SIGNIFICATO DELLA PAROLA ELOHIM


La prima parola che viene commentata nei libri di Biglino è la parola ELOHIM. Nelle nostre Bibbie è abitualmente  tradotta con Dio, per questo motivo che i ”liberi pensatori” della paleastronautica non possono ignorare questa parola. Secondo il loro parere, nessuno ha mai capito cosa significa il termine ELOHIM, gli studiosi accademici traducono questa parola in tutti i modi: Quelli dell’alto, gli splendenti, i potenti, legislatori, governanti, giudici, ministri. Nessuno prende in considerazione di tradurre questa parola al quanto misteriosa con “Dio” che infatti non è altro che una scelta puramente teologica e dogmatica non giustificata dalla grammatica ebraica. La parola ELOHIM a causa della sua profonda non conoscenza sarebbe più opportuno lasciarla non tradotta, oppure sostituirla con l’espressione “quelli là”. Questa è la prima argomentazione che usa Biglino per introdurre la tesi paleastronautica, non parla inizialmente di alieni, ma andando avanti con i suoi libri parla del fatto che vengono dal cielo, con astronavi e altre tecnologie avanzate ed è il lettore che intuisce che si tratta di alieni. Riguardo questa argomentazione ho trovato una risposta di un ebraista laico[1] di nome Giuseppe Cuscito che all’affermazione: “nessuno ha mai capito cosa significhi ELOHIM”, rispose: Parla per te![2]  Cuscito è un accademico ebraista che studia la Bibbia con un approccio laico e non teologo, quindi non ha nessun interesse nel difendere la Bibbia come parola di Dio e proprio lui ha smentito Biglino dicendo che non è vero che in ambito accademico la parola ELOHIM non significa Dio. Certo che significa Dio, infatti la differenza tra un teologo e un accademico laico non sta nelle traduzioni che sono pressoché identiche,  ma nell’interpretazione del testo. Non esistono parole tradotte in maniera arbitraria dai teologi. Raccontando la sua storia dichiara che in passato era un sostenitore convinto della teoria degli antichi astronauti, per questo ha voluto studiare ebraistica laica, per avere una conferma di questa teoria, ma con suo profondo rammarico ha scoperto che si tratta solo di speculazioni.  Ma come mai solo lui si è fatto avanti a fare questa dichiarazione dopo anni che Biglino scrive libri? La teoria dell’antico astronauta in ambito accademico è considerata nient’altro che spazzatura ed è persino degradante per un accademico anche solo scrivere qualcosa per smentirla. Se potessi fare un paragone è come se un astronauta scrivesse un libro per dimostrare che la terra è rotonda per smentire i terrapiattisti, nessuno farebbe niente del genere in quando sarebbe una cosa ridicola scrivere qualcosa per dimostrare questa ovvietà. Ma dal momento che questa teoria in passato l’ha creduta ha deciso di farsi avanti anche se è stato sconsigliato dai suoi colleghi, perché non vuole che altre persone come lui caschino in queste false teorie.

IL SIGNIFICATO DI ELOHIM

Per esaminare il significato di un termine bisogna analizzare il modo in cui il termine viene usato. ELOHIM nella Bibbia compare più di 2500 volte, è dunque un termine che nella scrittura ebraica ha un certo peso e ha molteplici sfaccettature a seconda del soggetto di riferimento. Quando ELOHIM è riferito a YHWH (Dio creatore) si traduce Dio onnipotente. Altrimenti possono indicare gli angeli o i demoni o i presunti dèi pagani. Anche l’anima umana dal momento che fa parte del mondo spirituale è considerato un ELOHIM anche se molto più debole rispetto agli angeli o i demoni. Un esempio lo troviamo in 1Samuele 28. Il re Saul, un tempo buono, ma successivamente divenuto malvagio si trova in seria difficoltà in quanto i filistei si stanno preparando per attaccare. Saul prova a pregare il Signore, ma a causa del suo cuore duro non riceve nessuna risposta. Decide così di consultare una negromante per evocare lo spirito del profeta Samuele, morto poco tempo prima. La negromante viene colta da stupore perché come dice il versetto 13:

Vedo un essere divino che sale dalla terra. Quel “essere divino” da come si può chiaramente vedere nella traduzione letterale del testo ebraico, compare la parola ELOHIM. Questo versetto da scacco matto a Biglino e a tutta la teoria dell’antico astronauta perché dimostra che gli ELOHIM non possono essere degli alieni, perché qui si sta parlando di un anima umana, oltretutto si parla anche di una vita dopo la morte, cosa che Biglino nega. Che cosa accomuna Dio, gli angeli/demoni e l’anima umana? Secondo Il professor Michael S. Heiser, uno dei massimi esperti nel campo delle lingue semitiche ha dato una chiara definizione riguardo la parola ELOHIM: Entità spirituale potente. Poiché Dio è spirito supremo creatore di tutti gli spiriti (Ebrei 12,9), allora il regno degli spiriti è dove vive Dio. Gli esseri che vivono nel regno degli spiriti sono quindi “divini”. La parola migliore per catturare questa concezione è ELOHIM. Un ELOHIM è un essere divino, in quanto un ELOHIM è un abitante del piano spirituale della realtà.[3] Quindi un termine generico riconducibile a tutto ciò che appartiene al mondo spirituale.  Questa è la definizione più precisa della parola ELOHIM e nel contesto esatto è giusto tradurlo con Dio. Anche analizzando la sua etimologia si può arrivare a un altro punto di coincidenza. L’etimologia della parola ELOHIM può avere più origini come per esempio EL che vuol dire “forte, potente”, oppure UL che vuol dire “capo, colui che precede gli altri”, ma con maggior probabilità dal punto di vista grammaticale deriva da “ALAH” אָלָה che richiama al concetto di promessa o maledizione[4]. Nel senso che il soggetto ELOHIM indifferentemente che pronunci una promessa o una maledizione, la sua parola si adempie sempre, opere soprannaturali comprese. Un esempio di promessa è quella che diede ad Abramo quando disse che avrebbe avuto un figlio nonostante la sua veneranda età (Genesi 18,10) o le maledizioni quando furono contro i nemici storici di Israele, in ogni caso entrambi  puntualmente adempiute. Quindi la radice etimologica indica un soggetto che ha la capacità per prevedere o generare un evento futuro in perfetta linea della sua parola. Questa è una caratteristica che solo Dio può avere, vediamo dunque che anche attraverso questa strada si arriva alla verità.


[1] Studioso di ebraico e aramaico, specializzato in Scienze delle religioni,  conseguito un dottorato di ricerca in Storia, Culture, Religioni. Ha all’attivo pubblicazioni scientifiche e conferenze in Italia e all’estero.

[2] Canale YouTube: Cuscito ergo sum. Video: Alieni nella Bibbia?

[3] What is an Elohim – Michael S. Heiser

[4]Dal video: “ELOHIM, parliamo di questa parola” di Roberto Mercadini, scrittore e studioso di Ebraico, e collaboratore, fra gli altri, con il museo ebraico di Bologna.

IL METODO BIGLINO

Quando Biglino vuole spiegare qual è il suo metodo di studio della Bibbia fa prima un’introduzione sulla scrittura biblica in generale cercando di attaccare l’affidabilità della Bibbia come testo sacro. Le argomentazioni vanno dal: Non si sa chi siano i veri autori, in che lingua è stata scritta in origine e non si sa quanto è stata modificata nel corso dei secoli; (tra l’altro tutte questioni che i teologi  esperti sanno rispondere), dopo di che inizia a spiegare qual è il suo metodo che sta alla base alla chiave di lettura che applica alla Bibbia. Dato la scarsa conoscenza riguardo le origini della Bibbia, le incertezze insormontabili,  l’unico metodo accettabile è il “facciamo finta che”. Appare secondo Biglino l’unico metodo accettabile per leggere la Bibbia. Quindi nonostante l’introduzione che mira a distruggere la fede nella scrittura, per Biglino se si vuole leggere la Bibbia bisogna mettere da parte la sua introduzione e immaginarsi di fare finta che la Bibbia che leggiamo sia proprio quella in origine; che i personaggi biblici siano esistiti veramente e gli autori hanno voluto descrivere fatti che sono veramente accaduti considerando di fatto la Bibbia un autentico libro di storia. Questa  visione della Bibbia solo in apparenza si avvicina a quella cristiana, perché secondo Biglino la Bibbia va letta in maniera letterale, senza interpretazioni, spiegazioni teologiche e senza collegamenti con il nuovo testamento. La storia che viene fuori è un quadro coerente con la paleastronautica, dove si parla di alieni, astronavi e varie tecnologie fantascientifiche. Nell’applicare questo metodo, non riconosciuto da nessun studioso che si rispetti, vuole far credere che la Bibbia parla di tutte queste cose, quando invece non è nient’altro che la teoria dell’antico astronauta applicata alla Bibbia, da come vedremo in maniera del tutto forzata e tra l’altro nemmeno tutta la Bibbia, ma solamente alcune parti presi qua e là. Vediamo qui sotto alcuni esempi di strategie che vengono utilizzate da lui per applicare la chiave ufologia nella Bibbia e le sue forzature, nelle spiegazioni e nelle traduzioni e eventualmente come riuscire a smascherarli:

  • LE DOMANDE INTRODUTTIVE

Prima di prendere in esame un brano della scrittura, Espone un breve riassunto su cosa la teologia dice di questo brano e pone una serie di domande senza risposta con lo scopo di iniziare a istillare dei dubbi nel lettore e fargli credere che la spiegazione teologica del brano emergono contraddizioni e insensatezze e non è dunque quella la spiegazione esatta. Sarà quindi lui a dare una spiegazione più esauriente. Ora, le domande che pone, non sono domande senza risposta, ma con un minimo di ragionamento e di conoscenza teologica si possono argomentare, questo al lettore medio non lo sa. Inoltre ci possono essere anche delle domande ingannevoli che non hanno nulla a che vedere con il brano, ma hanno lo scopo di mostrare contraddizione che di fatto non ci sono. La spiegazione che da lui non è certo più esauriente in quanto oltre ad andare a utilizzare le strategie ingannevoli che vedremo tra breve, va anche a contraddire altri passi biblici da lui ignorati.

  • LO SLITTAMENTO SEMANTICO

L’ebraico è una lingua polisemica, significa che un termine può avere più significati e la scelta del significato va determinata dal contesto. Se dunque nella Bibbia compare un certo significato non è un caso o una scelta arbitraria, ma è perché i traduttori hanno assegnato il significato conforme alla grammatica e al contesto del brano. Ricordiamo che i traduttori non sono tutti cristiani e non tutti credono nella Bibbia come parola di Dio e non hanno dunque interessi a tradurre una parola orientandola in senso teologico. Biglino invece prima inganna i lettori dicendo che una determinata parola è tradotta in base a una scelta puramente teologica e sceglie un significato diverso sempre nella lista dei possibili significati. Peccato che va in contrasto con il contesto e risulta una scelta non giustificata. Analizzando grammaticalmente il brano si arriva alla conclusione che la traduzione corretta è quella che compare nella Bibbia e non quella scelta da Biglino.

  • LA STRATEGIA DEI DIZIONARI ROTANTI

Uno studioso che vuole usare una metodologia seria dovrebbe usare sempre lo stesso dizionario e le eccezioni dovrebbero essere giustificate. Biglino invece cita dizionari diversi scegliendo ogni volta quello che più di tutti va incontro al suo pensiero. Se dunque il dizionario che utilizza principalmente va contro la sua teoria, allora cambia dizionario e così via. Non si fa scrupoli a scegliere anche dei dizionari del tutto obsoleti e non più utilizzati da nessun studioso, ma anche quei casi i conti non tornato. Nel citare i dizionari lo fa in maniera scorretta, manipola la sua spiegazione, nasconde dei significati e ne introduce altri non esistenti. Nel mio studio ho controllato nel dizionario tutti i vocaboli discussi da Biglino per poter anche solo verificare se il significato attribuito da lui compare. Ho inserito l’immagine della definizione, onde evitare che nessuno possa insinuare che mi stia inventando il significato delle parole ebraiche. Da tutti i controlli si potrà vedere chiaramente che le traduzioni della parole scelte da Biglino non coincidono completamente con il dizionario usato dal sottoscritto, realizzato secondo i più moderni criteri linguistici (DI EBRAICO BIBLICO di Luis Alonso Schökel, consulenza scientifica di Gian Luigi Prato. Edizione San Paolo anno 2013).

  • L’ETIMOLOGIE INGANNEVOLI

Quando Biglino vuole tradurre un termine in modo insolito, per rafforzare le sue ragioni si avvale della strategia dell’etimologia. Biglino fa derivare un termine in ebraico con uno in sumerico che corrisponde al termine che vuole attribuire il significato. Peccato che gli studiosi affermano che il sumerico non è una lingua semitica. Non ne è ancora stata dimostrata alcuna parentela con altre lingue note, ed è considerata una lingua isolata[1] e perciò non ha nulla a che vedere con la lingua ebraica. Attribuire delle etimologie tra le due lingue è completamente sbagliato e denota una mala fede o un’ignoranza linguistica. Un esempio più comprensibile è l’italiano e l’albanese che pur essendo popoli geograficamente vicini hanno ceppi linguistici completamente diversi.

  • RIASSUNTI NON COINCIDENTI

In alcuni casi, quando Biglino vuole prendere in esame un brano biblico spiega la vicenda con parole sue, senza citare per intero il brano come compare tradotta nella Bibbia. Riporta solo alcuni versetti o frasi che gli fanno comodo, ma nella spiegazione applica dei tagli di comodo e alcune parole o frasi intere vengono completamente ignorate di Biglino, e guarda caso, sono proprio quegli elementi che vanno contro la sua teoria. Se si apre la Bibbia e si legge con attenzione il capitolo contenente il brano spiegato, si scopre che il riassunto messo nero su bianco non coincide con la Bibbia stessa. Saltano fuori gli altarini e di conseguenza l’interpretazione di Biglino risulta completamente errata.

