Ricorrono spesso sulla bocca di molte persone una certa tipologia di domande che iniziano sempre con le stesse parole: Se Dio è amore allora perché… Questo tipo di domande sono frequenti sia tra i sostenitori della teoria dell’antico astronauta e sia tra gli atei classici con l’obbiettivo di mostrare al credente come in realtà YHWH sia un Dio malvagio e non un Dio d’amore come dicono i teologi e di conseguenza tentare di far perdere fede a chi è soprattutto più debole e non ha un adeguata preparazione biblica o un’esperienza di fede intensa. Le domande si riferiscono al fatto che YHWH ordina di fare guerre e passare tutti a fil di spada come anche la legge di Mosè era a volte eccessivamente severa. Bisogna prima di tutto fare una riflessione su come dovrebbe essere un Dio d’amore per un non credente: Se per Dio d’amore si intente qualcuno che permette all’uomo di compiere ogni malvagità impunemente e sentirsi dire solamente “Ti amo!”, oppure qualcuno che deve essere sempre pronto a soddisfare ogni capriccio che viene dal cuore dell’uomo come una sorte di genio della lampada, ecco quello, anche se agli atei non dispiacerebbe, non è un Dio d’amore, ma solo una sorte di ridicolo babbo natale che si lascia prendere in giro dagli uomini che lui stesso ha creato. Bisogna tener conto anche della giustizia, che è l’altra faccia della medaglia. La giustizia comporta che il peccato deve essere punito. Ora riflettiamo sul perché Dio ci ha creato: l’unico motivo per cui ci ha creato è per dare gloria a Lui, vivere in pace e in amore con Dio e il prossimo. Se tu non stai vivendo per questo, non stai adempiendo lo scopo per cui sei stato creato. Dio avendo creato l’uomo, ha vita e morte su di lui e avrebbe il diritto di farlo morire al primissimo peccato della sua vita, se non lo fa, è perché Dio è anche un Dio d’amore, che non significa tollerare il peccato, ma darti del tempo affinché ti penti del tuo peccato e lo abbandoni. Ora, immaginiamoci di essere il padrone di una grande impresa che ama gli operai e dà a loro un buon salario, ma alcuni di loro si rifiutano di lavorare e passano il tempo tra chiacchere e caffè. Non è possibile far finta di nulla, anche perché non sarebbe giusto nei confronti degli altri operai che lavorano onestamente. Avresti tutti i diritti di licenziarli per insubordinazione, nessuno potrebbe dirti che sei stato cattivo a licenziarli. Ma mettiamo che vogliamo essere buoni, non vuoi licenziarli, perché significherebbe lasciarli senza stipendio, allora invii dei responsabili che gli ammoniscano affinché svolgano il lavoro per cui sono profumatamente pagati. Ma questi operai invece di ascoltare i responsabili li deridono e li cacciano via dal reparto. Inoltre si viene sapere che rubano gli attrezzi e danneggiano i macchinari. A questo punto chiunque per quanto vuole essere buono denuncerebbe questi operai li caccerebbe dall’azienda, nessuno potrebbe dire che sei cattivo a licenziare questi operai malvagi. Ma mettiamo che oltre ogni limite vogliamo essere ancora più buoni e per ammonirli mandi la massima autorità dopo ti te, tuo figlio affinché li ammonisca e svolgano il loro lavoro senza danneggiare l’azienda, ma questi operai umiliano tuo figlio, lo legano, lo picchiano e lo cacciano via. A questo punto non solo dovranno essere licenziati, ma anche andare i carcere. Sarebbe più malvagio lasciar fare a questi operai quello che vogliono che punirli perché danneggia l’intera azienda. Ecco, allo stesso modo Dio ha fatto con Israele e l’intera l’umanità. Gli ha dato la vita e ogni dono ma l’uomo ha rifiutato i comandamenti di Dio. Ha inviato profeti per ammonirli e sono stati perseguitati e uccisi, infine ha mandato suo figlio Gesù ed è stato crocifisso. Ma quelli che credono in lui e accettano i comandamenti sono figli di Dio. Dio fa di tutto per andare incontro all’uomo ma se l’uomo non fa un passo in avanti verso di Lui non può far nulla e bisognerà affrontare la giusta ira di Dio. In conclusione perché ci sono tutte queste guerre nella Bibbia? Molte sono guerre di difesa, altre sono violenze non autorizzate da Dio, ma le guerre per la conquista della terra promessa sono state fatte a causa della estrema malvagità dei popoli che ci abitavano, da come documentato in precedenza avevano dei culti satanici con tanto di sacrifici umani e prostituzione sacra che avrebbe reso impossibile la convivenza pacifica con gli israeliti. Se fossero stati delle popolazioni pacifiche e civili non ci sarebbe stato nessun problema di convivenza. La malvagità di questi popoli era talmente grande che paradossalmente era più crudele per l’umanità lasciarli in vita, nessuno può dire che erano delle popolazioni inermi e innocenti. Quando è avvenuto lo sbarco degli americani in Normandia, durante la seconda guerra mondiale, nessuno ha detto: <<Come sono stati cattivi gli americani a uccidere i poveri nazisti innocenti>> oppure quando di recente i russi hanno attaccato i terroristi dell’ISIS in Siria nessuno ha avuto pena per loro. Quindi accusare Dio di malvagità è solo pura ipocrisia. In Genesi capitolo 15, Dio promette la terra promessa ad Abramo, ma dice anche che la riceveranno di fatto solo alla quarta generazione perché l’iniquità degli Amorrei non ha ancora raggiunto il colmo. (16). Questo significa che Dio prima di prendere provvedimenti su una popolazione, deve raggiungere un tale livello di malvagità da esserne ricolma. Meriterebbe di essere punita molto prima, ma Dio è lento all’ira e grande in amore e tutto quello che si può salvare, lo salva.
Categoria: Il Dio d’israele YHWH
LA STELE DI MESHA
La stele di Mesha è un importante reperto archeologico all’interno della cosiddetta “archeologia biblica”; si tratta di una pietra in basalto nero rinvenuto nel 1868 da un missionario alsaziano nel luogo dove anticamente era presente la piccola nazione di Moab ai confini di Israele spesso citata nella Bibbia. Fu sempre nemica di Israele anche se non comportava un grosso pericolo per essa in quanto nazione molto piccola, ma nei momenti in cui Israele era in difficoltà ne approfittava per invaderne il territorio e saccheggiare quello che potevano. La stele rinvenuta è in lingua in moabbita, molto simile all’ebraico ma scritta in alfabeto fenicio, narra di alcune vicende presenti anche nella Bibbia, nel terzo capitolo del libro dei re. Inoltre cita anche gli stessi luoghi geografici. Siamo dunque davanti a una prova archeologica di straordinaria importanza che di fatto conferma la Bibbia e dimostra con non sono solo favolette inventate come sostengono molti atei. Biglino scrive diverse pagine riguardo questa stele custodita al museo del Lourdes, ma lo fa in maniera travisata per arrivare alla sua conclusione che il dio che adoravano i moabiti, detto kemosh era del tutto simile a YHWH. Ora andremo ad analizzare questi punti: Nella riga 4 della stele, il re Mesha afferma che kemosh lo salvò da tutti i re e gli concesse trionfo nei confronti dei suoi avversari. Nella riga 5 invece dice che nei momenti in cui Moab è sottomesso da Israele è perché kemosh è adirato contro di lui. Biglino fa notate che anche nella Bibbia gli israeliti dicono le stesse cose di YHWH quindi i due ELOHIM sono del tutto paritetici. Prima di rispondere a questo quesito è importante aver fatto prima un analisi su chi sono gli dèi pagani. Da come hanno analizzato negli articoli precedenti sono nient’altro che statue che non potevano assolutamente aiutare a vincere una guerra. I re pagani insieme ai suoi consiglieri e i sacerdoti di culto interpretavano gli avvenimenti storici come se il loro falso dio avesse influito su quel evento, ma si trattava solo di loro interpretazioni. Anche gli aztechi, anch’essi politeisti davano una loro interpretazione ai fenomeni, ad esempio il tramonto particolarmente rosso lo vedevano come se una delle loro divinità avesse sete di sangue umano e dovessero quindi soddisfarlo con sacrifici umani. Da come vuole supporre Biglino, quando un ELOHIM era in pace con il suo popolo combatteva le guerre con loro e vincevano, quando invece era adirato contro il suo popolo, non lo soccorreva in caso di guerra e perdeva. Se invece i 2 ELOHIM erano entrambi in pace con i propri popoli chi vinceva? Così anche se erano adirati entrambi contro i rispettivi popoli, anche in quel caso che vinceva? Questo ragionamento si contraddice da solo. In re 20,23 c’è un episodio dove gli aramei delusi da una sconfitta militare contro Israele decidono di riprovarci l’anno successivo facendo questo ragionamento: <<Il loro Dio è un Dio dei monti; per questo ci sono stati superiori; forse se li attaccassimo in pianura, saremmo superiori a loro>>. L’espressione “dio dei monti” rispecchia la mentalità politeista dei popoli pagani, dove si pensava a un dio che era bravo a combattere in montagna o in pianura e proteggevano un popolo soltanto sul territorio da esso occupato. Il re arameo l’anno successivo dopo avere creato un grande esercito tentò nuovamente di avere la rivincita basandosi su ragionamenti completamente sbagliati. Israele ha disposizione solo due piccoli contingenti, ma la Bibbia parla di un uomo di Dio che va dal re e dice: “Così dice il Signore: Poiché gli Aramei hanno affermato: Il Signore è Dio dei monti e non Dio delle valli, io metterò in tuo potere tutta questa moltitudine immensa; così saprai che io sono il Signore”. Israele contro ogni probabilità vince ancora una volta poiché gli aramei hanno ragionato come se YHWH seguisse le logiche delle altre divinità, e hanno deciso di sfidarlo. Chi sfida Dio non può mai averla vinta. L’espressione: “così saprai che io sono il Signore” è una frase che si ripete più volte nella Bibbia e va a sottolineare l’unicità e l’onnipotenza di YHWH di fronte un pantheon di false divinità fatte di pietra o legno. Nelle righe 9 e 32 della stele afferma che kemosh dimorava in mezzo al popolo nei territori che occupava. Parallelamente anche la Bibbia afferma questo riguardo a YHWH, e questa è un’altra prova di come i due ELOHIM fossero simili. Quando il re mesha fa scrivere nella stele che kemosh abita in mezzo a loro significa semplicemente che la statua di kemosh che per loro era un dio, era posizionata all’interno del tempio pagano; tutto qui, non si parla di un individuo in carne ed ossa che comanda. La presenza di YHWH nel popolo d’Israele era dato dall’arca dell’alleanza, segno concreto del patto eterno tra Dio e il suo popolo; concreto perché Dio non si può vedere con gli occhi carnali.
