LA SUPERBIA

  • Occhi alteri e cuore superbo, lucerna dei malvagi è il peccato (PR 21,4)
  • Il superbo arrogante si chiama spavaldo, egli agisce nell’eccesso di insolenza (PR 21,24)
  • Non vantarti del domani, perché non sai neppure cosa genera l’oggi (PR 27,1)

La superbia è una delle peggiori condizioni spirituali che un non credente possa avere. Secondo Tommaso d’Aquino il superbo è colui che nutre un amore disordinato per il proprio bene al di sopra di altri beni superiori. Questo amore disordinato provoca un desiderio di voler essere superiore al prossimo e basa la sua propria felicità nel voler pensare che gli altri sono un gradino sotto di lui, perciò ha una visione di se stesso distorta: Invece di vedersi come egli è, si vede come vorrebbe che fosse. Ora analizzeremo quali sono i “frutti” della superbia. Per frutti si intende le conseguenze che porta una persona con un cuore superbo a comportarsi in relazione con il prossimo. I “frutti” della superbia nel linguaggio biblico fanno parte della categoria dei “frutti acerbi” che Dio non gradisce e sono la conseguenza di un cuore malvagio. L’atteggiamento superbo porta ad essere molto competitivo di fronte al prossimo, ad esempio, chi pensa: io devo possedere la macchina più bella, la ragazza più bella, devo avere più degli altri specialmente i beni materiali, ma anche in abilità o capacità intellettive; e quando il superbo vede chi ha meno di lui si sente come una sensazione di forte autostima che si manifesta con l’arroganza e la spavalderia. Se invece incontra qualcuno che ha più qualità o beni materiali rispetto a lui, incomincia a provare un invidia che si può sfociare in violenza o maldicenze e rancore perché pensa che se uno ha più qualità o beni materiali allora è più felice, e questo rode pensare che qualcuno può essere più felice di lui. Il superbo ama vantarsi e ricevere gloria dal mondo, in alcuni casi tende ad attribuirsi qualità che non possiede o le esalta in maniera esagerata, in concreto si manifesta con il pavoneggiare risultati positivi nel rendimento scolastico o lavorativo ben superiori alla realtà oppure inventarsi un presunto successo con il rapporto dell’altro sesso per provocare le invidie o farsi stimare davanti al prossimo.  La superbia porta a un senso di ribellione e trasgressione, avranno dei problemi a prendere gli ordini da qualcuno, specie nel mondo del lavoro (Ved. Pag. 109), porta a un tale egoismo che mette solo lui al centro del mondo e gli altri al suo servizio; per questo sono anche permalosi anche per cose di poco conto, che sono contrarie la sua volontà. La superbia  è anche commettere chiare ingiustizie nei confronti del prossimo senza porvi rimedio o chiedere perdono. Quando è il superbo ad essere danneggiato, serba un rancore permanente nei confronti dell’aggressore. Un’altra caratteristica è il disprezzo nei confronti del prossimo: Considerandosi superiore e gli altri, non rispetta le opinioni altrui e le denigra, così anche per i consigli anche se saggi. Promuove l’ingiuria, perché tende a dare etichette agli altri in base ai propri pregiudizi. Ci sono comunque diversi livelli di superbia, ai livelli massimi avviene quanto appena descritto. La superbia è il peccato che ha commesso satana, il pretendere di essere superiore o come Dio anche se era solo una sua creatura e vediamo le tragiche conseguenze. Ora proviamo ad analizzare come si rapporta una persona superba davanti a Dio. Generalmente la superbia porta all’ateismo per il fatto che la sua vita è basata sull’egoismo e l’egocentrismo e questo non da nessuno spazio a Dio e sceglie di sua volontà di non credere. Per Sant’Agostino, la superbia non è altro che una perversa imitazione di Dio, l’unico al quale si devono la gloria e la riconoscenza per tutto. La superbia infatti porta le persone molto lontane da Dio. Se ad esempio una persona è lontana da Dio perché ha molti vizi ma non è superba, ha comunque più possibilità di pentirsi dei propri peccati e andare