  • LEGGERE LETTERALMENTE

Biglino secondo il suo metodo legge la Bibbia in modo puramente letterale dicendo che è quello l’unico criterio per poter fare ipotesi e considerazioni. Quello che non tiene conto sono i generi letterali. Nella Bibbia ci sono spesso i cantici che sono vere e proprie poesie e di conseguenza ricche si metafore e allegorie. Biglino utilizza alcune parole o brevi frasi di queste poesie, per leggerle in modo meccanico ed estrapolare delle ipotesi completamente travisate. Oltre ai cantici non tiene mai conto  del contesto antropologico, storico e della cultura che ha generato il testo biblico. Un esempio banale: La frase “dammi una mano” sappiamo che è un modo di dire per chiedere aiuto, se dovessimo utilizzare il metodo Biglino dovremo pensare che qualcuno ci chiede di segarci la mano e darla a qualcuno. Questo significa leggere alla lettera e non tenere conto della cultura della lingua originale. Una volta elaborata l’ipotesi partendo dal testo ebraico è importante per rafforzarle citare degli esperti in diversi settori per mostrare ai lettori che non è l’unico ad avere avuto queste intuizioni ed aver tratto certe conclusioni. Questi “esperti” che Biglino definisce: “scienziati con la mente aperta” andando ad approfondire si scopre che sono in realtà pseudo scienziati senza nessun titolo accademico, o comunque non esperti del settore. In altri casi sono veri scienziati altamente qualificati, ma le citazioni contenute nelle pubblicazioni sono travisate completamente a suo favore. L’esempio più famoso è quello del genetista Dario Bressanini.

  • FALSE CITAZIONI DI ESPERTI IN EBRAICO

In certi casi Biglino fa uso di citazioni di esperti in lingua ebraica per avallare le sua tesi. Possiamo distinguerli in due categorie: Nella prima di tratta di citazioni di studiosi autodidatti privi di titoli che attestano le loro competenze, in poche parole non sono affatto esperti in ebraico, ma pseudostudiosi con conoscenze limitate. Viene citato il cosiddetto “centro di ricerca di ebraico antico” come se fosse un prestigioso istituto condotto da una commissione di esperti accademici, quando in realtà si tratta semplicemente di un sito internet condotto da persone che si autodefiniscono studiosi senza avere titoli accademici. La seconda categoria si tratta di reali esperti accademici di ebraico biblico, peccato che le loro citazioni riportate sono delle estrapolazioni fuori contesto usate a suo comodo. In realtà leggendole bene si può vedere chiaramente che non vanno certo ad avvalorare le sue tesi, ma al contrario le confutano.  Un altro degli espedienti retori utilizzati da Biglino è un largo uso di espressioni tanto perentorie quanto vaghe del tipo, “I ricercatori affermano …”, “I biblisti sono ormai tutti dell’opinione che …”, “Gli stessi rabbini ebrei sono d’accordo su questo punto …”, ecc., guardandosi però bene dallo scendere nei particolari della sua affermazione e citare personalità illustre che effettivamente affermano quello che Biglino sostiene.

  • LE PROVE ARCHEOLOGICHE

Un’altra strategia per rafforzare le sue tesi sono le “prove archeologiche”. Ci sono due tipi di prove che Biglino presenta: Quelle letteralmente false e costruite ad arte fino ad arrivare a ritenere attendibile una foto alterata con Photoshop; altre invece autentiche prove archeologiche, ma le informazioni su di esse sono errate o contengono mezze verità, dalla datazione, alla civiltà di appartenenza e i simboli noti dagli esperti del settore, vengono interpretati in maniera del tutto fantasiosa. Lo scopo dell’utilizzo delle prove archeologiche sono orientate a tirar acqua al suo mulino, ma approfondendo viene fuori una verità molto diversa e sicuramente più razionale. La NASA nel 2007 ha svolto uno studio approfondito di analisi delle fonti antiche in maniera del tutto imparziale per verificare la presenza di un possibile contatto alieno nel passato. Quello che è venuto fuori è che il 90% delle fonti hanno indubbiamente una spiegazione razionale; il restante 10% non ha ancora una spiegazione certa. Ma attenzione a dire che in quel 10% ci sono prove di vita aliena sulla terra, sarebbe come al solito il passo più lungo della gamba. Un spiegazione razionale è di gran lunga più plausibile. Un po’ come se una persona ha maldi testa non significa che c’è una larva aliena che ti mangia il cervello, una spiegazione più plausibile c’è sempre.