INCONTRI E SCONTRI 4/4:
Il libro dell’esodo narra come YHWH servendosi di Mosè come profeta fece uscire gli israeliti dalla condizione di schiavitù per andare verso la terra di Caanan. In particolare c’è una scena nel capitolo 7 dove il faraone chiede a Mosè un prodigio in suo sostegno e Mosè su suggerimento di Dio fa cadere un bastone che si trasformò in serpente. Questo è il primo piccolo prodigio che assiste il faraone, ma non si meraviglia affatto, infatti chiama a sé maghi, incantatori e sapienti d’Egitto che riescono a fare la stessa cosa. Successivamente Mosè sotto la potenza di YHWH come piaga per convincere il faraone a farli partire colpì l’Egitto con le rane; anche in questo caso anche i maghi d’Egitto riuscirono a fare la stessa cosa. Quei cosiddetti maghi erano una sorte di satanisti, non avevano nessun potere loro, ma riuscivano a sottomettere i demoni per fare dei prodigi. Anche i demoni hanno una certa potenza, gli esorcisti cattolici ne sanno qualcosa in quanto si occupano esclusivamente di questo servizio. Gli esorcisti con esperienza parlano di una tipologia di fenomeni chiamati gli “agglomerati maledici”. Sono degli oggetti che compaiono nei luoghi di forte presenza demoniaca, possono essere: grovigli di capelli, chiodi, ossi e persino animali vivi. Raccontano perfino di trovare un serpente nel materasso di una persona in corso di esorcismo che per molto tempo aveva disturbi e terribili incubi notturni. Nessuno fu in grado di dare una spiegazione razionale su come poteva essere finito li e come avrebbe potuto sopravvivere. Per questo i magi d’Egitto furano in grado di compiere prodigi e per un po’ riuscirono a star dietro a YHWH, ma più avanti anche loro furono costretti ad ammettere la loro inferiorità in Esodo 8,15 dicendo: E il dito di Dio. I demoni possono prodigarsi fino a un certo punto ma non possono competere contro YHWH creatore dei cieli e della terra. Oltre a questo YHWH riversò sull’Egitto le piaghe e altri prodigi come il passaggio nel mar Rosso e durante tutto questo periodo gli egiziani, anche se non scritto nella Bibbia sicuramente pregarono i loro dei affinchè le piaghe finissero, ma gli dèi d’Egitto non poterono far nulla contro i prodigi Dio onnipotente contrariamente da come afferma la paleastronautica che asserisce che YHWH aveva solo il Sinai come territorio e non poteva fare nulla contro l’Egitto in quanto occupato da altri ELOHIM, ma da come abbiamo dimostrato non erano altro che una nullità nei confronti di YHWH.
INCONTRI E SCONTRI 3/4:
Questo episodio lo troviamo in Isaia 37. Siamo nel periodo dove l’impero assiro domina il Medioriente, Sono numerosi i regni che sono caduti d’innanzi a Sennàcherim (705-681) re d’Assiria. Il regno d’Israele è già stato sconfitto, come conseguenza della sua idolatria; rimane solo il regno di Giuda, composto unicamente dalla tribù di Giuda e Beniamino e governato da Ezechia, un re timorato di Dio. Il re d’Assiria iniziò a prendere di mira anche il regno di Giuda inviando alle porte di Gerusalemme dei messaggeri del re d’Assiria che disse a gran voce:<<Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani del re d’Assiria>>. In questo messaggio si invita Ezechia ad arrendersi senza combattere in quanto non avrebbe nessuna speranza di vittoria di fronte al potente esercito assiro. Viene stilata una lista di regni caduti sotto l’esercito assiro e così anche i loro dèi sono stati distrutti e non hanno potuto fare niente per difenderli; così anche il tuo Dio in cui confidi (YHWH) non resisterà all’esercito assiro. La resa di Ezechia avrebbe comportato oltre all’annessione all’imperio assiro anche la soppressione del culto di YHWH in favore agli dèi assiri. Ezechia andò nel tempio con la lettera in mano e pregò così:<<Signore degli eserciti, Dio d’Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. È vero, Signore, i re d’Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d’uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo sei il Signore”>> (Isaia 37-17-20). In questa risposta si ribadisce l’unicità di YHWH come unico vero Dio, creatore del cielo e della terra, inoltre comprensibilmente si fa notare la facilità che ha avuto l’esercito assiro a distruggere gli dèi pagani, essendo solo degli inutili pezzi di pietra, ma l’errore che compie il re d’Assiria è trattare YHWH come se fosse un normale dio pagano, per questo si permette di insultarlo ma sarà l’esercito assiro ad essere sconfitto tramite un angelo di Dio. Il re d’Assiria invece venne assassinato dai sui stessi figli.
INCONTRI E SCONTRI 2/4:
Baal era il principale degli dèi pagani adorati nel pantheon mediorientale e più volte nella storia d’Israele anche gli ebrei stoltamente adorarono questo falso dio pagano. In Giudici 6 troviamo come gli antichi ebrei fecero ciò che è male agli occhi di Dio adorando Baal, ma allo stesso tempo i Medianiti saltuariamente invadevano il territorio d’Israele per saccheggiarlo, anche in questo caso Dio permise tutto ciò in conseguenza del loro peccato. Il popolo d’Israele gridò al Signore che chiamò Gedeone come profeta per liberare il popolo d’Israele dalla mano dei nemici. Come prima cosa Israele doveva liberarsi della sua idolatria, quindi Dio ordina a Gedeone di distruggere l’altare dedicato a Baal e suo palo sacro e al suo posto costruire un altare per YHWH e offrire degli olocausti usando il legno del palo sacro di baal. Nonostante il rischio di attirarsi su di sé l’ira della sua famiglia e dei suoi connazionali, durante la notte, fece quello che il Signore aveva ordinato. Questo è anche un esempio per i cristiani di oggi come bisogna temere più il Signore che gli uomini. Il mattino seguente gli israeliti videro che l’altare di Baal era stato distrutto e scoprirono che era stato Gedeone a fare tutto ciò e si adirarono a tal punto dal volerlo uccidere. Ma il padre di Gedeone intervenne dicendo: << Volete voi difendere la causa di Baal e venirgli in aiuto? Se egli è davvero un dio difenda da sé la sua causa, per il fatto che ha demolito il suo altare >>. Baal non ha potuto difendere la sua causa e non poté fare nulla contro Gedeone perché questo Baal non era nient’altro che una nullità. Che sia una semplice statua e che ci sia dietro un demone poco importa davanti a chi fa la volontà di Dio non può far nulla. Un secondo episodio dove compare di nuovo Baal lo troviamo in 1Re,18. Siamo del periodo in cui Israele era una monarchia governata da Re acab, dotato di una personalità debole e sua moglie di origini fenicie Gezabele, (869-850 circa A.C.) una personalità forte e arrogante, descritta come una regina crudele e ingiusta. Fu di fatto lei veramente a governare, volle incentrare la 133 sua politica nel imporre il culto di Baal a discapito di YHWH costruendo diversi santuari e reclutando diversi ministri di culto in onore a Baal e perseguitando i profeti di YHWH. In quel tempo visse il profeta Elia che denunciò a gran voce lo scandalo che stava avvenendo nella terra d’Israele, ma gli Israeliti non gli diedero ascolto e supinamente accettarono la politica religiosa di Gezabele. Elia così profetizzò che né pioggia e né rugiada caddero più in terra d’Israele e fu così che iniziò una terribile carestia. Ci fu un incontro tra Elia e Acab, e quest’ultimo gli disse: << Sei tu che stai mandando in rovina Israele?>> Elia rispose:
Non sono io a mandare in rovina Israele,
ma piuttosto tu e la tua amministrazione che avete abbandonato YHWH per
adorare Baal.