a Dio rispetto ad una persona con pochi vizi ma superba. Perché nel primo caso si è lontani da Dio per debolezza carnale e per ignoranza, ma se venisse a conoscenza della verità non è escluso che accetti di seguire il Signore. Mentre nel secondo caso il rifiuto si verifica per il fatto che non si vogliono accettare né Lui né i suoi comandamenti, quindi anche davanti a una predicazione è molto difficile che ne rimane toccato e voglia interessarsi a Dio. Ci sono poi altri casi più rari dove un superbo non si dichiara ateo, ma ammette di credere in Dio. Contrariamente a un vero credente dove concepisce Dio come un padre amorevole, il superbo lo vede come una nonna cieca nei confronti degli errori del nipote; in fondo è un abusatore della misericordia divina che non ha intenzione di sottomettersi a Dio e pretende quindi di fare la sua propria volontà invece della volontà di Dio. Le sue preghiere dunque saranno incentrate nel chiedere qualcosa per soddisfare il suo egoismo, invece di chiedere di avere la forza per fare opere buone per dare gloria a lui. Anche dalla superbia si può guarire, nessun peccato è più grande dell’amore di Dio, dove c’è molto peccato anche la grazia di Dio abbonda; il Signore infatti può perdonare ogni peccato, anche quelli gravi. Solo la bestemmia contro lo Spirito Santo non è possibile perdonare, ovvero il non accettare Gesù come salvatore e non voler ascoltare la sua parola. Solo in quel caso il Signore non può fare nulla, perché Dio ha previsto che c’è una sola via per il quale noi possiamo essere salvati e questa passa per il sacrificio di Gesù in croce. Una persona per guarire dal male spirituale della superbia dovrà passare attraverso una forte esperienza dove lo porterà ad essere costretto a dover abbassare la cresta tramite  qualche episodio che lo porti a sentirsi umiliato in tale maniera da arrivare a capire che lui non è superiore agli altri, e che non è al centro del mondo e gli altri non devono essere sempre al suo sevizio, anzi scoprirà che è lui che ha bisogno del prossimo. Dovrà però anche trovare persone credenti gioiose e felici, con una gran pace nel cuore e una loro testimonianza di fede. Se lui riuscirà a percepire quella gioia che non deriva dall’avere cose materiali, ma da qualcosa che lui non conosce e anche lui vorrebbe, allora c’è la possibilità che si possa avvicinare alla fede. Anche i credenti purtroppo non sono immuni alla superbia; ci sono dei casi dove una persona che ama molto il Signore e ha iniziato a compiere opere grandiose per lui, sia tentato dalla superbia da satana. Il diavolo è sempre dietro l’angolo pronto ad attaccarci, e può avvenire che questa persona inizi a montarsi un po’ la testa e si insuperbisca, vantandosi e glorificandosi di fronte agli altri dicendo: << Guardate cosa riesco a fare, quante opere buone compio, e voi invece siete una nullità e non siete di grado di fare nulla >>. Avendo questo atteggiamento perde il cuore che il Signore vuole che abbiamo, riducendosi solo più a un religioso e non potrà più essere usato dal Signore per il regno di Dio. Anche in quei casi è possibile che torni sulla retta via, ma dovrà passare per delle sofferenze e fallimenti prima di tornare ad essere un credente giusto. Nel Vangelo abbiamo l’esempio di Paolo che il Signore lo ha usato in maniera molto potente per evangelizzare al mondo, riusciva a compiere gli stessi miracoli di guarigione di Gesù, ma con tutta quella potenza che il Signore gli aveva concesso iniziò a nutrire sentimenti di superbia, così il Signore permise che satana gli infliggesse, quello che lui stesso chiama, “una spina nella carne” per far in modo che mantenesse sempre un cuore umile davanti a Dio e che potesse sempre essere usato da lui per glorificarlo. Alcuni studiosi credono che la spina nella carne fosse stata una parziale cecità, ma in ogni caso Paolo pregò più volte di guarire, il Signore però gli mostrò quale scopo aveva questo e gli diede la grazia di sopportare questo male.

