateisti: Gli atei razionalisti, gli atei non razionalisti e gli agnostici.

1) ATEI RAZIONALISTI

 Nei primi l’ateismo è basato sulla razionalità scientifica. Qualunque cosa che non può essere dimostrata in maniera scientifica, non esiste, pertanto non bisogna crederci. Quindi secondo loro Dio non esiste perché non ci sono prove scientifiche della sua esistenza come c’è anche la negazione di ogni fenomeno soprannaturale. Dio non può essere dimostrato con strumenti tecnologici perché con essi puoi solo studiare la materia e Dio non è fatto di atomi essendo puro Spirito, per questo può solo essere cercato spiritualmente. Molti infatti dicono: Ma dove è Dio? Non lo vedo e non lo sento. Beh, non lo vedi e non lo senti perché sei cieco e sordo, per il fatto che non vuoi vedere e non vuoi sentire. Una delle tante cose che gli atei dicono che non potendo percepire Dio con almeno uno dei 5 sensi, non ci sono prove della sua esistenza. È come se un nato cieco dicesse che visto che non posso vedere la luce, allora la luce non esiste. Lo scienziato ateo Steven Hawking in un colloquio con papa Francesco continuò a sostenere il suo ateismo, ma mettendo anche in dubbio la sua limitata percezione del reale come impedimento a comprendere una sua eventuale esistenza. Anche da ateo è arrivato a una importante verità: Dio non si può percepire con i nostri 5 sensi naturali, ma puoi sentire la sua presenza solo spiritualmente, ma se il tuo spirito è morto allora non hai la capacità di sentirlo, ma questo non significa che non esiste. Diventare atei però apre a molte domande senza risposta, che gli atei provano a rispondere ma senza avere prove: Il senso della vita? Perché esistiamo? Com’è nato l’universo? Cosa c’è dopo la morte? Ogni risposta non è molto rassicurante. Molti dicono il nulla, ma che senso ha? Come puoi immaginarti il nulla? È una teoria che non puoi dimostrare scientificamente che dopo la morte non c’è nulla e se devi aspettare di morire per saperlo sarà troppo tardi. Lo scienziato Einstein disse: Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato. La scienza non può spiegare e investigare tutto, quindi nessuno può pretendere una prova scientifica per credere in Dio, al limite studiando la natura si posso arrivare a riconoscere i segni che portano ragionevolmente a prendere in considerazione la presenza di Dio. Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza lo avvicina. Le persone atee dicono che i credenti non hanno prova della vita dopo la morte, ma anche questo non è esatto, ci sono tante testimonianze di esperienze di “quasi morte”, ovvero persone che sono arrivate sul punto di morire, e sono di fatto morte per un certo tempo, qualcuno di minuti altri di ore, e dopo il risveglio raccontano cose analoghe: raccontano tutti che si sente l’anima uscire dal corpo come se fosse un abito usato, e continuano a vedere le cose che succedono intorno, tipo i medici che tentano di rianimare il corpo, poi si vede aprire un portare fatto di una luce bianca e si viene risucchiati da questo portale, si arriva nell’aldilà, e vengono accolte da Dio e dai propri cari defunti. Descrivono Dio come un’immensa luce gloriosa che non abbaglia gli occhi. A tutti viene detto che torneranno sulla terra e li viene lasciato un messaggio personale che cambia da persona a persona. Tutti dicono che chi arriva lì non vuole più andare via perché la pace che si prova è indescrivibile, poi dopo si fa ritorno al proprio corpo e si ricorda tutto. Ora, qualcuno può dire che si trattano solo di sogni, ma questo non è possibile perché in quel momento il cervello è morto e le attività celebrali sono completamente cessate, questo rende impossibile sognare. Un altro elemento è che in molti casi queste persone ricordano anche i dialoghi delle persone attorno a loro quando era morta, anche in altre stanze e questo sarebbe impossibile farlo da morto. Questo è quello che avviene in un’esperienza di quasi morte, nel linguaggio tecnico si chiama esperienza NDE. Sono quindi testimonianze che dimostrano una vita dopo la morte naturale. Gli atei  razionalisti sostengono che la fede è in antitesi con la scienza; pensano che se una persona crede è soltanto perché da bambini qualche prete gli ha fatto il lavaggio del cervello, ma se nel corso degli anni studiasse scienza e analizzasse la Bibbia arriverebbe alla conclusione di non esiste alcun Dio. C’è un piccolo problema in questo pensiero: la maggior parte delle conversioni avviene in età adulta, dopo anni di vita atea, cercando Dio e studiando la Bibbia si è arrivati alla conversione.