Il popolo in questi anni di politica in favore a Baal reagirono con l’adorare un po’ Baal e un po’ YHWH. Quello che sta dicendo Elia è di valutare chi è il vero Dio e adorare solo lui a tutti i costi. Questo vale ancora nel giorni nostri: Non essere un mezzo cuore che adora Dio ma poi pecca deliberatamente, vivi in maniera coerente con la tua fede. Elia invitò i profeti di Baal a iniziare per primo a invocare il loro dio affinché accendesse il fuoco. Invocarono Baal per tutta la mattinata tramite rituali danzanti, gridando: Baal rispondici! Ma non successe nulla. Arrivati a mezzogiorno Elia inizia a prenderli in giro dicendo: << Gridate a gran voce perché è un dio! È occupato, in viaggio o in affari, forse dorme ma si sveglierà>> Questa è una della parti più comiche della Bibbia. I profeti di Baal invocarono il loro dio con maggiore enfasi fino ad arrivare a pratiche di 134 autolesionismo con spade e lance, ma non vi fu nessuna risposta. Da notare che i profeti di Baal invocano il loro dio come si invoca uno spirito, infatti non è mai descritto come un essere in carne ed ossa che possiede tecnologie fantascientifiche, quello glielo lasciamo agli “liberi pensatori”. A questo punto è il turno di Elia ma prima di invocare il Signore costruì sotto l’altare un canaletto e fece gettare numerose anfore d’acqua sull’altare fino a riempire tutto d’acqua compreso il canaletto. Qualcuno sicuramente pensò come è possibile che si possa accende il fuoco se tutto l’altare è bagnato fradicio. Elia fece ciò per dimostrare che per Dio onnipotente nulla è impossibile, poi non si sa mai, metti che millenni dopo qualcuno, che fa di tutto per negare l’esistenza di Dio gli venga in mente di dire che si è trattato di una combustione spontanea. A questo punto Elia invocò il Signore dicendo:
Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, oggi si sappia che
sei Dio in Israele e che io sono il tuo servo. Rispondi Signore, che il popolo
sappia che converti il loro cuore
Cadde il fuoco dal cielo (fulmini) che colpirono l’altare prosciugando tutta l’acqua e consumando l’olocausto, dimostrando ancora una volta l’onnipotenza di YHWH che interviene con potenza alla prima invocazione davanti alla nullità degli dèi pagani che non danno nessun segno di vita nonostante ore di invocazioni.
INCONTRI E SCONTRI 1/4:
Questo episodio della Bibbia lo si può leggere nel primo libro di Samuele ai capitoli dal 4 al 6. È in corso una guerra tra Israele e i filistei, nazione situata nell’attuale striscia di Gaza e spesso in contrasto con Israele. Siamo nel periodo dove come sommo sacerdote c’è Elì e i suoi figli, come è stato detto in precedenza non vivevano secondo i comandamenti di Dio, inoltre anche tra il popolo era presente una parziale idolatria. La battaglia divampa ma Israele è in grosse difficoltà, viene sconfitto e 400 soldati vengono uccisi. Questo è la conseguenza del peccato d’Israele, infatti anche Mosè prima che entrassero nella terra promessa li avvertì che se avessero abbandonato il Signore avrebbero dovuto affrontare tragedie che sarebbero servite per correggere il loro comportamento. Gli anziani si chiedono del motivo di questa sconfitta, non comprendono che è per il loro peccato che sono stati sconfitti. Gli vengono in mente un idea, portare nel campo di battaglia l’arca dell’alleanza. Essa era la rappresentazione dell’alleanza di Dio con il popolo d’Israele. Era una cassa di legno rivestita d’oro contenete le tavole della legge, un vasetto di manna e il candelabro. Non era certo un trasformatore come vogliono far credere i soliti speculatori. Il problema è che non basta avere in campo l’arca della alleanza se nel cuore del popolo d’Israele è presente il peccato. È un po’ come se una persona sta subendo le conseguenze del suo peccato senza pentirsi e pensa di risolvere tutto mettendosi un crocifisso al collo. È la conversione del cuore che ti rende giusto davanti a Dio e non oggetto, per quanto sacro, ma usato come portafortuna. Fu così che l’arca della alleanza arrivò nell’accampamento dove risiedevano gli israeliti e lì elevò un grido talmente grande che arrivò agli orecchi dei filistei che risiedevano anch’essi in un accampamento non molto distante. I filistei si chiedono del significato di questo gran urlo dall’accampamento degli ebrei; vennero successivamente a sapere che si trattava dell’arca del Signore che era giunta nel loro accampamento. I filistei iniziarono ad aver timore di una sconfitta e dissero: <<Guai a noi, non è mai successo nulla del genere; chi ci libererà dalle mani di queste divinità così potenti? Queste divinità hanno colpito l’Egitto nel deserto>>. I filistei erano perfettamente consapevoli della potenza del Dio d’Israele, persino in quel epoca, 400 anni dopo l’esodo, la memoria di quello che YHWH fece all’Egitto era sempre stata viva. Il loro errore fu quello di pensare che l’arca dell’alleanza costituiva nell’esercito d’Israele un punto di forza decisivo avendo il loro Dio accanto. In realtà YHWH è onnipresente e l’esercito non ha per forza bisogno dell’arca per vincere ed è irrilevante se nel cuore degli israeliti è presente il peccato. Infatti avvenne che, dopo che il capo dell’esercito dei filistei esortò di non arrendersi e nonostante tutto, combattere con tutte le loro forze per non rischiare di essere sconfitti, divampò nuovamente la battaglia con la vittoria dei filistei. Dalla parte dell’esercito d’Israele caddero i figli di Elì e 30000 fanti, inoltre l’arca rimasta incustodita a fronte delle grandi perdite fu presa dai filistei come trofeo di guerra e portata nel tempio del loro dio Dagon ad Ashdod e la collocarono vicino a Dagon. A questo punto posso fare due considerazioni: Come prima cosa la Bibbia descrive il dio dei filistei Dagon come una semplice statua collocata nel tempio pagano e quella viene considerata un dio a tutti gli effetti; non è affatto descritto come un alieno in carne e ossa come sostengono i “liberi pensatori”. Come seconda cosa i filistei impressi nella loro cultura pagana si sono illusi che nonostante la fama della potenza di YHWH, essendo loro vincitori della battaglia, il loro dio era comunque più forte di YHWH, ma come sta scritto i Deuteronomio 32,27: Non si ingannino il loro avversari; non dicano: La nostra mano ha vinto, non è il Signore che ha operato tutto questo! Sono un popolo insensato e in essi non c’è intelligenza: Se fossero saggi, capirebbero, rifletterebbero sulla loro fine. Se gli israeliti vengono sconfitti non è per la potenza dei nemici e del loro falso dio di pietra, ma è il Signore che ha consegnato Israele nella mani dei loro nemici a causa del loro peccato. Da quando l’arca del Signore entrò nel tempio di Dagon iniziarono a succedere fatti strani per disilludere i filistei riguardo la loro potenza. Il mattino del primo giorno ritrovarono Dagon caduto con la faccia a terra. I filistei rimisero Dagon al suo posto. Il giorno seguente ritrovarono nuovamente Dagon a terra con testa e mani frantumate. Si può notare come questo Dagon considerato dai filistei come dio non sia neppure in grado di alzarsi da solo. La Bibbia parla come la mano del Signore fu pesante contro i filistei di quella città, comparvero in mezzo al popolo delle malattie simili alla peste bubbonica. A quel punto i filistei dissero: <<Non rimanga con noi l’arca del Dio d’Israele, perché la sua mano è dura contro di noi e contro Dagon, nostro dio. Questa dichiarazione è la prova di come YHWH può avere un influenza anche fuori dai confini d’Israele e il loro dio di pietra non può fare nulla per fermare la potenza di YHWH sul popolo dei filistei e viene anch’esso frantumato per mostrare ai filistei la sua totale nullità. L’arca venne trasferita in una altra città, ma accaddero anche lì le stesse cose, così venne di nuovo trasferita in un’altra città ancora, ma al suo arrivo i cittadini protestarono per il timore che anche in quella città pesasse la mano del Signore. Si riunirono così i principi del filistei che interrogarono gli anziani per decidere cosa fare dell’arca del Signore, in quanto dovunque veniva collocata le piaghe colpivano la popolazione di quel luogo. Decisero che l’unica soluzione era quella di riportarla in Israele. Fecero un carro e misero l’arca sopra insieme ad altri oggetti d’oro come tributo di riparazione. Inoltre gli anziani dissero: <<Perché ostinarvi come si sono ostinati gli egiziane e il faraone>> Esortò persino a dare gloria al Dio d’Israele. I filistei prendendo atto della loro impotenza di fronte a YHWH ritennero non saggio imitare l’atteggiamento testardo del faraone e degli egiziani che più cercarono di contrastare YHWH e più ricevettero umiliazioni. Non rimase loro che umiliarsi davanti a YHWH dando gloria a Lui e rimandando l’arca in Israele insieme ad oggetti d’oro a forma di bubboni. Attaccarono il carro a due mucche e li lasciarono andare; se il carro sarebbe andato verso la prima città ebrea significherà che è stato YHWH a colpirci altrimenti tutte queste sventure sono accadute per caso. Il fatto che il carro andò proprio verso la prima città d’Israele fu la prova che fu YHWH a umiliare i filistei fino ad arrivare a costringerli ad umiliarsi e dare gloria a Lui.