EVITARE DÌ ESSERE LA PIETRA DÌ SCANDALO

  • Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo fine e anche il malvagio per il giorno della sventura (PR 16,4)

II Signore ha un preciso disegno per l’umanità; un disegno fatto per noi, per la nostra salvezza, la nostra pace, in modo si compiano i buoni propositi per il regno di Dio. Ma per realizzarlo è necessario passare per alcuni scandali, perciò Dio usa anche chi è contro di lui affinché si compi la sua volontà. Lo vediamo nel Vangelo quando arrestano e mettono a morte Gesù. Era necessario che morisse per mano d’uomo perché si compissero le profezie del vecchio testamento ma guai essere tra quelle persone le quali lo scandalo si compia. Giuda non era obbligato a tradirlo, avrebbe potuto anche ripensarci e tornare indietro, la volontà di Dio sarebbe stata compiuta tramite un’altra persona. Gesù a Giuda gli da la possibilità di ripensarci all’ultima cena quando lo imbocca un pezzo di cibo e a quel tempo era considerato un gesto di amicizia; come per dire che anche se aveva già preso accordi con i farisei aveva ancora la possibilità di tirarsi indietro ed evitare di tradirlo. Quando Giuda prese il boccone, confermò la sua scelta e Satana entrò in lui. Gesù disse che se voleva farlo; di farlo ora, e così Giuda scelse di tradirlo e se ne andò dalla stanza. Gli altri discepoli non avevano capito cosa succedeva, pensavano che Gesù gli avesse detto di uscire per un banale motivo e non per tradirlo. Nonostante questo Giuda non era destinato per forza all’inferno, come anche i farisei che hanno ucciso Gesù, infatti li perdonò sulla croce. Dio è buono e misericordioso, le sue compassioni si rinnovano ogni mattina (Lamentazioni 3,22-23) e per quanto male possiamo fare finché siamo in vita abbiamo sempre la possibilità di salvarci. Alcuni farisei si convertirono dopo la resurrezione di Gesù, ma Giuda suicidandosi poco dopo la crocifissione, si è condannato definitivamente all’inferno. È da precisare che Dio non manda nessuno all’inferno, perché esso è stato fatto per satana e i suoi angeli; siamo noi che ci possiamo andarci per nostra libera scelta; scegliendo quindi di sottostare a satana anziché a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità (1Timoteo 2,4). Fate quindi attenzione che non siate voi l’oggetto dello scandalo. Come sta scritto:  È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono.  È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli (Luca 17,1-2). Scandalo significa “essere d’inciampo”; Qui Gesù sottolinea la gravità di essere d’inciampo a qualcuno. I piccoli di cui parla possono essere i bambini o chiunque ha una fede debole. Se qualcuno scandalizza una persona che ha una fede debole e cerca deliberatamente di distruggere anche quel poco di fede che ha, dovrà rendere conto a Dio di questo. È considerato uno dei peccati più gravi, persino peggio del suicidio, è meglio andare all’inferno per essersi suicidati che passare la propria vita a cercare di distruggere la fede alle persone più deboli. Dire: Se non lo avessi fatto io, l’ho avrebbe fatto qualcun altro; non sarà una giustificazione. Il giusto segue il Signore e non sarà una pedina nelle mani di satana per compiere opere malvagie. 

LA FEDELTÁ

  • (la sapienza ti proteggerà) dalla donna altrui, dalle parole seducenti della donna sconosciuta. Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza, non lasciarti adescare dai suoi sguardi (PR 6,24-25)
  • Tieni lontano da lei (la fornicatrice) il tuo cammino e non avvicinarti alla porta della sua casa (PR 5,8)
  • Il tuo cuore non si volga verso le sue vie, (la fornicatrice)  non vagare per i suoi sentieri, perché molti ne ha fatto cadere trafitti ed erano vigorose tutte le sue vittime (PR 7,25-26)

La fedeltà è un pilastro fondamentale per la stabilità in un rapporto tra marito e moglie o tra fidanzati. Senza di esso la fiducia viene meno e il rapporto risulta compromesso. Anche il libro dei proverbi ci sono versetti che parlano di questo argomento focalizzato nell’attenzione di tenersi lontano dalle tentazioni e sulla gravità di caderci dentro. In particolare nel capitolo 7, troviamo un breve racconto di un giovane che esce di casa verso sera e incontra una bella fanciulla vestita in maniera decisamente provocante che lo afferra per il braccio e con insistenza cerca di convincerlo ad avere un rapporto con lei, dicendo che suo marito è partito per un lungo viaggio e ha la casa libera, con il letto comodo e profumato e lo invita a passare la notte con lei. Il giovane senza pensarci troppo accetta. Tutto questo è raccontato come un esempio da non seguire. Quali sono i motivi per cui avviene un tradimento? Ci sono diversi studi psicologici a riguardo, ma quanto mi riguarda, pur tenendo conto di questi studi, farò un analisi dal punto di vista cristiano.

LA FEDELTÁ COME PRINCIPIO

Per essere fedeli al proprio partner prima di tutto bisogna volerlo. Bisogna avere veramente a cuore l’importanza della fedeltà come principio forte non negoziabile. Non tutti riconosco a pieno questo principio quindi si sentono “liberi” di tradire, forse perché si ha paura di impegnarsi fino in fondo in una relazione e ci si sente ancora dei bambini immaturi, oppure per una scarsa autostima e deve dimostrare a se stesso che può piacere a molte donne. In ogni caso non hanno mai imparato l’importanza della fedeltà in una relazione. Spesso quando si inizia a tradire, si rombe il vetro di cristallo e non ci si ferma più, chi ha tradito è facile che lo rifaccia. Bisogna essere non solo fedeli nella gioia e nella prosperità, ma anche nei momenti più difficili. In questi casi che molte persone trovano delle scuse: Il mio partner mi trascura, non sono amato/a, non mi soddisfa, ho il sospetto che mi stia tradendo, quindi lo tradisco prima io… La verità è che sono solo scappatoie per non assumersi le proprie responsabilità e si pensa solo al proprio egoismo e non a far funzionare veramente un rapporto. Non bisogna lasciare spazio alle scuse, non esistono motivi validi per tradire, non si tradisce punto e basta! In Galati 5,25 Paolo inserisce la fedeltà tra i frutti dello spirito, che è il risultato di una piena e completa maturità spirituale di un Cristiano. Chi è credente perciò ha la fedeltà come forte valore da portare avanti se si vuole ritenere credente in Gesù Cristo, la mancanza di essa non sarebbe solo un peccato verso il partner, ma anche verso Dio. Il principio di fedeltà per un cristiano è qualcosa di più rigoroso per come la può intendere il mondo. Lo standard morale di un cristiano dovrebbe essere come dice il Vangelo: Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore (Matteo 5,27). Quindi anche tradire con il pensiero è già tradimento davanti a Dio. Questo standard morale è molto alto e chi non è credente è difficile che lo possa avere anche nei momenti difficili. infatti, chi non è credente infatti punta sempre di abbassare il proprio standard morale.