CONCLUSIONE:


Il metodo di studio è fondamentale per distinguere da uno studioso affidabile a uno pseudo studioso, quindi un ciarlatano. Da come abbiamo appurato il metodo di Biglino non è un metodo ritenuto valido in modo scientifico, così come tutti i suoi predecessori sono privi di credibilità. Allora perché i suoi lavori hanno riscosso lo stesso un grande successo? I fan di Biglino sono persone che non sanno cosa significa studiare con un metodo serio. Infatti molti di loro sono già abituati a credere ad altre teorie del complotto pseudo scientifiche, come per esempio le famose scie chimiche o la storia che l’uomo non è mai andato sulla luna. Se qualcuno fa notare a un fan di Biglino che i suoi studi non sono scritti sotto un metodo valido tramite anche un lungo discorso, si sente rispondere: <<Eh, ma non hai detto niente>>. Da qui si può vedere come mancano proprio le basi per capire anche solo che cosa significa studiare con un metodo. Tutto questo è terreno fertile di fronte alla narrazione paleastronautica. In realtà Biglino usa un metodo che non è quello scientifico, ma è quello che nel mondo anglosassone chiamano “cherry picking” ovvero la selezione delle ciliege. Questo metodo può essere usato per avvalorare qualunque teoria controversa o stravagante. Consiste nel enfatizzare dei dati che possono far comodo per avvalorare la teoria che si vuole portare avanti e ignorare completamente tutto ciò che può contraddirla e cucito il tutto per costruire un’argomentazione distorta e fuorviante. Dire ciò che fa comodo e taccio che non lo è, dicendo solo parti di verità. Faremo un viaggio e affronteremo tutti gli argomenti principali contenuti nei libri e nelle conferenze di Biglino. Non è necessario affrontare tutti gli argomenti, ma confutando gli argomenti principali è sufficiente a far crollare le sue tesi. Come in un castello di carte, muovendo la base crolla tutto, così anche confutando gli argomenti principali, crolla anche tutto il resto. Lo scopo di questa sezione del blog non è quello di dichiarare che gli alieni non esistono, ma quello di dimostrare che la Bibbia non parla di astronavi o tecnologie fantascientifiche e Dio non è un alieno in carne e ossa.


[1] Lingua sumera – Wikipedia

REQUISITI PER FARE OPERE BUONE GRADITE A DIO

  • Agli occhi dell’uomo tutte le opere sembrano pure, ma chi scruta gli spiriti è il Signore (PR 16,2)
  • Molti sono gli adulatori dell’uomo generoso, e tutti sono amici di chi fa doni (PR 19,6)