DIFFERENZE DI CULTO TRA YHWH E GLI DEI PAGANI
In questa parte vedremo le differenze tra il culto che gli ebrei rivolgevano a YHWH e il culto che i popoli pagani vicini ad Israele rivolgevano alle loro divinità. L’obbiettivo è sfatare quel mito predicato dai fan della paleastronutica e dall’ateismo anticlericale dove sostengono la mancanza di differenza tra i culti delle religioni pagane e l’ebraismo. Ho analizzato tre grandi differenze che dimostra come l’ebraismo, il suo culto, il modo in cui vuole essere adorato, i suoi principi, sono qualcosa di veramente unico e talvolta diametralmente opposto in tutto il medio oriente e in tutto il mondo, questa può essere una dimostrazione come la Bibbia vada al di là di un opera di origine umana.
- IDOLATRIA
PAGANESIMO:
Come già detto in precedenza i pagani adoravano le statue, ma tra un popolo e l’altro non c’era nessuna differenza; quello che cambiava era il nome della divinità e la forma della statua. Potevano adorare non solo la divinità nazionale ma anche altre divinità straniere, non c’era nessun problema, i demoni non sono gelosi tra di loro.
YHWH:
Per gli ebrei l’idolatria era assolutamente proibita, considerandolo il peccato più grave che potevano commettere. Lo troviamo in Esodo 20,3-4 non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Il motivo lo troviamo in Deuteronomio 4,13-19: Poiché dunque non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull’Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita. Dio è trascendente non un essere visibile in carne e ossa, per questo motivo che non è possibile raffigurare Dio con una statua. Tramite Mosè Dio si è manifestato con una voce, per quello che nel vangelo di Giovanni troviamo scritto che “il verbo si è fatto carne” riferito alla voce di Dio predicata da Gesù Cristo. Durante la storia di Israele, il popolo più volte commette peccato di idolatria verso divinità pagane, questo perché influenzati negativamente dai popoli circostanti, sedotti da usanze e credenze sbagliate. Certamente non si presentavano fisicamente davanti agli alieni ELOHIM per chiedere favori come sostiene Biglino. Tra l’altro, parlando di questo argomento Biglino nelle conferenze parla di come il cattolicesimo sia un culto idolatrico, in quanto nelle chiese sono presenti le statue della madonna o dei santi. Questo viene anche condiviso dalle denominazioni protestanti. Le statue nelle chiese cattoliche non hanno nulla a che fare con l’idolatria dell’antico testamento in quanto nell’antichità si adoravano le statue considerando esse degli dèi, nel cattolicesimo si sa benissimo che quelle statue sono fatti di materia e non sono degli dèi piuttosto semplici rappresentazioni artistiche di Gesù, Maria e i santi. Se i cattolici adorassero le statue in quanto dèi, allora li si che sarebbe idolatria, cosa che invece non accade.
- SACRIFICI.
PAGANESIMO:
ANIMALI:
È noto come tutti i popoli pagani adorassero divinità che comportava la pratica di sacrifici animali. Lo scopo era oltre ad onorare la divinità, chiedere ad essa qualsiasi cosa, come la prosperità materiale e altre benedizioni per se stessi. I satanisti oggi giorno praticano la stessa cosa: nelle messe nere di un certo rilievo vengono usati degli animali che dopo essere sgozzati vengono bruciati nel fuoco e gli scopi sono gli stessi dei popoli pagani: prosperità materiare, piacere carnale e perfino una eventuale maledizione per colpire qualcuno che lo ritengono nemico. Il sacrificio serve perché secondo i satanisti è un modo per consegnarti nelle mani dei demoni in modo che abbiano l’autorità spirituale per esaudire la richiesta e allo stesso tempo genera una potenza che i demoni possono utilizzare a tuo favore. Questo modo di ricevere qualcosa in modo soprannaturale senza chiedere a Dio funziona, altrimenti avrebbero smesso già da molto tempo e lo si può vedere nelle testimonianze delle persone che sono riuscite a uscire dal giro. L’uomo viene tentato nel chiedere ai demoni perché ritengono che possano date quello che Dio non può dare: soldi, piaceri egoistici e maledizioni. C’è da dire che prima di tutto i demoni non sono onnipotenti, quindi non è detto che veramente abbiano la possibilità di soddisfare le richieste e anche se lo facessero sarebbero da pagare a caro prezzo. Se i demoni lo fanno è per assicurarsi di ridurre quest’anima alla totale schiavitù e portarlo l’inferno dopo la morte. Gli ex satanisti che vogliono tornare a Dio hanno molti problemi nel farlo, soprattutto chi ha il loro cuore non così puro, satana non ti lascia andare via tanto facilmente.
UMANI:
I popoli pagani compivano anche i sacrifici umani. C’era in particolare una divinità pagana a cui si rivolgevano per questi tipi di sacrifici: Moloch, ritenuto dai Cananei un dio, la sua sede di culto era la valle della Geenna, alla base del monte Sion su cui sorgeva il primo nucleo di Gerusalemme. Gli venivano tributati sacrifici umani di bambini, che dopo essere stati sgozzati, erano bruciati in olocausto in un fuoco tenuto costantemente acceso in suo onore. Col tempo Moloch divenne il nome del rituale durante il quale venivano bruciati bambini in nome anche ad altre divinità soprattutto i figli primogeniti. Questa pratica si diffuse in tutto il medio oriente. Israele era circondato da queste popolazioni. Secondo i rabbini, i cartaginesi, una popolazione che discende dai fenici (attuale libano) avrebbero compiuto questi sacrifici collocando dei bambini nelle mani di questa grande statua metallica con la testa di un toro, posta in santuari chiamati tofet, e da vivi avrebbero acceso il fuoco fino a consumarli completamente mentre il rullo dei tamburi avrebbe impedito di udire le loro strazianti grida di dolore. I satanisti oggi giorno praticano la stessa cosa solo con una modalità un po’ diversa. Non potendo fare sacrifici di bambini essendo considerato un reato di omicidio attuano il loro sacrificio con un feto abortito a pochi mesi dalla nascita con la complicità di una donna satanista che si presta a questo rituale. Un medico abortista facente sempre parte della setta applica l’aborto e a volte alcune sataniste si mettono a mangiare il feto, quello che resta viene consumato dal fuoco. In questo modo si possono fare sacrifici umani aggirando la legge umana di alcune zone degli USA secondo la quale finché non avviene il parto, il feto non è considerato un bambino. Vengono applicati i sacrifici umani perché considerati molto più potenti dei sacrifici animali. Questa è solo una legge umana, per Dio che sia un feto o un bambino appena nato non fa nessuna differenza. Quando fu eletto il presidente Trump negli USA, essendo considerato un prolife ha acceso un senso di ansia tra i satanisti americani. In un articolo sulla stampa, un gruppo di satanisti si dissero preoccupati dal fatto che Trump potesse limitare gli aborti, considerati per loro dei riti sacri.
YHWH:
ANIMALI:
Anche gli ebrei facevano sacrifici animali, ma in maniera completamente diversa dai pagani. C’erano diversi tipi di sacrifici: Le offerte spontanee come riconoscimento che ogni cosa viene da Dio (Numeri 29,39). I sacrifici durante le festività per indicare che anche quelle vengono da Dio. I sacrifici per il peccato per riconciliarsi con Dio nel caso qualcuno inavvertitamente, ovvero per negligenza o superficialità avesse peccato per errore riguardo a cose consacrate al Signore, o avesse fatto senza saperlo una cosa vietata, o avesse commesso infedeltà verso il Signore per atti deliberati nei confronti del prossimo, quali il furto, l’inganno e l’estorsione. In ogni caso per tutti i sacrifici era necessario presentarsi con l’offerta a cuore puro e pentito per aver commesso un eventuale peccato. Anche Gesù ne parla quando dice che prima di presentare un offerta a Dio bisogna prima riconciliarsi con il proprio fratello (Matteo 5,23) perché l’obbedienza è più importante del sacrificio (1Samuele 15,22). I sacrifici da come vengono descritti nella Torà avevano senso in un contesto dove gli ebrei amavano Dio e la sua giustizia con tutto il cuore, di conseguenza anche il prossimo tuo come te stesso. Senza opere di giustizia i sacrifici non avevano alcun senso, era solo pura ipocrisia. Questo lo si può leggere in due versetti dell’antico testamento di cui riporto qui sotto: Isaia 1,11-17 e in Amos 5,22-24. Anche nel nuovo testamento i farisei adoperano un medesimo atteggiamento nei confronti di Dio.
«Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero?
– dice il Signore.
Sono sazio degli olocausti di montoni
e del grasso di pingui vitelli.