MANCANZA DI AUTOCONTROLLO

Alcune persone non credenti dicono di amare il proprio partner e voler rimanere fedeli , ma sono prive di autocontrollo, schiave dalle passioni della carne che non hanno mai imparato a dominarle di conseguenza hanno un’indole a tradire il proprio partner. La maggior parte di uomini che vanno a prostitute sono sposati, ma poiché sono dominati dalle passioni carnali, sono sempre in cerca di qualche donna che possa soddisfarlo meglio di come farebbe sua moglie. L’infedeltà si verifica anche perché si è lasciato spazio al diavolo nel nostro cuore. Questo potrebbe essere anche il caso della pornografia. Gli uomini pensando di non fare nulla di male passando molto tempo nel visualizzare queste cose; ma con il tempo è possibile che ci si affeziona a una certa fisicità femminile o un certo colore di capelli, ma non è detto che l’uomo in questione si fidanzi o si sposi con quel tipo di ragazza di cui ci si concentrava nel guardare materiale pornografico e c’è il rischio di incontrare in futuro proprio una donna simile a quei gusti. In quel caso l’uomo perderà la testa è il tradimento sarà molto probabile. Oppure si possono sviluppare fantasie sessuali di cui il proprio partner non è disposto a venire in contro. La pornografia certamente rende le persone più deboli carnalmente e aumenta la probabilità di un possibile tradimento Non bisogna quindi lasciare entrare satana nella nostra mente e sviluppare cattive abitudini perché possono produrre solo guai. La fedeltà di un credente sarà sempre presente e costante, in quanto il suo essere timorato di Dio sarà come uno scudo spirituale contro tutte correnti di pensiero malvagie che arrivano dal mondo; chi è un vero credente, infatti ha gli stessi sentimenti di Gesù Cristo (Filippesi 2,5). Una fede profonda è garanzia di fedeltà, anche nei momenti più difficili non si farà tentare da un’altra/o ragazza/o e non ne desidera nessuna/o in cuor suo. Ha uno scudo davanti a queste cose perché la persona di Dio agisce e pensa secondo lo Spirito Santo e non secondo la carne. Se si ha una vita di preghiera e di fede, non si cederà alle lusinghe, alla persuasione o alla seduzione di qualcun’altra/o. Dio non permette che siamo tentati più di quanto non possiamo resistere e il Signore ci darà tutte le armi per resistere al male. Per evitare ogni tentazione di tradimento bisogna evitare di entrare in un terreno pericoloso. Se ad esempio siete fidanzati e una ragazza/o  vi chiede il numero e intuite che non è per amicizia è meglio evitare di darle il numero; come anche se vi chiede un passaggio in macchina e intuite che non ha veramente bisogno di un passaggio, ma è soltanto una scusa per passare del tempo da solo con te, oppure se si riceve la proposta di ballare insieme … Tutte questi esempi non sono tradimenti, ma può portare ad avere una tentazione ed è sempre meglio evitarle. Questo vale per tutti i tipi di tentazioni, se riusciamo a non avvicinarci neanche è meglio. Nel Vangelo Pietro ha rinnegato tre volte Gesù perché in quel momento si trovava nel cortile del sommo sacerdote, pieno di persone ostili a Gesù, e per sua scelta è andato li; in un terreno molto pericoloso. Se fosse stato da solo non avrebbe potuto rinnegare Gesù. Così anche noi dobbiamo evitare di entrare in un terreno pericoloso. Se si vuole entrare è possibile che una parte di te desidera quella persona. Ci potranno essere anche dei casi dove nonostante si cerca di evitare in ogni modo di entrare in un terreno pericoloso per non cadere in nessuna tentazione; ci si troverà ad essere tentati in maniera forzata e involontaria. Un esempio lo troviamo nell’antico testamento dove Giuseppe, figlio di Giacobbe si trova in Egitto al servizio di Potifàr. Questo egiziano, che era il comandante delle guardie del faraone ha una giovane moglie molto avvenente che nei momenti che il marito è assente prova in continuazione a sedurre Giuseppe, dando sempre del suo meglio, ma nonostante tutto lui non cede di un millimetro. Un giorno si trovarono da soli in casa e lei lo afferrò per la veste per forzarlo ad andare a letto con lei. Giuseppe però piuttosto di cedere preferì slacciarsi la veste e scappare via nudo, lasciando così la moglie di Potifàr con la veste di Giuseppe in mano. Successivamente lei si arrabbiò molto per il fatto che vedendosi rifiutata in questo modo ha minato del suo orgoglio e questo ha generato odio nei suoi confronti. Chi volesse sapere come va a finire potrà leggersi da Genesi 39,11 in poi. Questo episodio viene sempre ripreso come dimostrazione che anche in questi casi non è impossibile cedere alle tentazioni anche di fronte a pressioni.