Noi tutti sappiamo che fare opere buone è giusto e riflette l’amore che abbiamo per il prossimo che a sua volta proviene dall’amore che abbiamo per Dio. Bisogna però fare molta attenzione alle opere che compiamo. Ci sono infatti, tre requisiti perché un’opera sia gradita a Dio. Senza questi requisiti cadiamo nel peccato di ipocrisia, e non si riceverà nessuna ricompensa dal cielo per quell’opera. Prima di tutto deve essere un’opera fatta con gioia e senza risentimento. Ad esempio se diamo un’elemosina a un povero che magari è un po’ insistente e poi pensiamo: Ah cavoli, con quei soldi però avrei potuto comprare quello e quell’altro e ci sentiamo scocciati per aver donato qualcosa a qualcuno; devi sapere che donare con questo spirito è sbagliato, piuttosto è meglio non donare niente, non dobbiamo sentirci obbligati a farlo; Dio non vuole degli schiavi, ma degli amici. Quindi ciascuno dia secondo quanto ha deciso il suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia (2Corinzi 9,7). Se si tratta di un servizio o un aiuto richiesto non farlo con un tono scocciato, ma con amore perché così è gradito a Dio e così fa stare bene anche a noi. Il secondo requisito è dare senza contraccambio. Se diamo dei soldi a qualcuno o aiutiamo una persona e lo facciamo per poi aspettarci che anche l’altra persona faccia lo stesso con noi, allora non è un opera che Dio potrà darti una ricompensa nei cieli perché in quel caso fai del bene solo per poterlo ricevere, come se ci fosse uno scambio di merci, e questo sono le tipiche cose che fanno le persone che non credono; dare e poi pretendere di ricevere. Ho sentito tante volte dire: <<Nessuno fa niente per niente>>; questo è quello che pensa il mondo. Fare opere buone ma solo per ricevere qualcosa in cambio o per interessi. Nicolò Machiavelli, nei suoi libri insegna che il fine giustifica i mezzi. Se dunque per raggiungere un obbiettivo bisogna fare del male, allora non bisogna avere scrupoli per fare del male. Ma se per un obbiettivo bisogna fare del bene, allora ben venga anche fare del bene. Quello che ci sarà dietro a quella opera buona non sarà l’amore, ma solo interessi. Non fare opere buone solo per averne vantaggio personale perché se dai qualcosa a qualcuno e sai che lui non potrà mai restituirti il favore allora sarà Dio a darti la ricompensa, dare dei soldi a un bisognoso è come fare un prestito a Dio, e lui te lo restituirà con gli interessi, la stessa cosa vale per un servizio; infatti è bene sapere che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà (2Corinzi 9,6). Se faremo molte opere buone, raccoglieremo molto frutto, al contrario se faremo poche opere buone, raccoglieremo ben poco. La terza cosa è fare le opere dando sempre gloria a Dio e non fare in modo di prenderci la gloria noi. Se noi facciamo un’opera buona davanti a degli altri credenti e quando lo facciamo, ci sentiamo complimentare per l’opera compiuta e ci vantiamo per il fatto di essere più buoni di altri allora sarà già quella la ricompensa perché in quel caso facciamo un’opera buona solo per sentirci dei complimenti; non per  amore e fare un’opera in onore a Dio. Perché in questo modo il nostro cuore si riempirà di orgoglio e inizieremo a sentirci più buoni e più giusti degli altri, perdendo così il valore dell’umiltà, rischiando di cadere nella superbia. Quando si fa un offerta piuttosto è meglio essere da soli, così nessuno si potrà complimentare con noi. Ma Dio che vede anche ciò che è nascosto ci darà la ricompensa. È meglio ricevere onori da Dio che agli uomini.  Se invece ci troviamo con persone non credenti e in quel caso fare un’opera buona non ci porterebbe a ricevere complimenti allora è meglio farla per dare l’esempio e se si ricevono critiche, non sono da prendere in considerazione. Sono da prendere in considerazione solo le critiche di chi è giusto e segue la parola di Dio. Se riceviamo dei grazie bisogna rispondere che deve piuttosto ringraziare Dio perché è stato lui aver fatto l’opera buona attraverso me è quindi è lui che bisogna ringraziare In questo modo inviti gli altri a dare gloria a Dio e questo è buono. Per evitare che il vostro cuore non diventi superbo dite anche: tutto quello che ho fatto, voi lo potete fare meglio. Queste sono le opere gradite a Dio. È giusto compiere opere buone, bisogna però vedere le motivazioni che ci stanno dietro e queste opere. Quando qualcuno compie opere buone, ma lo fa non rispettando queste tre regole, nel linguaggio biblico si chiamano “le opere della carne”. Purtroppo ci sono molti cristiani che offrono a Dio queste tipo di opere, ma non sono gradite a lui, e sono una pessima testimonianza davanti al mondo ed è per questo che molti atei pensano che i cristiani siano ipocriti, ma i veri credenti fanno le opere rispettando questi requisiti e sono di una grande testimonianza davanti al mondo. Arriverà il giorno, come dice anche il Vangelo, che alcune persone si presenteranno a Dio dicendo che hanno creduto in lui e che hanno compiuto delle opere buone. Lui però risponderà: << si è vero, le avete fatte, ma solo per glorificarvi o per interessi personali e non per amore e la mia gloria >>. Dirà poi a loro:  << Via da me, gente che operate l’iniquità >>. Gesù disse: senza di me non potete far nulla (Giovanni 5,5). A questo punto un non credente potrebbe dire: <<Come sarebbe a dire che senza Dio non posso fare nulla; anche io posso fare delle opere buone, non sono una prerogativa del cristianesimo>>. Certamente che anche un ateo può fare delle opere buone, ma quello che Gesù intende è fare opere buone gradite a Dio. Per ogni opera che si fa bisognerebbe analizzare qual è il motivo che stimola a compiere questa opera. Ad esempio se è per  amore o per interessi o vanagloria? Se è per amore per i prossimo va bene, ma se non è per quello allora è ipocrisia.