Il sangue di tori e di agnelli e di capri
io non lo gradisco.(11)
Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano,
difendete la causa della vedova».(16-17)
Amos 5,22-24
anche se voi mi offrite olocausti,
io non gradisco le vostre offerte,
e le vittime grasse come pacificazione
io non le guardo.
Lontano da me il frastuono dei vostri canti:
il suono delle vostre arpe non posso sentirlo!
Piuttosto come le acque scorra il diritto.
Da questi versetti si può notare l’abissale differenza dei sacrifici pagani, basati unicamente sulla superstizione, con i sacrifici nel giudaismo basati nel onorare Dio e nel perdono dei peccati, un concetto estraneo nel mondo pagano in quanto totalmente carente di principi morali, come giudicare con giustizia, proteggere i deboli e le norme riguardo la purezza sessuale. Anche Gesù nel nuovo testamento parla dei 2 più grandi precetti che stanno alla base della torà e dell’insegnamento dei profeti, molto più importanti dei sacrifici: ama Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte la forze (Deuteronomio 6,4) e nei confronti del prossimo la semplice regola: amare il prossimo tuo come te stesso (Levitico 19,18). I sacrifici non erano un mezzo per ottenere benedizioni materiali come facevano i pagani, perché le benedizioni sono un dono gratuito di Dio che elargisce a seconda della devozione e dell’obbedienza alla legge di Mosè. I sacrifici potevano solo coprire il peccato per questo come dice Genesi 22,8: Sarà Dio stesso a procurare un agnello per l’olocausto e così ha fatto, mandando Gesù sulla croce come olocausto per il perdono dei peccati per le persone che decidono di dare il suo cuore a lui e seguire i suoi insegnamenti; da qui si può vedere come il sacrifici fatti a YHWH erano solo una prefigura del sacrificio che Dio avrebbe eseguito in favore dell’uomo. In conclusione chi paragona i sacrifici animali dei pagani con i sacrifici animali nel giudaismo dicendo che erano uguali fa un ragionamento superficiale senza analizzare bene le scritture che parlano a riguardo.
YHWH:
UMANI:
Nel giudaismo a differenza da come dicono i “liberi pensatori” come Biglino, non si parla mai di sacrifici umani, anzi se ne parla in maniera negativa invitando gli israeliti e non imitare i popoli vicini che commettono queste atrocità. Lo si può leggere in maniera chiara ed esplicita in Deuteronomio 12,30-31: guardati bene dal lasciarti ingannare seguendo il loro (popoli pagani) esempio, dopo che saranno state distrutte davanti a te, e dal cercare i loro dèi, dicendo: «Come servivano i loro dèi queste nazioni? Voglio fare così anch’io». Non ti comporterai in tal modo riguardo al Signore, tuo Dio; perché esse facevano per i loro dèi ciò che è abominevole per il Signore e ciò che egli detesta: bruciavano nel fuoco perfino i loro figli e le loro figlie in onore dei loro dèi. Un altro riferimento lo troviamo in Geremia 7,31: Hanno costruito le alture di Tofet (santuari pagani) nella valle di Ben-Innòm, per bruciare nel fuoco i loro figli e le loro figlie, cosa che io non avevo mai comandato e che non avevo mai pensato. Qui Geremia parla di come il popolo di Israele è caduto talmente in basso da odorare divinità pagane invece del Signore, facendo addirittura sacrifici umani e sottolinea il fatto che nessun versetto della Torà permette o autorizza un sacrificio umano. Durante il regno di Giosia, un re molto devoto a YHWH fece distruggere tutti i santuari usati da quegli ebrei che si erano allontanati da YHWH: Giosia rese impuro il Tofet, che si trovava nella valle di Ben-Innòm, perché nessuno vi facesse passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco in onore di Moloch (2re 23,10). Sembra che sia sufficientemente chiaro che i sacrifici umani non erano ammessi, ma allora perché Biglino continua a dire che venivano praticati ugual modo ai popoli pagani? Per convincere le persone nei suoi libri cita questo versetto: Signore disse a Mosè: «Consacrami ogni essere che esce per primo dal seno materno tra gli Israeliti: ogni primogenito di uomini o di animali appartiene a me».(esodo 13,1), commentando che i primogeniti di ogni famiglia dovevano essere sacrificati a YHWH. Quando si dice che “appartiene a” parla di sacrificio, ma si “dimentica” di citare Numeri 18,15: Ogni essere che nasce per primo da ogni essere vivente, offerto al Signore, sia degli uomini sia degli animali, sarà tuo; però farai riscattare il primogenito dell’uomo. I primogeniti dei figli d’Israele dovevano essere riscattati attraverso pagamento di una cifra in denaro, di fatto non avveniva nessun sacrificio umano. Infatti anche Gesù che era primogenito fu riscattato (Luca 3,22-24). In realtà quel versetto lo cita, ma in un angolino, molte pagine prima sperando che il lettore non faccia il dovuto collegamento. Di fatto Biglino contraddice se stesso. Se poi alcuni israeliti hanno di fatto commesso sacrifici umani, lo hanno fatto violando gli insegnamenti di Dio nella Torà, non per niente Dio ha permesso l’esilio in Babilonia del popolo d’Israele.
- PROSTITUZIONE SACRA.
PAGANESIMO:
Un’altra caratteristica delle religioni pagane era la pratica della prostituzione sacra, un rituale che si svolgeva all’interno del tempio pagano e consisteva nel consumo di rapporti sessuali con queste prostitute consacrate al dio pagano dietro somma di denaro che andava rimpinguare il tesoretto del tempio. A differenza delle altre forme di prostituzione, chi consumava questi rapporti lo faceva anche come forma di adorazione al dio pagano di turno. I rapporti potevano avvenire anche sottoforma di orge, sia omosessuali che eterosessuali. Gli israeliti erano spesso tentati nel frequentare queste pratiche nei templi pagani, esattamente come i credenti di oggi sono tentati dalla pornografia e da una vita sessuale dissoluta. Un esempio lo troviamo in Numeri 22 dove un alto numero di israeliti commettono fornicazione con delle donne Moabbite. Il termine usato è LIZNUT לִזְנוֹת, indica chiaramente la prostituzione, dissolutezza e lussuria. Queste donne successivamente porta gli israeliti anche a commettere idolatria davanti a Baal. Per questo motivo gli israeliti trasgredendo il primo comandamento adoravano altri dèi pagani; le pratiche sessuali perverse erano un trampolino di lancio verso l’idolatria.
YHWH:
Nella Bibbia questa usanza era assolutamente vietata, Non era in nessun modo considerato un mezzo di adorazione verso YHWH, lo si può leggere in Deuteronomio 23, 17-18: Nessuna delle figlie di Israele deve essere una KADESHAH, (termine ebraico per indicare la prostituta sacra) né nessuno dei figli di Israele deve essere un KADESH (termine al maschile). Non porterai il noleggio di una prostituta o il salario di un cane nella casa del Signore il tuo Dio per ripagare un voto, entrambi questi sono un abominio per il Signore tuo Dio. Nonostante questo versetto è chiarissimo nel indicare la prostituzione sacra un abominio “i liberi pensatori” sostengono che anche nel giudaismo questa ritualità veniva praticata, in particolare Biglino parla di come nel primo libro di Samuele 2,22 i figli del sommo sacerdote Elì frequentavano prostitute nel tempio, aggiungendo inoltre un suo commento personale: <<Per la carità, facevano bene, non sono un moralista, però la chiesa non dica che la prostituzione va in contrasto con la Bibbia>>. In un intervista ha aggiunto che secondo lui le prostitute svolgono un servizio positivo nella società moderna, in questo modo gli uomini hanno modo di sfogarsi evitando che commettano abusi e stupri nei confronti di altre donne. Da un agnostico come Biglino sono parole di cui non c’è da stupirsi. In realtà leggendo l’intero capitolo si vede chiaramente come il comportamento di questi figli di Elì era riprovevole agli occhi di Dio e lo stesso padre li rimproverava ma loro non l’ascoltavano. Riguardo questa parte della Bibbia ne parleremo a breve. Quindi la Bibbia non consente affatto la prostituzione, anzi lo ritiene un abominio.
LE ORIGINI DEGLI DEI PAGANI
Nel articoli precedenti abbiamo analizzato alcuni attributi di Dio, il Dio d’Israele, la sua unicità, trascendente ed eternità. Ora, inizieremo ad analizzare le identità di questi presunti “altri dèi” che gli altri popoli adoravano:
- ELEMENTI NATURALI
I popoli pagani identificavano gli elementi e i fenomeni naturali come divinità, questo anche a causa dell’ignoranza scientifica dell’epoca di spiegare questi fenomeni. Questa tipologia di culto ne parla la Bibbia in Sapienza 13,1-9.
Davvero vani per natura tutti gli uomini
che vivevano nell’ignoranza di Dio,
e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è,
né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice.
Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce,
la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo
essi considerarono come dèi, reggitori del mondo.
Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi,pensino quanto è superiore il loro sovrano,
perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza.