CONSIGLIARE UN AMICO

Come dovremo però comportarci se un nostro amico che abbiamo sempre ritenuto una brava persona venisse a dirci: Guarda, non avrei mai pensato che succedesse a me; ma ho una relazione extraconiugale e non so cosa fare. Che cosa bisognerebbe rispondergli in un caso come questo? Sappiamo che nel Vangelo Gesù dice: Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te. Ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il corpo vada a finire nella geenna.  (Matteo 5,30).Quello che intende non è ovviamente un invito a mutilarci, ma a tagliare le cose che fanno parte della nostra vita e ci portano a compiere peccato. Quindi bisognerebbe rispondere: << taglia tutto! >>. Lui ribatterà dicendo: ma non so …<< No, taglia tutto! >>. Se andassimo dal medico perché sentiamo che da qualche parte del nostro corpo c’è un nodulo; e lui rispondesse: <<Beh, ci potrebbe essere un tumore; bisognerebbe fare una biopsia; però tutto ciò è doloroso, così anche l’operazione per toglierlo, se ci fosse farebbe male dopo; forse è meglio che prendi un antidolorifico così non lo senti più e ti dimentichi di averlo>>. Davanti a questa risposta penseremo che il medico che abbiamo davanti sia incompetente. Ora, il tumore è un male carnale, ma l’infedeltà, un male spirituale, ma va trattata allo stesso modo. Troncare il rapporto con questa persona con cui si tradisce, può far male all’inizio ma se si rimane in quella condizione, è molto peggio e le conseguenze si faranno sentire nel tempo.

SUBIRE UN TRADIMENTO

Come ci si deve comportare se invece subiamo una infedeltà? Bisogna distinguere due scenari: Se il partner che ha tradito si dimostra addolorato e pentito bisogna aprire le porte al perdono, anche se può sembrare difficile con l’aiuto di Dio ogni cosa è possibile. Se invece non mostra alcun pentimento, ma al contrario ha intenzione di continuare a frequentare un’altra persona, allora il partner che ha subito il tradimento ne prenderà atto e finché la situazione è questa la relazione viene interrotta.

LA DONNA

  • Un anello d’oro al naso di un maiale, tale è la donna bella ma senza cervello (PR 11,22)
  • Illusorio è il fascino e fugace della bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare (PR 31,30)
  • Una donna forte è la corona del marito, ma quella svergognata è come carie per le sua ossa (PR 12,4)
  • Chi trova un moglie trova una fortuna ottiene il favore del Signore (PR 18,22)
  • La casa e il patrimonio si ereditano dal padre, ma una moglie assennata è un dono di Dio (PR 19,14)