2) ATEI NON RAZIONALISTI

 I non razionalisti sono quella categoria di persone che pur non credendo in Dio sono comunque aperti nel credere in alcune cose che non hanno base scientifica, ad esempio l’astrologia, gli oggetti portafortuna o alcuni fenomeni paranormali. Alcuni cercano di immaginarsi una vita dopo la morte, tipo una sorta di paradiso o la reincarnazione, però nessuno si immagina l’inferno, perché questo fa paura, è più bello credere che anche se si è malvagi dopo la morte si va comunque in una sorta di paradiso o chissà. È qui che così come succede da secoli l’uomo s’inventa la sua religione e il suo proprio Dio a suo piacimento. Il giusto sa che fine veramente faranno dopo la morte. La maggior parte delle persone che vanno all’inferno non credevano neanche che esisteva. Gli atei non razionalisti  non credendo in Dio sono aperti a credere a qualsiasi cosa e si affidano ad essi per i propri problemi. Un esempio diffuso sono le persone dedite agli oroscopi, agli oggetti porta fortuna, alla lettura delle carte, si affidano a volte a maghi e presunti guaritori che sapendo i trucchi del mestiere spillano alle vittime molti soldi, rimanendo così truffati per nulla, dopo di che fanno le vittime; ma se avessero confidato nel Signore anziché a dei ciarlatani non sarebbero stati truffati. Altri invece è possibile che vengano attratti dall’occultismo e lo spiritismo. Pur rimanendo atei è possibile che credano negli spiriti e nella possibilità di parlare con le anime defunte che sono finite chissà dove. Il tentare di parlare con i morti oltre essere una cosa impossibile poiché scritto anche nel libro del Deuteronomio 18,11-12 è anche pericoloso. Quello è territorio demoniaco e se sembra che effettivamente ci sia l’anima del defunto che parla, in realtà sono demoni e chi va a contatto con essi, rischiano di avere delle influenze negative nella propria vita fino ad arrivare anche alle possessioni. La fede quindi offre uno scudo a ogni pensiero o ideologia che non sono conformi alla fede e portano a una vita di problemi e di schiavitù.

3)  L’AGNOSTICISMO

Contrariamente a quello che si può pensare Dio, preferisce uno che sia contro di Lui piuttosto che uno che sia indifferente. Perché se uno è contro Dio; qualcosa può fare per convertirlo, ma se invece è indifferente, difficilmente si potrà convertire. C’è da tener presente che anche una persona che si dichiara indifferente a Dio è pur sempre contro Dio perché se non se con Lui sei contro di Lui, non puoi essere neutrale a Dio. Questo è il caso delle persone agnostiche, loro non negano apertamente l’esistenza di Dio e a volte potrebbero anche essere d’accordo con qualche principio del Vangelo, ma di fatto non cercano il Signore e sono totalmente indifferenti ad esso; sono quindi fuori dallo stato di grazia. Immaginiamoci una persona in alto mare che sta per affogare, a un certo punto arrivano due navi, una da destra e l’altra da sinistra. Sa però che una di queste navi c’è una bomba e appena salirà esploderà. L’agnostico è colui che pur di evitare di salire sulla nave sbagliata, rimane in mare e muore affogato. Quindi l’agnosticismo porta  nella stessa strada dell’ateismo. La differenza è che l’agnostico non preclude la possibilità di convertirsi in futuro se dovesse arrivare in un modo o l’altro a comprendere davvero la Bibbia, quindi rispetto a un ateo non chiude completamente le porte a Dio.