In questo brano l’autore con ironia e sarcasmo parla della stoltezza di alcuni popoli nel adorare gli elementi naturali come il fuoco o il vento ed evidenza l’incapacità di questi popoli di riconoscere la loro qualità di creature e quindi dar gloria al creatore. Non a caso il Signore ha istruito il popolo di Israele, nel tempo dell’ignoranza con queste parole: Quando alzi gli occhi al cielo e vedi il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle (Deuteronomio 4,19). Era quindi considerato peccato adorare gli elementi naturali; lo ribadisce anche Deuteronomio 17,3: e che vada e serva altri dei e si prostri davanti a loro, davanti al sole o alla luna o a tutto l’esercito del cielo, contro il mio comando. Un altro riferimento lo troviamo anche in Giobbe 31,26-28: se vedendo il sole risplendere e la luna chiara avanzare, si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore e con la mano alla bocca ho mandato un bacio, anche questo sarebbe stato un delitto da tribunale, perché avrei rinnegato Dio che sta in alto. Sta dicendo che se avesse riconosciuto come divinità elementi come il sole o la luna e per onorarli li avesse mandato un bacio, quello sarebbe già stato un peccato grave, perché trasgredirebbe il primo comandamento: Non avrai altro Dio all’infuori di me! Per gli ebrei gli elementi naturali sono parte del creato che riflettono la gloria di Dio (Siracide 43).
2. STATUE
I popoli pagani erano soliti adorare statue fatte di legno, argilla, pietra o metallo come divinità. Di questa tipologia ne parla la Bibbia in Sapienza 13:
Infelici anche coloro le cui speranze sono in cose morte
e che chiamarono dèi le opere di mani d’uomo,
oro e argento, lavorati con arte,
e immagini di animali,
oppure una pietra inutile, opera di mano antica.
Più avanti ironizza riguardo questi culti evidenziando la loro nullità nonostante vengano dati attributi divini, la stoltezza di chi li adora senza rendersi conto che stanno pregando qualcosa di inferiore a lui, che non è in grado nemmeno di stare i piedi da solo.
Provvede perché non cada,
ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé;
infatti è solo un’immagine e ha bisogno di aiuto.
Quando prega per i suoi beni, per le nozze e per i figli,
non si vergogna di parlare a quell’oggetto inanimato,
e per la sua salute invoca un essere debole,
per la sua vita prega una cosa morta,
per un aiuto supplica un essere inetto,
per il suo viaggio uno che non può usare i suoi piedi;
per un guadagno, un lavoro e un successo negli affari,
chiede abilità a uno che è il più inabile con le mani.
Ancora prima, nel Deuteronomio 4,28 troviamo lo stesso modo di vedere gli dèi adorati dalle altre popolazioni:
Là servirete a dèi fatti da mano d’uomo, di legno e di pietra, i quali non vedono, non mangiano, non odorano.
In Genesi 31 troviamo l’episodio di Giacobbe che decide di tornare in terra di Caanan con mogli, figli e bestiame dopo che è vissuto per molti anni a casa di Labano. Rachele una delle mogli, senza che Giacobbe sapesse niente, prima di partire ruba degli idoli che suo padre Labano adorava e le nasconde nei bagagli. Labano saputo della loro partenza senza avvisare partì anche lui per raggiungerli. Quando raggiunse Giacobbe gli fece questa domanda:
Perché hai rubato i miei dèi? O come è scritto letteralmente in ebraico, i miei ELOHIM?[1] Ecco, quelli erano gli dèi che i popoli pagani adoravano, solo delle ridicole statuette, grandi o piccole poco importa. Sicuramente non esseri in carne e ossa. A volte erano delle vere e proprie truffe. Alcune persone dopo aver costruito una statua si improvvisavano sacerdoti di quel presunto Dio di pietra, li costruivano un tempietto e convincevano le persone a portare cibi di tutti i tipi nel tempio. I “sacerdoti” passando da un entrata segreta portavano via tutto il cibo per poi dire che è stata la divinità a mangiare tutto. Questo caso lo troviamo in Daniele 14 dove il re di Media Astiage chiede a Daniele il motivo per cui non adorasse il dio Bel e lui rispose: «Io non adoro idoli fatti da mani d’uomo, ma soltanto il Dio vivo che ha fatto il cielo e la terra e che ha potere su ogni essere vivente». «Non credi tu – aggiunse il re – che Bel sia un dio vivo? Non vedi quanto beve e mangia ogni giorno?». Rispose Daniele ridendo: «Non t’ingannare, o re: quell’idolo di dentro è d’argilla e di fuori è di bronzo e non ha mai mangiato né bevuto». Da qui parte la sfida di Daniele per smascherare la truffa dei sacerdoti. I pagani credevano che i loro dèi dipendessero dagli uomini per l’approvvigiamento del cibo. Portarono il cibo nel tempio, ma subito dopo Daniele fece cospargere di cenere il pavimento del tempio in presenza del re e chiuse la porta. Il giorno dopo videro che il cibo non c’era più, ma per terra erano presenti le orme di piedi dei sacerdoti che da un passaggio secondario erano venuti a portarsi via il cibo. Il re si vede costretto a riconosce che Daniele aveva ragione.
C’erano 2 tipi di statue; quelli a forma di animali o di uomini:
STATUE DI ANIMALI
Nella Bibbia c’è una lista degli idoli da non adorare dove vengono citate statue di animali: la figura di qualunque animale, la figura di un uccello che vola nei cieli, la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra; (Deuteronomio 4,17-18). Israele cade nel peccato di idolatria quando Mosè si assenta per un certo tempo e gli Israeliti fabbricano un vitello d’oro e lo adorano attribuendoli anche il merito della loro uscita dall’Egitto (Esodo 32). Questo episodio lo ricorda anche il salmo 106,19-20. Israele cade in questa idolatria anche durante la monarchia: In Ezechiele 8,9-10 Dio mostra al profeta come i sacerdoti del tempio in segreto adorassero anche idoli di animali illudendosi del fatto che nessuno poteva venirlo a sapere.
STATUE DI UOMINI
Anche questi compaiono nella lista degli idoli da non adorare: perché non vi corrompiate e non vi facciate l’immagine scolpita di qualche idolo, la figura di maschio o femmina, (Deuteronomio 4,16). In Sapienza 14 l’autore parla dell’origine di questo tipo di idolatria:
Un padre, consumato da un lutto prematuro,
avendo fatto un’immagine del figlio così presto rapito,
onorò come un dio un uomo appena morto
e ai suoi subalterni ordinò misteri e riti d’iniziazione;
col passare del tempo l’empia usanza si consolidò
e fu osservata come una legge.
Nel primo caso deriva dalla morte prematura di un figlio di una persona di un certo rilievo che per consolarsi, fa costruire una statua in suo onore e i suoi devoti subalterni iniziano ad adorarlo come un dio.
Anche per ordine dei sovrani
le immagini scolpite venivano fatte oggetto di culto;
alcuni uomini, non potendo onorarli di persona perché distanti,
avendo riprodotto le sembianze lontane,
fecero un’immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l’assente, come fosse presente.
Nel secondo caso troviamo i casi dove gli imperatori antichi si facevano adorare come degli dèi, si facevano costruire delle statue in loro onore e invitavano il popolo a prostrarsi e offrire sacrifici a questa statua. Un caso lo troviamo in Daniele 3 dove l’imperatore babilonese Nabucodonòsor invitò tutte le alte autorità delle province per adorare la statua eretta in suo onore. Daniele e i suoi compagni non si prostrarono come tutti gli altri al segnale degli strumenti musicali, vennero dunque segnalati da alcuni caldei che andarono dall’imperatore a dire che Daniele e i suoi compagni si erano rifiutai di adorare la sua statua. L’imperatore li fece chiamare e disse a loro che se si rifiutano di adorare i sui dèi e la sua statua li avrebbe gettati nella fornace ardente. Quelli risposero non avevano nessuna intenzione di adorare la sua statua e che il Dio d’Israele li avrebbe salvati dalla fornace adente. Così Nabucodonòsor pieno d’ira li fece legare e li gettò nella fornace aumentando il fuoco 7 volte. Era così forte il fuoco che i caldei che erano li vicino morirono bruciati. Nonostante Daniele e i suoi compagni passarono tra le fiamme, Dio tramite un intervento angelico li salvò e passarono la fornace indenni. Nabucodonòsor si vide costretto riconoscere il Dio d’Israele e la sua onnipotenza in quanto nessuna altra “divinità” avrebbe potuto fare tutto questo.
Abbiamo anche fonti extrabibliche come il filosofo greco Evemero che sostenne che le divinità pagane avessero un origine umana, leader carismatici che dopo la loro morte vennero di fatto divinizzati, col passare delle generazioni questo pensiero venne ulteriormente radicalizzato, arrivando all’adorazione di una sua statua.
3. DEMONI
Alcuni culti pagani erano di origine demoniaca, la Bibbia in Baruc 4,7 parla delle influenze culturali pagate che Israele ha assorbito e questo comportò l’importazione di culti religiosi stranieri e quindi l’adorazione dei loro falsi dèi: Avete irritato il vostro creatore, sacrificando ai demoni e non a Dio. Un altro versetto simile lo troviamo in Deuteronomio 32,17. Anche nel nuovo testamento Paolo, grande conoscitore della storia e dei testi ebraici sapeva che dietro al culto degli idoli si poteva nascondere una presenza demoniaca: No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demoni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni; (Corinzi 10,20). Anche in questa tipologia di idolatria le persone adoravano le statue, ma a differenza di altri casi dove il culto è di derivazione umana, in questi casi sono di ispirazione demoniaca. In tutte le culture ci sono sempre stati i cosiddetti stregoni, il quale talvolta alcuni di loro erano in grado di stabilire un contatto con il mondo demoniaco tramite riti esoterici. Ancora oggi queste cose si possono fare, i satanisti lo sanno e le praticano, infatti vedremo più avanti che le opere e i riti che compivano queste popolazioni pagane nell’adorare questi culti idolatrici sono pressoché identiche a quelle dei satanisti moderni. Cambia solo la forma ma la sostanza è la stessa.