Della donna si parla già nel libro della Genesi, dove sta scritto che ella fu creata per vivere con l’uomo e tra loro sarebbero stati una sola carne. Se un’unione tra l’uomo e la donna è fondata sull’amore ed è consacrata al Signore, questo è cosa buona è giusta e la complementarietà sessuale con l’uomo, rende la coppia più simile a Dio (Genesi 1,26), rispetto che rimanere persone singole. La donna viene celebrata nei libri sapienziali come tesoro prezioso, ma anche rimproverata se è viziosa. L’uomo la deve rispettare e amare in maniera sublime, ma tener presente che può essere pericolosa se incita al peccato, per questo è consigliabile avere un donna saggia al fianco dell’uomo in quanto essa può avere una certa influenza sull’uomo, può incantarlo con un sorriso, ma distruggerlo con una parola. L’uomo deve trattare la donna come un dono di Dio, proteggendola come un vaso prezioso e dedicarsi al rapporto reciproco e trattandosi sempre con bontà e tolleranza. Le qualità della donna che la Bibbia esalta di più sono proprio la sapienza, la bontà, il senso di giustizia, e queste sono le qualità da tener conto maggiormente; anche la bellezza fisica può avere la sua importanza, infatti, anche quella è un dono di Dio che la donna non deve usare per compiere peccati. Nei personaggi biblici femminili viene sempre esaltata la bellezza in particolare Rebecca (moglie di Isacco), Ester e Giuditta (di cui sono dedicati dei libri nella Bibbia che portano il loro nome), ma è da tener conto che una donna per quanto bella è una qualità che non può durare per sempre e prima o poi svanisce e se vengono scelte donne solo con quella qualità si rimarrà molto delusi, frustrati e insoddisfatti con le conseguenze che questo può comportare. La saggezza invece è una qualità che rimane per tutta la vita e se si è al fianco una donna così porta gioia e felicità nella coppia, al contrario una donna empia crea solo problemi nella vita e il matrimonio diventa una tortura. Trovare moglie è considerata una benedizione. Il matrimonio costituisce un impegno e un vincolo notevole e l’uomo stolto preferisce fuggirlo, credendo così di essere libero (Matteo 19,10). Poi magari ci finisce dentro perché costretto dagli eventi  come l’età o la necessità e spesso non riesce a farlo funzionare perché non ha mai creduto nell’importanza di questo legame. L’uomo saggio, invece, cerca la donna che diventerà sua moglie, perché con essa sa di essere benedetto da Dio. Gesù durante la sua vita esalta la fede delle donne (La donna con le perdite di sangue MT 9,20-22) le accoglie e ne accetta i servizi, e per sua volontà sono le prime testimoni della sua resurrezione. Da notare anche che Gesù esalta la fede di una donna a cananea quando ai suoi discepoli fino a quel momento aveva sempre rimproverato la loro scarsa fede. Gesù esalta l’amore profondo che una donna ha per Lui nel passo dove viene rotto un vaso profumato costoso per ungerli i piedi (MT 26,6-16). Dio consacra la dignità della donna facendo nascere Gesù da Maria, che viene proposta come esempio di ubbidienza a Dio. Le donne dovrebbero essere grate al cristianesimo per aver elevato il loro livello nella società. Prima dell’avvento del cristianesimo le donne venivano considerate inferiori all’uomo e messe in un livello sociale molto basso; ma già nel primo secolo dopo Cristo c’erano già molte donne che predicavano la parola, avevano carismi come la profezia e avevano anche un ruolo chiave nella chiesa. Da questo periodo che lentamente la donna acquista la dignità che meritava al pari dell’uomo e anche oggi dove si è diffuso il Vangelo le donne, anche se non credenti godono di questa parità di dignità, infatti noi tutti siamo uno con Cristo. Nelle società dove invece il cristianesimo non si è diffuso ci sono dei problemi dal punto di vista del diritti delle donne. In molti paesi islamici la donna è ancora sottomessa all’uomo, in India le donne sono considerate un costo; quando nasce un figlio maschio festeggiano, diversamente da come accade se nasce una bambina, in quel caso non festeggiano per nulla. Nell’ateismo occidentale c’è di nuovo una perdita parziale della dignità della donna, dove spesso viene vista come un mezzo per soddisfare i propri piaceri carnali e alimentare il proprio egoismo a differenza del credente che vede la donna come una persona da amare e rendere felice.

I RAPPORTI FAMILIARI

  • Chi risparmia il bastone odia suo figlio, chi lo ama è pronto a correggerlo (PR 13,24)
  • Meglio un tozzo di pane secco con tranquillità che una casa piena di banchetti di discordia. (PR 17,1)
  • Chi genera uno stolto ne avrà afflizione; non gioirà il padre dello sciocco. (PR 17,21)
  • Un figlio stolto è una disgrazia per il padre e i litigi della moglie sono come stillicidio incessante (PR 19,13)
  • Chi maledice il padre e la madre vedrà spegnersi la sua lampada nel cuore delle tenebre (PR 20,20)
  • Correggi tuo figlio, perché c’è speranza, ma non lasciarti andare fino a farlo morire (PR 19,18)
  • Ascolta tuo padre che ti ha generato, non disprezzare tua madre quando è anziana. (PR 23,22)
  • Indirizza il giovane sulla via da seguire; neppure da vecchio se ne allontanerà (PR 22,6)