DEDICARE TEMPO PER IL SIGNORE

  • Io amo coloro che mi amano e quelli che mi cercano mi trovano (PR 8,17)

Questo versetto che è riportato qui sopra è molto simile a Deuteronomio 7,29: Se mi cercherai con tutto il cuore, mi troverai. Qui è sempre Dio che parla attraverso i profeti o i re di Israele come Davide che l’ha amato per tutta la via, e anche se la Bibbia è scritta nel corso di millenni, è sempre coerente perché Dio non cambia, è sempre lì pronto ad amarci e perdonarci e chi lo cerca senza sosta, si farà trovare e la presenza di Dio non verrà mai a mancare. Il credente fa buon uso del suo tempo (Efesini 5,15), così anche noi dobbiamo impegnarci a trovare il tempo da dedicare a Dio, che può essere pregare, leggere il Vangelo o ascoltare una predica cristiana, che sia dal vivo o sul web. Soprattutto nei nostri tempi è difficile trovare spazio per Dio, ma ogni sforzo è grandemente ripagato e ogni fatica che dedichiamo a Lui non è mai vana (1Corinzi 15,58). Per un ateo il tempo per Dio è uno spreco, ma per il credente è un momento che ciba lo spirito e ci fa cambiare interiormente. Se questo tempo è passato bene, la pace del Signore sarà in noi e la sua conoscenza di Dio aumenterà sempre più, questa è un’arma per sconfiggere le tentazioni e le bugie di satana. Consiglio anche di dedicare ogni tanto un itero pomeriggio al signore, per pregare, meditare su se stessi, fare un esame di coscienza e riflettere a che punto è il cammino con Dio e capire che cosa di vuole da te. Chi ama Dio e ha sperimentato che vivere una vita cristiana è appagante, possiede una grande sete di conoscenza di Dio. Il Signore è sempre disposto a soddisfare la nostra sete di Dio; chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto (Luca 11,9-10). È cosa buona prima di leggere la scrittura dedicare prima un momento di preghiera affinché quello che si leggerà sarà capito e andrà dritto nel tuo cuore per portare frutto in opere buone, è anche utile trovare qualcuno che sappia spiegare la parola di Dio che non è sempre di facile comprensione in quanto è scritta in un contesto storico e culturale molto diverso dal nostro e quindi è per avere una comprensione del testo più completa. Se cercherete il Signore ogni dubbio o argomento della scrittura che non vi sarà chiara; il Signore farà luce su di essa ed eliminerà ogni dubbio e ogni per domanda cercate e pregate e otterrete la risposta; anche le parti della scrittura che pensate di sapere già, riuscirete a vederle anche sotto altri punti di vista. Dedica perciò del tempo da mettere tutte le preoccupazioni e i problemi da parte, svuotare la mente e concentrarti su Dio, posare lo sguardo su di Lui e non pensare alle scocciature, alle persone che possono farci star male, ai problemi finanziari e a tutto ciò che può portare negatività alla giornata, perché se penserai a queste cose genererai spazzatura nel tuo cuore che ti rovinerai la giornata; invece pensare al Signore, pregare intensamente e affidare i problemi a Lui ti porterà ad alleviare il molto stress che si accumula durante la giornata e vedrai che starai molto meglio. Satana non vuole assolutamente che dedicate del tempo a Dio e cercherà di indurci dei pensieri o a fare qualcosa che di per se non sono negative ma hanno lo scopo di farci perdere tempo affinché a fine giornata ci accorgeremo che non abbiamo dedicato del tempo a Dio. Bisogna fare anche attenzione a questo e chi è credente cerca sempre del tempo per Dio. Il non credente di aprire la Bibbia non interessa affatto e rimane completamente ignorante sulla scrittura. Farà una vita pesante e travagliata; è possibile che abbia sempre avuto una Bibbia in casa, lasciata li a prendere polvere, non sapendo che la soluzione a tutti i suoi problemi e le sue preoccupazioni sono contenute li dentro. Ha quindi solo ricordi di catechismo e per sentito dire, ma anche quelli non sono sempre da sottovalutare perché è possibile che al momento giusto riaffiorino per chiedere aiuto al Signore in un momento di difficoltà, e il Signore risponde sempre e chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato (Gioele 3,5). Ho letto diverse testimonianze di persone completamente lontane da Dio, ma in un delicato momento della vita, perse tutte le speranze si ricordano del Signore, e se la preghiera è fatta con fede, riceveranno il suo aiuto. Questo può aprire le porte di una possibile conversione e se avverrà si ricorderà finalmente di quella Bibbia che è sempre stata lasciata lì, insieme agli altri libri e chissà se riceverà da Dio una sete di conoscenza affinché la apra e inizi a meditare su di essa.