NOTA
La parola tradotta con “demoni” è SHEDIM שֵּׁדִים. Secondo Biglino non si tratta di demoni come la teologia asserisce: Corrisponderebbero agli shadu/shedu babilonesi che sono una sorta di intermediari tra gli ELOHIM e gli uomini. Nessuno studio dimostra questa correlazione tra le due parole dal punto di vista etimologico e presenza notevoli differenze di significato. Gli shadu erano considerati nella cultura babilonese dei soggetti buoni, protettori di edifici, come palazzi e templi con l’aspetto di una testa umana, corpo di leone e ali di uccello. Nelle città erano presenti numerose statue o incisioni nella tavole d’argilla diventando un simbolo mitologico della cultura babilonese. Nella cultura ebraica biblica non troviamo in nessun modo delle entità non umane che fanno da intermediari a Dio. Questo compito è dato dai profeti come Mosè, Samuele, Isaia ecc.. La radice dalla parola SHEDIM riconduce al significato di diverse parole: Disastro, catastrofe, calamità, sinistro, piaga, devastazione, desolazione e violenza. Si tratta dunque di entità chiaramente negative, portatrici di sventure. Secondo le credenze ebraiche erano dispettosi e malvagi, rovinavano i raccolti, generavano tempeste violente ecc … Non erano affatto considerati divinità da nessuno, provenivano dagli inferi come infatti viene indicato in Deuteronomio 32,17: Hanno sacrificato a dèmoni (SHEDIM) che non sono Dio (ELOHA). Secondo a quanto emerge dalla grammatica e dalle credenze popolari documentate si può essere certi che la traduzione di SHEDIM con “demoni” è più che corretta. Alcuni antichi ebrei come usanza rendevano culto anche a questi demoni forse perché pensavano che potessero evitare delle sventure. Mosè e altri profeti vietano fermamente queste pratiche. La Bibbia ci parla anche di altre entità demoniache chiamati Satiri, in ebraico: SA’IRIM שְּׂעִירִם. Se ne parla in levitico 17,7, Isaia 13,21 e 2cronache 11,5 secondo le credenze se le immaginavano pelosi e danzanti nel deserto.
[1] In ebraico biblico i pronomi possessivi sono dei suffissi che vengono applicati al sostantivo di riferimento. Talvolta il sostantivo in presenza dei suffissi subisce delle variazioni di sintassi
YHWH, IL DIO ETERNO עוֹלָם
Un altro principio importante sostenuto da Biglino è il fatto che nella Bibbia non esiste il concetto di eternità. La parola ebraica che i teologi traducono con eternità è OLAM che significa lungo tempo indeterminato e non eternità nel senso di un tempo senza fine. L’eternità è un concetto elaborato successivamente dalle correnti monoteistiche, ma è estraneo nella scrittura antica. Gli ELOHIM quindi erano esseri in carne ed ossa, ma vivevano molto a lungo, anche fino a 900 anni per questo gli autori scrissero questa parola. Questo viene fuori consultando il dizionario di ebraico e aramaico biblico alla parola OLAM. Nelle conferenze Biglino tira fuori tutto il suo zelo e con orgoglio apre questo dizionario e mostra a uno del pubblico quello che è scritto: Non tradurre con eternità. Biglino per prendere in giro i suoi critici, prosegue dicendo: Poi sono io che mi invento le traduzioni! Ma anche qui c’è il trucco: Il dizionario usato da Biglino è il “Dizionario di ebraico e aramaico biblico” di Philippe Reymond. Andiamo a leggere la prefazione dell’autore del dizionario in questione:
Nel 1982, dopo più di vent’anni di insegnamento di lingue semitiche e di ebraico, ho pensato di preparare questo dizionario per far fronte alle difficoltà linguistiche che gli studenti incontravano quando consultavano, con poca esperienza, i grandi dizionari tedeschi ed inglesi: il Gesenius-Buhl, il Brown-Driver-Briggs, il Koehler-Baumgartnel.
Questo dizionario non può che essere un’opera modesta, necessariamente incompiuta che non ha la pretesa di sostituirsi ai grandi dizionari, ma solo facilitarne l’accesso…
Si tratta dunque di un dizionario adatto ai principianti francofoni degli anni 80 non accurato e autorevole rispetto ai grandi dizionari dell’epoca e tanto meno ai dizionari moderni scritti secondo i gli ultimi criteri linguistici riportano tutti puntualmente, tra i vari significati, “eternità”. Chi studia l’ebraico in maniera seria e approfondita non usa certo questo dizionario, incompleto, lacunoso e obsoleto. Biglino dunque, pur di sostenere la sua teoria non si fa nessuno problema nel citare l’unico dizionario che non riporta il significato di “eternità” senza tener conto di tutti gli altri, molto più autorevoli che lo contraddicono, compreso il dizionario più autorevole: il Milon even shoshan, il dizionario scritto da ebrei madrelingua per gli ebrei stessi.
Vediamo nel dizionario usato dal sottoscritto cosa dice della parola OLAM:
Dalla definizioni si può vedere come la parola OLAM ha molti significati: È vero che può avere il significato di un tempo indefinito, incalcolabile o di lunga durata. Ma tra i possibili significati è presente anche eterno, come appunto la teologia e gli studi accademici sostengono. Quindi dire che non esiste eternità nella Bibbia è un’altra delle tante speculazioni della paleastronutica. In ebraico esiste un altro termine che esprime il concetto di eternità ed è quindi un sinonimo di OLAM. Si tratta del termine NETSAH, vediamo la definizione nel dizionario:
Vediamo ora alcuni esempi di versetti che esprimono il concetto di eternità, contenenti o no il termine OLAM.
Salmo 90,4
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Vediamo in questo versetto come Dio abbia il controllo del tempo, quindi è eterno. Non va preso alla lettera come “ i liberi pensatori” amano sempre fare; Altrimenti se consideriamo la vita di un uomo 80 anni e consideriamo che 1000 anni per lui corrisponde un giorno verrebbe fuori che la sua vita completa è 29 milioni e 200 mila anni, un tempo un po’ lungo per una forma biologica.
Genesi 17,7 e 48,4
Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne. (OLAM)
In questo versetto come anche in genesi 48,4 si può notare come il concetto di eternità, dove in questo caso ha un inizio e non una fine viene espresso con l’espressione “alleanza perenne” e “generazione in generazione.
Esodo 12,14
Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne. (OLAM)
Allo stesso modo anche le festività per gli ebrei sono perenni, quindi eterne. Non a caso gli ebrei messianici, coloro che riconoscono Gesù come Messia continuano sempre a celebrare le festività giudaiche.
Isaia 40,8
Secca l’erba, appassisce il fiore,
ma la parola del nostro Dio dura per sempre. (LEOLAM)
la parola di Dio dura per sempre, quindi eterna.
Daniele 7,13-14
Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.
Daniele è un profeta vissuto durante l’esilio in Babilonia. Egli fu saggio e ricco di sapienza. Uno dei modi in cui Dio parlò a lui fu tramite i sogni notturni. I sogni che provengono da Dio sono spesso molto enigmatici, ricchi di immagini e simboli da decifrare; Dio usa anche questo metodo per incentivare il credente a pregare e meditare per comprendere il sogno. Il capitolo 7 racconta uno di questi sogni dove vede uscire dal mare 4 bestie terribili che simboleggiano gli imperi che verranno in futuro dopo di che vede ”un figlio d’uomo”. Qua troviamo una delle tante profezie riguardanti Gesù Cristo, venire tra le nubi dal cielo a governare la terra. Questa parte del libro di Daniele non è scritta in ebraico, ma in aramaico. La parola tradotta con eterno è ALAM, il corrispettivo dell’ebraico OLAM. Si possono vedere accompagnate delle espressioni verbali quali: “che non finirà mai” e “non sarà mai”; questo indica come il termine OLAM si può ricondurre al concetto di eternità e non semplicemente a un lungo tempo indefinito.
YHWH, IL DIO TRASCENDENTE
La paleastronautica sostiene anche che la Bibbia descriva YHWH come un essere in carne e ossa e non una entità divina e trascendente che ribadiscono sia un’imposizione teologica. Ora vedremo alcuni versetti che secondo loro avvalgono questa tesi.
1 Re 11,7
Salomone costruì un’altura per Camos, obbrobrio dei Moabiti, sul monte che è di fronte a Gerusalemme, e anche per Moloc, obbrobrio degli Ammoniti.