Il libro dei proverbi parla sovente delle tematiche sulla famiglia, incentrata soprattutto sul rapporto che i genitori devono avere con i propri figli. Per educarli in maniera corretta insegnando a loro la parola di Dio è necessario che ci sia l’ambiente adatto: Bisogna sempre fare in modo che ci sia pace in famiglia e un clima dove la serenità, la fiducia e l’amore siano sempre presenti, per far questo entrambi i coniugi devono amarsi a vicenda in ogni circostanza della vita; nei momenti belli e meno belli, e che ognuno possa dare tutto l’amore che l’altro partner ha bisogno. Quello che la donna vuole è un uomo sicuro di se, che la protegga sempre; che la ami e lo manifesti con gesti pratici di affetto; poi che abbia una comunicazione aperta e sincera, che gli confidi tutto e che non ci siano segreti tra lui e lei. Infine che abbia l’iniziativa per questi tre aspetti. L’uomo invece vuole una donna che lo onori e lo rispetti, che abbia un buon feeling di dialogo come se fosse la sua migliore amica e poi sono importanti dei buoni momenti in intimità. Le donne poi hanno un dono nel sistemare e organizzare la casa e gli uomini amano vivere negli ambienti casalinghi che le donne preparano. Se ogni coniuge sa amare e soddisfare le esigenze dell’altro e si rispetta la parola di Dio, compreso il tempo per pregare, allora tutto andrà per il meglio e la benedizione scenderà sulla casa. Questo è il presupposto perché i figli crescano in un ambiente sano e possano diventare dei buoni cristiani. I litigi continui invece sono una tortura incessante e non fa certo bene nell’educazione del proprio figlio e se questo presupposto viene a mancare le conseguenze per la psiche del bambino potrebbero essere devastanti. I figli da grandi tratteranno le donne a seconda di come il padre ha trattato la propria moglie. Avevo sentito una volta un episodio, dove un bambino all’asilo insultava e diceva parole volgari alle sue compagne. Il bambino quando venne ripreso dalle maestre con severità, rispose a loro che quelle erano le parole che suo padre diceva in continuazione a sua madre. I bambini quando sono ancora piccoli hanno solo i genitori come punto di riferimento e se anche loro non sono maturi e favoriscono un clima di tensione e di violenza allora anche il bambino ne subirà le conseguenze e inizierà a imitare il linguaggio e i modi di fare dei propri genitori. È importante che i figli crescano maturi nella fede e venga a loro insegnato che possano affrontare qualsiasi cosa con essa, con l’aiuto anche dei genitori che prima di tutti devono avere la sapienza di consigliare in ogni momento e in ogni circostanza. I problemi avvengono quando non si segue la parola di Dio, le tante separazioni e i vari fallimenti deriva appunto da questo.