AVERE FIDUCIA IN DIO

  • Chi disprezza la parola si rende debitore, chi rispetta un ordine viene ricompensato (PR 13,13)
  • Confida nel Signore con tutto il cuore e non affidarti alla tua intelligenza, riconoscilo nei tuoi passi ed egli appianerà i tuoi sentieri (PR 3,5-6)

La migliore definizione di fede è quella data dall’apostolo Paolo: La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono (Ebrei 11,1). La parola fede deriva dalla parola fiducia; applicata a Dio è la fiducia che abbiamo per le cose che il Signore ha detto tramite la scrittura e che Dio agirà in base a ciò che ha detto nella sua parola. Quando abbiamo qualunque problema o ansia, nella parola di Dio c’è qualunque soluzione al tuo problema, bisogna però avere fiducia che la Bibbia possa risolvere le nostre difficoltà e per far questo si passa sempre dalla preghiera per usare la fede. Chi invece non si fida o non crede in Dio, cercherà di risolvere il problema con altri mezzi e solo con i propri sforzi rendendo la vita difficile e travagliata. Le persone che sperimentano di più la fiducia in Dio sono i poveri, perché avendo scarsi mezzi di sussistenza e non potendo contare sulle ricchezze materiali è più facile che si affidino a lui, e Dio non li abbandonerà mai, non moriranno mai di fame, perché avranno confidato in Dio e chiunque crede in lui non sarà deluso (Isaia 28,16); il Signore li farà trovare persone che si occuperanno di loro. Gesù ci insegna che non bisogna mai preoccuparsi di ciò che mangerai domani o come ti vestirai. Il Signore sa che hai bisogno di tutte queste cose, e se si prega e si confida in Lui e si cerca il regno di Dio allora queste cose non verranno mai a meno. Questa è la fede che Dio gradisce ovvero fidarsi cecamente di Lui anche quando sembra che non ci sia speranza. Anche chi ha soldi, può avere fiducia in Dio, ma il povero lo sperimenta sulla propria pelle invece chi ha soldi è più facile che confidi nelle cose materiali. È sbagliato anche pensare che un povero automaticamente abbia fiducia in Dio, può anche farsi dominare da satana e iniziare a rubare proprio con la scusa che si è poveri, ma chi ha fiducia in Dio questo non lo fa. Allo stesso modo una persona benestante può amare profondamente Dio e avere fiducia in lui. La fede è un dono di Dio che dona a prescindere di come sei e cosa hai; ma a tutti è stata donata una misura di fede diversa, siamo noi che scegliamo se questa fede la dobbiamo rivolgere a Dio o no, ma una cosa è certa: Senza fede è impossibile piacere a Dio; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano (Ebrei 11,6). Se sentiamo che la nostra fede è un po’ scarsa, è bene sapere che non possiamo fare nulla con i nostri sforzi per accrescerla, l’unico modo è pregare il Signore, in ogni situazione: Dobbiamo pregare in tempi di avversità, per non divenire infedeli e increduli. Dobbiamo pregare in tempi di prosperità, per non divenire vanagloriosi e orgogliosi. Dobbiamo pregare in momenti di pe­ricolo, per non divenire timorosi e dubbiosi. Dob­biamo pregare in momenti di sicurezza, per non divenire presuntuosi e tutto questo affinché la nostra fede possa crescere nel nostro cuore in modo che possiamo usarla, ad esempio  se si è malati e i medici dicono che non c’è speranza di guarigione, anziché abbattersi nella tristezza, se si ha fiducia in Dio ed è la volontà di Dio che guarisca, quella persona guarirà. Lo sbaglio che fanno a volte alcuni credenti è di affidarsi a Dio solo quando tutte le altre vie hanno fallito e si sentono senza speranza; bisogna invece confidare in Dio fin dall’inizio in questo modo si risparmieranno molte sofferenze ed esse fin da subito saranno in pace con se stessi. L’associazione atei, agnostici e razionalistici dicono che non c’è bisogno di credere in un Dio per pensare in maniera positiva. Ora, finché la vita va tutto bene è facile pensare in maniera positiva, ma se un giorno un medico dicesse che mancano solo 3 mesi di vita oppure se si perde il lavoro e si è indebitati fino al collo, voglio vedere come fanno ad essere positivi, se non si prega e non si ha fiducia in Dio e si pensa che tutto dipende solo da noi, allora non c’è speranza. Per questo molti atei nei momenti di grossa difficoltà si suicidano, perché pensano che non c’è speranza e non hanno fiducia in un Dio che vuole salvarli da questa situazione e portarli con se. Molti pensano che avere fede sia solo credere nell’esistenza di Dio; questo però non è gran cosa, anche i demoni sanno che Dio esiste e tremano alla sua presenza; molti purtroppo non arrivano neanche a questo, ma solo credere che Dio esiste non è sufficiente, avere fede significa fidarsi di Dio e delle sue promesse, di conseguenza fare la sua volontà. Tutte le persone che hanno una sana fede sono considerati figli di Dio e il Signore opera con chi cammina con loro e alla fine dei tempi erediteranno il regno di Dio.