In questo versetto Biglino afferma: Non c’è da stupirsi che il Re Salomone, considerato da tutti il re più saggio, ritenne fosse più prudente ingraziarsi anche gli altri ELOHIM che operavano nelle regioni vicini. Essendo gli ELOHIM mortali, egli sapeva bene che YHWH oggi poteva esserci e domani non più; oppure poteva semplicemente andarsene. Fece ciò per non rischiare di rimanere scoperti ed essere conquistati dalle popolazioni vicine. Anche qua si può vedere la sua male fede perché nei versetti da 1 al 6 dice completamente un’altra cosa:
Il re Salomone amò molte donne straniere, oltre la figlia del faraone: moabite, ammonite, edomite, sidònie e ittite, provenienti dai popoli di cui aveva detto il Signore agli Israeliti: «Non andate da loro ed essi non vengano da voi, perché certo faranno deviare i vostri cuori dietro i loro dèi». Salomone si legò a loro per amore. Aveva settecento principesse per mogli e trecento concubine; le sue donne gli fecero deviare il cuore. Quando Salomone fu vecchio, le sue donne gli fecero deviare il cuore per seguire altri dèi e il suo cuore non restò integro con il Signore, suo Dio, come il cuore di Davide, suo padre. Salomone seguì Astarte, dea di quelli di Sidone, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. Salomone commise il male agli occhi del Signore e non seguì pienamente il Signore come Davide, suo padre.
Il regno di Israele divenne una rilevante potenza geopolitica così che alcune popolazioni vicine ritennero opportuno per convenienza politica di far sposare la propria figlia con il re Salomone. Quest’ultime ebbero un’influenza negativa su di lui che nella vecchiaia, nel periodo della vita più debole si fece convincere di far costruire altari in onore a false divinità. Non a caso il versetto 7 parla di “obbrobrio”che appunto vuol dire falso Dio. Il testo non dice che Salomone fece tutto questo per convenienza strategica essendo gli ELOHIM mortali in carne e ossa. Questa è solamente una manipolazione del testo.
Esodo 15,3
YHWH è un guerriero, il suo nome è YHWH
Biglino punta molto su questo versetto per dimostrare che il Dio che i cristiani e gli ebrei adorano è un essere in carne e ossa. Il versetto nella sua traduzione letterale dice:
Si nota la presenza della parola “uomo” anche se nelle Bibbie in italiano non viene riportata e questa è la dimostrazione che YHWH è un essere un carne e ossa, in particolare il versetto ci dice che era un militare di esperienza, questo spiegherebbe il motivo per cui spinge sempre Israele a far guerra ai nemici. Quello che queste spiegazione non si tiene conto è il contesto e il genere letterario. Questo versetto è all’interno di un cantico, in particolare “il cantico della vittoria” cronologicamente riportato appena il popolo di Israele attraversa il mar rosso che viene richiuso subito dopo, distruggendo così l’esercito del faraone. I cantici sono delle poesie ed è normale che siano presenti metafore e allegorie. Il versetto in questione è infatti una metafora: Non significa che YHWH è un essere in carne e ossa, ma dato il contesto cronologico e il genere letterario sta dicendo che Dio ha combattuto per loro sconfiggendo l’esercito del faraone, nessuno ha avuto bisogno di fare altro se non quello di prendere tutto e incamminarsi, non hanno dovuto armarsi e combattere per sconfiggere l’esercito del faraone ma è stato Dio che con i suoi prodigi ha fatto il ruolo di “uomo di guerra“ per loro. Un fan di Biglino risponderà che nella Bibbia non ci sono metafore, tutto va preso alla lettera, sono i teologi che si inventano la presenza di metafore per far stare in piedi la fede religiosa. Sempre nello stesso cantico, nel versetto 10 troviamo scritto: Soffiasti con il tuo alito: li ricoprì il mare, sprofondarono come piombo in acque profonde. Ora, se noi partiamo con la supposizione che YHWH è un essere in carne e ossa e nella Bibbia non ci sono metafore, in base a questo versetto dovremo pensare che un uomo con la solo forza polmonare dell’alito ha spostato un interno mare per diverse ore; da qui vediamo come la lettura puramente materialistica e letterale produce risultati grotteschi e impossibili, questo dimostra che nella Bibbia, soprattutto nei cantici le metafore sono spesso presenti e questo è il caso anche del versetto 3.
Deuteronomio 23,15
Poiché il Signore, tuo Dio, passa in mezzo al tuo accampamento per salvarti…
In questo versetto viene sottolineato il fatto che Dio passa “in mezzo” all’accampamento, nel testo ebraico compare la parola “MITHALLEK” מִתְהַלֵּךְ che significa passeggiare avanti e indietro; mostrerebbe quindi un Dio in forma antropomorfa in carne e ossa e non un Dio spirituale. La parola ebraica in questione è una forma verbale chiamata HITHPAEL voce del verbo HALAK, הָלַךְ. Sul dizionario indica tra i vari significati un camminare in senso figurato, non per forza una persona piuttosto ogni cosa che si muove, ad esempio questo verbo viene usato per il fuoco, per le nuvole o per le stelle che non sono entità antropomorfe. Quindi usare questo verbo per dire che Dio è un essere in carne ed ossa non è appropriato. Questo versetto è all’interno di un discorso dove Mosè dice di tenere pulito l’accampamento dalle feci perché esso è un luogo sacro e merita rispetto. Biglino sostiene che questa regola è dovuta al fatto che YHWH rischiava di pestare le feci, ma questa è una pura invenzione, e non è scritto nel testo, ma i fan di questa teoria la prendono per buona lo stesso.
Esodo 34,14
Tu non devi prostrarti ad altro dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso.
Questo versetto per un lettore non attento e poco informato può fraintendere quando legge: “un Dio geloso”. Come si fa essere gelosi di dèi fatti di pietra? Ripete costantemente Biglino. È plausibile che gli altri dèi siano del tutto paragonabili all’ELOHIM di Israele. Esseri in carne ed ossa. Diamo un’occhiata alla traduzione interlineare:
La frase tradotta: “un Dio geloso” potrebbe essere fraintesa per via dell’articolo indeterminativo che porterebbe a pensare che il Dio d’Israele sia uno dei tanti. Da come si può vedere dalla traduzione interlineare l’articolo indeterminativo non è presente nel testo ebraico, semplicemente perché in ebraico biblico non esiste l’articolo indeterminativo. I traduttori lo hanno aggiunto per dar al testo in italiano una lettura scorrevole e nessuno avrebbe pensato che potesse essere soggetto a speculazioni. Inoltre non sta dicendo che Dio è geloso di altri dèi, ma è geloso del popolo di Israele, in quanto popolo sacro, creato da Lui con una missione speciale davanti al mondo e se si mette ad adorare delle statue, a partecipare rituali perversi è un impedimento a questa missione. Infatti il termine tradotto con “geloso”, QANNA indica in maniera più precisa l’idea di uno zelo e una passione ardente per qualcosa o qualcuno. In questo contesto Dio ama veramente il suo popolo come un marito ama profondamente la propria moglie e si aspetta da lei una fedeltà esclusiva per evitare che la relazione vada a rotoli. Allo stesso modo Dio chiede al suo popolo di non tradire la sua legge e non inquinare i principi biblici con influenze culturali immorali derivati dall’adorazione di falsi dèi stranieri.
Genesi 18
In questo capitolo troviamo un brano dove Abramo vede in lontananza tre persone e le accoglie nella sua tenda. L’ospitalità per un orientale è sacra e li riceve con tutti gli onori offrendogli un pranzo. Solo in un secondo momento si renderà conto di trovarsi davanti al Signore insieme a due angeli. Compare la parola “YHWH” indicando quindi Dio stesso e annuncia ad Abramo che nonostante la veneranda età di lui e sua moglie Sara, nascerà un figlio. Questa non è la prova che Dio è un essere fisico e non trascendente perché questo è un caso di teofania di Gesù Cristo nel vecchio testamento come avvenuto anche con l’episodio di Melchisedek. Sarà infatti Gesù stesso a dichiarare di aver conosciuto Abramo in Giovanni 8,56-58: Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia. Allora i Giudei gli dissero: Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo? In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono. Successivamente Dio inizia a parlare di Sodoma e Gomorra e quando sia necessario far giustizia del loro peccato. Abramo intercede chiedendo se ci fossero 50 giusti la città verrebbe punita lo stesso? Dio dice no, a riguardo dei 50 giusti non accadrà nulla alla città. Abramo rincara la dose più volte fino ad arrivare a 10 persone e la risposta è la stessa. Ma il principio è che basta una persona giusta per salvare la città, così anche nel nuovo testamento basta una sola persona giusta, Gesù Cristo per salvare l’intera umanità.
Si può concludere che sostenere la tesi che Dio sarebbe un individuo in carne e ossa, non trova nessun sostegno nella Bibbia se non in alcuni versetti manipolati appositamente per portare acqua al proprio mulino. Inoltre non trova nessun sostegno nemmeno negli ambienti accademici laici. Troviamo invece un versetto interessante che contraddirebbe questa punto della teoria:
Egli non si affatica né si stanca. la sua intelligenza è inscrutabile (Isaia 40,28).
Si potrebbe dire che è molto strano un essere di forma antropomorfa che non si affatica e non si stanca se invece si accetta quello che veramente dice la Bibbia allora tutto quadra.