L’EDUCAZIONE DEI FIGLI

Ora, farò un analisi su quali sono gli errori più comuni riguardo l’educazione di un bambino: un errore grave che uno dei genitori commette può essere quello avere come maggiore priorità la carriera per raggiungere una buona posizione nell’azienda in cui si lavora o comunque per altri motivi anziché mettere la famiglia in cima alle priorità dopo il Signore. Il trascurare la famiglia è conseguenza di forti liti, e il rischio di una rottura è molto forte. Anche quando si trascurano i figli, può portare a brutte conseguenze, i figli perderanno la figura paterna e non avranno fiducia in lui. Sentiranno la mancanza di affetto da parte del padre e non potrà essere sostituita dai soldi. Tenderanno a coprire questo vuoto altrove come ad esempio gli amici diventeranno più importanti della famiglia. Questo di conseguenza sarà anche un ostacolo per un’eventuale conversione, faranno fatica vedere Dio come padre, dal  momento che sono stati trascurati dal suo padre terreno. Un’altra conseguenza è durante la vecchiaia, anche il padre sarà trascurato dai figli proprio come lui fece a loro da bambini. Se non si riceve amore, non si può neanche dare amore, tranne se si ha una conversione, in quel caso si può sempre amare, perché nell’amore di Dio c’è tutto. Nelle mie ricerche ho riscontrato il caso di una ragazza che si concedeva a tutti i ragazzi che la corteggiava e questo derivava dal fatto che era stata trascurata dal padre e quindi nel subconscio cercava nei ragazzi la figura maschile che in famiglia era mancante. I figli quindi possono avere svariate conseguenze dal rapporto che si hanno con i genitori. Un’altra cosa da evitare è quella dei padri troppo severi e violenti con i propri figli. La violenza in famiglia comporta avere a sua volta figlio che è violento con il prossimo. Infatti, in molti casi, le persone prepotenti hanno padri violenti che non danno al figlio un briciolo di amore, perché chi è ferito a sua volta ferisce. I valori che i genitori devono trasmettere ai propri figli sono: l’onestà, la fiducia, la compassione, l’amicizia, la lealtà, il sacrificio, il coraggio, la fede e per ultimo la responsabilità, che non deve andare in conflitto con il dovere dei genitori di proteggere i propri figli. I genitori dovrebbero evitare che il proprio figlio faccia brutte esperienze e non prenda una brutta strada frequentando brutte compagnie. Ma allo stesso tempo che insegni a loro il senso di responsabilità. Se ad esempio un figlio adolescente prende la macchina di suo padre e senza patente, va in giro per il paese in maniera spavalda e poi perde il controllo e va fuori strada e colpisce una macchina in sosta; e il genitore dichiara che era lui alla guida in modo da coprire la colpa del figlio; non fa una cosa buona. È necessario correggere i figli se fanno soprattutto cose gravi, e la correzione passa per la punizione.  Evitare che subiscano una punizione farebbe passare il messaggio che il figlio in questione si sentirà più propenso in azioni del genere perché tanto qualcun’altro sarà sempre punito al posto suo. E questo non è per nulla educativo. Proteggere il proprio figlio è sacrosanto, ma non quando è lui a sbagliare. Se è lui a sbagliare contro qualcuno, soprattutto nella fase dell’adolescenza, il genitore non deve mettersi dalla sua parte a tutti i costi, altrimenti sarà portato a pensare che va sempre bene quello che fa, sono gli altri a sbagliare. Un genitore che corregge il proprio figlio è perché lo ama e vuole che sia una persona matura e soddisfatta della vita, ma che non dimentichi mai di onorare il Signore. La correzione comprende anche il suo modo di parlare; se dice parolacce e non viene rimproverato per nulla o peggio ancora si ride quando si dicono, farebbe passare il messaggio che la mancanza di rispetto è un divertimento e che non esistono regole nella società. Il senso di responsabilità lo si può insegnare già da piccoli dandogli delle piccole responsabilità come ad esempio tenere in ordine la camera. Un’altra cosa è di evitare di caricare ai figli pesi che non possono portare, e non pretendere troppo da loro. Ci sono genitori che essendo ad esempio dottori o architetti, pretendono che il proprio figlio continui su quella strada e dovrà poi essere anche il migliore di tutti, prendere sempre il massimo dei voti su tutto e punirlo severamente quando questo non accade. A volte non lo fanno tanto perché vogliono bene a loro, ma più che altro per una forma di vanto personale, così faccio bella figura io che ho allevato un figlio che è un piccolo genio, mettendo da parte l’affetto che dovrebbe dagli, così avrà un figlio colto ma che non ammira il padre che ha. I genitori dovrebbero far sì che s’impegni nel caso sia pigro e svogliato e che ottenga dei risultati, anche facendosi aiutare da qualcuno, ma senza che abbia sempre il fiato sul collo. Un altro errore è quello di dare a loro tutto ciò che chiedono compresi i capricci. Fare così crederà di avere diritto di ottenere tutto ciò che desidera. Le cose necessarie bisogna darle, ma le cose superflue dovranno essere guadagnate; così anche per i soldi, se gli si da tutti i soldi che vuole crescerà pensando che ottenere denaro è facile e non esiterà a rubarlo per averlo. È importante anche comunicargli che il loro affetto non dipenda da quello che fanno, ma da quello che sono. Riuscire ad educare un figlio nella maniera giusta è fonte di gioia e soddisfazione per la famiglia e i valori trasmessi rimarranno fino alla vecchiaia. Un figlio maleducato e disobbediente è un problema e una disgrazia, fonte di dolori e amarezze, ma anche qui la situazione può sempre cambiare e se almeno è stato piantato un seme di fede, è possibile che con il tempo nasca qualcosa di buono nel suo cuore.

IL DOVERE DEI FIGLI

Dall’altra parte il figlio deve essere obbediente ai genitori e onorarli sempre come dice il quinto comandamento, questo comprende anche curarsi di loro durante la vecchiaia. Chi maledice i propri genitori commette un grave peccato e fa solo male a se stesso, anche se uno o più genitori ha commesso azioni spregevoli, sono sempre i nostri genitori e per nessun motivo bisogna maledirli. Come si può amare o perdonare un cattivo genitore? La testimonianza di Joyce Meyer lo insegna; è una donna americana che da giovane ha subito violenze fisiche e sessuali dal padre ma grazie alla grande fede, insieme alla volontà di seguire i comandamenti di Dio è riuscita superare i traumi subiti, a perdonare il padre perverso e anche a fare in modo che anche lui si convertisse a Cristo. La sua testimonianza si può trovare facilmente su internet. Il comandamento dell’obbedienza ai genitori presuppone il fatto che siano credenti o per lo meno amino i figli e gli vogliano bene, ma nel caso che un genitore chieda al proprio figlio di fare qualcosa di malvagio allora non lo deve fare. Bisogna obbedire prima a Dio che agli uomini. Non dimenticarsi anche della parte spirituale, ovvero pregare per la benedizione della famiglia e della casa che camminino sempre con il Signore.

DIO, PADRE DI TUTTI

Se a qualcuno è venuta a mancare la figura paterna in famiglia, in ogni caso da tenere presente che in cielo c’è un padre che ti offre di più di quello che il tuo padre terreno potrebbe mai offrirti, (Matteo 7,11) Perché lui è il padre perfetto (5,48); e se accetta di avere Dio come padre allora lui avrà una relazione molto più intima rispetto ad altri cristiani. Una delle cose che distinguevano i primi cristiani a Roma non era tanto i discorsi che facevano, ma come si occupavano dei genitori anziani, della loro pazienza e di come si amavano a vicenda.