Nei libri degli autori del “libero pensiero” viene detto che la gloria secondo la teologia è un concetto astratto e metafisico, ma dal contesto biblico evince che si tratta di qualcosa di concreto, visibile dall’uomo per questo la traduzione di KAVOD, come la intendono i teologi non ha senso. Questo è del tutto sbagliato, La parola KAVOD viene anche usata per definire alcune teofanie, ovvero le manifestazioni tangibili di Dio. Come detto precedentemente non è possibile vedere Dio fisicamente con i nostri occhi, quindi si manifesta sotto forma di eventi apparentemente naturali di origine divina, un modo in cui l’uomo potesse vedere con i propri occhi gli effetti dell’opera del Signore conoscendolo indirettamente, ma senza percepire direttamente la sua essenza. Sono proprio questi i casi in cui la parola KAVOD con spiegazioni ingannevoli viene fatto passare per un astronave, talvolta dotata di armi potentissime. Ci sono principalmente due teofanie che ricorrono spesso nella Bibbia che si riferiscono alla gloria di Dio: la nube e il fuoco.
LA NUBE:
Sono numerosi i riferimenti della “nube” nella Bibbia specialmente nella torà. Un esempio lo troviamo in esodo 16,10
Ora, mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco, la gloria KAVOD del Signore si manifestò attraverso la nube.
Quindi Dio manifestava la sua presenza con la nube che secondo la teologia era il segno della gloria nascosta. Come si concilia questo con il concetto di KAVOD che ha Biglino? Secondo lui la nube era un gas che veniva emanata dall’astronave con lo scopo di nasconderla. Non dice il motivo per cui doveva per forza nascondersi in una nube e fattibilmente sarebbe stata un’impresa decisamente ardua, sarebbe bastata una folata di vento per portare via il vapore e scoprire l’astronave. Uno dei versetti citati da Biglino in parte è Esodo 24,16-18; In questa parte Biglino sostiene che il versetto descrive un l’atterraggio di un astronave, vediamo cosa dice la Bibbia in questi versetti:
La gloria KAVOD del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. La gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.
Possiamo subito notare che questi fenomeni non erano naturali e scambiati come provenienti da Dio, perché è da questa nube che Dio fa sentire la sua voce a Mosè chiamandolo a venire sul monte per ricevere tutte le istruzioni. Il fatto che la nube si posizioni sul monte indica che non poteva essere un astronave, in quanto sicuramente un astronave non atterrerebbe in cima a una montagna a causa della sua irregolarità geologica, ma bensì in pianura. Nel versetto si parla anche del KAVOD descritto come fuoco divorante. Non sappiamo cosa avessero visto con esattezza ma sicuramente possiamo dire con certezza cosa NON hanno visto. Se fosse stata un astronave l’avrebbe descritta in tutt’altro modo, ad esempio con un grande (GADOL גָּדוֹל) oggetto metallico (MASSECAH מַסֵּכָה) o qualcosa che richiamasse un oggetto solito e di massa costante. Non esiste mai una descrizione dettagliata sulle sue caratteristiche e dimensioni di quella che per qualcuno è un astronave? In Numeri 14,21 troviamo che il KAVOD di YHWH riempirà tutta la terra, mentre in Esodo 40,24 dice che il KAVOD riempie il tabernacolo presente nella tenda del convegno. Quindi ciò che è enorme dovrebbe entrare uno spazietto piccolo nella tenda del convegno. Se si vuole pensare il KAVOD come un astronave volante dotata di armi allora è un problema conciliare questi versetti, ma se si accetta il concetto di gloria di Dio come la teologia la descrive allora tutto torna. In diversi passi la nube riempie prima la tenda del convegno e successivamente nel tempio di Salomone (1Re,11). Tante e vero che in entrambi gli avvenimenti i sacerdoti sono costretti a uscire. Ezechiele vide la nube uscire dal tempio a causa del peccato d’Israele (Ezechiele 10,18). Questa è una ricostruzione di quello che fu il magnifico tempio di Salomone distrutto dai babilonesi nel 700 A.C. Se si vuole pensare che un “dio alieno” abbia usato il tempio come un garage per la sua astronave è alquanto ridicolo anche solo pensarci viste le proporzioni sia dell’edificio che le porte d’accesso.
Nel libro di Biglino “non c’è creazione nella Bibbia” riguardo alla nube troviamo scritto: La nube che sempre accompagna la manifestazione del KAVOD costituisce forse la rappresentazione biblica di quanto si sa circa la modalità con cui si manifestano particolari categorie di oggetto volanti così come sono descritte da coloro che si occupano di tecnologie avanzate? Naturalmente non lo sappiamo, non entriamo nel merito del tema perché non è nostro compito e quindi non possiamo fare ammissioni.
In poche parole non c’è nessuna correlazione tre la “nube” e il KAVOD inteso come UFO, si possono fare solo ipotesi, speculazioni senza dare prove sufficienti per sostenere questa tesi in maniera inconfutabile, ci sono solo degli spunti di riflessioni per chi vuole assolutamente vederci nella Bibbia lo zampino degli alieni. Per chi vuole credere a questo troverà sempre una scusa per farlo, anche arrampicandosi sugli specchi.
IL FUOCO:
La teofania del fuoco già citata in parte in Esodo 24,16-18 è anch’esso ricorrente nella torà, lo troviamo ad esempio in Deuteronomio 4,11-12:
Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; il monte ardeva, con il fuoco che si innalzava fino alla sommità del cielo, fra tenebre, nuvole e oscurità. Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura: vi era soltanto una voce.
Anche in questo versetto si può notare come questo “fuoco” che dalla descrizione potrebbe ricordare una eruzione vulcanica non è di origine naturale ma bensì divina, anche in questo caso si percepisce da essa la voce di Dio. Altri casi in cui si percepisce la voce di Dio nel fuoco le troviamo in: Deuteronomio 4,36 e 5,4-5. Per Biglino il cosiddetto “fuoco” è una sorta di raggio energetico in grado di incenerire tutto ciò che colpisce; ma questo non spiega perché in esso Mosè sentisse la voce di Dio. La teofania del fuoco compare in due casi dove viene detto che un fuoco accende l’olocausto (2cronoche 7,2-3 e levitico 9,23); viene usato da YHWH come strumento di giudizio sugli ingiusti (Numeri 16,35); in questi casi si dice sempre che il fuoco proviene da YHWH, non è dunque un qualcosa che proviene dal KAVOD, quindi non si può attribuire a un raggio energetico proveniente da una astronave, quello che sembra incenerire è semplicemente un fulmine, in quanto il termine tradotto come fuoco (ESC) אֵשׁ significa anche fulmine. Se avessero veramente visto una sorta di raggio laser, o raggio energetico avrebbe certamente usato il termine ESC, ma dal momento che si trattava di un fenomeno fuori da elementi naturali conosciuti dell’autore avrebbe dovuto usare l’espressione “come un fuoco” aggiungendoci la preposizione inseparabile KE כּ che significa “come o secondo”. Quindi se avessero visto un raggio laser generato con qualche forma di tecnologia avanzata avrebbe dovuto esserci scritto KESC כְּאֵש al posto di ESC, oppure la locuzione KEMAREH-ESC כְּמַרְאֵה-אֵשׁ come apparenza di fuoco.